Capitolo 11
Nella foto: Vladimir III Dracul
"Eros, invincibile fiera dolceamara."
(Saffo)
Kirsten's POV
Mi stiracchio, cercando di non svegliare Alexander in alcun modo. Il contatto con il pavimento e la sua pelle ghiacciata non è un granché per un buon risveglio, ma non posso dire di essere insoddisfatta. Lui dorme ancora. Sento i suoi capelli che mi solleticano la nuca, e vorrei che questo momento si prolungasse in eterno, inghiottendoci in una spirale di spensieratezza. La luce filtra ancora da quel piccolo pertugio tra le tende, sfiorandomi a malapena un piede. Il paesaggio è quasi surreale.
"Kirsten." La presa su di me si stringe un po', e Alexander si preme contro di me, portando il suo viso tra i miei capelli.
"Buongiorno anche a t..."
"Kirsten. Non te ne andare." Mi irrigidisco, voltandomi verso di lui e notando che ha ancora gli occhi chiusi. Sta... parlando nel sonno? "No. Faccio quello che vuoi. Faccio quello che vuoi."
"Alexander." lo chiamo, scuotendolo leggermente. Gli accarezzo i capelli, scendendo lungo il collo e poi passando alla schiena. Lui mugola leggermente, respirando una profonda boccata del mio profumo.
"Se è un sogno lasciami in pace, Rick." Ridacchio, ma questa affermazione mi fa pensare. Mi ha mai sognata? I vampiri sognano? Ho un ricordo di un episodio simile. E' qualcosa di indistinto, ma so di averlo visto sognare.
"Non sono Richard, pezzo d'asino." sbotto, alzando gli occhi al cielo. Lui socchiude gli occhi, scostando leggermente la coperta che mi aveva messo addosso poco fa. Allunga un dito verso il mio viso e mi tocca le guance, il naso, e poi riesce a ficcarmelo in un occhio. "Ahia! Cretino." Gli tiro un pugno sullo stomaco in un gesto di riflesso, ma lui non sembra curarsene, senza neanche fare una piega.
"Sì, sei proprio Kirsten."
"Sono di fronte ad un genio." lo prendo in giro, e lui ritorna nella posizione di prima, lasciando il braccio sopra la coperta. "I tuoi amici torneranno tra poco." gli ricordo, ma lui non mi da retta. "E anche Kyle." aggiungo, cercando di scacciare i sensi di colpa.
"Hai ragione." dice lui, puntellandosi su un gomito e guardandomi. "Credi che dovrei fare una foto e mandargliela?"
"Non ce n'è bisogno, tranquillo." Sbarro gli occhi, voltandomi lentamente e assistendo alla scena che non avrei mai voluto vedere: Kyle che mi guarda dalla porta della stanza, con le braccia incrociate e un ghigno a metà tra il disgustato e il furioso che gli deforma il viso. Mi metto subito seduta, senza dire una sola parola. Non potrei dire nulla per cambiare l'inevitabile.
"Kyle, io..."
"No." Alza una mano, chiudendo gli occhi per evitare di guardarmi. "Sta solo zitta."
"Amo queste scene." Fulmino Alexander con lo sguardo, che intanto rimane sdraiato sul pavimento, senza distogliere lo sguardo da Kyle.
"Sai Flinn, ho resistito alla tentazione di staccarti il cranio solo per amore di Kirsten." inizia il lupo, mentre le pupille degli occhi verdi diventano sempre più sottili. "Ma visto che lei ha espresso le sue preferenze." Anche i denti cambiano forma, trasformandosi in lunghe zanne acuminate. "Vorrà dire che smetterò di trattenermi." E' un attimo. Kyle esplode nei vestiti, balzando su un Alexander in boxer e addentandogli il collo con forza. Vedo i canini affondare nel muscolo della spalla, e il vampiro cerca in tutti i modi di scacciarlo, ma non c'è verso.
"Jordan, non costringermi a romperti il collo." ringhia, portando le mani sulla carotide ed iniziando a stringere la presa. Mi infilo velocemente una maglietta trovata lì sul pavimento, pensando velocemente a qualcosa da fare mentre quei due sporcano il pavimento di sangue.
Kirsten.
Mi volto di scatto sentendo il mio nome, ma non vedo nessuno dietro di me.
