2. Sorelle

Una mattina di giugno stavamo tutti ridendo perché John aveva ancora fatto la pipì a letto, tutti tranne Annie che se ne stava in disparte.

«Annie, cosa ti succede? Hai la febbre?» le chiesi preoccupata.
«No, sto benissimo Des» mi rassicurò, ma non aveva un bel l'aspetto.
Sapevo cosa stava pensando. Stava pensando a Tom che era stato adottato ed era invidiosa di lui.
«Non è niente Des, solo che mi sento un po' sola» affermò.

La mattina seguente lasciai un biglietto a Miss Pony sotto lo stipite della porta e svegliai Annie molto presto.

Buongiorno Miss Pony e Kimberly,
io e Annie abbiamo deciso di fare una gita per curare la sua solitudine e la sua malinconia. Io e Annie eravamo molto tristi in questi ultimi giorni e così abbiamo pensato di fare qualcosa di divertente. Non preoccupatevi per noi, torneremo prima di cena. Abbiamo preparato un cestino. Dentro c'è del formaggio, del pane e una bottiglia del vino che Miss Pony beve prima di andare a letto.

Già immaginavo la faccia che avrebbe fatto Miss Pony quando avrebbe letto l'ultima parte, ma ero sicura che avrebbe voluto che ci godessimo la giornata.

«Perché sei già sveglia?» mi domandò Annie.
«Andiamo a fare una gita. Guarda, è una bellissima giornata» la informai.
«Possiamo uscire così senza dirlo a nessuno?» chiese indecisa.
«Certo che possiamo» mentii io.

Superammo la collina.
Ad un certo punto, scorgemmo un cervo a poche decine di metri da noi. Lo seguimmo ed arrivammo ad un ruscello.

«Io ho sete» misi i piedi in acqua «È fresca. Annie vieni anche tu, è divertente»
«Ma la corrente è forte. Io ho paura» disse.
«Ci penso io» legai la corda a un ramo di un albero e diedi l'altra estremità a Annie alla quale si tenne stretta.
«Sono contenta di essere venuta» esclamò infine Annie più serena.
«Non ti senti più triste e sola, vero? Io vorrei andare dall'altra parte del fiu...» non riuscii a concludere la frase che il ramo a cui avevo legato la corda si spezzò.
«Oh» urlammo all'unisono.
Annie perse la presa e iniziò ad essere trascinata dalla corrente, quando la afferrai con la mano libera.
«Tieniti forte Annie» la incoraggiai, ma ero molto preoccupata.
La corrente era forte e non avrei retto tanto a lungo.
«Aiuto!» urlammo.

Dei cani da caccia ci sentirono e iniziarono ad abbaiare e attirarono l'attenzione del padrone.
«Signore, ci sono delle bambine nel fiume. Stanno affogando, bisogna salvarle» urlò un uomo.
«Dobbiamo riportarle a riva, presto» rispose l'altro. I due signori si tuffarono in acqua e presero in braccio prima Annie e poi me.
«Niente paura bambine, siete salve adesso. Il peggio è passato» ci rassicurarono.

Dopo che ci fummo riprese dallo shock, ci portarono nella villa dell'uomo, il signor Brighton. Ci assegnò una domestica che ci asciugò e ci fece togliere i vestiti bagnati.

«Vi piacciono?» ci chiese il signor Brighton quando scendemmo in giardino.
«Molto» rispondemmo io e Annie.
Indossavamo due abiti molto eleganti, uno rosa per lei e uno blu per me.
«Sono veramente carine, sembra quasi che lei abbia due figlie, signore» gli disse la domestica.
Il signor Brighton ci invitó a mangiare.
«Possiamo mangiare in giardino?» chiesi, prendendo uno spiedino di carne.
«Si, che c'è di male?» rispose il signor Brighton.
«È la prima volta che lo faccio in vita mia. Veda, signore, Miss Pony ci dice sempre che non è affatto buona educazione mangiare all'aperto» gli spiegai.
Il signor Brighton, la cameriera e il domestico che ci aveva salvate risero sotto i baffi.
«Davvero squisiti» esclamai, dopo aver divorato due spiedini.
«Des, comportati bene per favore» sussurrò Annie, ma il signor Brighton la sentii.
«Non servono a niente le buone maniere davanti a un barbecue» affermò sorridente.
«Questo sì che è un consiglio da amico» risposi e presi un altro spiedino.

