4. " Incantesimi "

La McGranitt fece salire il Gargoyle e prima che Draco potesse dire qualcosa Erik saltò su, facendogli cenno di seguirlo.
- Quella donna ci vede lungo, devo dire! - esclamò il ragazzo sorridendo.
La porta del vecchio ufficio di Silente era aperta, la donna sedeva davanti alla scrivania, con gli occhiali sul naso e la testa china sui libri.

- Venite, venite - li chiamò senza staccare gli occhi dal tomo.
L'ufficio era come se lo ricordava Draco, tantissimi quadri che li scrutavano quando entravano, il cappello parlante su uno scaffale in alto e libri di ogni genere per la stanza.

- Non ho mai voluto prendere il suo posto... volevo restare nel mio ufficio, ma gli altri professori hanno insistito dicendo che lui ne sarebbe stato felice. - disse semplicemente la McGranitt togliendosi gli occhiali e appoggiandoli sulla scrivania, poi si alzò e si sistemò la veste verdognola che indossava.
Guardò Erik e gli fece un sorriso caloroso, poi rivolse la sua attenzione a Draco e vide una scintilla di amarezza sul suo viso, ma solo per un breve istante.
- Malfoy... sono molto felice che tu sia tornato - disse sospirando, poi guardò il quadro al suo fianco. Silente era seduto sulla poltrona con gli occhi chiusi, stava dormendo.

- Lui voleva aiutarti. So che lo voleva. - si chiese se mai avrebbe parlato delle sue faccende davanti a Moore, ma dopotutto nulla era segreto...

- Sono felice che voi siate venuti nonostante l'orario. Moore, prendi pure quelle pergamene e portale nell'aula dei Prefetti e Capiscuola. Dopotutto, con te ho già parlato. - il ragazzo annuí e fece come gli era stato ordinato, chiudendosi la porta alle spalle quando uscì.

- Vuoi una Frizlemon? - gli porse una ciotola con all'interno delle caramelle gialle, ma Draco le rifiutò.

- Mi dispiace per la tua infanzia. Non deve essere facile nascere in una famiglia come la tua e non diventare come loro. Silente se lo aspettava, me lo aveva detto già durante il tuo quarto anno che saresti diventato uno di loro, era evidente. Non avevi scelta. - la sua voce era dolce, ma i suoi occhi erano duri e felini.

- Io ho avuto scelta. - disse secco Draco, stringendo i pugni. - Sono io che ho scelto di stare con loro, sono io che ho accettato il compito di uccidere Silente -

La professoressa scose la testa. - Draco, tu l'hai accetto perché eri arrabbiato e non avevi nessuno al tuo fianco che ti potesse sostenere, hai accettato per vendetta ma sappiamo entrambi che non lo hai portato a termine il tuo compito. Anche tu lo sapevi già che non lo avresti portato a termine quando hai accettato. -
Prima che lui potesse ribattere lei riprese. - Non è il momento di parlare di quel che è successo. Ho chiesto a Erik di accompagnarti qui, in quanto immagino tu sappia che cos'era anche lui. Eppure è riuscito a coprire un ruolo importante come Caposcuola della sua casa. Gli fa onore, è un ragazzo veramente gentile -

Gli si avvicinò. - Tu sei qui perché ho da farti una proposta. Vorrei che anche tu diventassi Caposcuola, della casa dei Serpeverde, ovviamente. Blaise Zabini sembrava il più adatto per questo ruolo... ma pensandoci su,  se tu sei d'accordo, metterei te come Cap...-

- No. - la interruppe secco il ragazzo. Compassione, pietà e pena erano le peggiori cose che potesse mai vedersi rivolgere, peggio degli sguardi di odio e dei sussurri che gli facevano alle spalle, ed ora la McGranitt glieli stava mostrando tutte e tre insieme, dandogli una carica che sapevano entrambi ridicola e che non gli spettava affatto.

- Potresti mostrarti migl...- insistette lei addolcendo la voce, ma lui non si scompose.
-Ho detto no. - sospirò - Se ha finito qui io andrei a dormire, domani mattina ho lezione. -

La donna, combattuta, non aspettandosi un rifiuto, annuí e lo lasciò uscire dal suo ufficio.

