1. Il compleanno di Des e Annie

Erano passati sei anni da quando Miss Pony e Kimberly avevano trovato me e Annie sulla collina di Pony. Un pomeriggio d'inverno del nostro settimo compleanno, io e Annie ci stavamo divertendo a costruire dei pupazzi di neve sulla collina.

«Perché il mio non viene bello come il tuo, Annie?» domandai scoraggiata guardando il mio pupazzo. Era obeso con il naso storto e gli occhi troppo vicini tra loro. Il suo era perfetto, nè troppo grande nè troppo piccolo e assomigliava proprio a un pupazzo di neve.
«Secondo me perché cerchi di farli troppo alti, Des» rispose Annie trattenendo una risata.
«Questo è proprio brutto» realizzai e salendo gli scalini della scala arrivai sulla testa del pupazzo che cedette e caddi a terra con lui.
«Des, stai bene?» mi chiese Annie arrivando subito in mio soccorso.
«Credo proprio di sì» la rassicurai.
«Meno male, Des» disse Annie, quando delle urla provenienti dalla collina ci fecero sussultare «stanno venendo da questa parte Des»

Tom, John e altri due bambini stavano arrivando in tutta velocità con la slitta verso di noi. «Toglietevi di mezzo!» urlò a squarciagola Tom. All'improvviso la slitta guidata da Tom ci passò di fianco e distrusse il pupazzo di Annie.
«Ora li sistemo io.» presi la corda che Annie aveva usato come sciarpa per il pupazzo e corsi tra la neve. Lanciai il lazo colpendo Tom che perse l'equilibrio e cadde dalla slitta, trascinando con sè tutti i suoi compagni.
«Tom, tu adesso chiedi scusa a Annie» reclamai.
«Eh?» domandò indispettito Tom.
«Des, non ha alcuna importanza» mi raggiunse Annie «Lascia stare»
«Io non lascio stare un bel niente. Ti ha fatto un dispetto, deve chiederti scusa» continuai.
«Ti chiedo scusa, non lo farò più» cedette Tom.
Soddisfatta, abbracciai Annie.

                                ✩✩✩

L'inverno lasciò spazio alla primavera. Al fiume una fila di anatroccoli passarono davanti a Kimberly e Annie. Erano legati tra di loro con la loro mamma anatra.

«Oh mio dio, non si fanno certe cose!» esclamò inorridita Kimberly «Sono crudeltà e scommetto che sia stata Des. Dov'è adesso?»
«Sono qui» risposi. Mi ero arrampicata sull'albero della collina «Un uccellino è caduto dal nido e io l'ho riportato qui» spiegai tranquilla a Kimberly.
«Des, scendi subito da lì» ordinò spaventata.
«Sto arrivando» dissi volteggiando al ramo sottostante.
«No, non così» mi supplicò Kimberly paurosa. «Sta attenta, fa piano, mi raccomando»
Arrivai al tronco e iniziai a scendere, quando ad un tratto persi la presa e caddi a terra. Kimberly chiuse gli occhi per lo spavento.
«Des, ti sei fatta male?» disse Annie correndo verso di me.
«Sei ferita? Rispondi!» mi esortó Kimberly preoccupatissima. Tenni gli occhi chiusi. Roteai gli occhi e iniziai a ridere.
«Destiny!» urlò Kimberly arrabbiata. Kimberly era sui trent'anni, portava i capelli chiari sempre legati. Era molto più severa e inflessibile di Miss Pony, ma in fondo ci voleva bene ed era solo preoccupata per noi.

«Des, mi dici perché fai sempre delle cose tanto sciocche?» mi chiese gentilmente Miss Pony nel suo ufficio.
«Non ti senti in colpa neanche un po' per quello che hai fatto a quelle povere anatre?» mi incalzò Kimberly.
«Ero preoccupata per loro» spiegai.
«Ma Des!» esclamò Kimberly.
«Le ho legate perché avevo paura perdessero la loro mamma e poi loro non hanno nessuno gentile come Miss Pony e Kimberly che si prende cura di loro. È per questo che l'ho fatto. Mi dispiace tanto Miss Pony» abbassai la testa sinceramente dispiaciuta.
«Bene, puoi andare adesso Destiny» mi congedò con un sorriso Miss Pony.
«Oh Miss Pony, dovrebbe essere molto più severa con Destiny» le suggerì Kimberly.
«Ecco vede Kimberly, io non trovo mai il coraggio di sgridare quella bambina. Guardi fuori» Miss Pony aveva indicato la scena che si presentava fuori dalla finestra.

