Capitolo 5

Sono passate due settimane dall' incontro con la squadra e sono appena tornato dalla mia consueta vacanza con i miei amici. "Ciao amore! Ben tornato!" mi abbraccia Arya entusiasta. "Sono contentissimo di veder..." rispondo io, ma ancora prima che io concludessi la frase, mi squadra dalla testa ai piedi. "Ti sei sfondato di hamburger con le patatine, cotolette e dolci per caso?" mi domanda sospetta. La verità è proprio questa, ma non riesco a confessarlo. "Non ho parole... ti lascio da solo una settimana giorni e tu mi torni in queste condizioni" sbuffa lei. "Eddai Arya, ero in vacanza" rispondo cercando di buttarla sul ridere. "Non mi interessa! Sei uno sportivo e non te lo puoi permettere. Fila sulla bilancia!" ribatte lei incazzata. "Ti prego Arya perdonami! Tu sai quello che ho passato" supplico io, ma lei mi ribatte dicendomi che sono un irresponsabile. Zitto zitto... abbasso la testa e devo arrendermi alla pesata. La mia nutrizionista e fidanzata mi ha detto che ho preso tre chili solo nella settimana a Dubai. Mi vuole portare in ambulatorio da lei, analizzare la composizione corporea e mi dice che devo stare a dieta fino al ritiro. "Non sei professionista se ti comporti così" aggiunge anche risultando parecchio furiosa. Io mi sento ferito dentro. La mia ragazza che sa tutto ciò che ho passato di recente si sofferma su questa cosa come niente fosse. Percepisco un sentimento di delusione e tristezza. Mi sembra di non poter più parlare con lei di nulla. Oggi non la riconosco. Sul serio. Mi reco a prendere una boccata d' aria fuori e a fare una camminata. Ho bisogno di stare solo. Io mi sono solo goduto la buona cucina, cosa sarà mai? Per circa tre settimane all' anno non la considero la fine del mondo. Le ferie estive una persona dovrà pur godersele, giusto? Poi mi guardo e noto che forse ha ragione che è visibile che i miei vestiti siano un po' più stretti. Ma è l' ultima delle mie preoccupazioni: io capisco che per la mia professione dovrei essere più maniacale nella cura del corpo, ma se la mente ancora non è completamente libera e stabile, la precedenza dovrebbe essere data a lei.
Mi fermo al distributore e mi prendo una bottiglia di acqua fresca, c' è un caldo pazzesco oggi a Genova. Durante la mia passeggiata in solitaria, mi reco alla ruota panoramica nella speranza di avere un nuovo spunto di riflessione. Non riesco a fare a meno di sentirmi in colpa. Mi sento un po' una merda. Finito il giro, un bambino con la maglia del Genoa che era seduto vicino a me, mi abbraccia e mi dice: "Ciao Lenny, mi sembri un po' triste... se ti dico che ti voglio bene e che noi tifosi te ne vogliamo tanto, mi fai un bel sorriso?" e ribatto chiedendo se volesse una foto con me. Lui accetta e si fa prestare il telefono da sua mamma, ma mi dice che la foto non è importante tanto quanto vedere il mio sorriso. Quell' episodio, mi riporta alla mente sia cose belle che cose brutte: se da una parte mi fa capire che io sono ancora dentro al tunnel della depressione, per quanto io veda uno spiraglio di luce, dall' altra capisco che i bambini possiedono non solo una sana ingenuità, ma anche che loro non mentono mai e sanno strapparti un sorriso anche per pochi secondi. Finita la passeggiata, decido di rientrare in casa, ma Arya sembra ancora incazzata. "Dove sei stato?!" esclama minacciosa. "Ho fatto semplicemente una passeggiata per il porto. Avevo bisogno di stare solo." ma le sue parole non la calmano. "Sei scappato di casa perché sai di aver avuto un comportamento di merda in vacanza?!" e a quelle parole, mi vengono i cinque minuti:

-Io: "Cazzo Arya! Tu sai più di tutti le torture che ho passato, quindi per favore, non stressarmi con questa faccenda della forma fisica... capisco sia il tuo lavoro..."

-Arya: "Sei un bambino irresponsabile che non sa nemmeno stare al mondo... se la tua carriera non decolla devi incolpare te stesso per come ti tratti!"

-Io: "Non credo alle mie orecchie! Dov' è finita la vera Arya di cui mi sono innamorato? Quella che mi avrebbe supportato anche nel profondo degli abissi?"

