Chapter three
Intravedo il bagno delle donne e lo raggiungo, nascondendomi al suo interno. Mi chiudo nella prima cabina libera, scivolando lungo il pavimento gelido.
Quindi è così che stanno le cose: io mi dispero giorno e notte per la fine della nostra relazione e lui se la spassa con Sally la stronza.
Sono così stufa di soffrire. Sono così stufa di provare ancora dei sentimenti nei suoi confronti.
Ma come si smette di amare?
Come si fa a non provare più niente?
Vorrei riuscire a essere fredda e insensibile tanto quanto lui. Vorrei passargli accanto e restare indifferente. Nessuna variazione di battito. Nessun brivido lungo la schiena. Nessun effetto collaterale. Ma a volte c'è un abisso tra ciò che vorremmo e ciò che realmente abbiamo o possiamo permetterci di avere. E in fondo al mio cuore so che, nonostante io lo desideri fortemente, tutto ciò non accadrà mai, perché solo io so quanto amore ci ho messo in ogni minima cosa che riguardasse noi.
«Becky» sento qualcuno chiamarmi in lontananza. «Becky, sei qui?» continua, e questa volta capisco di chi si tratta.
«Sì Evie, sono qui» rispondo, rimettendomi in piedi.
Passo le mani sul retro dei miei jeans per accertarmi che non ci sia rimasto attaccato nulla e sblocco la serratura per uscire. Mi muovo verso il lavandino, senza rivolgere lo sguardo alla mia amica, e metto i polsi sotto il getto d'acqua gelida. Rabbrividisco nel vedere la mia immagine riflessa nello specchio che ho davanti. I miei occhi sono vuoti e spenti, il mio viso è pallido e l'espressione su di esso rispecchia esattamente il mio stato d'animo.
«Scusami, i-io non volevo...» sussurra Evie al mio fianco.
«Tranquilla, è tutto ok» fingo, bloccando con i polpastrelli una lacrima che minacciava di uscire.
«Ti stava praticamente mangiando con gli occhi e ho pensato che fosse qualcuno che ci volesse provare con te, non avrei mai immaginato potesse essere il tuo ex» riprende a giustificarsi, parlando a vanvera. «Insomma, non è normale che ti guardi in quel modo dopo ciò che è successo» mi rivolge uno sguardo dispiaciuto.
«Evie non devi giustificarti» provo a rassicurarla, strappando un pezzo di carta dal dispencer, per asciugarmi le mani. «Non potevi saperlo, non l'hai mai visto» accenno un sorriso, voltandomi verso di lei.
Sa praticamente tutto sulla nostra storia, ma non sono mai riuscita a farle vedere una foto di Travis. Le custodisco gelosamente in una cartella del mio cellulare, così come la scatola nera a forma di cuore che ho deciso di portare con me, e che ora è nascosta in fondo al mio armadio. Non sono ancora pronta a disfarmi di queste cose. So che dovevi farlo, ma una piccolissima parte di me è ancorata a quei momenti. Eliminare tutte le nostre foto o gettare via quella scatola piena di nostri ricordi significherebbe ammettere una volta per tutte che quel noi che ancora vive in me, è andato perso per sempre.
«Io penso che lui ti ami ancora» mormora timorosa, stringendosi il labbro inferiore tra i denti.
«Come può amarmi, se non ha fatto altro che mentirmi per tutto il tempo?» sbotto, alzando istintivamente il tono della voce, rivolgendole un'occhiata rude.
La vedo sgranare gli occhi, sorpresa da un tale atteggiamento nei suoi confronti. La sorpasso, lasciandola da sola in quel bagno. Non volevo prendermela con lei, né essere così brusca, ma le sue parole mi hanno ferita profondamente. Come può pensare una cosa del genere, dopo che le ho raccontato ogni cosa?
Io l'ho amato, solo e unicamente io!
