Capitolo 26
"Cucciola è ora di alzarsi" sussurro a Vicky nell' orecchio. "NO!" grugnisce bruscamente girandosi dall' altra parte. "Dai Vicky, dobbiamo andare all' asilo" ma lei continua a fare i capricci. "Ok ti lascio altri dieci minuti, poi torno" e lei, con mia grande sorpresa, si mette a piangere. Mi avvicino a lei sedendomi anche sul letto. Per quanto sia tremenda e vivace, non è da lei fare tutti questi capricci la mattina quindi decido di accarezzarla e chiederle cosa non va. "Papi non mi sento bene" esclama con tono arrabbiato. Le porgo la mano sulla fronte ma non mi sembra calda. Per sicurezza prendo il termometro e le misuro la febbre via bocca. Come pensavo, non ha la febbre. Le chiedo cosa si sente. "Mi fa male la pancia. Ho freddo." esclama distesa con le mani sul pancino. La prendo in braccio e decido di accompagnarla in bagno. Credo abbia preso un virus perché le feci sono molto molli. Ha i crampi forti forti da quello che dice. Arya nel mentre si sveglia. "Amore abbiamo un problema, Vicky ha un forte mal di pancia e la diarrea. Credo abbia contratto una forma virale di qualcosa" e a quelle parole, Arya mi ordina di portarla a letto per il massaggino. "Mi fa male mami" urla. "Io direi di tenerla a casa oggi. Proviamo a farla addormentare." propone lei. Certo è che se continua bisogna consultare il pediatra, soprattutto se salgono febbre o inizia a vomitare. Io mi reco a portare Nani all' asilo e mi fermo a comprare dei prodotti per l' igiene personale che stanno scarseggiando. Rientro in casa e Arya mi chiede di fare silenzio perché la piccola sta dormendo e non vorrebbe svegliarla. Mi avvisa anche che, dopo un secondo episodio di feci molli, ha deciso di metterle un pannolino in via precauzionale. Avevo notato subito che ci fosse qualcosa che non andava: solitamente è l' unico momento della giornata in cui risulta la classica bambina angioletto perché ancora non è ben conscia della giornata che inizia. Sì, Vicky ci mette molto a svegliarsi, questo lo ha preso dal suo papi. Eccola che si sveglia di colpo e piange. Ci precipitiamo in cameretta da lei. Il problema è che mi ricorda me quando ho fatto l' appendicite: ora sta pure sudando freddo. La pediatra ci indica di portarla al pronto soccorso che potrebbe essere quella. Decido di accompagnarla io: essendo delicata la gravidanza di Arya non vorrei mai si prendesse qualcosa capace di compromettere la sua salute e quella dei piccoli. L' attesa è infinita, soprattutto per lei che continua a piangere e a dire che ha male. Senza contare che ho già cambiato due pannolini per le scariche di diarrea. "Lennart possiamo fare una foto assieme?" sento domandare dall' altra parte della stanza. Io, in quel momento, mi incazzo come non mai. "Ma ti sembra il momento di chiedermi una foto questo? Sto aspettando da un bel po' con la mia bambina che sta male e soffre" e sto tifoso mi insulta dicendomi che sono antipatico. Pur vedendo e sentendo la mia cucciola che piange e non riesce a stare seduta dal male. Perché non sono tutti come la mia fan preferita? Sono sicuro che si sarebbe messa ad abbracciare Vicky.
Finalmente ci chiamano e ci propongono subito un' ecografia e gli esami del sangue. La situazione non è delle migliori: i globuli bianchi sono molto alti e l' appendice non si vede chiaramente. Decidono di operarla oggi stesso, quindi avviso Arya. Prima di entrare in sala operatoria, la consolo un po' stringendole la mano. "Sai che anche papi ha avuto un grande mal di pancia?" le sussurro. Lei non sembra lucida per ascoltarmi.
Finché aspetto fuori dalla sala operatoria, mi guardo la mia cicatrice dell' intervento. Anche se so che non è invasivo e che è abbastanza veloce, ho un' ansia addosso che non potete comprendere a pieno: si tratta di una bambina di 5 anni che ancora deve completare il suo sviluppo e già è necessaria una modifica al suo piccolo corpicino indifeso. Resto al telefono con Arya che nel mentre ha accompagnato Nani a giocare da Giacomo: non ci crederete, ma da quando Nani e Giacomo giocano insieme, quest' ultimo ha cominciato a parlare un pochino di più.