«Ditemi bambine, cos'è questa casa di Pony?» volle sapere il signor Brighton.
«Si tratta di una casa per bambini orfani, Signor Brighton» iniziai e Annie si rattristò.
«Ah mi dispiace, non lo sapevo» rispose turbato.
«Però noi non sembriamo due orfanelle, non trova?» continuai.
«Non lo sembrate affatto» dichiarò lui.
«Ah c'è un'altra cosa. Io e Annie siamo nate nello stesso giorno» raccontai.
«Beh voi non sembrate due gemelle» notò il signor Brighton.
«Miss Pony e Kimberly ci hanno trovate nello stesso giorno» continuai.
«Basta Des. Smettila ora» si intromise Annie.
«Abbandonate e trovate nello stesso giorno!» esclamai, noncurante di quello che mi aveva detto Annie. Mangiai un altro spiedino e non mi accorsi che Mike e il Signor Brighton si erano rattristati.

«C'è forse qualcosa che non va?» domandai, ma nessuno rispose.
«Mary, dammi un po' di limonata» il signor Brighton spezzó la tensione che si era creata.
«Ci sarebbe un po' di limonata anche per me?» chiesi.
«Ma non ti vergogni, Des?» mi rimproverò Annie.
«Si, mangiate e bevete senza fare complimenti» continuò disponibile il signor Brighton e ci domandò «Quando avrete finito di mangiare, vorreste fare un giro a cavallo?»
«Si, sarebbe meraviglioso!» esclamai entusiasta.
«Io ho un po' paura» ammise Annie.
«Non c'è assolutamente da aver paura. Il mio è un cavallo tranquillo» la rassicurò il signor Brighton. Io salii per prima e Mike aiutò Annie che si strinse forte a me.
«Questo posto è tornato ad essere bello e luminoso dopo tanto tempo» riconobbe Mike.
«Si, mi sembra quasi di rivedere la figlia del signor Brighton su quel cavallo» affermò Mary.

Iniziammo al trotto e ci addentrammo nel bosco.
«Mi sto chiedendo se stiamo facendo lo stesso sogno. Mi sembra di sognare Des, ho questa impressione» mi disse Annie.
«Certo, qualche ora fa stavamo dormendo in un vecchio letto nella casa di Pony e adesso sembriamo le figlie di un ricco signore» annuii.
Aiutai Annie a scendere da cavallo.
«Senti Des, perché non chiediamo al signor Brighton se ci adotta tutte e due? Se ci tiene qui come delle figlie?» mi chiese Annie.
«Cosa? Annie tu stai scherzando, non è vero?» domandai sconvolta.
«Tu lo sai bene quanto me che non possiamo rimanere tutta la vita alla casa di Pony» continuò Annie. Non l'avevo mai vista così sicura di sè.

«Non sono d'accordo» obiettai.
«Per favore, cerca di ragionare. Se il signor Brighton ci adotta tutte e due potremmo stare insieme per sempre» continuò lei.
«Annie, come puoi dire certe cose? Hai dimenticato cosa dice sempre Miss Pony? Che non bisogna contare troppo sulle altre persone?» ribattei arrabbiata.
«L'idea mi è venuta perché volevo stare con te per sempre» si giustificò lei.
«Sai, ci vuole una bella faccia tosta a chiedere una cosa del genere a una persona che non conosci» affermai.
«Ma il signor Brighton è una persona gentile» replicò Annie.
«E allora va, va a chiederlo» le dissi seccata.
«Si, lo faccio e subito anche» replicò.
«Bene, a questo punto io torno alla casa di Pony, tanto tu ormai sei la figlia del signor Brighton» corsi via.
«Aspetta Des...» mi supplicò Annie in lacrime.
«Non ti voglio più vedere» le urlai.
Io e Annie avevamo mai litigato prima di quel giorno.

Si stava facendo buio quando arrivai alla casa.
«Oh Des» sospirò trafelata Kimberly «si può sapere dove siete state? Dov'è Annie? Perché non è qui?»
«Annie è...» iniziai, quando venni interrotta da Jack «Des, per caso hai visto John?»
«Che è successo a John?» domandai preoccupata.
«Non lo so, non lo vedo dall'ora di pranzo» disse Jack.
«Sarà andato di certo a cercare voi due» spiegò Kimberly.
«Che cosa? John è andato a cercarci?» ripetetti preoccupata.

Iniziai a correre e arrivai alla collina. John si era addormentato sopra un ramo. Era andato lì per aspettarci e vederci arrivare dall'alto. Iniziai ad arrampicarmi e arrivai al ramo dove si era rifugiato John.

