Chapter five
Travis's pov
Ho perso il conto delle volte che mi sono dato del coglione per averla fatta soffrire, per averla persa. Non doveva andare così, non avrebbe dovuto scoprirlo in quel modo. Più volte ho pensato di parlarle, di spiegarle ogni cosa, ma la paura di perderla mi ha sempre frenato.
È vero, è iniziato tutto per una stupida vendetta, ma quella piccola biondina è riuscita a farsi strada nel mio cuore e, quando ormai era troppo tardi, ho capito di provare per lei sentimenti mai provati prima. All'inizio l'ho trattata come una scopata qualunque, ma poi la sua gentilezza, i suoi modi di fare, mi hanno attratto sempre di più, tanto da rendermi difficile resistergli.
Non sono mai stato geloso delle ragazze che mi portavo a letto, ma con Becks è stato diverso sin da subito. Ha un'anima talmente pura che ho da subito sentito l'esigenza di tenerla solo per me. Sono sempre stato egoista con lei e non ho problemi ad ammetterlo. Sapevo che i miei comportamenti avrebbero potuto ferirla, ma ho continuato a tenerla al mio fianco per il semplice fatto che ne sentivo l'esigenza. È riuscita a placare i miei demoni, a farmi vedere quella famosa luce in fondo al tunnel, a farmi credere che anche uno stronzo come me potesse essere degno di un qualcosa di così buono e innocuo. Ma la verità è che non lo sono.
Dovrei rassegnarmi, convincere me stesso che sia un bene non far più parte della sua vita, dovrei andare avanti e dimenticare tutto, dovrei dimenticarmi di noi, ma la verità è che non è quello che voglio.
L'avrei baciata fino a farle perdere i sensi prima, contro quell'armadietto, e forse sarei andato anche oltre se me lo avesse permesso.
Mi ha accusato di aver fatto sesso con non so chi e non ho negato. Ero accecato dalla gelosia per aver visto quel coglione al suo fianco e volevo che lo fosse anche lei, anche se quello che ha insinuato non era vero. Non c'è stata nessun'altra e non so se mai ci sarà.
Ho perso lei, il mio migliore amico e forse anche un po' me stesso, ma al momento tutto ciò che mi interessa è riaverla al mio fianco e lotterò con le unghie e con i denti affinché ciò avvenga.
Becky's pov
«Allora signorina Pearson, è solo il primo giorno e lei ha già partecipato a una rissa ed è uscita dall'aula senza il permesso del docente» appoggia i gomiti sui braccioli della sedia girevole e incrocia le mani dinanzi a sé, rivolgendomi uno sguardo duro «O sbaglio?»
«No preside Wood, non sbaglia» rispondo mortificata, torturando senza sosta le mie povere dita.
«Comportamenti del genere non sono ammessi nel nostro istituto e, per quanto il suo curriculum accademico sia ammirevole, non posso chiudere un'occhio su quanto accaduto» il suo tono deciso e fermo non fa che aumentare la mia agitazione. «Lei questo lo capisce, vero?» domanda, come se stesse parlando con una bambina di tre anni.
«Sì preside Wood» annuisco, abbassando lo sguardo sulle mie mani.
Non mi sono mai sentita così mortificata.
È la prima volta in tutta la mia vita che mi trovo in una situazione del genere e spero solo di uscire da questa stanza il prima possibile. Ho rischiato di avere un mancamento quando, durante la quarta ora, una segreteria è venuta a comunicarmi che ero stata convocata in presidenza.
«Come punizione dovrà sistemare ogni pomeriggio, per una settimana, la palestra dopo gli allenamenti della squadra di basket» sentenzia.
«Mi sembra giusto» concordo, mentre sento crescere la rabbia dentro di me.
Non è affatto giusto che debba scontare una punizione del genere, quando sia Sally che Travis ne escono illesi. Vorrei urlare che le regole dovrebbero essere uguali per tutti, che ciò che è accaduto non è stata solo colpa mia, anzi in entrambi i casi sono io la vittima, ma non lo faccio. Non ne ho il coraggio. Non riesco a far altro che annuire e dare ragione a quest'uomo che sta palesemente commettendo un'ingiustizia.
«Bene, ora che la questione è risolta, è libera di andare» afferma, indicandomi la porta. «La sua punizione inizia oggi» mi informa.
«Va bene preside Wood, grazie» sussurro, alzandomi. «Le chiedo ancora una volta scusa» continuo, prima di uscire dal suo ufficio.
