19. La seconda collina di Pony
Un lunedì sera dopo cena, come di consuetudine, la professoressa White distribuì la posta.
«Signorina Parker, signorina Tempest!» chiamò. Amanda riceveva sempre tantissime lettere. Raggiante, si alzò e andò a prendere il pacchetto di lettere.
«Guardate e poi dovrò anche rispondere a tutti!» si vantò, mettendo ben in mostra il pacchetto.
«Signor Peter Cornwell?» esclamò la professoressa White leggendo il destinatario della busta successiva «Ma questa è una lettera destinata a un ragazzo. C'è un errore.»
«Mi scusi, potrei prenderla io?» mi offrii io. Finalmente avevo una scusa per andare a trovarlo.
«Nono, gliela porterò io più tardi.» rispose l'insegnante, mettendola alla fine della fila «Questa è per te, signorina Andrew.»
«Oh, è per me?» esclamai sorpresa. Era la prima volta che qualcuno mi scriveva da quando ero a Londra. «Viene dall'America!» esclamai. Era di Miss Pony. Elettrizzata, mi fiondai subito in salone a leggerla.
Cara Des,
io penso che tu non abbia avuto nessuna difficoltà ad abituarti alla vita di Londra. Kimberly e io siamo sempre molto occupate con i bambini. Devi sapere che ci sono stati nuovi arrivi questa primavera. John, invece è stato adottato da una buona famiglia di insegnanti del paese. Mi ha pregato di dirti di andarlo a trovare quando tornerai da Londra. Spero che tu sia felice.
Mi dispiacque non aver potuto salutare John un'ultima volta. Avrei tanto voluto essere con loro. Ero così presa dalla lettura, che non mi accorsi che Amanda era dietro di me con Louise e Samantha.
«Questa busta è davvero interessante.» Amanda afferrò la busta.
«Ridammela!» protestai scattando in piedi.
«Guardate qui, c'è un altro indirizzo all'interno.» disse Amanda.
«Certo, è una busta usata.» convenne spregevole Louise.
«Chi ti ha spedito quanta lettera deve essere terribilmente povero.» convenne Amanda.
«È la prima volta che in questa scuola accade un fatto simile. È vergognoso.» commentò Louise.
«La casa di Pony non può nemmeno comprare una busta.» continuò Amanda perfida.
«Smettila!» le diedi uno schiaffo. Amanda crollò a terra, sorretta da Louise.
«Sei proprio cattiva, le hai fatto male.»
«È lei che è cattiva. Non c'è niente di male a spedire una busta usata, brutta stupida!» mi difesi.
«Non è piacevole per me vedere certe scene.» la professoressa White entrò nel salone.
«È colpa di Destiny, ha dato uno schiaffo ad Amanda.» iniziò subito Samantha.
«Posso immaginarlo.» rispose l'insegnante e io abbassai la testa.
«Non voglio stare con una persona manesca e violenta.» si lamentò Amanda.
«Credo che ci si dovrebbe vergognare di più a leggere le lettere degli altri.» esordì la professoressa White.
Alzai la testa incredula.
«Ma professoressa...» Amanda era scarlatta.
«E adesso tornate nelle vostre stanze.» concluse Miss White.
Il pomeriggio seguente, dopo le lezioni mi diressi alla collina che si intravedeva dalla mia finestra. Avevo bisogno di respirare un po' di aria fresca. Cominciai a correre, quando da dietro un albero sbucò Steve con i suoi capelli biondi platino corti ai lati della testa e un ghigno diabolico che non prevedeva niente di buono.
«È da molto tempo che non ci vediamo» affermò fissandomi con i suoi freddi occhi verdi, prendendomi per il braccio.
«So camminare anche da sola, sai. Cosa vuoi, Steve?» ribattei cinica.
«Non avrei mai immaginato di trovarti qui a Londra.» affermò impavido.
«Invece mi hai trovato proprio qui. Ma la cosa che non dovevo fare era venire qui con uno sbruffone come te.» dichiarai tenendo le braccia conserte.
«Prova a ripeterlo.» mi sfidò.
«Guarda guarda. È incredibile come tu sia cambiato. Hai un'aria così coraggiosa e spavalda» lo provocai.
«Adesso vedrai» replicò, poi girandosi dietro di lui chiamò «Venite fuori ragazzi!»
Due ragazzi spuntarono da dietro due alberi. Il primo era alto e magro, il secondo era più robusto.
«Adesso capisco perché prima ti mostravi tanto coraggioso. Vedo che per te è molto naturale chiedere aiuto a qualcuno» lo stuzzicai.
«E tu parli sempre troppo. Quel vestito è nuovo o è usato come la busta di Miss Pony? Se te lo roviniamo un po' non è tanto grave, vero?»