*  *  *

Venerdì era l'ultimo giorno di lezioni prima del weekend, durante il quale gli studenti dal quarto al settimo anno potevano scegliere se stare a Hogwarts o uscire e andare ad Hogsmeade.

Subito dopo colazione, i Serpeverde avrebbero avuto Divinazione con i Tassorosso, e poi avrebbero dedicato il resto della giornata allo studio e allo svolgimento dei vari compiti assegnati.

Draco insieme a Blaise raggiunsero la Torre Nord del castello, ma prima di entrare in aula, si fermarono nel corridoio aspettando gli altri.
Erik Moore passò di lì e rivolse un sorriso al biondo, fermandosi per chiedergli come fosse andata con la McGranitt, ma lui si strinse nelle spalle.

- Hai accettato? - gli chiese sistemandosi la borsa dei libri sulla spalla e guardando di sfuggita Blaise che salutava Sophie Temple e altre Tassorosso che stavano salendo.

- No, non ho accettato. - rispose il ragazzo. - Devo andare, ho lezione. Ci si vede in giro. - tagliò corto spingendo l'amico verso la scala a pioli.

- Se ti va, dopo raggiungici al Club dei Duellanti. - gli fece il ragazzo indicando una porta poco più in là alle spalle.

- Non era stato chiuso!? - esclamò Blaise sorpreso.
Erik si strinse nelle spalle. - Si, ma ho chiesto alla McGranitt il permesso di riaprirlo, ovviamente mi ha dato il permesso a costo che ci entrassero solo quelli del settimo anno. E ci è vietato duellare senza la presenza di un docente o di una certa Grifondoro. -

- Dirige lei il tutto? - chiese Draco corrugando la fronte e rispingendo Zabini sulle scale.

- Ha avuto il permesso di sorvegliare sui duelli, sai com'è, aver battuto in prima fila contro il Signore Oscuro le ha dato dei privilegi. -

Malfoy scrollò le spalle, poi, senza dire niente, iniziò a salire le scale con l'amico.
- Non mi piace quel ragazzo. - disse Blaise, guardandosi sopra la spalla per vedere se Erik Moore fosse ancora lì.
- Sembra a posto. - rispose il biondo, scrollando le spalle.

- Di cosa stava parlando? - gli chiese appena si accomodarono sui cuscini, davanti al proprio tavolo.
Draco indugiò, decidendo se dire la verità o mentire, optando poi per la seconda ipotesi.
- Non ne ho la minima idea. -
- Menti. Tu sei un pessimo bugiardo tra di noi Serpi. Di che diamine stava parlando? Che ti ha chiesto la McGranitt? -

- Blaise, se avessi avuto voglia di discutere su ciò che mi ha detto la preside di certo te ne avrei parlato, ma dato che non ne ho la minima voglia, tappati la bocca e segui la lezione. -
Il ragazzo dalla pelle ambrata alzò le mani al cielo.
- Trovati una fidanzata che ti rompa meno le pall...-
Draco lo fulminò con lo sguardo, poi sogghignó. - Perché mai dovrei trovarmi una fidanzata se ho te con me? -

Pansy e Daphne dietro di loro trasalirono quando sentirono quella frase e li sentirono ridere. Pansy spalancò così tanto la bocca che a momenti la mascella le toccava terra, Daphne invece si limitò a fare il gesto di ficcarsi due dita in gola e vomitare.

*  *  *

I capelli folti e bruni erano raccolti con una molletta dietro la nuca, la sua testa era china su due libri differenti. Sfogliava di continuo le pagine e quando arrivava a un qualcosa che le interessava lo trascriveva sulla pergamena.

- Ciao Hermione! - Luna Lovegood arrivò saltellando nell'aula in cui si era rintanata la ragazza.
- Ciao Luna. Ora me ne vado. - disse la ragazza senza alzare lo sguardo dal libro.

- Oh tranquilla, volevo solo parlare con te. Cosa stai facendo? - si sedette su un banco e fece oscillare le gambe.
Hermione alzò lo sguardo dal libro e la guardò sfoggiando un sorriso. - Sto studiando, o meglio preparo la mia ricerca di Incantesimi, riguarda "Gyldeb" L'anello d'argento. Tu ne sai qualcosa a riguardo? -

La ragazza dai lunghi capelli biondi scose la testa. - Mi dispiace, non ne ho mai sentito parlare... come mai un argomento così complesso? -
- Niente... puntavo ad avere un voto più alto rispetto alle altre volte... solo che non trovo nulla qui. - rispose la ragazza sospirando e chiudendo i due volumi.

