13. La caccia alla volpe

Il mattino seguente, non vidi Anthony nè a colazione nè nel giardino delle rose.
«Dov'è Anthony?» chiesi a Patrick e Peter.
«Lui era già uscito quando ci siamo svegliati.» spiegarono.
«Probabilmente è tornato da Amanda.» ipotizzò Peter.
«No, non penso. È tornato ieri sera tardi e ha detto che...» mi venne un'illuminazione. Forse Anthony era andato a parlare con Tom. Presi il cavallo e andai verso il margine del bosco.

Non avevo sbagliavo. Quando arrivai, Tom e Anthony erano a terra che si stavano picchiando.
«Basta, smettetela!» intervenni.
Loro non mi ascoltarono, anzi si picchiavano ancora più forte. Tom cercò di rialzarsi da terra stremato, quando Anthony gli sferrò un pugno sullo stomaco. Tom si piegò dal dolore.
«Hai vinto tu.» si arrese Tom.
«Nessuno ha vinto. Anch'io non ce la faccio più.» affermò Anthony e si distese a terra.
«Perché vi siete picchiati?» domandai loro.
«È una cosa che riguarda soltanto noi.» rispose Tom.
«Giusto, riguarda solo noi.» Anthony guardò Tom negli occhi e si misero a ridere.
«Adesso so che Anthony non è scappato e che è un ragazzo molto coraggioso.» mi disse Tom.
«Io ho trovato un altro amico e molto in gamba.» mi spiegò invece Anthony guardando Tom.
Tom ci fece assaggiare un bicchiere del suo latte «È molto buono.» dissi.
«L'ho munto io quel latte.» rispose Tom orgoglioso.
«Des, aiutiamo Tom a distribuire il latte.» mi propose Anthony. Salimmo sul carro di Tom e andammo nel villaggio. Quando finimmo di aiutare Tom, andammo a pranzo in una locanda. Non c'erano nè le posate nè le sedie e tutte quelle regole assurde che ci imponeva nonna Catherine.

Io e Anthony avevamo trascorso un pomeriggio indimenticabile, un giorno di intensa felicità per entrambi. Quando tornammo, la signora Andrew era furibonda «Dovreste vergognarvi» sbattè la mano sopra la scrivania del suo ufficio «Ho saputo che siete andati tutti e due in paese a scaricare il latte.»
«Oh si e ci siamo divertiti molto.» risposi tranquilla «Lei l'ha mai fatto, signora Andrew?»
«Come ti permetti? Dei ragazzi dell'alta società non fanno una cosa del genere. E ho saputo anche che siete andati in un ristorante dove si mangia in piedi e con le mani.» proseguì solenne.
«Si, ma si mangia benissimo.» rispose Anthony.
«Ma è inaudito!» la signora Andrew era paonazza. «E ho saputo anche che siete saliti sul campanile come dei ragazzacci!»
Era vero, prima di tornare a casa eravamo saliti durante il tramonto per goderci il panorama.
«Ma come fa a sapere proprio tutto?» le chiesi.
«Alcuni amici che ho in città sono venuti ad avvertirmi.» rispose severa la signora Andrew.
«Capisco, è gente che non è capace di farsi gli affari propri.» mormorai.
«Questo significa che il vostro comportamento ha catturato l'attenzione generale e significa anche che così si ricopre di ridicolo tutta la famiglia e si getta del fango sul buon nome degli Andrew.» continuò austera.
«Ma nonna Catherine, io non credo che sia una cosa di cui vergognarsi.» intervenne Anthony.
«Questa volta ti sei completamente dimenticato che appartieni alla nobile e antica famiglia degli Andrew perché hai scaricato del latte come se fossi un qualsiasi contadino.» affermò la nonna.
«Ma io stavo semplicemente aiutando un mio amico.» si difese Anthony.
«Un tuo amico? Quel cowboy è un tuo amico?» ripetere incredula.
«Tom ed io siamo cresciuti insieme, come fratello e sorella signora Andrew.» le spiegai.
«Si, Des ma ora fai parte della famiglia Andrew. Devi dimenticare il tuo passato.»
«Devo dimenticare tutto? Anche i miei amici?» domandai perplessa.
«Si devi farlo. Devi scegliere degli amici che non sfigurino con gli Andrew.»
«Su questo punto non sono d'accordo. I nostri amici non sono degli oggetti, non possiamo buttarli o cambiarli via.» si intromise Anthony.
«Anthony, ricorda che non hai nessun diritto di contraddirmi.» intervenne la nonna scandalizzata.
«Ti sto dicendo solamente quello che io credo sia giusto.» rispose Anthony.
«Non ti voglio neanche ascoltare. Sei tu la causa di tutto, Des. Da quando ti conoscono, Anthony e gli altri ragazzi sono diventati insopportabili.»
«No, ci siamo svegliati. Siamo cresciuti» Anthony alzò la voce «È stata la prima volta in vita mia che ho fatto a pugni con un altro ragazzo e anche questa per me era un'esperienza da fare.»
»Ma bravo e ne sei anche orgoglioso. Io questo proprio non te la perdono. Non parlerete più con quel ragazzo.»
«Vuoi sapere come la penso? Io preferisco non parlare più con te.» affermò Anthony.
«Anthony...» mormorai.
«Ma non ti sei accorta che la nonna non sa quello che dice?» mi domandò alterato.
«Come ti permetti? Fino ad oggi non mi avevi mai mancato di rispetto. Tutto per colpa di quel ragazzo.»
«No, ti sbagli. Se ti manco di rispetto, la colpa è solamente tua nonna.» insistette Anthony.
«Come osi parlarmi così?»
«Oh» a questo punto Anthony si toccò la fronte.
«Anthony, ti senti male?» mi avvicinai.
«Vai in camera tua. Des, chiama il dottore.» intervenne la nonna preoccupata.

