27. La Scozia

Non ero mai stata in Scozia fino a quell'estate. I primi tre giorni, io, Annie e Kriss avevamo visitato Edimburgo. Era una delle città più caratteristiche e piene di storia del mondo. Aleggiava un'atmosfera romantica, ma allo stesso tempo misteriosa. Avrei trascorso l'estate a Coldingham, un villaggio che si affacciava su un delizioso lago poco distante dalla capitale. Appena arrivata, ero stata circondata dall'odore inebriante dell'estate penetrarmi in tutto il corpo.

«È meraviglioso.» esclamai.
«Vedete quella chiesa?  È la nostra scuola.» Kriss indicò una chiesa abbastanza bruttina che si ergeva dignitosa ed elegante con i mattoni rossi e le alte finestre.
Feci una smorfia delusa «Come? Io speravo tanto che non ci facessero studiare qui...»
«Ma no, Des, sta tranquilla. Questi saranno mesi di puro divertimento per noi.» mi risollevò il morale Kriss.
Udii nell'aria i suoni iconici delle cornamuse scozzesi «Ma queste sono cornamuse!» esclamai. Ricordavo con nostalgia il ragazzo della collina. Anche lui suonava la cornamusa e indossava il kilt. Probabilmente veniva da questo paese.
«Suonano perché c'è una festa al villaggio» mi spiegò Annie.
«Davvero? Siamo arrivate giusto in tempo.»
cominciai a correre all'impazzata in direzione del borgo, seguita da Annie e Kriss. Intorno a noi c'erano pascoli punteggiati di pecore, qualche fattoria isolata e un ruscello in lontananza.

Ero ancora estasiata della melodia struggente a ritmo di fisarmoniche e cornamuse che non mi accorsi che un bambino di circa dodici anni si era avvicinato a noi.
Mi voltai verso di lui che mi indicava con un'espressione esultante dipinta sul volto.
«Lentiggini, naso all'insù, capelli ricci e biondi, allora tu devi essere quella ragazza che si chiama Destiny, non è vero?»
«Come fai a conoscere il mio nome se io non ti conosco?» lo guardai perplessa. Solo Terence mi chiamava così e lui non era neanche venuto in Scozia.
Lui non fece caso alla mia domanda e continuò a squadrarmi. «Sei proprio uguale.»
«Che intendi dire?» sbottai.
«Sei proprio identica a come ti aveva descritta.» proseguì.
«Ma chi?» stavo per perdere la pazienza.
«Signorine, cosa fate laggiù?» la voce della professoressa White interruppe quell'irritante conversazione «Ancora non potete andare in giro da sole.»
«Ci dispiace. Torniamo subito indietro.» rispose mortificata Annie.
«Vi aspetta una bella lavata di testa.» il bambino insolente si mise a ridere e fece per andarsene.
«Aspetta un secondo...» tentai di fermarlo.
«Signorina Destiny, le ricordo che lei deve ancora disfare la sua valigia e mettere in ordine le sue cose.» mi rammentò la professoressa White.

Nella residenza estiva della scuola condividevo una stanza con Kriss e Annie. Tornate dal villaggio, Annie mi aiutò a disfare la valigia. Ordinava e ripilava ogni indumento con precisione, perciò la lasciai fare e uscii nel terrazzino ad ammirare il tramonto. Era così diverso da quello che si poteva scorgere alla "Saint Paul School". Sullo sfondo lo scintillio dell'acqua baciata dal sole, si spegneva piano piano. Al calar del sole ammirai la strisciolina arancione, che aveva brillato bianca tuta la giornata, tramontare tra due vette, opposte da quelle alle quali era sorto.
«Ragazze, chi può essere quel bambino che abbiamo visto al villaggio?» domandai.
«Secondo me è il fratello di una persona che conosci già.» biascicó Kriss mentre ingoiava una tavoletta di cioccolata.
«Des, forse ha ragione Kriss. Ti ricordi il ragazzo della collina? E se fosse il fratello?» fantasticó Annie.
«No, non può essere. Il mio principe della collina non può assolutamente avere un fratello impertinente come quel ragazzo.» replicai.
«E non conosci nessun altro che sia nato da queste parti?» mi domandò Kriss.
«No, nessun altro, ma non importa, perché domani scoprirò di chi si tratta.» risposi determinata.