Lascia che prenda il controllo per un momento, tesorino. Solo cinque minuti.
Ma chi è?
Oh, che maleducata che sei. Abbiamo parlato solo poche ore fa.
Ah, sei il mostro incatenato?
Mostro. Che volgarità. Sono una demone, per essere precisi. Non c'è pericolo che ti controlli totalmente come l'ultima volta. Non sono più così profondamente radicata in te. Mi bastano cinque minuti per fermare quelli lì prima che facciano qualcosa di irreparabile.
Vorrei chiederle cosa, ma il rumore di un urlo di dolore mi fa distrarre. Alexander è riuscito a incatenare Kyle tra le sue gambe, e lui gli ha morso una gamba. Okay, decido, fai quel che devi, ma niente sangue.
Sarà fatto.
Sento un calore immediato all'altezza del petto, che si diffonde poi per il resto del corpo. Inizio immediatamente a tossire, avvertendo le fiamme che mi salgono in gola. Non credevo fosse così doloroso!
Non esagerare.
In un attimo il dolore sparisce, ed io ritorno in me, ma quando torno a fissare la scena è come se la vedessi attraverso un caleidoscopio. Ci sono cinque Alexander che stanno per soffocare cinque differenti Kyle. L'odore del sangue morto appesta l'aria, mescolandosi a quello vivo del licantropo. Odora di bosco. Bene, vediamo cosa posso fare.
Alexander's POV
Sarà un piacere rompere il collo a questo inetto. Un problema in meno a cui pensare. Sento la trachea sotto al suo pelo e la carne della gorgiera, e stringo più forte, guardando deliziato quegli occhi verdi che sbucano fuori dall'orbita.
"Alla fine me la sono ripresa, cagnolino. Credevi davvero di riuscire a tenertela?" Non può parlare, ma posso sentire i suoi pensieri entrare nel mio cervello.
Uccidimi e la sola cosa che terrai sarà un biglietto di sola andata per il buco da cui sei uscito.
Mi blocco all'istante, soffiando di fronte a quello sguardo soddisfatto. Lo stronzo mi sta minacciando mentalmente?
Avrai anche quattrocento anni, ma il problema di voi vampiri è che continuate a ragionare come adolescenti.
Stringo più forte la presa, aumentando il peso sul suo osso. Presto si spezzerà. Posso già pregustarne il rumore. Il sapore del suo sangue.
"ADESSO BASTA!" Un'onda d'urto mi coglie in pieno, sbalzandomi lontano da Jordan. Batto la testa contro al muro e cado a terra, leggermente intontito. Sto per rialzarmi, ma una fitta dolorosa al petto mi fa ricredere, costringendomi all'immobilità.
"Sta iniziando ancora. Non ora." Alzo lo sguardo e noto che Kyle è tornato alla sua forma umana, ed è nudo come un verme.
Fantastico. Ora avrò gli incubi.
Lui però non mi sta osservando a mia volta, ma fissa un punto alla mia destra. Seguo il suo sguardo, e con mio grande stupore noto che l'unica cosa rimasta in piedi nella stanza è Kirsten. I suoi occhi hanno qualcosa di strano. Mi ci vogliono esatamente tre secondi per capire cosa: l'occhio destro è del suo normale marrone. Lo stesso che stavo fissando poco tempo prima, ma il sinistro... è rosso!
"Siete solo due mocciosi viziati, ed io non sono il vostro giocattolo!" urla, battendo un piede a terra. Una lunga crepa parte dalla punta della sua scarpa, raggiungendo la mia mano. Non è possibile.
"Ma che cazzo..."
"Zitto, Kyle."
"Ma..."
"Zitto. Quella non è Kirsten." sussurro, cercando di avvicinarmi a lui. Riconosco quell'occhio, e riconosco anche la prima volta che li ho visti. Il giorno in cui Caleb fu ucciso, nei sotterranei della Lega dei Cacciatori. "Si chiama Chire. E' una Portatrice di Luce."
"No, genio. Sono sempre io." mi corregge lei, leggermente stizzita. "Questa tizia mi sta solo dando una mano per..." Kirsten si blocca un attimo, aggrottando le sopracciglia come se fosse in disaccordo su qualcosa. "Okay, va bene. Scusami tanto." borbotta poi, ma non credo parli con nessuno di noi. Io e il licantropo ci fissiamo per un breve istante, e lui alza le spalle, quasi a voler ribadire il fatto che lui non sappia cosa stia succedendo. Si è infilato i miei pantaloni, ma non posso dire che mi dispiaccia. Dovrò solo bruciarli dopo. "Volevo dire: Chire mi sta solo dando una mano. Così va bene?"
