Capitolo 1

"Amore sono incinta!" mi comunica Arya non appena arriva a casa dal controllo medico. Mi si illuminano gli occhi e restano brillanti anche dopo una bella vomitata sulla mia maglietta. "Il medico mi ha detto di restare a riposo assoluto e di lavorare da casa perché sono disidratata dal vomito" aggiunge lei. Fin qui, lo avevo immaginato: erano giorni che vomitava senza sosta indipendentemente da cosa mangiasse. Nonostante tutto, lei si ostinava a fare la vita di prima, sebbene io le dicessi che non era il caso.
La faccio distendere sul divano e le porgo una confezione di sacchetti per il vomito che uso in caso di attacchi di ansia molto forti. "Lennart mi porteresti un po' di pane?" mi domanda con tono sofferente. Fortuna vuole che io lo abbia comprato fresco, quindi non serve nemmeno tostarlo. "Pane fresco di segale e quinoa per la mia principessa! Proprio quello che piace a lei, Sua Maestà" esclamo porgendole il piattino. Lei mi bacia. "Arya sai da vomito... hai un alito pessimo!" ridacchio cercando anche di sdrammatizzare. Ridiamo entrambi. Arya vomita di nuovo. Mi siedo sul divano con lei. Le stringo la mano in maniera molto forte. "Arya, so che adesso la starai insultando per via delle nausee invalidanti, ma si tratta della nostra creaturina, quindi cerca di vedere il lato positivo. Tra poco questo incubo sarà un sogno bellissimo" cerco di confortarla. Mi tolgo la maglietta. "Sei proprio sexy, sai?!" mi fa lei, cercando di camuffare il tono da malessere. Io le porgo il braccio dietro la spalla. Lei appoggia la testa su di me. Accendiamo un po' di tv e facciamo zapping. Ci imbattiamo su un film comico sulla gravidanza. La protagonista sembra esaurita. Io rido, ma Arya mi squadra. "Si dice che molte donne vengano tradite durante la gravidanza" ma io la interrompo perché entrambi sappiamo che io non sono tipo da queste cose. Ma lei, serissima: "Se fai una cosa del genere compro un bisturi, ti riapro le cicatrici del basso addome e ti rimetto l' appendice infiammata dentro" e quella frase mi fa spalancare gli occhi. "Ma lo sai che ti amo?" le rispondo io, cercando di sorvolare alle sue tenere minacce. In quel momento, Arya vomita ancora, ma sui miei addominali. Mi alzo e le porto la borsa dell' acqua calda. "Questo ti dovrebbe aiutare, ma dobbiamo assicurarci che tu non perda troppo peso, quindi dobbiamo trovare il modo per farti mangiare ed idratarti." spiego allarmato. Vado a farmi una doccia per pulirmi. Cerco di fare il più veloce possibile perché la mia compagna ha bisogno di me. Torno in salotto. "Lennart... mi passeresti il cioccolato con le nocciole?" mi domanda. Sono ben lieto di darglielo. Sono sorpreso: è riuscita a non vomitare per dieci minuti filati. Le inizio ad accarezzare la pancia ponendo le mani sulla maglietta. "Fai il solletico" sorride Arya. "Ciao piccolino! Io sono tuo papà! Come stai?" cerco di comunicare con il puntino dentro la pancia. Gli chiedo se gli piace il massaggino per la mamma. Arya sorride a trentadue denti. Mi accorgo che devo andare ad allenamento. Per fortuna arriva Nabil a casa mia che si rende disponibile a stare con lei. Arrivo a Pegli in ritardo. Il mister chiede spiegazioni. Lo prendo in disparte. "Mi scusi mister, ma la mia compagna ha appena scoperto di essere incinta e oggi ha vomitato più del solito, tanto che avevo paura di dover portarla in ospedale per una flebo." e lui, a quel punto, mi fa le congratulazioni e mi risparmia il regolamento delle multe per i ritardi. Aggiunge anche che è veramente felice per noi e che, a suo avviso, sto trovando la mia dimensione.