Il giorno seguente, dopo l'incontro del mattino con la professoressa White, mi diressi al villaggio. Lungo la strada incrociai un carro e chiesi un passaggio fino al paese, quando mi accorsi che il bambino che avevo incontrato alla festa del villaggio il giorno prima era proprio su quel carro e stava facendo un pisolino. Gli diedi un paio di colpetti sulla spalla e lui si svegliò bruscamente.
«Eh?» esclamò.
«Ti ricordi di me?» gli chiesi.
Si scervelló per un paio di secondi, finché esclamò «Certo, tu sei la ragazza con le lentiggini.»
«Mi chiamo Destiny» ribattei scocciata.
«Io sono Mark.» si presentò «e questo carro è del mio padrone.»
«E come si chiama il tuo padrone?»
«Vuoi proprio saperlo? Si chiama Terence.»
«Terence? Terence Granchester?» domandai sbigottita.
«Si, il nobile Terence Granchester.»
«Tu sei il fratello di Terence?» gli chiesi. «È stato Terence a parlarti di me, non è vero?»
«Si, mi ha detto di farti compagnia perché sei una ragazza molto simpatica.» mi raccontò.
«Ah, Terence é in Scozia adesso?»
«Certo, è nel suo castello.»
«Mark, mi porteresti al castello dei Granchester?» gli chiesi.
«Ma tu non devi tornare alla tua scuola?» mi domandò.
«No, ho il permesso della professoressa White per stare altre ore fuori.» mentii.
«Allora vieni pure» acconsentì.

La residenza dei Granchester era maestosa e solenne, seppur parecchio antiquata. Avevo come la sensazione che fosse un posto dimenticato dalla vita.
Mark fece un fischio e urlò verso una stanza al secondo piano «Terence!»
«È quella la sua stanza, vero?»
«C'è qui la signorina tutte lentiggini, Terence.»
«Non ti permettere mai più di chiamarmi con quel nome.»
«Però devi ammettere che è carino.» cercò di convincermi lui.
«Forse è uscito.» dissi, quando Terence non rispose.

In quel momento uscì la cuoca della scuola dalla dependance e si avvicinò a noi. «Mark! Sai bene che non devi rivolgerti a Terence così!»
«Buongiorno signora, come sta?» dissi io.
«Sto bene grazie, benvenuta in Scozia.» mi salutò calorosamente.
«Mamma, Terence non è in casa?» le chiese Mark.
«È tua madre?» le domandai sconcertata.
«Oh sì. È il bambino di cui le ho parlato quel giorno.» mi spiegò.
«Io ero convinta che fosse il fratello di Terence» affermai.
«Oh, certo che no!» negò la cuoca. «Però devo riconoscere che Terence sta sempre molto volentieri in compagnia di Mark.»
«Terence ed io siamo come fratelli.» si vantó Mark.
«E dov'è Terence?» domandai.
La madre di Mark si rattristò «Mi ha detto che vuole stare solo e non desidera vedere nessuno.»

In quel momento una melodia si levò da quella stanza. «Che bella musica» mormorai sognante.
«È vero.» acconsentì la cuoca. «Una canzone bella ma triste. Viene suonata molto in Scozia.»
«Fa venire i brividi.» commentai. Era la stessa musica che aveva suonato molte volte sulla collina.
«Si suona per ricordare una persona cara.» mi informò sempre la cuoca. La musica si fermò bruscamente.
«Terence! Sono Des. Affacciati solo un momento per favore. Terence, rispondi.» gli dissi. Nessuno rispose e un'ombra chiuse le finestre.
«Perché si comporta in questo modo così strano?» chiesi.
La cuoca fece un'espressione triste e rispose «Non lo so. Mi ha detto che vuole essere lasciato in pace e che per nessuna ragione deve essere disturbato.»
«Ma perché?» chiesi. Non riuscivo a capire.
«Beh sai, noi uomini preferiamo restare soli qualche volta.» intervenne Mark.
«Mark, non dire sciocchezze.»
«E le donne questo mondo riescono a capirlo.»