E sono stata una stupida a credere alle sue bugie. Mi sono fatta abbindolare dai suoi modi di fare, dalle mille emozioni che esplodevano in me ogni qual volta osava toccarmi o semplicemente starmi vicino. Ingenuamente sono caduta nella sua trappola e ho lasciato che mi facesse del male. Ma la colpa è solo mia, ho sempre saputo che tipo di ragazzo fosse. Mi sono illusa che con me sarebbe stato diverso, che forse io sarei riuscita a farlo cambiare, ma la verità è che se una persona non ha un cuore, non puoi arrivare tu e offrirgli il tuo. Ho provato ad amare per due, ma non ha funzionato e soprattutto, non è così che dovrebbe essere. L'amore dovrebbe aggiungere, e non togliere. Spesso, però, ci facciamo trascinare in rapporti tossici che sanno solo distruggere quello che di bello abbiamo dentro. E da quei rapporti non ci si esce facilmente. Si trasformano in rabbia e dolore, inquinando tutti i sentimenti puri.
Cammino come un automa nel lungo corridoio, alla ricerca della mia classe, quando vado a sbattere conto qualcuno. Faccio per scusarmi, ma non appena vedo chi ho davanti capisco che lo scontro non è stato casuale.
«Ops, che sbadata» civetta Sally la stronza, sbattendo le sue folte ciglia finte in modo teatrale, seguita da altre due oche bionde al suo fianco.
«Tu dici? A me sembra che tu mi sia venuta addosso di proposito» ringhio, avvicinandomi pericolosamente al suo bel faccino ricoperto da numerosi strati di fondotinta. «Arriva al punto, questi stupidi giochetti con me non funzionano» continuo, incutendole timore con il mio sguardo minaccioso.
«Come ti fa sentire sapere che ti ha già sostituita con me?» non pronuncia il suo nome, ma capisco perfettamente di chi stia parlando.
«Direi abbastanza bene» provo a non far trasparire alcuna emozione dal tono della mia voce, «In fondo siete fatti l'una per l altro, siete entrambi due coglioni senza cervello» alzo il mento nella sua direzione, soddisfatta di aver fatto sparire quell'odioso sorrisetto dalla sua stupida faccia.
«Riesco a percepire la rabbia che brucia dentro di te, Rebecca» afferma con voce tagliente, «Credevi davvero di essere la sua crocerossina? Di riuscire a salvarlo dall'oscurità che lo divora?» questa volta è lei che si avvicina a me, lasciandomi senza parole. «La differenza tra me e te è proprio questa. Tu alimenti i suoi demoni, io li placo» afferra una ciocca dei miei capelli, tirandoli leggermente, e la scanso all'istante. «E sai come? Con del sano sesso selvaggio» sgancia fiera la sua bomba, consapevole dell'effetto che avrà su di me. «Ma scommetto che tu non sappia neppure di cosa io stia parlando, visto che proprio ieri sera mi ha confessato che gli era mancato scopare con me... chissà perché» rincara la dose e io non rispondo più delle mie azioni.
Le tiro un gancio destro in pieno viso, facendo uscire un bel po' di sangue dal suo naso rifatto. Lei caccia un urlo, visibilmente esterrefatta, mentre si guarda le mani ormai anche esse insanguinate, per essersi toccata nel punto in cui l'ho colpita. Un gruppo di ragazzi si è radunato attorno a noi, a causa delle due oche che non smettono di chiedere aiuto.
Faccio per colpirla di nuovo, ma vengo bloccata da possenti braccia che mi alzano di peso e mi allontano immediatamente da lei. Accecata dalla rabbia inizio a scalciare e colpire come una matta colui che mi sta trascinando via da quella che poteva essere la mia unica valvola di sfogo, e cazzo se ne avevo bisogno. Non ho mai gestito le mie emozioni in questo modo, ma il sollievo che ho provato nel momento in cui le mie nocche hanno toccato il suo volto è un qualcosa di indescrivibile. Una scarica di adrenalina ha pervaso il mio corpo e tutto ciò che volevo era continuare a colpirla, ancora e ancora.
