Capitolo 30

Recandomi ad allenamento con un dubbio esistenziale: cosa aiuterebbe mia moglie con le cure? Il mio supporto in presenza o farle vedere che io so badare a me stesso oltre che ai bambini? Vi giuro ragazzi che mi sento davvero una merda a non sapere come aiutare mia moglie nel momento del bisogno. La diagnosi ufficiale non è quella di cui inizialmente si sospettava, ovvero una forma di leucemia cronica, ma si tratta di una neoplasia mammaria all' inizio del secondo stadio. Una tra le forme più facilmente curabili, certo, ma è sempre una notizia atroce sapere che un mostro ha attaccato una persona cara in questo modo. Se non lo provi, non potrai mai capire a fondo questo sentimento che mescola speranza e morte.
Io, ovviamente, non sono sul pezzo dal punto di vista calcistico. Sto pensando di ritirarmi e dedicarmi alla mia famiglia: appendere gli scarpini al chiodo non renderebbe fiero nessuno, di questo ne sono consapevole. Però sono disposto a sacrificare la mia professione per fornire il sostegno più adeguato per mia moglie e i miei figli. Mi reco in spogliatoio per parlare con la tata che si occupa dei due gemellini mentre io mi alleno e Arya ha le sessioni di chemio. Questa ragazza è un preziosissimo aiuto in questo periodo, un angelo sceso dal cielo: pensate che sa pure come gestire gli esercizi per la spalla della piccola Mahalia, dal momento che sua figlia è nata con un problema simile. Adesso, la tata mi ha passato in braccio il piccolo Kylian, che è pronto per succhiare il latte dal suo biberon, mentre la sua gemellina sta dormendo profondamente nella culla che ho fatto installare nella stanza apposita dello spogliatoio, che viene convertita per le emergenze di gestione dei bimbi piccoli. Con il piccolo in braccio mi reco dal mio allenatore. "Posso parlarle?" domando io. Ci spostiamo in un angolo per parlare soli. "Sa, non so come dirglielo" inizio io quasi balbettando per trattenere un pianto. Il mister mi mette una mano sulla spalla e mi chiede che succede. "Non lo dica a nessuno, ma sto pensando di abbandonare la professione. Mia moglie sta combattendo contro il cancro e vorrei stare vicino a lei e ai miei figli" e, a quelle parole, il mister mi dà un abbraccio, quasi non curando che io abbia mio figlio appresso. "Andiamo subito a parlare con la società, i tuoi compagni si allenano con il vice" mi risponde, ma io lo interrompo, dichiarando di voler rinunciare allo stipendio nei mesi di pausa dalle partite. Non sarebbe giusto essere pagato per non voler giocare, in quanto non potrei essere di supporto ai miei compagni. Arrivato in dirigenza, il presidente mi comunica la possibilità di ricevere un aiuto societario anche per la gestione dei bambini. Non so davvero come ringraziarli ma al tempo stesso sono imbarazzato.
Nel primo pomeriggio, mi reco in ospedale dalla mia bellissima moglie che sta iniziando il suo primo ciclo di cure. La trovo in una stanza, seduta su una comoda poltrona e con le gambe coperte dalla sua copertina. Trema dal freddo. Io mi abbasso con le gambe e le stringo forte la mano. Io so come farla ridere. "Ma lo sai che la pianta dei piedi è davvero una scoperta? Esiste pure una mappa del massaggio e ogni punto del piedino corrisponde ad un organo" ma lei mi interrompe: "Oh Gesù Lennart, ma sei serio? Anche tu sei diventato esperto di piedini?" e con questa reazione, mi tocca dire che oggi la maestra mi ha fermato all' uscita della scuola, per dirmi che Vicky andava in giro a fare il test "che piede sei?" ai suoi compagni. Arya si mette le mani sulla fronte. Lei sostiene che questa storia dei piedini debba finire il prima possibile. Però vorrei sapere anche io che piede sono, ora che ci penso. Una bella collaborazione papà e figlia sarebbe davvero un sogno: io faccio il calciatore e lei mi insegna come prendermi cura dei miei piedini e, di conseguenza, del mio corpo.