Torno dai miei allenamenti e sono distrutto. Noto che le hanno portato il macchinario per la flebo a casa. "Ho chiamato il pronto soccorso perché aveva ripreso a vomitare senza sosta, ho spiegato la situazione e i medici hanno preferito che lei stesse ferma immobile, quindi riceve eventuali cure da casa" mi spiega Nabil. Mi inchino davanti a lei. "Come ti senti amore mio" le sussurro mettendole una mano sulla fronte. "Sono tanto stanca, senza forze" mi risponde affaticata. Le do un bacino sulla fronte. "Sei bellissima" le confesso con un bellissimo sorriso. "Anche bianca pallida e con le occhiaie" aggiungo. Arya sorride e Nabil va a farsi un giro per lasciarci soli e ne approfitta per cercare un albergo, perché si rende conto che la situazione non è ideale e non vuole disturbare. Colpa mia anche che non gli avevo detto dell' iperemesi di cui Arya soffre perché, ingenuamente, pensavo durasse un paio di giorni e che fosse stato qualcosa di alimentare a farle male. "Arya vuoi mangiare qualcosa per tamponare?" ma lei mi confessa che vorrebbe solo dormire. In qualche modo, la prendo in braccio dopo averla staccata un attimo dalla flebo e la porto a letto. Torno correndo in salotto a prendere la flebo, gliela rimetto e mi metto il foglio delle sue istruzioni nella tasca dei miei pantaloni. Inizio a cantarle una canzoncina per bambini. Le vengono gli occhi lucidi e le scende una lacrima. "È la canzone che ti canto io quando hai gli incubi" mi dice. "Sì, lo so, volevo solo vederti sorridere" e lei cade delicatamente in un sonno profondo. Nel mentre, io vado nella stanza degli ospiti e mi metto a stirare. Da qualche tempo, ho imparato ad essere un bravo uomo di casa e aiuto volentieri la mia compagna con le mansioni. Devo dire la santa verità, stirare mi rilassa un sacco, soprattutto quando ascolto della musica con le mie cuffiette wireless. In questo momento c' è un silenzio pacifico in casa, il che mi fa stare calmo, in quanto la mia compagna sembra in uno stato di quiete. Arya è l' amore della mia vita e ci sono sempre per lei. Aiutarla e farla stare bene sono le mie priorità. Se penso a quando ci siamo conosciuti, non avrei mai scommesso che avrei potuto mettere su famiglia con lei. L' amore ha spazzato via gli attriti ed ora sarà la mamma del mio primo figlio. Ancora non riesco a realizzare che io sarò papà. Mentre stiro la mia camicia preferita, mi metto a piangere. Ora mi sento più sicuro di me stesso, ma il mio percorso di guarigione da una terribile depressione non è ancora concluso. I momenti di tristezza vengono ancora. Ora penso di essere un pessimo genitore e mi salgono alla mente tutti i ricordi del mio momento più nero: il ricovero, gli episodi di aggressività... in sostanza, io ho vissuto un vero incubo del quale porto ancora i segni. Vorrei parlarne con Arya, ma ha bisogno di dormire e non la disturbo. Sento un conato. Stacco il ferro e mi precipito nella nostra stanza a darle una sessione di calore umano. "Ti amo Lennart, non sai quanto" sussurra quasi piangendo dalla stanchezza. Nel mentre mi chiama Nabil, ma rifiuto la chiamata e gli scrivo che lo avrei contattato più tardi. Non appena Arya si riaddormenta, torno di là e sistemo i vestiti che ho stirato in colonne per poi metterli nell' armadio e organizzo le nuove lavatrici. Mi viene fame e vado a sbucciarmi una banana, approfittando per farmi una pausa di cinque minuti.
Lettori, questo è l' inizio della storia della mia vita se la mia compagna fosse sopravvissuta al malore che l' ha stroncata quel giorno. Lo so che è solo frutto della mia immaginazione, ma penso che sia bello darvi l' opportunità di raccontarvi quello che è accaduto in un universo parallelo, che avrebbe dovuto essere la mia futura storia familiare...
Ve lo racconto con le lacrime agli occhi, lei è una donna da onorare
Il vostro Lennart

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