«Io la uccido a quella puttana, la uccido!» sbraito, senza avere alcun controllo su me stessa e su ciò che sto provando.
«Becky datti una calmata, altrimenti rischi di essere espulsa già il primo giorno» queste parole giungono ovattate alle mie orecchie, mentre continuo senza sosta a trovare una via d'uscita dalla salda presa che mi tiene incollata al petto del mio "salvatore".
«Lasciami!» protesto, prima di mordergli un braccio.
Lo sento imprecare, per poi sbattermi con la schiena contro un armadietto, in un modo non del tutto gentile.
«Rebecca ora basta, mi vuoi dire che cazzo ti prende?» la voce dura e profonda di mio fratello mi riporta alla realtà.
«Jack» dico, con il fiatone, scoprendo che è stato lui a interrompere ciò che avevo intenzione di finire. «Perché mi hai portata via?» chiedo rabbiosa, colpendolo sui pettorali.
«Perché?» ripete sconcertato. «Che cosa ti sta succedendo Becky, non ti riconosco più...» prova a decifrare il mio sguardo, ma non glielo permetto.
«Ehi Jack, tutto ok?» chiede qualcuno alle sue spalle.
Ci voltiamo entrambi in quella direzione e vediamo Michael, fiancheggiato da Travis. I nostri occhi si attraggono come due calamite, costringendoci a guardarci reciprocamente. I suoi sono pieni di domande, i miei pieni di odio e rancore. Le parole di Sally ritornano prepotenti nella mia mente e devo esercitare un forte autocontrollo su tutto il mio corpo per non avvicinarmi a lui e tirargli lo stesso pugno che ha ricevuto poco fa la sua amichetta.
«Sì, potete andare» li liquida mio fratello, facendogli capire che non sono i benvenuti.
«Ok» risponde, spostando poi l'attenzione su di me. «Bel gancio destro Becky, non sapevo che colpissi così bene» ammicca, con un sorriso a trentadue denti.
«Tranquillo Jack, ora me ne vado io» parlo a mio fratello, riferendomi alla sua affermazione di poco fa. Lo supero, camminando verso i due ragazzi poco distanti da noi, per poi fermarmi al loro fianco per qualche secondo.
Il profumo di Travis invade le mie narici, facendo vacillare quel poco di sicurezza che sto fingendo di possedere. Vedo i suoi muscoli irrigidirsi, quando i nostri occhi riacquisiscono il contatto perso.
«Ho imparato dal migliore» ribatto secca a Michael, non distogliendo lo sguardo da quelle profonde iridi verdi che riescono a mandarmi in confusione ogni santa volta.
Riprendo a camminare dando, con un gesto deciso, una spallata a Travis che non lo smuove minimamente. Ma non era quello il mio intento. Stavo semplicemente cercando una reazione da parte sua per sfogare tutto quello che sto reprimendo dentro di me da troppo tempo e sputargli contro quanto mi faccia schifo.
Reazione che, però, non ho avuto.
#Spazio autrice 🌹🖤
Dopo una lunga assenza sono finalmente tornataaaaa!! Come vi ho già detto su Instagram questo periodo è un po' particolare per me e non ho molto tempo libero, purtroppo. Spero comunque che ne sia valsa la pena aspettare tutto questo tempo. Voi mi siete mancate tantissimo e non vedo l'ora di leggere tutti i vostri commenti. Vi ringrazio ancora una volta per tutti i traguardi raggiunti, come sempre, è solo merito vostro!Vi mando un grosso abbraccio virtuale e vi ricordo che se vi va abbiamo creato un gruppo Telegram per parlare tutte insieme, quindi contattatemi se volete entrare.
Vi voglio bene!
-Juls.
Profilo Instagram della storia: juls.stories
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