Nel mentre, arriva l' infermiera per controllare che la terapia stia procedendo bene e che i parametri vitali di Arya siano sempre idonei. Fortunatamente, sembra andare tutto per il verso giusto, ma bisogna affrontare la realtà e pensare a cosa farne dell' intervento: Arya non sembra a suo agio all' idea di perdere un seno, ma al tempo stesso sarebbe disposta a farseli asportare entrambi per minimizzare i rischi di recidiva. Avendo due lattanti è davvero molto spaventata al riguardo e nessun medico sembra levarle i dubbi e le perplessità. "Sto iniziando a perdere i capelli" esclama lei dopo essersi grattata in testa ed avermi mostrato la mano. Io le prendo la mano e la stringo forte una seconda volta. Le dico che anche senza capelli rimane la solita Arya ai miei occhi. Rimane sempre la donna più bella e determinata che io abbia mai visto.
Purtroppo l' orario di visite finisce e mi tocca recarmi a casa. Gestire quattro bambini piccoli da solo è un' impresa, ma in questo contesto è davvero molto molto triste. Entro in casa, saluto la tata che mi dice che i gemellini hanno già ricevuto il biberon pre nanna e che stanno dormendo nelle loro rispettive culle. Vicky e Nani, invece, stanno giocando sul tappeto in salotto. Mi siedo a guardarli. Inizio a piangere cercando di passare inosservato. Vicky si gira: "Papi tu piangi?!" mi domanda sorpresa. Nani si alza e sale sul divano per abbracciarmi. "Papino vieni nel mio mondo? Gli animali vogliono parlare con te perché sanno come riportare qui la mamma" dice mostrando la più pura innocenza e ingenuità di un bambino della sua età. Gli faccio cenno di prendere le cuffie sul mobile della tv di fronte a noi, però Vicky mi presenta un foglio: si tratta del famoso questionario "Che piede sei?!" e questo riesce a farmi ridere almeno per qualche secondo. Ci sono domande apparentemente assurde come "Come senti i piedi quando cammini?" e risposte ancora più assurde come "A Tranquilli; B Vivaci; C Stufi" e via dicendo. Finisco di compilare il modulo e mia figlia studia il profilo dei miei piedi con attenzione. "Papi tu sei un piede esplosivo" e, a quelle parole, Nani la squadra malissimo. Questa del piede esplosivo me la dovete spiegare, che significa? Significa che sono fortissimo a calcio, vero? Ma non sembra essere proprio questo: a quanto pare "piede esplosivo" vuol dire che i miei piedi non hanno molta grazia e delicatezza. Ci rido su e ammetto che mia figlia è una peste piena di sana fantasia. Nani si arrabbia: "Sorellina ma la mammina sta male e tu pensi ai piedini" la sgrida. In quel momento, però, l' idea di andare nel mondo di mio figlio passa in secondo piano perché Arya mi chiede di fare una videochiamata su FaceTime. "Bimbi andiamo sul lettone e dormiamo assieme?" domando io. Esultano e corriamo in camera prima di rispondere alla mamma. Ci ha chiamati per comunicarci che entro quattro giorni la opereranno. Vederla tramite uno schermo non è la stessa cosa e percepisco che a loro manca quasi più che a me. Mi chiedono tutti i giorni di lei e pregano che torni a casa sana e salva, ma non so come accompagnare i nostri bambini da lei, in sicurezza e senza che loro ne risentano a livello emotivo. Questo è uno scoglio che devo superare: lei è un punto di riferimento per tutti noi e non voglio nemmeno immaginare come diventerebbe la vita senza di lei. E sono sicuro che anche lei ha bisogno della sua famiglia in questo momento delicato. Donna forte e indipendente, ma con un cuore enorme e che sa di chi fidarsi nel momento del bisogno. Arya ti amiamo e lo sai anche quando non te lo diciamo. Tieni duro tesoro, io credo in te anche se a volte non sono bravo a dimostrarlo. La supereremo insieme, firmato Lennart, Vicky, Nani, Kylian e Mahalia.

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