In un'altra vita.
- HO DECISO. Stasera ci vediamo Il Signore Degli Anelli: Il ritorno del re, con quel figaccione di Orlando Bloom, per non parlare del sesso che ispira Aragorn! - urla dalle scale mia sorella. Quindi entra in camera con fare rivoluzionario, ma appena vede la mia faccia arrossata dal pianto cambia espressione.
- Ehy, sorellina...
Getta uno sguardo al telefono e capisce. Poi, stupendomi molto, prende il suo telefono e compone un numero.
- Pronto? Ci sei? Si, sono Angela. Per cosa ho chiamato? Osi anche chiedermelo, brutto pezzo di merda? Piuttosto ringrazia il cielo di essere ancora vivo. Se ti avessi avuto davanti ti avrei già spaccato la faccia. L'ha distrutta. Piange da giorni, brutto coglione. Faccia da cavallo. Burattino senza cuore. Fai schifo. S C H I F O. Ma chi ti credi di essere? Ma non te ne vai? Addio, mostro.
E chiude la chiamata.
- Ah, liberatorio vero? - domanda facendomi l'occhiolino.
Scoppio a ridere.
- Beh almeno ti ho strappato un sorriso. Quindi, che ne dici di spararci Orlando Bloom stasera?
- Mmh, volentieri - mugugno.
La serata passa così tra un commento sulla bellezza di Legolas e spicchi di pizza pepperoni. Quanto è amabile la pizza? È l'unica amica che non tradisce mai. E di sicuro non ti lascia, specie se è l'ultimo dell'anno. Okay, devo smetterla di pensarci. Però, quanto è stato stronzo, poteva almeno...
Mi risveglio dopo quelli che paiono secoli sul mio letto, al buio. Devo essermi addormentata alla fine del film. Mi adagio bene sul cuscino e prego di non sognarlo.
*una settimana dopo*
Oggi ho voglia di uscire. Sono rinchiusa in casa da troppo tempo. Infilo la mia amata tuta Adidas e prendo la bici per andare a fare un giro. Prima però mando un messaggio a David:
Da: Katy
- Grazie per aver provato in tutti i modi a distrarmi in questi giorni di pura depressione, fratellino. Non so cosa farei senza di voi. Vi voglio bene.
Invio, quindi infilo il telefono in tasca e salto sulla bici. Improvvisamente vedo un flash comparire dietro un cespuglio: un paparazzo all'attacco. Me ne frego dell'aspetto che ho e aspetto il secondo scatto con il dito alzato.
Oggi non sono in vena, desidero solo pedalare lontano e dimenticare tutte le sofferenze. Mi infilo una cuffietta e parte The One That Got Away. Raramente ascolto le mie canzoni, ma oggi è quello che ci vuole.
"Non avrei mai immaginato che
un giorno ti avrei perso" urla disperata la mia stessa voce.
- Sarai mia per sempre, lo sai vero?
- Non ci credo. Giuramelo.
- Stupida che sei. Te lo giuro. Contenta ora?
- Mmh, si - lo abbraccio - Non mi lasciare mai.
- Non potrei mai. Cioè, quanto mi ricapita una come te? Bella, brava, dolce, perfetta... Ma che sto dicendo. Questi aggettivi dicono troppo poco. Semplicemente, quanto mai mi ricapita Katy Perry?
Rido. "Katy Perry" è solo un nome. Sono una persona qualunque, e solo con lui mi sento completa.
- Potrei dire lo stesso di te. Quando mai mi ricapita Russell Brand? - ribatto con un sorriso.
- Hai proprio ragione - risponde con un'espressione strana. Viva l'egocentrismo di quest'uomo. Ma lo amo lo stesso.
- Ehy, scemo, ti amo.
- Anche io ti amo, panzerotta.
- Panzerotta?! E questo da dove lo tiri fuori?
Mi sfiora la pancia. - Indovina - sussurra.
La base di una canzone interrompe la discussione, che stava prendendo una piacevole piega.
"Summer after high school when we first met, we make out in your Mustang to Radio head..." trilla il suo telefono.
- Oh, ora metti le mie canzoni come suoneria?
Sono sorpresa. Molto.
- Si, il ritmo è carino - mi liquida - Pronto?
Cambia subito volto e si allontana. Vorrei seguirlo e sapere con chi sta parlando, ma rimango ferma sul divano. Mi fido di lui. Stiamo insieme, noi due. Stiamo insieme contro il mondo.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalle parole della canzone.
"In un'altra vita, sarei stata la tua ragazza. Avremmo mantenuto le nostre promesse, saremmo stati noi due contro il mondo. In un'altra vita avrei fatto in modo che restassi. Così non avrei dovuto dire che sei stato tu
quello che se n'è andato. Quello che se n'è andato..."
Riapro gli occhi di scatto e vedo una macchia bianca che si avvicina. Sbatto più volte le palpebre per mettere a fuoco, ma proprio non riesco a distinguere la figura. Finalmente, quando ormai mi trovo a pochi metri, la mia vista torna in funzione e capisco. Non è un qualcuno, è un qualcosa.
Una macchina.
Lascio i pedali e mi concentro sui freni, ma non faccio in tempo, e in pochi secondi mi ritrovo a distinguere i vari graffi che caratterizzano una delle portiere dell'auto. Sbatto gli occhi un'ultima volta, pregando che sia solo un sogno e augurando di svegliarmi presto, mentre la mia bocca si spalanca in urlo. In un ultimo disperato istante lascio andare anche i freni e porto le mani alla faccia.
Sento la bici accartocciarsi al contatto con la macchina e il mio corpo scivolare via. Con la poca forza rimasta provo ad aprire gli occhi e in lontananza vedo una persona correre verso di me.
Poi solo il buio.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top