«Perché non resta a pranzo qui? Sarebbe un piacere averla con noi. Mark, vai a prendere un po' di formaggio e del vino» disse la cuoca con voce tenera.
«Subito mamma.»
«Certo, la nostra casa non è molto bella, ma...»
«Oh, no. Mi piace. Mi ricorda la casa dove ho trascorso la mia infanzia.» raccontai.
«Lei è cresciuta in una casa come questa?»
domandò perplessa la cuoca.
Chi mi vedeva iscritta alla prestigiosa scuola londinese con indosso quegli abiti eleganti non avrebbe mai immaginato che provenissi dalla casa di Pony.
«Si, e ci sono stata fino all'età di Mark.» confermai.
«Ecco perché mi sei simpatica.» sorrise Mark tornando dalla dispensa con in mano del formaggio.
«Senti questo formaggio, l'ho fatto io.» mi mostrò.
«Ha un buon profumino...» constatai.
«Ci puoi scommettere, è delizioso.» mi disse orgoglioso.
«Senti Mark, tu cosa fai quando tua madre è a lavorare a Londra?» gli domandai.
«Non fa altro che correre tutto il giorno nei prati» interferì la madre sorridente mentre preparava il pranzo.
«Ma con chi stai? Non vivrai mica solo?» domandai scettica.
«Oh, no. Sto con mio padre.» indicò una mensola dove erano sistemate delle fotografie.

Sopra, in una cornice impolverata c'era una fotografia di Mark, la madre e del marito. Tutti sorridenti. Era un bellissimo ricordo fissato a eterna memoria. Ci passai sopra le dita e osservai quella bella famiglia. I miei occhi caddero su un mantello appeso al muro.
«Questo non è un tartan?» domandai.
«Mio marito lavora in una fabbrica di tessuti» disse la cuoca.
Affondai la testa in quel tessuto. «È così morbido» mormorai.
«Anche io sto imparando Des, così un giorno prenderò il posto di mio padre.» mi informò Mark orgoglioso.
«Conto molto su di te, Marc.» affermò sua madre.
Anche il principe della collina indossava il kilt dello stesso disegno di quel tartan. Forse era stato tessuto dal papà di Mark.
«Signorina, cosa le succede?» mi domandò lei, vedendomi assorta tra i miei pensieri.
«Ho come la sensazione di essere tornata a casa.» mormorai.
«Mi fa piacere, ma adesso venga a mangiare.» mi disse e mi sedetti a tavola con loro.
«Buon appetito» esclamó Mark.

✩✩✩

«Lei è la prima ragazza della nostra scuola che si sia mai allontanata per otto ore senza permesso. Esigo delle spiegazioni.» decretò la professoressa White quando tornai a scuola.
Lei era la professoressa a cui mi ero affezionata di più da quando ero arrivata a Londra. Era abbastanza giovane e nonostante i suoi sforzi, non riusciva a essere severa.
«Sono mortificata, professoressa. Non mi sono resa conto che fosse così tardi. Le ho portato del formaggio.» glielo porsi «È un regalo per lei.»
«Oh, Lei è la prima ragazza di questa scuola che ha mai pensato di farmi un regalo.» disse emozionata.

Entrai in camera e Kriss e Annie si fiondarono addosso a me. «Des, ti hanno sgridata? Peter e Patrick sono stati con noi tutto il giorno.»
«Davvero?»
«Sai, Peter mi ha detto che la signora Andrew ha una residenza estiva proprio qui vicino.» mi raccontò Annie.
«Davvero? Quindi significa che anche Amanda e Steve saranno venuti in Scozia?» chiesi.
«Si, credo proprio di sì.» annuì Annie.
«E io che speravo di passare un'estate tranquilla...» sospirai avvilita. «Di chi è questo binocolo?» chiesi indicando un cannocchiale sulla sedia.
«Ah si, è di Patrick, me l'ha prestato oggi.» mi informò Kriss.
«Des, non riuscirai a vedere niente. È notte.»

Con il binocolo la vista era decisamente migliore. La villa dei Cornwell si innalzava dall'altro lato del lago. Il castello di Terence si ergeva sulla sommità di un'altura in netto contrasto agli altri. C'era una luce accesa nella sua stanza.
«Des, cosa stai guardando?» mi domandò Annie.
«Oh, niente di particolare.» mentii.
«Sai, Patrick e Peter ci hanno proposto di fare un giro in barca domani.» mi raccontò Annie.
«Anche tu sei invitata.» aggiunse Kriss.
«Certo, sarò felice di venire con voi.»
Continuai ad ammirare il cielo stellato dal balcone. Presi il binocolo dalla sedia e osservai il castello dei Granchester. Su un terrazzino era appoggiata una persona. Dai tratti e dai capelli lunghi dedussi che si trattasse di una donna.