-Arya: "Lennart io sono sempre qua! Ti sto dicendo così perché ti amo"

-Io: "E allora provamelo che mi ami ancora! Se ti incazzi perché non rispetto più i classici standard fisici dello sportivo, significa che ti sei innamorata del calciatore, non di me..."

E a quelle parole, cade un silenzio profondo perché Arya non sa nemmeno come rispondere. Io mi chiudo in camera sbattendo la porta. Inizio a piangere come un bambino a causa del nervoso. Mi viene anche un terribile mal di testa. Sento bussare. "Lennart posso?" mi domanda Arya dolcemente. Vorrei dirle di no, ma sono talmente nervoso che non riesco a parlare. Entra comunque. Mi fa cenno di sedermi a fianco a lei ai piedi del letto. "Sai..." inizia. Io le dico chiaramente che se è qui per un' altra predica non mi va proprio. Mi pone una mano sulla spalla e mi invita a respirare a fondo. "Mi voglio sinceramente scusare per i modi usati prima e per aver dato di matto. Non è giusto che dopo tutto quello che hai passato tu ti ritrovassi con un disturbo alimentare per colpa mia. Forse non sono nemmeno la persona giusta per te in questo periodo dell' anno" ma io la interrompo chiedendole se ha intenzione di lasciarmi. Io prego di no perché morirei senza di lei. E non potrei sopportare di non conoscere mio figlio o figlia. Io penso che sia giusto prenderci una notte per sbollentare gli animi e riflettere da soli, così vado a cercarmi una stanza nell' hotel qui vicino a casa. Per fortuna la trovo, ma non riesco a chiudere occhio. Inizio a prendere a pugni un cuscino. Brutto segno. Il pomeriggio seguente, dopo essere anche stato al primo raduno di allenamento della nuova stagione, torno a casa e io ed Arya ci sediamo a tavola con una tazza di tè a parlare:

-Arya: "Ho riflettuto molto e mi rendo conto di aver realizzato anche un passo falso nel chiederti scusa. Ho lasciato intendere di voler abbandonarti e non è così che fa una vera coppia alla prima difficoltà. Io ti amo e non riesco ad immaginare una famiglia con una persona diversa da te"

-Io: "Anche io ti amo tantissimo, però vorrei che tu fossi più razionale nella questione della mia alimentazione. Io ho capito di essere stato un vero stupido a non regolarmi in vacanza, ma mi aspettavo più comprensione"

-Arya: "Io lo so che sei una buona forchetta, ma io ci tengo a te. Hai già superato gli ostacoli più complicati della tua vita, non voglio che tu abbia altre difficoltà ne nella carriera che nella vita. Ma devo ammettere che i miei metodi sono stati sbagliati e che la mia reazione è stata esagerata"

-Io: "Invece hai ragione perché uno sportivo professionista non si comporta così. Ma ti ringrazio per aver ammesso le tue colpe ed essere tornata sui tuoi passi che al momento non importano i parametri fisici, ma quelli mentali sono da recuperare a pieno. Diciamo che abbiamo sbagliato entrambi."

-Arya: "Io direi che ci possiamo mettere una pietra sopra e imparare per le prossime volte. Io il piano alimentare te lo preparo, ma per le vacanze non ti romperò più le scatole, giuro su quello che vuoi. E ti inserirò il pasto libero dopo la partita, promesso"

Dopo aver chiarito la faccenda, ci scambiamo un bacio molto passionale. Speriamo che questo episodio non si ripeta mai più in nessuna circostanza: non fraintendetemi, qualche litigio nella coppia ci sta, ma l' importante è sempre fare un bel respiro e sistemare le cose a mente fredda.
Quella notte, a letto, ci coccoliamo uno a fianco all' altra. Inizio anche a massaggiarle il pancino che ormai si inizia ad intravedere, anche se appena, ma un piccolo rigonfiamento l' occhio più attento lo nota. "Poi pensandoci bene... tre chili non sarebbero tantissimi, mi preoccupa il tempo in cui sono stati messi su. Io direi che domani facciamo gli esami ormonali" espone Arya di punto in bianco. Io sono d' accordo e il giorno seguente mi accompagna a fare le analisi. I risultati dovrebbero arrivare il giorno prima della partenza per il ritiro. Io ho ansia perché temo di avere questioni legate all' insulina, mentre Arya ancora sospetta un problema tiroideo. Lo scopriremo solo vivendo...

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