25. La festa di maggio
La mattina della fatidica festa di maggio mi svegliai di soprassalto. Sentii il suono delle trombe e le urla festanti. La festa doveva essere iniziata. A quell'ora le reginette stavano per essere scortate dai ragazzi. Se avessi potuto partecipare anch'io sarei stata su quel carro.
Una ventina di minuti dopo, Kriss bussò alla mia stanza «Ciao Des, sono io!»
«Kriss, perché sei venuta qui? Sai che non puoi.»
«Dovevo assolutamente venire. Come sta la mia tartaruga?» mi chiese.
«Non preoccuparti, ora è in buone mani.» la rassicurai.
«Sei uscita di qui?» mi domandò perplessa.
«Sono fuggita attraverso la finestra. Sta' tranquilla, è con una persona che ama molto gli animali.» le spiegai.
«Oh grazie Des.» mi abbracciò.
«E ora Kriss va via, prima che qualcuno ti veda.»
«Si, ma prima devo darti questo pacco.» mi consegnò una scatola avvolta da una carta arancione.
«Per me?» le chiesi incredula.
«Ho pensato che potesse farti piacere, così te l'ho portato subito.»
«Grazie Kriss.» la ringraziai.
«Di nulla, ciao Des.» mi salutò e andò a prepararsi in camera sua per andare alla festa.
Aprii il pacco elettrizzata e curiosa. Era di Albert. All'interno c'erano due vestiti. Uno da ragazzo e una da ragazza. Sembravano i costumi di Romeo e Giulietta. C'erano anche le rispettive parrucche. All'improvviso ebbi un'illuminazione.
✩✩✩
Terence entrò nel salone in giardino che era stato adibito per l'occasione. Si guardò un po' intorno.
«Mi sorprende molto che anche lui viene al ballo in maschera.» mormorò Louise.
Amanda gli si avvicinò e si fece aria con il ventaglio «Terence! Se stai cercando una ragazza con cui ballare ci sono io Terence.»
«Sei molto gentile, ma non posso ballare. Ho ancora la ferita alla gamba. Sarà meglio che balli con un altro ragazzo.» si scusò e se ne andò via.
Amanda sbottò e raggiunse Louise e Samantha.
Intanto, avevo indossato il costume di Romeo e la parrucca dai capelli castani e un taglio a spazzola. Avevo raccolto i miei voluminosi capelli biondi in due ciocche e indossavo una maschera.
«È una festa magnifica. Procede tutto bene, Miss Collins.» diceva la professoressa Brooke.
«Le feste non mi piacciono. Purtroppo bisogna farle, è nella tradizione.» replicò isterica la direttrice.
Saltai dal terrazzo e atterrai in piedi in cortile, proprio nel l'esatto momento in cui Miss Collins passava con la professoressa Brooke.
«Sono spiacente.» imitai la voce maschile.
«Ma chi è quel ragazzo? È uno dei nostri studenti?» domandò a nessuno in particolare la direttrice mentre correvo via. C'era mancato poco che Miss Collins mi scoprisse. Dovevo fare più attenzione.
Mi diressi nel salone. La musica mi accolse ancora prima che entrassi attraverso il portone principale. Non avevo mai visto prima di allora la scuola così piena di gioia e di colori. Le pareti della sala erano tutte coperte di petali di rosa, bouquet di fiori, con centinaia di ghirlande di edera e rampicanti che s'incrociavano. Una maestosa scritta "May festival" era posizionata sulla parete dove erano sistemati i musicisti. Il rinfresco era pieno di roba, dalle pietanze più tipiche inglesi come salsicce, bacon e patate a quelle più sofisticate e gustose.
Ad un tratto vidi Annie in un angolo. La raggiunsi «Signorina, mi permette questo ballo? Annie, sono io Des.»
«Des! Ma come hai fat...»
«Shh!» iniziammo a ballare.
Annie era radiosa. Indossava un vestito di satin grigio argenteo e la maschera faceva risaltare i suoi occhi cerulei. I capelli scuri erano intrecciati in una treccia.