- Lo sai che non puoi andare oltre il massimo? - le domandó Luna. Hermione rise.
- Certo, lo so. -
Davanti la porta aperta passarono delle ragazze di Serpeverde e poco distante qualche studente di Tassorosso.

Luna si voltò verso la porta quando sentì dei bisbigli intensificarsi, entrambe guardarono e seguirono il vociare, proprio di lì stava passando Draco Malfoy con Blaise Zabini, Pansy Parkinson e Daphne Greengrass.
Lo sguardo glaciale e il viso serio del ragazzo si fece largo nell'aula ed incontrò quello di Hermione, per una frazione di secondi sembrò farle un sorriso, ma fu così rapido che pensò di averlo immaginato.
Passarono tutti e tornò di nuovo il silenzio.

Luna si voltò e guardò la Grifondoro, sorrise e la indicò.
- Hermione, i tuoi capelli non sono più legati! - esclamò.
La ragazza si portò prontamente la mano dietro la nuca e si accorse che lì dove c'era la molletta poco prima non c'era più niente, i suoi capelli bruni erano adagiati sulle sue spalle.
Guardò al fianco della sua mano sulla scrivania e si accorse che la molletta nera si era appena adagiata lì.

Guardò l'amica. - Qualcuno ti sta facendo i dispetti. -

- Oh no! Mh... - si grattò la nuca - li ho sciolto io, mi dava fastidio la molletta. - fu la scusa più plausibile che riuscì a trovare. Vide Luna sorridere e toccarsi la spalla, ed un piccolo animaletto verdognolo apparì.

- Ci hai parlato? - le chiese la ragazza accarezzando l'animale.
Hermione corrugò la fronte. - Con chi Luna? - si rilegò i capelli e prese la borsa da sotto il banco, ci mise dentro i fogli di pergamena e i due libri, che sarebbe passata in giornata a rimettere in biblioteca.

- Ma è ovvio. Con Draco Malfoy - non la guardò, né aspettò una risposta. - L'ho incrociato sul treno... era parecchio sconvolto, se così si può dire. Mi ha risposto male, ma ho visto che non era sua intenzione ferirmi. Così gli ho detto che per me non era un ragazzo cattivo.  -

Hermione sorrise alla ragazza, Luna era sempre così... spensierata. Vedeva il bene ovunque, anche se si sbagliava.  Sospirò e le si avvicinò. Accarezzò l'animaletto morbido. - Non lo so, Luna. - rispose semplicemente.

- Sai, si parlava molto del vostro semi-litigio davanti all'aula di Storia Della Magia... -

- Andiamo a mangiare? - la interruppe. Luna annuí e le sorrise, diede un colpetto sulla spalla e l' animale ritornò invisibile.

* * *

La Sala Grande era piena di gente, era venerdì e nonostante fosse passata appena una settimana dall'inizio della scuola, gli alunni del settimo anno volevano strapparsi tutti i capelli.

Ginny Weasley stava studiando la propria zuppa di fagioli con estremo interesse, non alzò minimamente lo sguardo quando Hermione si sedette davanti a lei.
- Ginny? -
La ragazza grugnì. 
- Stai bene? -

- Ho da studiare un bel po' di pagine di incantesimi e di erbologia, ho da scrivere due temi su pergamena, uno di Divinazione e uno di Difesa Contro Le Arti Oscure, e poi devo iniziare a pensare a Pozioni, ma quello è il meno grave. Dovrei assolutamente leggere due libri di Storia della Magia e fare una sorte di relazione. -

- Assurdo! Non possono averti dato tutta questa roba! Siamo tornati a scuola da una settimana! - esclamò Hermione sgranando gli occhi.

- Lo so! Loro non possono darmi dei compiti e aspettarsi che io nell' arco di tre mesi li faccia! - sbottó la ragazza lanciando in aria il cucchiaio.