"Ma con chi sta parlando?" sussurra Kyle, dall'altra parte della stanza.
"Credo che la demone sia nella sua testa. Ma come è possibile? L'abbiamo estratta anni fa."
"HO DETTO ZITTI!" Mi sento afferrare per i capelli, e in un secondo vengo sbalzato accanto a Jordan, con Kirsten davanti a noi. I pugni stretti lungo i fianchi. "Sono stanca dei vostri continui litigi. Basta solo che ve lo misuriate per vedere chi ce l'ha più grosso."
"Ovviamente io." borbotto, ma non credo sia il momento adatto, perché quando lei mi fulmina con gli occhi bicolori sento il calore aumentare a dismisura. E' come se mi stessero bruciando vivo.
"Alex è stato rapito e voi pensate solo a litigare! Stefano è morto, Caleb se ne è andato, l'Incantatore vi sta fregando sotto al naso, e voi pensate ad una donna. Gli esseri umani sono veramente degli inutili scarti."
"E' sempre un piacere risentirti, Chire." Lei sorride, alzando una mano in quei gesti frivoli che l'hanno sempre caratterizzata.
"Ciao, giocattolino mio. Ti sono mancata?" Rabbrividisco al solo pensiero di quella specie di stupro che aveva attentato nei miei confronti durante il soggiorno a Roma, e non la degno di una risposta.
"Comunque sapete che non sono brava a mantenere i collegamenti, quindi vado dritta al sodo. L'Incantatore aveva pianificato tutto. Sapeva quello che stavi combinando, Alexander, e ha fatto in modo che Kyle tornasse a casa."
"Aspetta. Quindi non è stata Kirsten a chiamarmi?" Scuoto la testa, in contemporanea con il corpo davanti a noi.
"Oh Satana. Certo che sei stupido. No. Non è stata lei. Lei stava scopando teneramente con il tuo amicone." dice, indicandomi con un gesto veloce della mano. "L'Incantatore è uno di voi, Flinn. Qualcuno di cui non sospettereste mai." sibila, tornando seria. "Qualcuno a cui è stato fatto tanto di quel male da spingerlo alla vendetta più atroce."
"Ma chi? Non ho nemici così. Perché dovrebbe volermi morto?" chiedo, mettendomi seduto. Lei scuote la testa, facendo spallucce.
"Questo non posso dirtelo. Sappi solo che l'incantesimo di rivelazione e possessione delle anime richiede un notevole dispendio di energie magiche. Lui sta controllando più di tre anime in questo momento, molte delle quali sono streghe, quindi altri esseri magici che necessitano di più potere da utilizzare. Il vostro nemico si sta uccidendo da solo, ma questo semplicemente perché il suo obbiettivo finale è solo ucciderti, Flinn, poi non gli importerà più di vivere." Ma chi è? Chi potrebbe odiarmi tanto da uccidersi per me?
"Caleb non può essere. Lui non mi odia così tanto. Philippe Donovan?"
"Lui è morto, vampiro. Pensa in grande." Pensa in grande... pensa in grande... L'Incantatore aveva detto qualcosa che mi era suonata familiare, ad un certo punto del mio sogno.
"Estirpare il problema alla radice. Me lo diceva sempre Vlad." mormoro tra me e me, e vedo Chire aprirsi in un largo sorriso.
"Bene. Sei sulla pista giusta, ma ti conviene muoverti prima che il nemico colpisca ancora. Ricorda che non sei solo in questa cosa. Tutti i tuoi amici sono in pericolo. Derek. Joshua. Richard."
"Caleb." Lei annuisce, poi posa il suo sguardo rosso-marrone verso Kyle.
"Anche tu, licantropo. Una delle anime che egli controlla è Cory Mason, il Lican che sta decimando il tuo branco. Uccidi lui, e ucciderai il tuo problema." Fa una breve pausa, portandosi una mano alla fronte come per fermare un mal di testa. "Ma state attenti. Avete davanti l'essere più potente che il mondo abbia mai visto. Noi demoni possiamo vedere il futuro, sapete? Ed io ho dato un'occhiata al vostro."