«Annie, ti ricordi quando da piccole giocavamo sulla nostra collina di Pony e ballavano mano nella mano proprio come adesso?» le chiesi.
«Si Des!» mi abbracciò Annie, ma persi l'equilibrio e caddi addosso ad Amanda.
«Chi balla con Annie?» sentii Louise chiederle.
«Non lo so.» rispose Amanda, senza smettere di fissarmi.
«Però è un bel ragazzo.»
Quando furono fuori dalla nostra portata, io e Annie scoppiammo a ridere. In quel momento Peter e Patrick entrarono nel salone. Indossavano due abiti da cerimonia identici ed erano molto eleganti.
«Oh Peter sei qui, e io che pensavo che stessi ballando con Annie.» lo raggiunse Amanda.
«Ma chi è quel ragazzo? Voglio conoscerlo.» rispose Peter e si avvicinò a le ed Annie.
«Mi scusi, vorrei ballare con Annie.»
«Ma certo, fai pure Peter.» gli dissi.
«Sai il mio nome? Ma chi sei?»
«Ciao Peter, sono Des.»
«Eh? Ma come...» ribatté sorpreso.
«Albert mi ha mandato i vestiti di Romeo e Giulietta e io ho indossato questo.» gli raccontai a bassa voce.
«Beh come Romeo sei interessante.» mi disse malizioso, dopo avermi squadrato dalla testa ai piedi.
Steve entrò per primo dal portone, seguito a ruota dai suoi due amici. Indossava un abito di velluto nero con il colletto alto bianco e i capelli biondi smorti tirati all'indietro.
«Guarda chi si vede, sembra un prete» scherzò Peter guardandolo e Patrick e Annie risero alla sua battuta. Annie e Peter andarono in pista. Sapevo quanto fosse importante per Annie quel momento. Ero contenta che loro due avessero iniziato a conoscersi meglio e Annie era più felice da quando lei e Peter avevano iniziato a frequentarsi.
Patrick mi chiese «Beh vogliamo unirci agli altri e ballare?»
«Patrick! Ballare tra ragazzi deve essere molto noioso, perché non inviti Louise?» si intromise Amanda interrompendoci.
«Ma io...» protestò Patrick, ma Louise gli si avvicinò e lo trascinò in pista.
«Vogliamo ballare anche noi?» mi domandò Amanda.
«Mi dispiace signorina, ma ora non posso. Devo cercare un amico.» le risposi, cercando di trattenere una risata e uscii fuori nel bosco.
Avevo avuto successo nella parte di Romeo. Adesso cambiavo ruolo, sarei diventata Giulietta. Mi tolsi l'abito maschile e indossai un abito color malva con le spalline. Feci due giravolte sul posto e appurai che mi stava davvero bene, era lungo ma non troppo, e leggero, perfetto per una giornata primaverile. Era anche comodo se sarei dovuta scappare in caso di pericolo. Mi sarei divertita tantissimo, e tutto quello grazie ad Albert.
«Ed ora l'ultimo ritocco.» presi in mano la parrucca «e ora torno indietro e ballerò fino a mezzanotte! Uhh!» esclamai eccitata.
All'improvviso sentii qualcuno ridere a crepapelle. Mi girai di scatto. Terence se ne stava sopra un ramo di un albero. Era impeccabile, come sempre. Indossava una camicia bianca di lino con il colletto basso, pantaloni neri e una cravatta legata al collo.
«Devo dire che ti preferivo prima, vestita da Romeo.» iniziò.
«Da quanto tempo sei lì? Mi hai vista mentre mi cambiavo?» replicai sconvolta.
«Volendo avrei potuto, ma non ne avevo voglia.» disse, e con un salto scese dall'albero.
«Amanda ha scoperto che eri Romeo.» dichiarò.
«Che cosa? Amanda mi ha vista?» esclamai esterrefatta. Doveva avermi seguito quell'impicciona.
«Già, e farà di tutto per mascherarti.» continuò Terence.
«Menomale che ho messo dei cuscini sotto il mio letto per far credere che io sia a dormire.»