Due domestici portarono Anthony in camera sua.
«Anthony, no tu stai male.» gli dissi quando si stava alzando dal letto.
«Ci sei caduta anche tu.» mi disse sorridendo.
«Cosa? Ah, hai fatto scena.» capii.
«Se non avessi fatto finta di stare male la predica della nonna non sarebbe ancora finita.» mi spiegò «A dire la verità io volevo solo evitare che tu venissi rimproverata. Purtroppo la nonna non ti conosce molto bene, Des e ti guarda con una certa ostilità. Anche Steve e Amanda non ti conoscono bene.»
«Si, è vero ma tu mi conosci molto bene e questa è la cosa più importante per me.» gli confessai.
«Se mia madre fosse ancora viva Des, io sono sicuro che per lei sarebbe stato facile andare d'accordo con te.» disse Anthony dopo qualche secondo.
«Doveva essere una donna molto gentile e molto dolce.» affermai.
Anthony aprì la finestra che dava sul cortile delle rose «Vedi questo giardino? L'ha voluto mia madre. Lei amava molto le rose.»
«È per questo che ti piacciono molto le rose, vero Anthony?» realizzai.
«Si, è vero, io coltivo le rose con lo stesso amore con cui le coltivava mia madre. Quando avevo bisogno di lei, sapevo sempre dove trovarla.» iniziò, senza smettere di fissare il giardino «Era sempre vicino alle sue rose, ma un giorno il vento strappò i petali delle rose e io avevo paura di non trovarla più. Dopo un po' la ritrovai e le dissi che ero preoccupato perché le rose stavano morendo. Lei mi rassicurò dicendo che i fiori sono belli proprio perché sbocciano e appassiscono e in questo modo vivono per sempre. Io le risposi che anche lei non sarebbe mai morta. Ero troppo piccolo per capirlo, ma mia madre stava male già allora. Mi disse che se fosse dovuta morire avrebbe continuato a vivere per sempre nella mia mente. Passò pochissimo tempo e morì veramente. Soltanto di recente ho capito il significato di quelle parole.»
Era la prima volta che Anthony mi parlava di sua madre in quel modo
«Ma la tua mamma adesso continua a vivere nel tuo ricordo, non è vero?» gli chiesi il più delicatamente possibile.
«Si, lei adesso è bella come non lo è mai stata e vivrà per sempre.»
Guardai il cortile delle rose. Eravamo in ottobre e il vento stava strappando tutti i petali delle rose. Mi rattristai.
«È in questo periodo che cadono i petali delle rose. Questo succede tutti gli anni.» mi disse Anthony leggendomi nel pensiero. Des, voglio...»
«Cosa?»
«Se un giorno dovessi morire...» iniziò con un tono di voce terribilmente serio.
«No, non dirlo.» lo fermai e mi strinsi forte a lui.
«Ho detto se...» mormorò, e io mi strinsi al suo petto ancora più forte, con il desiderio che potessimo restare così per sempre.