In quel momento capii. Amanda doveva avergli raccontato tutto e adesso voleva vendicarsi.
Rivolto ai suoi scagnozzi, Steve disse «Coraggio, diamole una lezione.»
Il grassone mi fece un sorriso da ebete e fece un passo in avanti. «Non mi toccare, farabutto» urlai, ma l'altro mi fece lo sgambetto e caddi a terra.
«Contenta adesso?» mi provocò Steve.
«Lasciatemi!» mi divincolai, mentre il grassone mi afferrava per il polso.
«Questa non è certo la scuola più adatta per una ragazza del tuo stampo» mi derise Steve.
Proprio in quel momento un'ombra spuntò da dietro l'albero e stese con un cazzotto il grassone davanti a me. Trattenni il fiato. C'era Terence.
«Noi non volevamo...» tentò di giustificarsi Steve con un'espressione terrorizzata dipinta sulla sua faccia.
Terence non lo ascoltò e sferrò un pugno in pancia a quello alto e magro che si piegò in due dal dolore.
«Ti prego» lo scongiurò Steve indietreggiando.
«Siete dei vigliacchi. Mi hanno insegnato a difendere i più deboli e voi avete attaccato una ragazza indifesa. Dovreste vergognarvi.» proseguì. Mollò un pugno sul viso di Steve che emise un gemito di dolore e un altro sulla pancia del grassone che a fatica stava tentando di rialzarsi. «Ne volete altri?» domandó con un sorrisetto tenendo i pugni stetti lungo i fianchi. I tre se la svignarono a gambe levate verso il cortile.
Terence si incamminò dalla parte opposta, lasciandomi seduta sull'erba a guardare la scena basita. Mi rialzai e gli andai incontro «Aspetta...»
«Che cosa vuoi?» mi domandò, voltandosi.
Riuscii a vederlo meglio rispetto a quella sera nebbiosa sulla nave. Era atletico e aitante con i capelli castani e gli occhi marroni con delle screziature dorate.
«Io volevo dirti... grazie. Mi hai salvata.» balbettai. Onestamente senza il suo tempestivo intervento non avevo la minima idea di cosa mi avrebbero fatto.
«Puoi anche fare a meno di ringraziarmi perché io non l'ho certo fatto per te.» ribatté. «Sono intervenuto solo perché non sopporto i ragazzi di quella specie, "ragazza tutte lentiggini"» proseguì.
Ragazza tutte lentiggini? Allora ricordava di avermi incontrato sul piroscafo. Ma se ricordava tutto perché faceva finta di non conoscermi?
«Per tua informazione il mio nome è Destiny Andrew» replicai infastidita.
«Ciao "signorina tutte lentiggini"» si girò dall'altra parte dileguandosi nella direzione da dove era comparso. Scaraventai ogni maledizione possibile sulla sua schiena mentre se ne andava.
«Non mi chiamo "signorina tutte lentiggini".
Il mio nome è Destiny Andrew!» gli urlai mentre se ne andava.
Arrivai alla collina più sconcertata che mai. Mi distesi supina sotto il "grande albero" che si innalzava maestoso al centro. Sembrava la collina di Pony. La mia amata collina.
Quella sera iniziai a scrivere la lettera per Miss Pony. Avevo tante cose da dirle che non sapevo da dove cominciare.
«Terence...» mormorai. No, non avrei perso tempo a scrivere di lui. Era troppo fanatico, troppo indisponente e pieno di sè. Iniziai a raccontarle di Londra, quando sentii un rumore di vetro rotto. Uscii in corridoio.
«Che sta succedendo?» chiesi alle mie compagne riunite in cerchio. Terence era davanti alla finestra.
«Signor Terence, non sa che è proibito ai i ragazzi venire qui?» gli domandò la professoressa White con aria severa.
«Certo che lo so.» rispose impavido.
«Allora perché si è introdotto qui? Ho paura che sia ubriaco.» replicò l'insegnante.
«Si, forse. Lei non beve mai, professoressa?»
«Mio dio.» esclamò scioccata la professoressa White.
«Non pensavo che qui ci fossero tante scimmie. Anzi, chiedo scusa alle scimmie perché loro sono molto più carine di voi. È stato come introfularsi in uno zoo.» ci prese in giro Terence fissandoci.
«Terence, ora basta. Ha superato ogni limite. Vada a dormire, domani riferirò...» lo interruppe Miss White.
«Sisi, ho capito. Riferirà tutto a Miss Collins. Bene, faccia pure. Ah dimenticavo, mio padre provvederà a pagare il vetro che ho rotto.» Terence se ne andò lasciando a terra la bottiglia di vino con cui aveva rotto la vetrata.