«Ora andiamo via, credo che Amanda tornerà qui fra poco. Andiamo sulla collina, dai.» Terence mi prese la mano e iniziammo a correre. La collina era l'unico luogo appartato in quella calda domenica e mi stesi sull'erba dipinta di margherite. Il sole di metà maggio illuminava le corolle vermiglie dei papaveri, gli iris screziati di blu, le violette e le margherite che coprivano il prato. La primavera rendeva l'aria più dolce e profumata.
«Che giornata meravigliosa» disse Terence estasiato guardando il panorama.
«È vero, Terence. È davvero stupenda.» affermai.
Entrambi amavamo stare all'aria aperta e amavamo quella collina, l'unico posto verde e solitario in quella rigida scuola. Lo guardai di sottecchi. Era più sereno e di buon umore rispetto a quando ci eravamo lasciati il giorno prima allo zoo.
«Questa bellissima giornata mi ricorda un pomeriggio di tanti anni fa. Avevo due o tre anni, ma rammento quel giorno come se fosse ieri. Facevamo un pic-nic. Mio padre giocava con me e rideva. Mia madre ci guardava con tenerezza. Penso sempre con nostalgia a quei momenti» inizió Terence continuando a fissare davanti a se. Sentii che si stava aprendo, come se si fidasse ciecamente.
«Sono bei ricordi, vero?» sussurrai a bassa voce, temendo di rovinare quell'armonia che si stava creando in quel momento.
«Si, ma non ne ho altri.» si rattristò.
«Tu almeno hai qualcosa da ricordare, io invece non ho niente.» ammisi «Terrence, perché una volta non facciamo un pic-nic noi due?»
Terence non fece in tempo a rispondermi, che dalla sala grande si levò un melodia incalzante e allegra. Era il valzer che avevo ballato con Anthony al ricevimento degli Andrew.
«Bella questa musica. Giulietta, potrei avere l'onore di ballare con te?» mi chiese Terence alzandosi. Mi porse la mano e incominciammo a volteggiare al ritmo della musica.
«Non ti faceva ancora male la gamba?» scherzai.
«Non più. Amanda mi stava assillando con la faccenda del ballo, dovevo trovare una scusa» sorrise.
Continuammo a ballare, i suoi capelli castani brillavano lucenti baciati dal sole. Mi sentivo leggera, il sole accarezzava le foglie e ci scaldava delicatamente attraverso i rami. Terence era lì che mi teneva tra le sue braccia, il suo viso era gentile come quello di Anthony.
«A che cosa pensi, Des?»
«Questo valzer mi ricorda la prima volta che ho ballato con Anthony.» risposi istintivamente.
I piedi di Terence si fermarono all'improvviso e arretrai di scatto.
«Ancora Anthony. Quando smetterai di pensare a lui?» ribatté. Il suo sguardo era distaccato e freddo, così diverso. Non volevo parlare ancora di Anthony con lui, non dopo quello che mi aveva detto il pomeriggio prima.
«Ma cosa dici?»
«Devi smetterla. Anthony è morto. È caduto da cavallo. Devi accettarlo.» continuò.
«Basta, Terence, basta» lo supplicai. Le lacrime iniziarono a rigarmi le guance e non volevo che lui mi vedesse piangere.
«Una volta morti non si può più tornare a vivere.» affermò.
«Quando fai così, io non ti sopporto.» gli dissi.
«E io non riesco a sopportare te quando non fai altro che pensare a quel ragazzo morto.» fu l'ultima cosa che mi disse prima di correre giù dalla collina.
Mi odiai. Avevo sbagliato a parlare ancora di Anthony con Terence. Mi ricomposi e mi asciugai le lacrime. Mi misi la parrucca di Giulietta e tornai alla festa. Passai accanto ad Amanda e Louise che stavano ferma davanti all'ingresso. Non mi avevano riconosciuta perché si aspettavano di vedermi col costume di Romeo. Cercai subito Annie, Peter e gli altri e li vidi vicino al tavolo del buffet.
«Sei sempre tu, Des!» mi disse Annie quando mi vide arrivare.
«Ora sono Giulietta.»
