Date.

Si avvicina "la data".
Cerco di non pensarci, di cacciare il pensiero in un angolino buio, di dimenticare tutto, ma non riesco.
Se solo non fosse successo tutto quel che invece è successo...
Mancano pochi giorni al 23 ottobre, giorno in cui sarebbero stati due anni. Due anni di litigate, delusioni, ma anche di amore.
Due anni di matrimonio.
Due anni, ancora stento a crederci, mi viene quasi da ridere. Non ci siamo mai arrivati, e non ci arriveremo mai. Sarebbe stato bello, credo... Ormai non lo so più.
Ma ho comunque il terrore di questa data.
Mi manca Russell? Non lo so.
Ma uff, non si potrebbe saltare direttamente al 24 ottobre, evitando il 23, che porta solo dolorosi ricordi?
- Ehy, piccola...
Il braccio di John si muove nel letto a cercarmi, e poco dopo lui prova ad aprire gli occhi.
- Sei già... mmh, sveglia? - continua.
- Si, ma non preoccuparti.
Muovo un po' la mano per aria, allontanando i pensieri che tormentano la mia mente. Cerco anche di sorridere, per non destare sospetti. Non so quanto John apprezzerebbe il fatto che stia pensando al mio ex marito il giorno del suo...
Oh mio Dio. Sono una cretina. Sbadata, e cretina.
- Oddio, John, amore, auguri di buon compleanno!!
Gli stampo un bacio sulle labbra per farmi perdonare la dimenticanza, ma lui mi prende a sè e allunga la cosa.
- Ehy, piano - riprendo quando si stacca - Devo arrivare viva alla cena di stasera!
- Cena?
- Ops, ho parlato troppo... Tu dimentica tutto!
E scappo in bagno per evitare domande.

- Sei bellissima.
- Me lo dici sempre.
- Perchè lo penso davvero. Sei di una bellezza rara, e mi piace ricordarlo, sia a te che a me stesso.
Con John, sorridere viene naturale. È così gentile.
Vedendo che non rispondo, continua:
- E soprattutto grazie di aver organizzato questa cena per me, per noi. È un sacco carino questo posto, come hai detto che si chiama...?
- ABC Kitchen!
Uno dei locali più alla moda della Grande Mela, nulla di che insomma.
John guarda con curiosità il menù e io penso a quanto sia stata fortunata nel conoscerlo. Certo, il nostro primo incontro è avvenuto in una situazione a dir poco tragica, e spesso litighiamo e ci lasciamo per sciocchezze, ma ci tengo a lui, e spero che tutto ciò si trasformi in qualcosa di serio.
- Primo o pizza?
- Mmh, queste son le scelte di vita.

- Ho una cosa per te - dico noncurante a fine cena, giocando con la fiamma del lume al centro del tavolo.
- Hai fatto una torta?
Lo dice apposta: sa che faccio schifo a fare torte. Anche se mi ero iscritta a un corso di cucina per lui...
- No, stupido, non voglio avvelenarti il giorno del tuo compleanno ahahaha, piuttosto, ho un regalo...
Frugo un po' nella borsa, finché non trovo ciò che cerco. Allungo le braccia verso John con il pacco stretto tra le mani.
- Ecco.
Ma lui, invece di prendere l'oggetto della discussione, posa le mani sulle mie e le accarezza. Potrei sciogliermi.
Ma a sciogliersi son soltanto le mie mani, che lasciano andare il regalo, il quale, dopo due o tre rimbalzi, termina per terra.
- Oddio, scusami - gli dico, mentre trafelata corro a raccoglierlo.
John sorride.
- Spero ti piaccia - gli sussurro.
Lui solleva la collana e il suo sorriso si fa ancora più grande.
- È bellissima!
Tiro un sospiro di sollievo. Sono felice.
Anche se il pensiero di quella data è ancora presente, in un angolino oscuro della mia mente.

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