Non smetto di borbottare e imprecare per tutto il tragitto, completamente accecata dalla rabbia che provo nei confronti di quei due cretini, spintonando chiunque mi ritrovi davanti. Ricevo occhiatacce da diversi ragazzi e devo più volte mordermi la lingua per non rispondere male e rischiare di provocare un'altra rissa.
Arrivo in mensa e inizio a cercare le mie amiche. Prima che venissi convocata dal preside Chloe mi ha mandato un messaggio, dicendomi che avremmo pranzato tutte insieme. Dopo qualche secondo riesco a individuarle e le raggiungo all'enorme tavolo che hanno occupato, proprio infondo alla mensa.
Perché ne hanno scelto uno così grande?
«Mi ha dato una punizione» sbotto, prendendo posto accanto a Rose. «Una punizione, vi rendete conto?» purtroppo per loro, ho bisogno di sfogarmi e questo mi sembra proprio il momento giusto per farlo. «Io li odio cazzo, li odio» batto un pugno sul tavolo, continuando a parlare senza sosta.
«Quanto è stato severo?» chiede Chloe, timorosa della mia prossima reazione.
Le ragazze sapevano già tutto. Quando qualche ora fa ho iniziato a raccontare tramite messaggi le mie disavventure, mi hanno detto che la notizia si era già diffusa in tutto l'istituto. A quanto pare, qui nessuno sa farsi gli affari suoi.
«Dovrò sistemare la palestra dopo gli allenamenti di basket» rispondo acida. «Per una settimana» mi strapperei i capelli, uno a uno, per quanto sono nervosa.
«Caspita, tra tutte le punizioni possibili proprio questa ti doveva capitare?» commenta poi sarcastica. Il suo sorriso sparisce non appena nota il modo poco carino in cui la sto guardando. «Ehi, scherzavo» prova a giustificarsi, alzando le mani in aria.
«Pensa al lato positivo, dovrai farlo quando loro saranno andati via» mi fa notare Penelope.
Vorrei davvero trovare qualcosa di positivo in questa storia, ma proprio non ci riesco.
«Tutto questo è assurdo, più cerco di stargli lontana e più mi risulta difficile» sbuffo, ormai rassegnata. «Sembra proprio che qualcuno lì su si stia prendendo gioco di me» alzo gli occhi in cielo.
E solo ora mi rendo conto della presenza di Evie, seduta proprio al mio fianco. Non ha proferito parola e sono sicura che ci sia rimasta male per ciò che è successo questa mattina nel bagno. Forse sono stata troppo dura con lei, ma certi argomenti tirano fuori il peggio di me.
Lui tira fuori il peggio di me.
«E quando parli del diavolo...» bisbiglia Rose, dandomi una gomitata.
«Ma stiamo scherzando?» sento di essere sul punto di un esaurimento nervoso quando vedo venire Jack e Michael nella nostra direzione, seguiti da Travis e Sally la stronza che è praticamente avvinghiata al suo braccio.
«Noi... ehm... mangiamo sempre tutti insieme» mormora Chloe, a disagio.
«E quando pensavate di dirmelo?» urlo, non riuscendo più a trattenermi.
«Cosa avrebbero dovuto dirti?» riconosco la voce di Jack alle mie spalle, ma non mi volto, e neppure lo rispondo.
«Ehi Sally, cosa hai fatto al naso?» le domanda Penelope, fingendo di non sapere, cambiando discorso.
«Pensi di essere divertente?» civetta lei, infastidita. Ha il naso fasciato e il tono con cui le escono quelle parole di bocca ci fa scoppiare tutti a ridere.
«Penelope non lo è, ma tu sì» Michael si prende gioco di lei, meritandosi un segno di approvazione da parte mia, che ricambia con un occhiolino.
Ho già detto che adoro questo ragazzo?
«Siete degli idioti!» continua ad insultarci con quella voce ridicola, che mi rende tremendamente fiera di me stessa.
Stizzita gira i tacchi e va via.
Ma l'occhiata che mi rivolge mio fratello, spostatosi proprio difronte a dove sono seduta io, mi fa quasi desiderare di riaverla qui con noi. È in arrivo una bella ramanzina, e sinceramente non ho né il tempo, né la voglia.
«Mi devi dire qualcosa?» mi chiede con tono freddo e distaccato.
«Andiamo al dunque Jack» rispondo annoiata. «Sono in punizione, e quindi?»