«Che maleducato!» sbuffarono le mie compagne.
«Non fateci caso ragazze, e ora tornate nelle vostre stanze.» ci congedò Miss White.
«Kriss, hai sentito come ci ha chiamato quel ragazzo?» le chiesi.
«Ehm...» mormorò titubante.
«Kriss...»
«Scusa Destiny, devo andare. Devo finire i compiti.» mi schivó. Sicuramente Amanda le aveva ordinato di evitarmi. Quando tornai demoralizzata nella mia camera, una signora mi venne incontro a braccia aperte.
«Kristel!» urlò. «Ma tu non sei Kristel. Scusa tanto cara, devo aver sbagliato camera.»
«Ma...» risposi sconvolta.
«Kriss è mia nipote, dove la trovo?» mi spiegò.
Quella signora era la nonna di Kriss.
«È nella stanza qui accanto, se vuole la accompagno, venga.»
«Nonna, che fai qui?» Kriss si alzò di scatto dalla sedia quando entrai con sua nonna
«Sono venuta a trovarti.» annunciò.
«Nonna, tu non sai cosa può succedere se qualcuno ti trova qui.» la rimproverò la nipote.
«Mi piace questa stanza, è carina. Questo è il tuo armadio, vero?» disse la nonna ignorando le sue parole.
«Nonna, mi metterai nei guai. Che intendi fare?»
«Voglio mettere a posto i miei vestiti.» rispose tranquillamente.
«I tuoi vestiti?» ripeté sconcertata Kriss.
«Hai capito benissimo, i miei vestiti. Ho intenzione di fermarmi qui da te alcuni giorni.»
«Per carità, nonna. Stai scherzando, vero?»
«Sarebbe molto divertente.» mi intromisi. Sua nonna era molto amichevole e allegra.
«Des, mi prendi in giro? Sai bene quanto me che i famigliari non possono stare nella scuola senza un permesso.» replicò Kriss dura.
«Resterò chiusa in camera cosi nessuno si accorgerà di me.» insistè la nonna.
«No, nonna non è possibile. Spesso le mie amiche vengono a trovarmi e ti scoprirebbero.» ribadì irremovibile Kriss.
«Oh ti preoccupi per niente. Somigli tanto a tuo nonno.»
«Un momento Kriss, mi è venuta un'idea. Potrebbe stare nella mia stanza, che te ne pare?» le suggerii.
«Nella tua stanza? Ma io non...»
«Da me non viene mai nessuno, così tua nonna può stare tranquilla.» le proposi.
«Oh si facciamo così. Io ne sarei veramente felice.» affermò la signora Golden. «Come ti chiami?»
«Destiny, signora.»
«Io sono Martha.» si presentò.
«Des, fa attenzione ti prego. Nessuno deve vedere la nonna.» mi pregó Kriss.
Aprii la porta. Per fortuna nel corridoio non c'era nessuno. Senza far rumore, entrammo nella mia camera.
«Ora Des, posso chiederti una cosa?» chiese la signora Martha dopo essersi seduta sulla poltroncina accanto al letto «Perché le tue amiche non vengono mai a trovarti in camera tua?»
«Ecco vede, sono io che non voglio. Non andiamo d'accordo.» risposi.
«Ma Des avrai almeno un'amica spero.» mi chiese guardandomi teneramente.
«No, purtroppo non ce l'ho. Comunque non mi preoccupo molto.» la rassicurai. «Il suo letto è pronto, anche se sono sicura che avrebbe preferito stare insieme a sua nipote.» le dissi dopo aver sistemato il mio letto.
Mi sedetti alla scrivania. «Oddio, ho dimenticato di fare i compiti di matematica.» esclamai. Tra tutto quello che era successo con Steve e Terence, mi ero completamente dimenticata.
«Sa, non vado molto bene in matematica.» spiegai alla signora Martha.
«Non preoccuparti, posso spiegartela io.» propose lei «Così posso ringraziarti per l'ospitalità.»
Con una pazienza degna dell'ave Maria purissima, la nonna di Kriss mi spiegò i logaritmi per tutta la sera. Il mattino dopo, venni chiamata alla lavagna.
«Brava, vedo che si sta impegnando molto.» si congratulò la prof quando risolsi l'esercizio.
«La ringrazio.»
«E anche voi dovreste impegnarvi come Destiny. L'anno scolastico era già iniziato quando è arrivata fra noi, eppure con la buona volontà ha saputo recuperare in maniera ammirevole.» continuò la professoressa. Sorrisi compiaciuta: era tutto merito della signora Martha.
Dopo qualche giorno, la nonna di Kriss se ne andò. Mi ero trovata molto bene con lei.