"E cosa hai visto?" chiedo, portandomi una mano sul cuore, che ormai ha preso a battere all'impazzata. Lei si dirige verso il centro della stanza, per poi voltarsi nuovamente verso di noi e farci un occhiolino amico.
"Credimi. Non vuoi veramente saperlo, ma mettiamola così: l'Incantatore è l'ultima persona che vi aspettate." Detto questo chiude gli occhi, e quando li riapre sono entrambi di quel tranquillo e rassicurante marrone. Kirsten ci fissa entrambi per un minuto, prima di togliersi di dosso la mia maglietta e lanciarmela, rimanendo in biancheria.
"Vestitevi in fretta e chiamate gli altri. A quanto pare dobbiamo fare una visitina veloce al Conte Dracula."
Non mi ci vuole molto per avvisare Guido e Laurance del nostro arrivo. Basta un veloce messaggio sul telefono e un breve avviso mentale. Il problema sta nel viaggio che va dalla casa di Kirsten all'officina. Devo ammettere che nella mia lunga vita non avevo mai vissuto un momento così sconveniente. Sembriamo usciti da uno dei libri della Meyer. Il vampiro e il lupo mannaro che si contendono la ragazza. Anzi, non c'è nessuna contesa. Kirsten è mia.
"Non dovresti avvisare anche gli altri invasati?" chiese Kyle, accendendosi una sigaretta e portandosela alla bocca. E' la prima parola che avverto in questo scomodo viaggio in macchina. Avrei potuto usare la super velocità, ma mi rifiuto di prendere Kyle in braccio e Kirsten non voleva lasciarlo indietro.
"Sono con la strega per fare l'incantesimo di localizzazione. Non voglio distrarla." ringhio, con le mani in tasca. La conversazione termina lì, e se potessi tirerei un sospiro di sollievo quando vedo la porta scrostata di quella catapecchia. Ci fermiamo tutti e tre davanti all'uscio, ma quando sto per allungare la mano ed aprirla rimango immobile. C'è qualcosa che non va.
"Allora? Non voglio fare notte." Kyle mi tira una spallata, e prima che possa fermarlo poggia la mano sulla maniglia e la muove, forzando leggermente la porta per aprirla. Un secondo dopo è a terra, steso da quello che a prima vista mi era sembrato un proiettile, ma che in realtà è solo quell'idiota di Guido.
"Wow. Vladimir è incazzato, vero?" dice Kirsten, e il moro si limita a guardarla malamente, prima di notare cosa ha sotto il sedere.
"Oh, guarda un po'. Ho pestato una merda."
"Ti dispiace togliere quel culo ossuto dal mio sterno?" ringhia Kyle, con le braccia aperte sul marciapiede. Guido non se lo fa ripetere due volte, spolverandosi i pantaloni e porgendogli una mano per aiutarlo. Lui la accetta volentieri, facendo lo stesso gesto.
"Che sta succedendo lì dentro?" chiedo in fretta, cercando di sentire altri rumori.
"Niente di che. Solo Vladimir che ha provato a liberarsi dalle catene alla verbena. Adesso dovrebbe essere innoquo, ma Laurance sta tentando di intontirlo con qualche visione spaventosa." Tremo al pensiero del mio mentore trattato come un animale, ma poi ricordo quello che mi ha fatto, ed allora tutta la poca umanità che acquisto quando sono vicino a Kirsten si disperde nell'aria. Il cielo è ancora fittamente annuvolato, ma devo entrare in un posto coperto prima che si schiarisca.
"Dobbiamo fare una chiacchierata. E' in condizioni di parlare?" chiede lei, ma non aspetta una risposta, scostando Guido con una mano ed entrando senza aspettare. Io e Kyle ci scambiamo un'occhiata velcoe, poi entrambi alziamo le spalle, senza niente da dire. Guido ci squadra entrambi, aprendosi in un mezzo sorriso.
"Cosa fanno le donne, vero ragazzi?" dice, prima di entrare a sua volta. Ci sbrighiamo a seguirlo, senza commentare. L'officina è scura. Le tende tirate.