- Aspetta un attimo - l'amica corrugò la fronte e incrociò le braccia al petto. - Non mi starai dicendo che sono i tuoi compiti delle vacanze, questi... -

-No! Certo che no, sciocca! Me li avevano assegnati a fine maggio, avrei dovuto consegnarli il lunedì. Solo che la scuola è finita venerdì e nel mezzo c'è stato un weekend mooooolto lungo e io ho perso la cognizione del tempo -

- Ginny! Hai avuto tre mesi a disposizione! - esclamò Hermione scioccata. Calí Patil le guardò accigliandosi, ma non aprí bocca.

- Oh con te non si può parlare di scuola e compiti. - sbottó, alzandosi. - Credo che andrò a suicidarmi. -

Hermione fece per aprire bocca, ma la rossa era già andata via. Guardò il tavolo dei professori, era semi deserto. C'era solo la professoressa Sprite che parlava con Vitious e Hagrid che mangiava tranquillamente e ascoltava Lumacorno lamentarsi.
Le rivolse un cenno con la grossa manona e lei ricambiò con un sorriso.

- Hermione! - Neville si avvicinò alla ragazza e le si sedette affianco.
- Neville! - esclamò abbracciandolo. Sul treno si erano visti di sfuggita, e per la scuola era sempre difficile incrociarsi, lei passava gran parte del suo tempo in biblioteca o nel dormitorio a finire di studiare per la settimana successiva.

- Come stai? - lei scrollò le spalle.
- Non c'è male, tu? -
- Non mi lamento... - un rumore attirò la loro attenzione, da una finestra aperta planò nella Sala Grande un gufo marrone che lasciò cadere una lettera rosa davanti ad Hermione.

La raccolse e lesse il nome di Ron
- Deduco che vada alla grande tra di voi - disse Neville bevendo un sorso di succo di zucca.
- Non proprio... è complicato da spiegare. - disse tagliando corto. Aprí la lettera e lesse :

"Cara Hermione, spero sia andata bene la prima settimana senza di me e Harry. Ci manchi tantissimo e non vediamo l'ora di vederti a "I Tre Manici di Scopa domani"
Ron X "

- Saranno qui a Hogsmeade, Harry e Ron - annunciò Hermione sorridendo a Neville.
- Forte! - rispose lui.
Mangiarono insieme e parlarono un po', la ragazza lasciò sfuggire lo sguardo sul tavolo dei Serpeverde, dove Nate Lox era chino sul suo piatto, ma non mangiava e non parlava con nessuno. Cercò con lo sguardo Malfoy, ma non lo trovò.

- Oh no... - borbottò Hermione alzandosi, e prima che potesse rispondere alla domanda di Neville, marciò verso il tavolo dei Serpeverde. Più si avvicinava e più la guardavano disgustati.
Arrivata vicino a Nate, si inginocchiò e gli appoggiò una mano sulla spalla facendolo sussultare, aveva un' aria molto triste.

- Nate... - bisbigliò dolcemente.
- Hermione... non dovresti essere qui, ti stanno guardando tutti male. - disse il ragazzo preoccupandosi delle occhiatacce che le stavano rivolgendo i Serpeverde.
Si sedette al suo fianco e gli rivolse un sorriso.

- Gli sguardi non possono uccidere, tantomeno ferire. Che succede? -
- Niente - rispose prontamente lui, lei fece per dire qualcosa ma qualcuno di alto si avvicinò, appoggiò la mano sul braccio del ragazzino tirandolo su e facendogli scavalcare l'enorme panca, rischiando di farlo inciampare e cadere. Hermione si accorse che intorno a loro si era alzato un grande bisbigliare, alzò lo sguardo e vide Draco Malfoy trascinare via Nate.

- Che stai facendo!? - esclamò, alzandosi in piedi. Draco si voltò, la guardò dritto negli occhi e a denti stretti le disse solo :
- Vattene da questa zona -

Prima che lei potesse dire altro, lui portò Nate con sè e lo fece sedere al suo fianco vicino a Pansy Parkinson e Blaise Zabini, entrambi lo guardarono allibiti, mentre Astoria Greengrass gli rivolse un sorriso cordiale.

Hermione ritornò verso il proprio tavolo e quando si sedette Neville prontamente le chiese - Ti ha insultata? Devo picchiarlo? -
Lei scose la testa e riprese a mangiare.

* * *

La biblioteca, era sicuro che l'avrebbe trovata lí, dopotutto, anche se era una Caposcuola (la favorita), non abbandonava il suo vizio dello studio.