«Lo sai che sei molto più bella adesso?» mi sorrise Patrick.
«Mi sembra che la festa si stia animando.» notai. Il salone era pieno.
«Si, è vero. Gli invitati sono arrivati tutti.»
Mi dispiacque che Albert non fosse lì, ma non potevo prevedere che avrei preso parte al ballo. Avrei tanto voluto vederlo con il suo vestito più bello. Tutt'a un tratto i miei occhi caddero su Kriss, che se ne stava in disparte.
«Kriss! Perché sei qui tutta sola? E nonna Martha?» le chiesi.
«Non è potuta venire perché aveva da fare, ma adesso non sono più sola, ci sei tu qui con me.»
«Non potevo mancare, ti avevo premesso che ti avrei presentato Patrick.» le dissi e lei arrossì.
Io, Annie, Kriss, Patrick e Peter stavano chiacchierando nel tavolino ritorno, quando Annie disse «Sta arrivando Miss Collins.»
«Des, nasconditi.» mormorò l'orecchio sta Annie.
«Sta tranquilla, Annie.»
Miss Collins ci passò di fianco e Amanda e Louise le andarono incontro «Miss Collins! Mi scusi Miss Collins, vorremo chiederle un favore.»
«Dica, signorina Tempest.»
«Vorremo il suo permesso per portare un po' di cibo a Des, in camera sua.» dichiarò.
«Vede, ci dispiace che non sia qui con noi.» aggiunse falsa Louise.
«Molto bene, per premiare la vostra generosità vi permetto di andare a trovarla.»
«Possiamo aprire la porta ed entrare nella sua camera?» domandò Amanda. La preside acconsentì.
«Oh mio dio. E adesso?» esclamai.
«Non c'è tempo da perdere, Des. Devi tornare nella tua stanza prima di loro.» mi disse Patrick.
«Io e Kriss cercheremo di far perdere loro un po' di tempo. Andiamo.» propose Annie.
«Va Des, corri.» mi disse Peter.
Scappai via dalla festa. Mi arrampicai fino al terrazzìni della mia camera, quando vidi che la serratura della mia porta di stava per aprirsi. Erano già arrivate e io avevo ancora indosso la parrucca e il vestito. Mi nascosi nel terrazzino e Amanda e Louise, seguite da Annie e Kriss.
Si sarebbero accorte che c'erano dei cuscini nel letto.
«Ciao Des, come stai? Come mai non mi rispondi?» domandò Amanda.
«Non ti può rispondere perché dorme.» intervenne Annie.
«Invece ti farò vedere che in quel letto non c'è nessuno.» Amanda fece un passo in avanti in direzione del letto, quando qualcuno mosse le lenzuola.
«Amanda, sei così sicura, ma come hai potuto sbagliarti?» intervenne Louise delusa.
«No, dev'esserci un trucco, ma questa volta la pagherai cara Des!» Amanda se ne andò impettita sbattendo la porta e lanciando il cestino contenente il cibo a terra.
«Des ha fatto in tempo a tornare.» esplose dalla gioia Kriss.
«Ecco fatto, è andato tutto bene.» dissi entrando dal terrazzino.
«Des! Ma allora chi c'è nel letto al tuo posto?» mi chiesero Annie e Kriss esterrefatte.
Terence si mise a ridere e si alzò dal letto.
«Terence?» domandarono in coro Annie e Kriss.
«L'avevo immaginato.» sorrisi io.
«E un'altra volta stai più attenta, Tarzan tutte lentiggini. Appena ho capito le intenzioni di Amanda sono venuto qui.» raccontò e iniziò a mangiare un panino che aveva portato Amanda.
«Ti ringrazio Terence.»
Ciao ragazzi🤩,
il giorno della tanto attesa festa di maggio è arrivato. Pur di non mancare alla festa, Des escogita un sistema per partecipare segretamente travestendosi con gli abiti regalati da Albert. Il travestimento viene scoperto da Amanda che fa il possibile per rivelare la cosa alla direttrice.
I suoi perfidi piani però vengono sventati dall'intervento provvidenziale di Terence.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
un abbraccio,
Carla💗
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