Quel pomeriggio raggiunsi Patrick e Peter in giardino.
«Sai Des, non avevo mai visto la nonna così in collera fino ad oggi. Anthony è sempre stato il suo prediletto.» mi disse Patrick.
«È tutta colpa mia Pat.» confessai.
«No, non devi scusarti Des. Anthony ha ragione. È grazie a te se noi siamo felici adesso.» aggiunse Peter.
«Cosa state facendo?» gli chiesi.
«Niente di speciale. Preparativi per la caccia alla volpe.»
«La caccia alla volpe?» domandai confusa.
«Non lo sai Des? Si riunisce tutta la famiglia e si organizza una caccia alla volpe. È una cosa che si fa tutti gli anni.» mi spiegò Peter «Naturalmente la cosa riguarda anche te. Probabilmente verrai presentata a tutti.»
«E io cosa devo fare?» domandai preoccupata.
«Niente, cercare di essere te stessa.» Anthony arrivó alle nostre spalle. «Ci vuole vedere la nonna.» annunciò.
«Ci farà un'altra predica?» gli chiesi.
«Non credo proprio, è molto ben disposta adesso. Venite.»
Seguimmo Anthony nella sala da pranzo.
«Che buon profumo di torta.» disse Patrick con l'acquolina in bocca.
«Questa è la prima volta che assaggi le focacce dolci della nonna, Des. Sono strepitose» mi disse Anthony.
«Hai ragione, Anthony. Non le facevo da almeno l'anno scorso.» intervenne la signora Andrew cordiale. «Mangiate pure ragazzi.»
Iniziammo a mangiare. Quelle focacce erano davvero squisite.

«Sai, Des la nonna mostrava un po' di ostilità nei tuoi confronti nei primi tempi ma adesso ti guarda con simpatia. Quelle focacce Des le aveva fatte per te.» mi disse Anthony quella sera.
«Erano per me quei dolci?» chiesi sorpresa.
«Io penso che sia stato il suo modo di scusarsi per averti rimproverata ieri.» mi spiegò Anthony in terrazza.

Il giorno della caccia alla volpe arrivò. Indossavo un completo da cavallerizza e degli stivali.
«Signore e signori, ho il piacere di presentarvi Destiny, che è stata adottata da poco.» annunciò la signora Andrew.
Salutai gli ospiti «Ecco sono molto felice di conoscervi tutti. Io mi chiamo Destiny.» iniziai titubante e impacciata. Non mi ricordavo più cosa c'era scritto nel foglietto che mi aveva dato la signora Andrew «Desidero diventare una brava moglie e una brava madre.» Gli ospiti si misero a ridere divertiti.
«Voglio avere tanti figli.» aggiunsi.
La signora Andrew si coprì la bocca con le mani imbarazzata.

«È stata una bella presentazione.» mi disse Peter quando li raggiunsi.
«Ecco mi sono innervosita. Non mi ricordavo più cosa dovevo dire.» ammisi.
«Una cosa che hai detto molto chiaramente è che vuoi sposare Anthony e ti giuro che siamo rimasti molto sorpresi.» scherzò Patrick.
Amanda in sella al suo cavallo si avvicinò a noi «Allora andiamo Anthony?»
«No, mi dispiace. Resterò vicino a Des durante la caccia. È la prima volta che vi prende parte.» le rispose.
«Capisco, spero tanto che tu non cada da cavallo, Des.» mi augurò con un ghigno.