Quando uscii dall'ufficio di Miss Pony, Annie mi stava aspettando in giardino.
«Des...» mi corse incontro.
«Annie...»
«Ho avuto tanta paura sai. Era come se stessero sgridando me. Senti qui» disse Annie toccandosi il petto. Il cuore le batteva forte.
«Ti prometto che non farò più stupidaggini» la rassicurai.
«Davvero?»
«Vedi, non voglio che tu ti debba preoccupare per me ogni volta che ne combino una delle mie» le spiegai.
«Grazie Des» disse sollevata. Ridemmo e ci abbracciammo.
«Non trova che questo sia più efficace delle nostre sgridate?» fece notare Miss Pony a Kimberly dopo che Annie e Des se ne erano andate.
«Si vogliono tanto bene» sottolineò Kimberly addolcita, ma Miss Pony si rattristo.
«Perché è diventata triste all'improvviso, Miss Pony?» le chiese gentilmente Kimberly.
«Sto pensando al giorno in cui quelle sue bambine saranno costrette a separarsi» rispose.
«Già, un giorno dovranno dividersi perché saranno adottate da due famiglie diverse. Ma dovrà passare ancora tanto tempo, non è vero Miss Pony?» chiese Kimberly con un tono di voce convincente, più per convincere sè stessa che Miss Pony.
«No» scosse la testa Miss Pony «potrebbe accadere anche la terza settimana di aprile»
«Oh» mormorò sorpresa Kimberly.

La terza domenica di ogni mese, i bambini della casa di Pony avevano un comportamento educato e irreprensibile. Era il giorno in cui le coppie che volevano adottare un bambino venivano all'orfanotrofio e tutti i bambini sognavano di essere adottati da gente gentile che voglia loro davvero del bene. Tutti i bambini tranne me e Annie. Quella domenica di aprile, quando i signori entrarono nella casa, Kimberly ci aveva insegnato una canzone da cantare per dar loro il benvenuto. Io e Annie cantammo, o meglio strillammo ad alta voce.

«Voi due non volete essere adottate, lo so benissimo, ma questo non vi da il diritto di comportarvi male» ci riprese Miss Pony quel pomeriggio.
«Mi dispiace tanto» si scusò Annie veramente amareggiata.
«La cosa più grave è che adesso tutti i bambini della casa avranno una pessima reputazione a causa vostra» continuò.
«Cosa? Tutti gli altri bambini?» esclamammo in coro.
«Certo, e adesso la gente inizierà a pensare che siano tutti maleducati come voi» rispose Miss Pony.
«Oh no» mormorai.
«Nessuno vorrà più adottarli e spero che non succeda, perché altrimenti la colpa sarà vostra»
Io e Annie avevamo deciso di sabotare le visite per non essere adottate e restare così sempre insieme, ma non volevamo farlo a discapito degli altri bambini.

                                     ✩✩✩

Passarono altri quattro anni e io e Annie festeggiammo il nostro decimo compleanno.
«Buon compleanno Des e Annie e che la vita possa sorridervi ogni giorno» ci auguró Miss Pony mentre soffiavamo le candeline della torta al cioccolato che aveva preparato Kimberly.
«Come mai Des e Annie sono nate nello stesso giorno?» volle sapere John.
John era più piccolo di me e Annie di due anni, era un pasticcione, ma molto tenero.
«In realtà è perché io e Annie siamo state trovate nello stesso giorno» puntualizzai «Nessuno sa quando siamo nate, così festeggiamo il compleanno quel giorno»
«Anch'io avrei voluto essere trovato insieme a voi» scherzó John e una fragorosa risata contagió tutto il gruppo.