Trascorsi circa 40 minuti mi chiamano per dirmi che l' intervento è riuscito perfettamente e che si trattava proprio di appendicite. Ora mi reco nella sua stanza e aspetto che si svegli. Nel mentre, Arya, nonostante le avessi detto di restare fuori da questo ambiente, arriva e le porta l' orso di peluche terapeutico. "Sto io qua la notte con lei, ci diamo il cambio" ma io insisto nel voler stare qua. Vicky apre leggermente gli occhi e abbraccia l' orsetto. "Come ti senti cucciolotta?" le domando accarezzandole il viso. Lei fa strani versi con la bocca, deve essere rintronata dall' anestesia. Quando si sveglia bene devo assolutamente mostrarle la mia cicatrice in modo che si senta meno sola.
Nel mentre, sopraggiunge un' infermiera con una specie di pappa non identificabile e dall' aspetto altamente discutibile. Provo ad assaggiarla e anche il gusto è abbastanza indecente. Di sicuro non è il famoso brodino Czyborra che cura tutti i mali. Il problema è che bisogna che pian piano riprenda a mangiare e il passaggio per questi cibi liquidi è inevitabile, ci sono passato pure io. Come da copione, Vicky non mangia nulla e io trascorro la notte in bianco dall' ansia.
La mattina seguente, con mia grande sorpresa, scopro che Nani non è andato all' asilo. "Devo proteggere la mia sorellina!" esclama con il suo solito sorriso contagioso. Io e Arya lo prendiamo in braccio e lo sediamo a fianco di lei. Lui le prende la manina. "Ti voglio tanto bene sorellina" le sussurra guardandola con gli occhioni. Lei si limita solo a ricambiare la stretta di mano. Deve essere proprio stanchissima: non gli ha chiesto nemmeno i piedini. Arya pensa che questo clima tra fratellini sia una delle cose più belle che possano capitare a qualcuno: anche lei ha un fratello che si chiama come me, ma per quanto gli voglia un mondo di bene, dieci anni di differenza sono sempre tanti. Lei sostiene che la vicinanza di età sia un bene per rapporti alla pari e sono d' accordo pure io, anche se con mio fratello non sempre vado d' accordo.
"Salve signori, come sta la piccola?" domanda entrando in stanza il chirurgo pediatrico che si è occupato dell' intervento. Ci stringe la mano e noi lo ringraziamo. "Chi sei?" domanda Nani ingenuamente. "Ciao piccolino, io devo controllare la tua sorellina" ma lui, d' istinto, la ferma con le mani. "Dai Nani, vieni qui con la mamma" lo chiama Arya, però lui sembra notare un pericolo che non esiste. Così, lei lo prende in braccio e lo coccola fuori dalla stanza. Io resto dentro con il medico ad assistere alla visita. "Papi mi dai il piedino sinistro?" e a quella domanda, tiro un sospiro di sollievo: non ci sono state conseguenze e lei si sta riprendendo. Il medico mi dice che è tutto a posto e che entro domattina la dimetteranno. Ma ecco che mi tocca uscire perché Arya ha delle contrazioni: strano dovrebbero nascere tra due mesi e mezzo i gemellini quindi chiamiamo una ginecologa subito. Nel mentre, provo a farla respirare e le do un po' di acqua. Sembra un po' calmarsi, ma la dottoressa la visita comunque, soprattutto dato il fatto che Nani era nato in sei mesi e con delle complicanze al parto prematuro. Per fortuna, si tratta di contrazioni di Braxton Hicks e sono del tutto fisiologiche come segno di preparazione al parto da parte del corpo. Non avendole mai sperimentate, lo spavento è stato del tutto legittimo, ma noi adesso non dobbiamo più preoccuparci perché il segnale chiave per distinguerle da quelle vere è la capacità di parlare.
Qualche giorno dopo, la piccola riprende pianino a giocare però è ancora molto stanca e non ha ripreso ad andare a scuola. "Come va il pancino?" le chiedo. "Va bene" si limita a dire. Certo è che ancora ha poche energie perché i cibi solidi vanno introdotti in maniera graduale. A quel punto, ci sediamo sul divano e io abbasso un po' i pantaloni. "La vedi quella? Ho la tua stessa cicatrice perché ho subito la stessa cosa" e lei mi guarda molto stupita. "Bene sei il mio papi. Siamo uguali" esclama frettolosamente. Io mi metto a ridere perché non so da dove le entrino in testa certe idee e da dove le escano certe frasi. Mi aspettavo che mi chiedesse come sono stato, se ho avuto paura. Nulla di tutto questo!
Beh, se c' è una cosa che ho capito di lei è che sa voltare pagina e andare avanti con la sua vita. Di sicuro questo piccolo incidente non l' ha abbattuta. Anzi, sembra proprio sbattersene altamente. Mi ricordo ancora quando è capitato a me: sono andato in paranoia per mesi. Ma questo di sicuro non è il momento per raccontarvi per l' ennesima volta dei miei problemi. Si guarda avanti, o almeno ci provo...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top