"Non vedo un tubo!" si lamenta Kirsten, portando le mani avanti per evitare scontri. Io invece ci vedo benissimo, e noto lo scempio in cui si è trasformato il garage. La macchina che il signore prima di noi stava sistemando è ribaltata, e l'olio motore è dappertutto. Vlad deve aver lottato parecchio, anche se indebolito dalla mancanza di sangue. "Oh mio Dio, Kyle. Quegli occhi mi fanno impressione!" Mi volto all'istante, e noto che il licantropo ha assunto i suoi occhi da lupo, verdi e luminescenti.
"Sei disgustoso." borbotto, e lui per tutta risposta mi mostra le zanne.
"Almeno non funziono come un parassita."
"Alexander. Quante volte ti ho detto di non stuzzicare i licantropi?" Mi blocco all'istante, guardandomi intorno con fare veloce. Siamo davanti alla stanza che era stata assegnata a Stefano, e qualcosa di peloso mi tocca le gambe. Il cane di Josh guaisce timidamente, ed io lo scosto con un piede. Non mi sono mai piaciuti gli animali. Laurance è appena fuori dalla porta, e fissa attentamente l'entrata, in uno stato di profonda concentrazione. "Sei sempre il solito. Continui a disobbedirmi."
"Sono qui per parlare, Vlad. Non ti conviene stuzzicarmi ancora." mormoro, guardando dentro la stanza, dove il vampiro è legato con delle catene incantate al muro. L'odore di carne bruciata e verbena mi riempie le narici, ma ho sentito di peggio.
"Non era mia intenzione. Non era mai stata mia intenzione quella di farti del male."
"Sempre la solita solfa." Kirsten si piazza davanti alla stanza, poggiandosi allo stipite ed incrociando le braccia. "Senti, quando l'Incantatore ha fatto visita a Alexander ha detto una frase particolare. Estirpare il problema alla radice. Ti dice qualcosa?" Vlad alza un sopracciglio, per poi scuotere la testa.
"Tanta gente dice quella frase. E' un luogo comune."
"Che hai inventato tu nel 1432." gli ricordo.
"Non so davvero nulla di questo Incantatore, ma se è riuscito ad entrare nella testa di Alexander vuol dire che è ancora più potente di quel che immaginavo. Comunque, conoscendo il mio ragazzo, sarà riuscito a farlo incazzare un po'." Ripenso all'immagine dell'uomo nel sogno. A quella ciocca rossa che gli è finita sulla fronte...
"Sì. Sembrava che la magia che stesse usando stesse anche perdendo effetto. Ha iniziato a cambiare. Credo di aver visto un pezzo del suo vero volto."
"Cosa? E che aspetti a dircelo?" Alzo le spalle alla sfuriata di Kirsten.
"Non mi sembrava importante." E' vero. Non avevo minimamente fatto caso a quell'unica ciocca rossa. Forse è un tocco di vanità.
"Invece lo era. Descrivicelo." Sospirai, riportandomelo alla mente.
"Aveva gli occhi e i capelli scuri, con una sola ciocca rosso vivo. Zigomi alti... poi non ho visto altro."
"Una ciocca rosso vivo dici..." Posso sentire i le rotelle del cervello di Vlad lavorare sfrenatamente, così come quelle della gente intorno a me. Non capisco cosa stia succedendo. Cosa hanno di importante dei capelli? "Il fatto che sia un vampiro... ma che abbia anche le potenzialità di un mago... potrebbe anche essere, ma non mi spiego come." Sta un attimo in silenzio, poi sbarra gli occhi, e sembra avere uno scatto che però è bloccato dalle catene. "Oh cazzo! Alexander, dovete ritrovare vostro figlio." grida, e sembra quasi nel panico.
"Questo lo sappiamo, genio." lo prende in giro Kyle.
"No. Non capite. L'Incantatore potrebbe usarlo per..." E' un attimo. Un battito di ciglia. Un minuto prima Vlad è davanti a noi, e un minuto dopo è scomparso, inghiottito dal buio della stanza. Le catene penzolano nel vuoto come inutili cadaveri.
"Ma cosa..." Il silenzio cala, opprimente, poi una lieve risata, ed una frase che non avrei mai dimenticato.
"Mi manca solo un pezzo per la mia collezione, e poi finalmente potrò dedicarmi al mio vero obbiettivo, Alexander."