«Sentiamo com'è» dissi qualche secondo dopo, assaggiando con le dita la crema della torta.
«Des, tu avrai tantissimi rimproveri dai tuoi genitori quando verrai adottata» mi disse Kimberly.
«Ma vedi, noi vogliamo rimanere qui fino a quando non saremo vecchie, vero Annie?» ribattei, dando una gomitata ad Annie.
«Si certo» annuì lei.
«Tu non diventerai vecchio qui, non è vero Tom?» annunciò sorridente Miss Pony.
«Si, è vero» rispose stranamente timidamente Tom.
«Cosa? Tom ci lascia?» ripetei stupita.
«Un'ottima sistemazione» spiegò raggiante Miss Pony «Tom andrà a vivere nella casa di un ricco fattore e ci saluterà non appena si sarà sciolta la neve. Ormai è deciso»
«E finalmente avrà una mamma e un papà» aggiunse Annie.
«Certamente» concordò Kimberly «Ed è una coppia molto simpatica»
«Io credo che siano delle persone strane e anche un po' matte per aver scelto te» lo punzecchiai.
«Sei soltanto gelosa» ribatté Tom.
«Perché dovrei essere gelosa di te?» replicai.
«Nessuno al mondo adotterebbe mai una bambina con il tuo caratterino» rispose, facendomi innervosire. A quel punto mi avventai su di lui e rotolammo sotto il tavolo.
«Des! Tom!» urlò Kimberly.
«Mi fai male» rispose Tom.
«Basta! Smettetela» gridò Miss Pony.
«Proprio non vi capisco ragazzi. Tom resterà con noi ancora per poco e voi non fate che bisticciare. Ve ne pentirete» ci disse Kimberly mentre ci medicò le ferite.
«Sarò contenta quando se ne sarà andato via» sbuffai.
«Anch'io sarò contento di lasciarti» replicò Tom.

«Sai Des, mi stavo chiedendo come sarà il nuovo papà di Tom» mi disse Annie in camera quella sera. Io e Annie condividevamo il letto sin da piccole nella grande camerata.
«Sarà di certo un uomo stupido, altrimenti non avrebbe scelto uno sciocco come Tom» ribattei.
«Des, come fai a dire una cosa del genere?» replicò Annie.
«La dico» affermai convinta.
«Possibile che tu non ti senta contenta per lui?» mi domandò Annie.
«Io non capisco perché dovrei sentirmi contenta solo perché un ragazzo viene adottato» spiegai.
«Io lo sono» dichiarò Annie.
«La cosa che mi piace di più è stare qui, mi piace stare con te e non vorrei mai andare da un'altra parte» le confessai.
«Des!» mi abbracciò euforica Annie così forte che cademmo dal letto «anch'io voglio stare con te» Annie era come una sorella per me.
«Mi pare di aver sentito un rumore fuori» mi disse Annie dopo che ci alzammo dal pavimento. Aprii le tende delle finestre.
«È Tom!» esclamai. Era in piedi fuori nel giardino coperto di neve che si stava esercitando con il lazo.

«Accidenti, l'ho mancato ancora» lo sentimmo dire quando non riuscì a prendere il cappello da cowboy sulla ringhiera «Non ci riuscirò mai» sospirò abbattuto, asciugandosi il sudore sulla fronte. Arrivai di soppiatto dietro di lui e lanciai il mio lazo. Centrai il bersaglio al primo tentativo.
«Sempre tu, Des» Tom si girò sorpreso.
«Sei un disastro. Non sarai mai un vero cowboy se te la cavi così male con il lazo» appurai.
«Sta' zitta e lasciami stare» urlò lui.
«Se vuoi iscriverti alla mia scuola di lazzo, io sarò ben felice di averti tra i miei allievi» mi vantai.
«Io non ho bisogno di lezioni» affermò.
«Allora resterò qui a guardare. Su avanti, prova» lo provocai.
Tom lanciò il lazo e mancó ancora il bersaglio. «Che figura» borbottò.
«Non te la prendere» dissi spostando il cappello da cowboy.
«Non lo toccare» urlò Tom «me l'ha dato mio padre quel cappello.»
«Tieniti pure il cappello.» ribattei fredda.
«E vattene via.» mi spinse sulla neve.
«Questo è troppo. Io non mi faccio mettere a terra da nessuno» reagii «Adesso ti faccio vedere io»
«Smettila Des» mi scaraventó ancora più forte. Caddi tra la nave qualche metro lontano.
«Des, ti ho fatto male?» mi chiese Tom all'improvviso premuroso. Non mi aveva mai spinto in quel modo in nessuna delle nostre litigate.
«Tom, da quando sei diventato così forte?» mormorai a bassa voce.
«Lo sono sempre stato» rispose calmo.
«Ma allora quando...» sussurrai. Nella nostra rissa a cena lo avevo battuto facilmente.
«Beh i ragazzi non devono mai picchiare le ragazze, non è così?» replicò dandomi la mano per aiutarmi a rialzarmi. Iniziai a piangere.
«Sei uno stupido» gli dissi.
«Ma Des, io...»
«Ti odio Tom, spero tanto di non vederti mai più» Annie ci venne incontro preoccupata. Non mi aveva mai visto piangere. Io non piangevo mai.
Continuai a piangere sotto gli occhi stupiti di Tom e Annie.