Il giorno dopo andai al lago. La spiaggia era una splendida mezzaluna color crema bagnata da acque limpidissime e caratterizzata dalla presenza di piccole baie adiacenti che si aprivano come nicchie segrete tra basti affioramenti rocciosi dall'aspetto lunare. La sabbia era finissima e candida. Annie e Peter stavano sfidando Kriss e Patrick in una gara in barca.
«Più veloce, Peter...» lo spronó Annie.
«Coraggio Patrick, dobbiamo vincere noi.»
«Peter, sei mio fratello! Non puoi sfidarmi.» lo canzonò Patrick.
«Quando si tratta di vincere io non ho fratelli.» ribatté Pet ridendo.
«Des, ora veniamo a prenderti. Preparati!» mi disse Patrick.
«Vieni a fare un giro in barca.»
«È molto divertente, Des.» mi invitò Annie.
«No, grazie. Preferisco fare due passi a piedi. Ciao.» li lasciai con le loro barche che mi guardavano perplessi. Non riuscivo a far altro che fantasticare su chi potesse essere la donna che avevo visto nella stanza di Terence la sera precedente.

Stavo osservando il paesaggio idilliaco sulla sponda del lago, quando scorsi una donna appoggiata al tronco di un albero. La riconobbi subito. Era Eleanor Baker, la vera mamma di Terence. Aveva i capelli biondi come il grano di agosto intrecciati in modo impeccabile e indossava un elegante abito color lavanda. Allora era lei che avevo visto al balcone. All'improvviso si girò e mi vide. Stava piangendo.
«Aspetti signora...» la chiamai, ma era già corsa via. Doveva essere venuta dagli Stati Uniti per vedere Terence.

Mi diressi subito al castello dei Granchester. Dovevo parlare con Terence. Quando arrivai, lo trovai in giardino che correva con Mark. Il giorno precedente era molto triste, mentre quella volta era allegro.
«Ciao Tarzan tutte lentiggini.» mi salutò, è Mark scoppiò a ridere.
«Terence, io ho visto...» iniziai tremante.
«Cosa? Hai visto una lucertola e ti sei spaventata, e così?» intervenne sfacciato e Mark scoppio a ridere di nuovo.
«Terence, ieri notte...»
«Lo sai che ieri notte Terence ha dormito con me?» si intromise Mark.
«Allora tu non l'hai incontrata.» realizzai.
«Non riesco proprio a capirti. Ma di che cosa parli?» continuò inflessibile Terence. In quel momento, la cuoca chiamò Mark dalla dependance.
«Terence, ho visto tua madre poco fa vicino al lago.» dichiarai quando festammo da soli. «È venuta senz'altro per vederti.»
«Ma che cosa stai dicendo, Tarzan tutte lentiggini? Sogni ad occhi aperti?» replicò.
«Ti ripeto che era lei. L'ho riconosciuta.»
«No, non è possibile, mia madre è a Londra.»
«L'attrice Eleanor Baker è tua madre, no?» insistetti.
«Questa si che è bella.» scoppiò a ridere.
«Si può sapere perché ridi?» gli domandai innervosita.
«Perché hai creduto ad una storiella inventata.»
«Mi avresti detto una bugia?» domandai sconvolta.
«Naturalmente.» rispose convinto, ma io non gli credetti.

Ciao a tutti🤗,
finita la scuola, alcune delle allieve, tra cui Des, Annie e Kriss, si trasferiscono nella sede estiva della scuola, in Scozia.

Qui Terence ha un castello vicino al lago. Durante una passeggiata, Des vede l'attrice americana Eleanor Baker, sta piangendo. È venuta dall'America per vedere il figlio Terence, ma i due non si sono ancora incontrati. Des avverte Terence che sua madre è in Scozia, ma il ragazzo inspiegabilmente le dice che sua madre è a Londra e soprattutto che non è un'attrice come le aveva detto in precedenza. Des rimane molto sorpresa dalla freddezza del carattere di Terence, che riesce a raccontare bugie anche sul conto della propria madre.

Fatemi sapere cosa ne pensate,
Carla💗

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