Quale poteva essere il pezzo mancante? Avevamo provato a scoprirlo in tutti i modi, ma non c'era stato verso. Nonostante le ore insonni a pensare e macchinare ipotesi, la paura in cui l'Incantatore ci aveva intrappolati era qualcosa che ci impediva di agire.
"Ecco fatto. Lettera al Consiglio spedita. Adesso conoscono quello che ha fatto Vladimir con l'essenza... e anche che è stato rapito, ovvio." Derek entra in camera, mentre io e gli altri stiamo ancora pensando a quale possa essere quell'ultimo pezzo. "Ehi, dove sono Kirsten e Michelle?" chiede, sedendosi accanto a me.
"Non farmici pensare. Sono andate a lezione."
"A lezione? Sono impazzite? Con l'Incantatore nei paraggi?" Alzo le spalle, soffocando un gemito stressato. Ho tentato di tenerle a casa, ma loro hanno detto che se avessero fatto un'altra assenza sarebbero state eliminate dal corso. Afferro la foto che Kirsten aveva trovato nell'album, quella con me che tengo in braccio un bambino di otto anni. Deve essere l'Incantatore ad interpretare il mio personaggio, ovvio, ma perché.
"Mi sarebbe bastato questo." ripeto, grattandomi la testa. Cosa? Cosa gli sarebbe bastato?
"Alex sta crescendo a vista d'occhio." mormora Rick, guardando la foto. Annuisco, distratto. Il mio cervello sta andando a fuoco.
"Allora: ricapitoliamo." Laurance porta le mani in aria, attirando la nostra attenzione. "L'Incantatore è un mago/vampiro che ce l'ha a morte con Alexander. Nelle sue mani ha Tania ed Elisa, le due streghe; Cory Mason, il Lican e Stefano Accogli, il vampiro. Per non dimenticare Vlad l'Impalatore, che però potrebbe essere ancora vivo. Sappiamo che ha il bambino prodigio di Alexander, ma non il perché."
"Ha tutte e tre le specie. Strega, licantropo e vampiro." dice Guido, prendendo un sorso di rum dal bicchiere di vetro del servizio buono di Kirsten.
"E sta decimando i licantropi." mormora Kyle, messosi su una poltrona di fronte a me.
"Il Concilio lo cerca, e anche i tizi in pigiama nero."
"I Deimonios? Già, ma loro hanno detto che era un demone." borbotto.
"Se è per questo, lo hanno detto anche di te."
"Non me lo ricordare." Mi infosso nel divano al ricordo di me legato come un salame. Umiliato come l'ultimo dei novellini. Un demone. Un demone...
"Sappiamo anche che si sta uccidendo, quindi a questo punto e del suo piano deve essere molto debole." dice Josh.
"Già, e che è uno di noi. Uno molto vicino a noi." Un vicolo cieco. Ecco dove eravamo. Anche con tutti quegli indizi non riuscivamo a trovare un cazzo di indiziato!
"Non dimentichiamoci di quella famosa ciocca rossa."
"Quella può essere ricondotta alla parte demoniaca del soggetto." dice Derek, sovrappensiero.
"E se fosse un altro della Lega? Come Philippe."
"Potrebbe essere, ma non credo che si concentrerebbe solo su di me. Non ce l'ha neanche con voi. Vuole solo me. Perché?" Qualcuno suona al campanello, e ci immobilizziamo. Potrebbe essere l'Incantatore. Adora le entrate in scena spettacolari, anche se suonare ad un campanello sarebbe solo segno di stupidità... oppure ostentazione di potere. Mi alzo per aprire. La mano che suda intorno al pomello, ma fortunatamente quelle che mi ritrovo davanti sono le facce di Jay e Thomas, di ritorno dalla base.
"Salve, pecorelle smarrite. Portiamo buone novelle." dicono, meritandosi una porta in faccia che Jay ferma prontamente, infilando un coltello tra stipite e porta. "Sei un maleducato." mormora, entrando con il suo amico.
"E tu un idiota. Ora possiamo andare avanti?" ringhio, evidentemente di pessimo umore.
"Che cosa avete per noi?" chiede Guido, mentre i due di mettono in mezzo a noi, poggiando un foglio sul tavolino.