Il battitore suonó il corno e i cani da caccia iniziarono a correre nella foresta.
«Sei pronta Des?» mi chiese Anthony. Annuì e feci partire il cavallo al galoppo.
All'improvviso io e Anthony ci ritrovammo da soli «Ma dove sono gli altri?» li chiesi.
«Li ho seminati di proposito. Da questa parte c'è una collina dove vado spesso. Andiamo.»mi spiegò e iniziò a correre a galoppo. Era un'immensa pianura colorata da foglie arancioni e gialle. Subito mi venne in mente la collina di Pony.
«Lo sai che sembra quasi la collina di Pony» gli dissi «Da piccola ci andavo sempre. Ci ho passato degli felici con Tom e Annie. La casa di Pony, la mia infanzia...»
«Io voglio andarci un giorno.» dichiarò Anthony deciso.
«Davvero?»
«Si, vogliamo andare là insieme un giorno?» mi propose.
«Dici sul serio?» ripetei sbalordita.
«Certo, voglio vedere i posti dove sei cresciuta.» mi disse.
«Me lo prometti?» gli chiesi.
«Te lo prometto.»
«Miss Pony e suor Maria resteranno senza fiato per la grande sorpresa.» gli dissi.
«Adesso ti faccio vedere come si salta un ostacolo.» Anthony partì al galoppo sul suo fedele cavallo bianco e superó agilmente un cespuglio.
«Cosa si prova quando si salta?» gli domandai.
«Molta soddisfazione.»
«Anch'io voglio saltarlo.» gli dissi entusiasta.
«Mia madre si elettrizzava molto quando parlava di cavalli, proprio come te. Anche lei amava molto i cavalli e desiderava cavalcarli, ma non poteva. Era molto cagionevole di salute. Des, il principe che hai visto sulla collina è...»
«Anthony, per me ora è tutto chiaro.» lo interruppi. «Ho trovato il mio principe della collina. Sei tu.» gli dissi. In quel momento ne ero certa.
«Des, ti dirò tutto quello che ti devo dire quando saremo sulla collina di Pony. Mi assomigliava molto, vero?»
«Si.»
«Mi sto ricordando di una cosa. Quando ero piccolo c'era un altro bambino che stava sempre insieme a mia madre.» iniziò Anthony.
«Chi era Anthony?» gli chiesi curiosa.
«L'ho capito adesso.» affermò, quando due volpi comparsero davanti a noi «Attenta!» mi urlò. All'improvviso lo zoccolo del cavallo di Anthony si incastrò in una trappola nascosta nell'erba e il cavallo si imbizzarrì. Anthony venne sbalzato dal cavallo, urlò e cadde a terra. Anthony non diceva più niente e non si muoveva. Mi misi le mani alla bocca. Non riuscivo a chiedere aiuto, non riuscivo a muovermi, non riuscivo a fare niente.
«Anthony dimmi qualcosa, ti supplico rispondimi. Voglio sentire la tua voce...» lo pregai. L'ultima cosa che ricordo è che mi distesi accanto a lui e persi conoscenza.

Ciao a tutti,
Anthony e Tom intraprendono una scazzottata che finisce in parità: esausti come sono finiscono per diventare amici. Giunge la stagione dell'annuale battuta di caccia alla volpe e a Des è concesso l'onore di accogliere i partecipanti.

Iniziata la gara Anthony, staccatosi dal gruppo, conduce Des ad una vicina collinetta che viene subito paragonata dalla ragazza alla collina di Pony. Qui il giovane parla della madre appassionata di cavalli e Des si convince che è proprio lui il suo vero principe, indipendentemente dall'altro. Anthony sembra aver qualcosa da dirle, ma si trattiene perché vuole attendere fino a quando non visiteranno assieme la collina di Pony e si lasciano con questa solenne promessa😍.

Si è ricordato che da bambino un altro ragazzo che gli assomigliava era spesso assieme alla madre, forse ha risolto il mistero del principe e non vede l'ora di raccontarlo a Des. Una trappola nascosta in mezzo all'erba però imprigiona la zampa del cavallo bianco di Anthony lanciato al galoppo, il quale cade e batte la testa su una pietra. Des continua a chiamare il suo nome ma invano. Anthony non si sveglierà mai più💔.

Si, ragazzi, so che questo capitolo è un mix di emozioni: dalla gioia alla tristezza. Preparate i fazzoletti per il prossimo,
un abbraccio,
Carla💗

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