Era vicino a una finestra, la testa china su un libro che sembrava più un mattone che altro, si avvicinò cercando di non dare nell'occhio agli altri studenti, ma gli fu impossibile.

La Granger stava scarabocchiando parole su un foglio di pergamena.
Lui le si sedette difronte senza neanche chiedere il permesso.
- Ascolta. -

Hermione alzò lo sguardo dal libro, lo guardò quasi disgustata per la distrazione e poi tornò a leggere.
- Se ti aspetti delle scuse non le avrai. - continuò lui.

- Complimenti, si vede che stai migliorando. - sbottó silenziosamente lei, chiudendo il libro di colpo e raccogliendo le sue cose.

- Tu non capisci. Pochi Serpeverde sanno che Nate Lox è un sanguesporco, tu con la tua compassione da perfettina, quando ti sei andata a sedere vicino a lui per confortarlo, hai scatenato il panico nel tavolo dei Serpeverde. E pian piano sta venendo fuori ciò che sappiamo. Quindi, se tu volevi che lo tenessi d'occhio e al sicuro, mi hai mandato in aria il piano. Ora dovrò come minimo camminare con un moccioso tra i piedi. - Draco parlò a raffica ma non la guardò mai dritto negli occhi, sembrava voler preoccuparsi più che qualcuno non li sentisse.

- Lo hai lasciato da solo! -
- Non è una mia responsabilità. - la guardò per un millesimo di secondo e lei si ritrasse.
- Ha qualcosa di strano, gli è successo qualcosa. - disse Hermione cercando di mantenere un tono basso e calmo.
- Certo è un sanguesporco, è tutto strano... Ahia!! - esclamò lui piegandosi e facendo una smorfia. La ragazza gli aveva tirato un calcio negli stinchi da sotto il tavolo.

- D'accordo! - sbottó lui, riabbassando la voce - Proverò a parlargli, in giornata, forse - la guardò scrivere qualcosa.

- Cosa stai facendo? È venerdì. -
Lei si strinse nelle spalle, ma non lo guardò. - Compiti per ottobre. -

Draco spalancò la bocca stupito.
- Stai scherzando, spero. - disse cercando di trattenere lo stupore  nella propria voce.

- No. È un compito molto difficile, devo trovare un nesso tra gli Anelli d'Argento di "Gyldeb" ma non trovo nessun collegamento con gli Incantesimi, a meno che... - Draco riuscì a vedere la lampadina accendersi. Prese di colpo il libro è iniziò a sfogliarlo con foga.

- Magia Oscura. - disse lui sogghignando, lei lo guardò corrugando la fronte.
- Mia zia ... - vedendo il terrore sulla faccia della ragazza scose la testa e si corresse. - Bellatrix ne aveva trovato uno quando era piccola. Discende dalle sue bis nonne. C'è un esemplare a Magie Sinister. Era un anello importante per le streghe di una certa setta o congrega, erano in tante e quando ci furono le cacce alle streghe si nascondevano e con quelli comunicavano -

Hermione sembrò pensarci su - Ogni strega di una certa congrega lo portava o solo una? -

Lui scrollò le spalle. - Non lo so Granger, mi hai preso per un enciclopedico? -

- Ma certo! - esclamò inspirando forte.
- Incanto Proteus - dissero in coro i due. Malfoy sogghignó quando la vide sorridere e guardare altrove.

- L'avevo usato il quinto anno con dei galeoni finti per comunicare con tutto l'Esercito di Silente senza correre il rischio di esser beccati...È ovvio come mezzo di comunicazione per quei tempi! -

- Ecco come ci avevate sempre fregati. -
Hermione si ricordò solo in quel momento che lui era nella squadra di inquisizione, cercava di ostacolarli in quel periodo.
Si rabbuiò.
Lui fece un sorriso sforzato, ma si alzò in piedi e l'affiancò, prima di andarsene la guardò da sopra la spalla.

- Non farlo mai più. - lo ammonì Hermione guardandolo negli occhi.
- Che cosa? -
- Sciogliermi i capelli. È snervante. -

- Ma non mi dire - dette quelle parole lui non aspettò altro, si rincamminò nella direzione dalla quale era venuto, ma ovviamente prima di svoltare l'angolo le sfilò la molletta dai capelli con un semplice:

"Wingardium Leviosa"

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