«Des, avrai cura della mia Kriss?» mi chiese la signora Martha prima di andarsene.
«Certo.»
«Oh dimenticavo di chiedervi di salutare per me quel ragazzo che ha rotto il vetro della finestra.» disse a me e Kriss.
«Dobbiamo salutare Terence?» domandai incredula.
«Si, Terence. È stato tanto gentile con me.»
In quel momento capii perché Terence era venuto nell'ala femminile. Aveva creato un diversivo per far introfulare di nascosto la signora Martha.
«Non da quella parte. Potrebbero vederti nonna.» la ammonì Kriss quando sua nonna scese le scale.
«Non avere paura Kriss, dato che sono entrata dalla porta di servizio voglio uscire dalla porta principale.»
«Non preoccuparti, tua nonna è una donna eccezionale.» le sussurrai e io e Kriss rimanemmo in cima alle scale.
«Mi scusi signora.» si avvicinò la professoressa White.
«Buongiorno, io sono venuta qui per trovare mia nipote Kristel.» dichiarò la signora Golden.
«È la nonna della signorina Kriss?»
«Esatto.»
«Mi dispiace, ma ai famigliari è permesso venire a trovare gli allievi solo una volta al mese. Purtroppo la regola è questa.» la informò Miss White.
«Tornerò un'altra volta. Dov'è l'uscita?»
«Mi segua e lasci che porti la valigia.» Miss White e la signora Golden si diressero verso il cancello.
«Ce l'ha fatta.» esclamai.
«Io stavo morendo di paura.» ammise Kriss.
«È una donna meravigliosa. Sai, è così che vorrei essere quando diventerò un'anziana signora.» le confessai.
«Des, ti volevo ringraziare per quello che hai fatto per mia nonna e ti volevo chiedere scusa.»
«Oh Kriss.»
«E poi Amanda neanche mi piace.» ammise sincera.
«Non preoccuparti Kriss» la rassicurai e andammo nella mia stanza.
«Io ho pianto leggendo questa lettera.» mi disse a un certo punto indicando la busta che mi aveva inviato Miss Pony «Tu conosci una persona che vale un tesoro.»
«Si, è meravigliosa.» assentii.
«Leggendo quella lettera ho immaginato che tipo di persona è chi te l'ha scritta.»
«Dici davvero Kriss? Come pensi che sia?»
«È gentile e generosa. Con molta pazienza ha rovesciato e reso utilizzabile una vecchia busta per mandarti la sua lettera. Sei fortunata ad averla.»
«Si, Miss Pony è la donna più generosa che abbia mai conosciuto, eppure non ne sono degna. Perché in un momento di sconforto mi sono rammaricata di venire dalla casa di Pony e di essere un'orfana.» le confessai.
«Des, non devi farlo più»
«Grazie, mi hai fatto capire di aver sbagliato.»
«E oltre me hai un'altra amica in questa scuola. La professoressa White.»
«Si, è vero. Infatti ha punito Amanda.»
«Se si ha un cuore puro e leale si può riconoscere la purezza e la lealtà negli altri.»
Kriss aveva detto una frase molto bella, ma non riuscii a non pensare a Terence, quel ragazzo a volte così violento, a volte così gentile. Non riuscivo ancora a capire perché ogni volta che pensavo a lui mi sentivo sempre più confusa.
Ciao ragazzi🤩,
Des è riuscita a trovare alla Saint Paul School un luogo che le ricorda molto la collina di Pony e vi si rifugia quando il suo cuore è colmo di nostalgia🌅.
Quando il tentativo di Amanda di diffamare Des rivelando una lettera proveniente dalla casa di Pony fallisce ed il disprezzo che voleva scatenare gli si ritorce contro, costringe Steve ad attirarla in mezzo alla foresta cosicché due individui da lui assoldati possano molestarla. Interviene però Terence difendendola, prendendo a pugni gli aggressori e mettendoli facilmente a tappeto. Respinge subito dopo i ringraziamenti di Des ed anzi inizia a prenderla in giro, rendendosi così sempre più antipatico agli occhi di lei, che però non riesce a non pensare a lui😌.
Quella sera Terence fa irruzione ubriaco nel dormitorio femminile e rompe il vetro d'una delle finestre, per la somma preoccupazione della professoressa White. La nonna di Kriss, Martha, è intanto andata a far visita alla nipote, ma per errore viene condotta da Terence nella stanza di Des. Vuole rimanere qualche giorno ma Kriss non può ospitarla ed ha timore di andar contro i regolamenti, così va a stare di nascosto assieme a Des. La visita di Nonna Martha ha fatto nascere una grande amicizia fra le due ragazze🩷.
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto, la vostra opinione conta molto per me😊.
Un abbraccio,
Carla❤️
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