Maggio parte decima

Entrati in macchina calò il silenzio, il nervosismo si sentiva, si erano uniti a noi anche la bionda e Navid.

Alan, teneva le mani strettissime sul volante, ogni tanto mi lanciava sguardi dallo specchietto. Un po' troppo intensi per i miei gusti. La bionda si era seduta dalla parte del passeggero e picchiettava le dita a suon di musica. Lalita si trovava in mezzo a me e Navid, le tenevamo una mano per ciascuno, tremava. Per tutto il tempo cercai di rassicurarla.

Arrivammo davanti alla casa, una villa in muratura, molto grande. La famiglia di Lalita stava bene economicamente.. suo padre era un poliziotto, la madre veniva anche lei da una famiglia benestante, poi aveva due fratelli più grandi e due sorelle più piccole. Ci aveva spiegato tutto questo nel tragitto. Tutti facemmo un respiro profondo, e aprimmo le portiere per scendere.

Il papà di Lalita, ci venne subito incontro, mi resi conto che era giovanissimo aveva passato da poco i cinquant'anni. Con una grande euforia si presentò e ci fece accomodare in casa. La mamma di Lalita era di una bellezza incantevole, sembrava una dea. Lalita le assomigliava molto. Il padre di Lalita non mi toglieva gli occhi di dosso. Forse per il sari che Lalita mi aveva prestato.

Tra una chiacchiera e l'altra, mi prese alla sprovvista dicendomi una cosa

-lena sei una bellissima donna, e devo dire che con questo sari sembri davvero un indiana, ma perché quando ridi leggo molta tristezza in te.-

Quelle parole mi spiazzarono, tutti gli occhi erano puntati su di me. Nessun suono usciva dalla mia bocca, la mamma di lalita comprese il mio enorme imbarazzo, e diede una gomitata al marito.

La bionda però mi sorprese

-signor akur, io Alan e Navid vorremmo andare a visitare i malati del villaggio.-
-certo, vi farò accompagnare da mio figlio più grande.

Si allontanò per andare a chiamare il ragazzo. La mamma di Lalita osservava Navid, forse già aveva capito qualcosa. Il solo pensiero mi fece venire l'ansia.

-Navid a chi sei figlio?-

La mamma di Lalita mi fece sobbalzare.
Iniziarono a parlare e si scoprii che Navid era figlio di una carissima amica di università della mamma di Lalita.

-mi spiace per tua madre, quando ho saputo sono stata male.-
-la ringrazio.-
-era troppo giovane.-
-e tu Navid sei stato promesso a qualcuno?-
-no signora, mia madre odiava queste formalità.-

La mamma di Lalita scoppiò a ridere.

-ho sempre ammirato tua madre, lei in prima fila ad ogni battaglia. Un anticonformista.-

A Navid luccicavano gli occhi. Lui aveva dieci anni quando era morta, e forse dal padre non aveva avuto racconti.

-Navid ti piacerebbe vedere qualche foto? Ne ho veramente tante con tua madre.-
-si signora-

Sicuramente la mamma di Lalita aveva già capito tutto.
Rientrò il padre accompagnato dal fratello di Lalita. Ebbi un sussulto.

-che mi venga un colpo.-
-lena?-
-Akir?-

Tutti ci guardavano domandandosi come era possibile, che ci potessimo conoscere.
Finii in braccio ad akir, con un solo salto. Ci abbracciamo stretti.

-lena, mi disp..-

Non riuscii neanche a finire la frase

-dopo akir-

Alan che guardava la scena come un ebete, forse quella mia dolcezza nei confronti di akir l'aveva lasciato sorpreso.

-abbiamo lavorato insieme a Londra. Fino a che ha finito gli studi ed è tornato a casa.-
-papà lei è stata la ragazza che mi ha dato un tetto.-

Il padre iniziò a farmi mille ringraziamenti. La mamma di Lalita mi abbracciò fortissimo

-allora sei tu la famosissima lena!-

Passammo oltre mezz'ora a ridere su come il destino a volte intrecci i nostri cammini.

Poi Alan, akir, e la bionda andarono al villaggio, navid, Lalita e la mamma si misero a guardare le foto. Il padre di Lalita si avvicinò a me

-le va di fare una passeggiata??-
-si molto volentieri-

Quella era l'occasione giusta per potergli chiedere di far venire Lalita con noi.