«John...» lo chiamai, dandogli qualche colpo sulla schiena.
«Des!» aprì gli occhi e il suo viso di illumino quando mi vide.
«Ci hai fatto stare in pensiero John, adesso tieniti stretto a me, ti porto giù» iniziai a scendere, con John sulle mie spalle quando vidi la carrozza del signor Brighton venire verso la casa.
«Des, perché ti sei fermata? Vieni subito giù...»
Kim non riuscì a finire la frase che persi l'equilibrio e caddi a terra portando John con me.
«Annie!» urlai dirigendomi alla carrozza. A guidare la carrozza c'era Mike, che appena mi vide, si fermò.
«Il signor Brighton era molto preoccupato per te, lo sai Des?» mi disse Mike.
«Mi dispiace. Dov'è Annie?» gli chiesi.
«Questa notte dormirà dal signor Brighton. Sono venuto ad avvertire altrimenti qui vi sareste preoccupati» mi informò. Abbassai la testa.
«Vedi Des, Annie ricorda al signor Brighton la figlia» mi spiegò Mike quando mi vide diventare triste.
«Spero che domani mattina lei vada a parlare con questo signor Brighton» disse Kimberly a Miss Pony mentre le aiutavo a lavare i piatti della cena.
«Certo, e sto pregando il cielo che Annie gli piaccia» rispose speranzosa Miss Pony. Iniziai ad asciugare il piatto che avevo tra le mani irritata.
«Sono sicura che gli piacerà. Annie è una bambina così dolce e gentile» continuò Kimberly facendomi ancora più innervosire.
«Basta!» sbottai mettendo via l'ultimo piatto «non voglio più bene né a voi né a Annie»

Quella era la prima sera che dormivo senza Annie. C'era il temporale e mi svegliai più volta. Ogni volta mi voltavo nella direzione della sua parte del letto, quasi per sperare che fosse lì addormentata. Nel pieno della notte un fulmine squarciò il cielo e mi svegliai di soprassalto. Sentii qualcuno toccarmi il braccio nel letto. Ero convinta che fosse Annie, quando mi girai e vidi che era solamente John. All'alba, uscii in giardino. Avevo dormito malissimo e non riuscivo più a riaddormentarmi. Mi diressi verso la collina, quando vidi un'ombra che si stava avvicinando.

«Des!» urlò.
Trattenni il fiato.
«Annie? Sei veramente tu?» chiesi perplessa.
Corsi incontro ad Annie che stava piangendo e ci abbracciammo.
«Io non ho smesso un attimo di pensare a te. Ho camminato tutta la notte» mormorò tra le lacrime.
«Ti posso giurare Annie che anch'io ho pensato a te tutta la notte» affermai.
«Sai Des, stavo quasi per dire al signor Brighton che volevo...» mi raccontò.
«Gliel'hai detto?» domandai ansiosa.
Annie scosse la testa.
«Sapessi quanto sono contenta, Annie» esplosi di gioia.
«Ah dimenticavo» Annie tirò fuori dalla tasca dei biscotti «Non dirmi che non ti piacciono. Sono i tuoi dolci preferiti, quelli che ti piacciono tanto. Mary li aveva preparati per cena e...»
«Annie...» gli occhi mi brillavano e non sapevo cosa dire.
«Non ci dobbiamo separare mai più» disse Annie.

Ciao a tutti🤗,
il desiderio struggente di Annie di avere anche lei dei genitori come tutti la rende triste e malinconica. Des spera di risollevarne almeno un po' il morale invitandola ad una gita in campagna.

Quando le due bambine tentano di attraversare a piedi un fiumiciattolo, vengono spazzate via dalla forte corrente. Fortunatamente il signor Brighton, che si trova a caccia con un suo servitore, riesce a salvarle. Vengono così ospitate nella villa dell'uomo e invitate al barbecue in giardino.

Annie si comporta molto educatamente, non così Des, sfacciata ed istintiva.
Quando Annie suggerisce all'amica che il signor Brighton potrebbe adottarle entrambe, Des si mette a litigare con lei e torna alla casa di Pony, mentre Annie rimane invece per la notte presso la tenuta dei Brighton.

Nessuna delle due riesce però a chiudere occhio, sentendo la nostalgia l'una dell'altra. Annie torna finalmente la mattina dopo, felice d'essersi ricongiunta alla sua sorella d'adozione, giurando di non volersi mai più separare da lei.

Per un momento Des e Annie hanno pensato al Signor Brighton come al loro papà💙.

Fatemi sapere cosa ne pensate,
un abbraccio,
Carla💗

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