"Ecco le analisi del sangue di Flinn." dice Tom, aspettando che chiediamo cosa dicano per parlare ancora. "A quanto pare nei tuoi globuli è presente una piccola quantità di sangue di demone. Ecco il motivo per cui il tuo cuore ha ricominciato a battere quando sei entrato in contatto con Kirsten. Ci è stato riferito che lei era uno dei contenitori dei due Portatori di Luce che quegli invasati della Lega dei Cacciatori stavano cercando da anni. Sarebbe stato un dettaglio utile, tanto per farvelo sapere."
"Devo aver assimilato il suo sangue quando mi sono cibato di uno dei contenitori come primo pasto."
"Ottimo." dice Jay, stravaccandosi su un pezzo di divano. "Almeno questa storia è conclusa. La bussola è molto sensibile. Ed ecco perché il tuo cuore ha ripreso a battere: la vicinanza con il demone ha riattivato le tue cellule demoniache, che hanno rimesso in moto il tuo corpo. E' anche il motivo per il quale tu e Kirsten vi siete sempre attratti l'un l'altro." dice, e quelle parole sono di una semplicità disarmante. Quindi non esiste nessuna storia d'amore. Nessuna poesia vecchia di millenni per spiegare quello che c'è tra noi. E' pura genetica. Ci attraiamo a vicenda perché io ho una parte che la cosa dentro di lei rivoleva. Ma questo era quando Kirsten era ancora un contenitore. Adesso è un umana, eppure mi ama. Lo ha detto. Questo mi rassicura.
"Okay, quindi questo fantomatico tizio è un demone/vampiro con poteri magici e una ciocca rossa. Niente di che, insomma." sbotta Josh, inghiottendo il secondo bicchiere di liquore della mattinata. Vorrei avere il suo autocontrollo. Credo di essere arrivato al quinto, e il fatto di non poter uscire per via della splendida giornata che ha illuminato Londra non mi aiuta.
"Secondo me faremo tutti la fine di Caleb." dice Guido, ed io lo fulmino con lo sguardo.
"Sta zitto. Caleb non è morto."
"E tu come fai a saperlo? Vi ha abbandonato dopo la morte della sua ragazza-vampiro. Cosa tenera, se fossimo in un fottuto romanzetto Harmony." Beve ancora, ed io faccio altrettanto. Non voglio fare scenate, e neanche pensare a Cal.
"Lo so e basta. Andiamo avanti."
"Cosa fate?" chiede Jay, preferendo dell'acqua all'alcool.
"Supposizioni sull'identità dell'Incantatore. Ci è stato detto che è uno di noi. Il problema è che, quando Vlad è stato rapito, eravamo tutti insieme." Sospiro, non sapendo cosa altro fare se non stare fermo e aspettare la prossima mossa dell'Incantatore. Questa volta colpirà basso, ne sono sicuro, ma non ho la più pallida idea di come fermarlo.
Kirsten's POV
Uscita dall'università, mi dirigo con Michelle verso la sua macchina, appostata alla fine del lungo parcheggio affollato.
"Cugina di una delle streghe più potenti del mondo e non sai trovare un cazzo di parcheggio decente." dico, sudando sotto al sole. Lei alza le spalle, tenendo stretti i suoi libri.
"Non lamentarti e cammina." Sembra fresca come una rosa. Deve avere qualche asso nella manica per non sentire quel calore soffocante. Mi fermo un attimo, poggiandomi ad una Volvo rossa.
"Vai avanti tu. Io non ce la faccio." Michelle alza gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Okay. Però rimani qui. Torno tra un attimo." dice, poi si incammina verso l'altra parte del parcheggio. Mi faccio vento con il blocco per gli appunti, togliendomi il maglioncino che avevo indossato per proteggermi dalla brezza gelida della mattinata, che adesso sembra solo un vago ricordo.
"Scusa." Mi volto verso destra, dove un ragazzo abbastanza alto mi offre un po' della sua ombra. Si sistema gli occhiali rossi, sorridendo in maniera tirata. "Sapresti dirmi dove si trova la caffetteria dell'Università? Sono nuovo e... beh... mi sono perso." ridacchia in maniera imbarazzata, scrutandomi con gli occhi chiari.
"Ehm, vai sempre dritto e quando sei davanti alla porta del dormitorio femminile gira a sinistra. Dovrebbe essere lì intorno, ma non so quando potrebbe esserti utile un cappuccino caldo."