-sa che io sarò in debito con lei per tutte le mie future vite?-
-perché dice questo?-

Camminavamo in questo giardino privato con fontane piene di fiori di loto e statue del Buddha.

-lei ha dato un tetto a mio figlio, pur non conoscendolo. Eppure si è fidata. L'ha aiutato a prendere quel diploma. Essendo così giovani tutti e due.-
-ci siamo presi cura l'uno dell'altro.-
-io conosco solo la storia di akir, mi può spiegare anche la sua versione?-
-assolutamente, si-

Iniziai a raccontare.

-un giorno mentre ero di turno al lavoro, si presentò akir, chiedendo se cercavamo personale, disse che avrebbe fatto di tutto, aveva assolutamente bisogno di lavorare. Io e il mio capo vedemmo fin da subito la gentilezza dei suoi modi e la sua voglia di trovare un lavoro. Quindi accettammo subito anche perché una mano faceva sempre comodo. Finché un giorno lo vedemmo con una valigia. Era abbastanza giù di morale, gli chiedemmo di quella valigia e lui disse solo che finito il turno sarebbe dovuto andare a trovare un parente. La spiegazione al momento ci sembro normale, man mano che passavano le ore però vedevo akir sempre più triste, finché non lo trovai nel retro con gli occhi lucidi. Aveva pianto e anche tanto. Al che quella sua spiegazione non reggeva più e lo costrinsi a raccontarmi la verità è lui mi disse che il suo amico era scappato con i soldi della retta scolastica e quelli per vivere, non pagando l'affitto da mesi l'avevano sfrattato e al suo ritorno da lavoro era stato costretto per recuperare i suoi oggetti entrare dalla finestra, ed erano giorni che dormiva in un ricovero di barboni. Al che c'era solo una scelta giusta da fare, farlo venire a casa mia. All'inizio non voleva ma poi lo convinsi.-

-mi scusi lena, ma come ha fatto a pagarsi le rette di scuola?-

Io non risposi. Non volevo dirgli che le avevo pagate io. Ma lui lo capii.

-quanto le dobbiamo?-
-signor akur niente. E poi in questi anni Akir mi ha mandato un sacco di assegni, ma io l'ho sempre strappati. Io avevo da parte un po' di soldi e per me è stato solo un piacere. Ci siamo aiutati a vicenda, eravamo giovani e siamo diventati adulti insieme.-

-lena lei è una bravissima ragazza. Ma vi sentivate?-
-di tanto in tanto ci siamo sempre mandati dell e-mail. Per sapere come stavamo. Siamo rimasti in contatto. So che lui lavora all'ambasciata e ne sono davvero felice.-
-lena io sarò sempre in debito con lei! Cosa potrei fare per renderla felice?-
-una cosetta ci sarebbe-

Spiegai molto velocemente che dovevamo partire per andare a prendere delle cose per l'orfanotrofio e Lalita ci sarebbe servita per la lingua. Lui accettó subito.

-lena io ci tengo alle tradizioni, ma ho lasciato sempre che i miei figli facessero esperienza e quindi lo permetterò anche a Lalita.-

Rientrammo tutti in casa Lalita. Il padre e la madre ci invitarono a cena, quando uscirono dalla stanza per organizzare la cena, tutti mi guardarono aspettando una risposta.

Li lascia in trepidante attesa fino a che non feci ok con la mano, impazzirono di gioia. Alan mi prese in braccio.

-la mia paziente acida ce l'ha fatta.-
-mettimi giù dottore antipatico-

Lui mi stampo un bacio sulla guancia. Lasciandomi di pietra e continuo a conversare con gli altri.
Lalita se avesse potuto avrebbe camminato sull'acqua.
Ero contenta di averla resa felice.

Sicuramente sarebbe stato un bel viaggio. E anche se non lo volevo ammettere non vedevo l'ora.

Note autore

Che ne pensate di questo capitolo??
I vostri pareri come sempre sono importanti per me.

Come sempre vi ringrazio tutti per le belle parole e i voti.

Oggi voglio consigliarvi due storie una e di LunaMarozzi

L'altra di Shawn_Mendes_Drugs

È salutare le mie carissime amiche di Wattpad
Vagabonda5 Semplicemente_io29 clip60 faitHES25
Che sono con me ad ogni aggiornamento e non

Ragazze vi adoro!!!❤️❤️❤️

Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto!!!😍

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