La neve si era sciolta e per Tom era arrivato il momento della partenza. Il padre adottivo di Tom, il signor Johnson venne a prenderlo una domenica di marzo.

«Non deve preoccuparsi per Tom, Miss Pony perché ci penserò io a lui adesso. Lo farò diventare il miglior ranchero che si sia mai visto da queste parti» le disse il signor Johnson.
«Io sono sicura che starà bene con lei» rispose Miss Pony.
«Fa il bravo Tom» lo salutò Kimberly trattenendo una lacrima. Tom non rispose. Non l'avevo mai visto così impacciato in tutti quegli anni che avevamo vissuto insieme.

«Miss Pony, Kimberly vi ringrazio di tutto e vi prometto che potrete essere fiere di me» disse Tom.
«Noi lo sappiamo, Tom» lo abbracció Miss Pony.
Arrivò il turno di me e Annie. «Arrivederci Annie» la salutò Tom e si abbracciarono.
«Des, io avrei voluto davvero che tu mi insegnassi a lanciare il lazo» mi confidò.
«Anch'io te l'avrei insegnato molto volentieri, Tom» gli sorrisi.
«Bene, svelto andiamo adesso» gli disse il signor Johnson, dandogli una calorosa pacca sulla spalla.
«Si, signor Johnson» acconsentì Tom.
«Quale signor Johnson? A questo punto devi chiamarmi papà» rispose divertito lui.
«Certo papà» approvò Tom.
«Bravo! Adesso possiamo dire che fai veramente parte della mia famiglia» dichiarò il signor Johnson. Ridemmo e Tom salì sul carro.
«Scrivi Tom! Non dimenticarti» gli ricordò Kimberly.
«Ciao a tutti!» salutò Tom.
«Diventa un bravo cowboy» gli disse John.

Dopo che Tom e il signor Johnson partirono, Miss Pony si avvicinò a me e Annie «C'è una cosa che non vi ho mai detto. È stato Tom che vi ha sentito piangere nella neve. Ed è stato merito suo se io e Kimberly vi abbiamo trovato. Era piccolo, si reggeva a malapena in piedi»
«Che cosa? È stato Tom a trovarci?» ripeté incredula Annie.
«Annie, la scorciatoia» le dissi.
«Andiamo» corremmo verso la collina e arrivammo a un'altura che dava sulla strada.

«Ciao Tom!» ci sbracciammo.
«Grazie Tom!» urlammo.
«Annie, Des ciao!» rispose dal carro.
Eravamo troppo lontane per vederlo, ma ero certa che stesse sorridendo.
«Sai, a vederli sembrano davvero padre e figlio» osservai, quando ad un tratto vidi che Annie si era rattristata «Che cos'hai Annie?»
«Anch'io voglio una mamma e un papà» mi confidò.
Le diedi un bacio sulla guancia. «Annie, questo da parte della tua mamma»
«E questo da parte del tuo papà» mi disse, dandomi un bacio sull'altra guancia.

Ciao a tutti😊,
Annie e Des crescono e diventano amiche inseparabili🩷.
Des è un autentico maschiaccio e non esita a fare a pugni con Tom, spesso e volentieri avendo la meglio su di lui. Annie è invece l'esatto opposto, una bambina mite e docile, molto femminile.

Quando un ricco proprietario terriero adotta Tom, Des capisce subito quanto gli mancherà, nonostante le continue risse verbali e fisiche avvenute tra i due.
Il giorno dell'addio viene rivelato a Des che è stato proprio il piccolo Tom ad accorgersi per primo della loro presenza quella sera d'inverno❄️🩵.

Annie è felice di avere Des, che è come una sorella per lei, ma si sente triste perché vuole una famiglia. Forse sa già che lei e Des non resteranno insieme ancora per molto.

Fatemi sapere se questo primo capitolo vi è piaciuto,
Carla❤️

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