«Ah complimenti Rebecca, continua così che andrai lontano» sputa con disprezzo, facendomi andare su tutte le furie.
«Non prendertela con lei, è stata colpa mia» Travis prova a sostenermi, mettendosi al mio fianco.
«Adesso la difendi pure?» sbotta Jack, infastidito da questo suo gesto.
Già, perché lo sta facendo?
«Non ho bisogno del tuo aiuto» dico, non capendo le sue intenzioni.
«Sappiamo tutti che non è con lei che vuoi avere questa discussione, quindi lasciala in pace» questa volta le parole di Travis vengono fuori come una sorta di sfida, che mio fratello accoglie con piacere.
«Hai ragione, forse dovrei prima spaccare la faccia a te e poi prendermela con mia sorella» scandisce bene le ultime due parole, mentre si avvicina a lui con fare minaccioso.
«Datevi una calmata» Michael si mette tra i due, spingendoli all'indietro. «Ci stanno guardando tutti e non penso che vogliate dare spettacolo proprio qui» punta un dito contro il petto di entrambi. «Becky non ha fatto niente di male, tutti a questo tavolo sono andati in punizione almeno una volta nella vita, perché farne una tragedia proprio ora?» prova a smorzare la situazione, mentre prendono posto al nostro tavolo. «E comunque, sei stata grande» questa volta ce l'ha con me e non posso far altro che sorridere per questa sua affermazione, che alleggerisce un po' la situazione. O almeno è quello che credevo.
«Hai ragione, non è colpa sua, ma delle compagnie sbagliate che frequenta» Jack lancia una frecciatina a Travis, riaccendendo gli animi.
«Non frequento proprio nessuno» ribatto, ferita dalle sue parole. Capisco che sia arrabbiato con me, ma lui più di chiunque altro sa quanto io abbia sofferto in queste ultime settimane e una frase del genere me la sarei aspettata da qualsiasi altra persona, ma non da lui. Non da mio fratello.
«E pure se fosse?» sobbalziamo tutti per questa risposta, del tutto inaspettata.
«Non osare Travis, non te la farò passare liscia come la prima volta» lo minaccia, spostando lo sguardo da me a lui.
Tutto questo è davvero troppo per me.
Hanno entrambi superato ogni limite, parlando come se io non fossi presente, come se nessuno sapesse come sono andate le cose tra di noi.
Pensa davvero che io potrei ritornare con Travis dopo quello che mi ha fatto?
Mi crede davvero così ingenua?
Sento i miei amici urlare più volte il mio nome mentre corro fuori da quest'enorme sala che tutto a un tratto mi sembra piccola e soffocante. Apro la porta d'ingresso, scontrandomi con qualcuno.
«Signorina Pearson» mi saluta un uomo muscoloso, sulla quarantina, sorridendomi in modo amichevole. «Sono il coach Bolton, alleno la squadra di basket, è un piacere conoscerla.»
«Oh, salve coach» ricambio il saluto, fingendomi calma e tranquilla, quando dentro di me c'è puro inferno.
«Ho appena finito di parlare con il preside Wood e mi ha detto che ci darà una mano a riordinare la palestra, una volta finiti gli allenamenti» prova a mettermi a mio agio, non pronunciamo minimamente la parola "punizione".
«Sì coach, per tutta la settimana» e avrei voluto aggiungere che sarà una lunga settimana, ma lo tengo per me.
«Bene, ci vediamo oggi a inizio allenamento allora» mi da una pacca sulla spalla, prima di essere chiamato da un suo collega, lasciandomi lì da sola senza parole.
A inizio allenamento?
Non sarei dovuta andare quando avrebbero finito?
Stringo i pugni lungo i fianchi, tanto da farmi diventare le nocche bianche, mentre mi muovo senza una meta per il campus. Ogni ora che passa questa giornata peggiora sempre di più e non vedo l'ora che giunga al termine.
#Spazio autrice 🌹🖤
Vi avevo promesso aggiornamenti più frequenti ed ecco a voi il capitolo cinque.
Quante cose sono successe in questo capitolo?
Vogliamo parlare del fatto che Travis difende Becky da quella furia di suo fratello? O della lite che stava per scoppiare tra quest'ultimo e il nostro bello e dannato? Io non ho più parole, quindi, lascio a voi i commenti!
Vi auguro una buona domenica, a presto 🥰
-Juls.
Pagina Instagram della storia: juls.stories
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top