"Già. Qui sembra di essere in Africa." concorda, e scopro che è simpatico. E' sempre un bene incontrare persone spiritose, di questi tempi. "Senti, mi pesa chiedertelo, ma potresti accompagnarmici? Ti offro un caffé." Mi guarda meglio, aprendosi in un sorriso. "Oppure una busta di ghiaccio."
"Sono già impegnata, ma grazie dell'invito." Con un vampiro che, se ti vedesse, ti dissanguerebbe bevendo dalla tua spina dorsale come se fosse una cannuccia.
"No. E' un caffé senza impegno, tranquilla." dice, e ad un tratto mi sento idiota per aver pensato che volesse provarci con me.
"Veramente starei aspettando una mia amica." mormoro, guardando verso la fine del parcheggio, dove la macchina rossa di Michelle sta venendo proprio verso di noi.
"Allora potete darmi un passaggio? Ti prego. Sono disperato." Mi guarda teneramente, aggiustandosi ancora gli occhiali sotto al ciuffo biondo. Michelle mi arriva davanti in quel momento, guardando il ragazzo dal finestrino della sua macchina. Le spiego brevemente la situazione, e lei acconsente, senza fiatare. Mi siedo sul sedile anteriore, mentre lui si accomoda in quello posteriore.
"Come ti chiami, bello?" dice, rimettendo in moto l'auto.
"Theodore. Studio architettura." Theodore. Questo nome mi fa sobbalzare un attimo, ma mi rilasso subito sul sedile, sperando che nessuno mi abbia visto.
"Io sono Michelle, e la rossa è Kirsten. Non ti abbiamo mai visto."
"Il campus è grande, e poi mi sono appena trasferito dalla Romania."
"Romania, eh? La terra dei vampiri." Guardo Michelle di sottecchi, e lei mi sorride dallo specchietto retrovisore. "Non lo sarai mica anche tu, vero?" Theodore ride di gusto. Una risata troppo forte per una battuta mediocre.
"Anche se lo fossi, non te lo direi. Altrimenti non potrei mangiarti mentre dormi."
"Non fa una piega." Già. Davvero un tipo simpatico.
"Sei venuto a Londra per studiare architettura?"
"Anche, ma il mio obiettivo principale è un altro." dice, e quelle parole: il mio obiettivo principale, mi fanno gelare il sangue nelle vene. Calmati, Kirsten.
"E sarebbe?" Perché Michelle fa così tante domande? Theodore sorride, poggiando i libri accanto a sé.
"C'è una persona che non vedo da tanto, e mi piacerebbe passare un po' di tempo con lei."
"Hai attraversato l'Europa per una ragazza?" chiedo, e lui fa spallucce, continuando a sorridermi.
"Una specie."
"Magari ci fossero più tipi come te, in giro." dice Michelle, parcheggiando davanti alla caffetteria.
"Molti non direbbero la stessa cosa." borbotta, prima di scendere e chiudersi la porta alle spalle.
"Grazie di tutto, ragazze. Potrei offrirvi un caffé per ricambiare?"
"Certo." Prima che possa rifiutare, Michelle mi ha già trascinata giù dall'auto. Ordiniamo tre caffé freddi e ci sediamo ad un tavolino. Theodore è amabile. Parla tranquillamente della sua vita: padre assente, madre morta quando era piccolo. Una storia triste, a tratti.
"Sono sempre stato diverso dagli altri. Non saprei dire in che modo, ma il mio tutore legale mi ha aiutato molto."
"E il tuo tutore che tipo è?" chiedo, masticando un po' di ghiaccio.
"E' il migliore amico di mio padre. Severo, ma giusto."
"Ehi, dicci qualcosa in rumeno." dice Michelle, e Theodore ride, chiedendole cosa voglia sentirsi dire. "Ti voglio bene." esclama, esaltata, ed il ragazzo mi osserva per un momento, prima di scandire attentamente: "Te iubesc." Sbarro gli occhi, ricordandomi le parole che avevo sentito dire dall'Incantatore, quando mi ha mostrato mio figlio per l'ultima volta. Il sorriso di Theodore si affina, come se sapesse di avermi fatto capire qualcosa. No. E' impossibile. Mi alzo di scatto, rovesciando il mio caffé.
"Kirsten. Che ti prende?" mi ammonisce Michelle, ma io non le presto attenzione, continuando a fissare un Theodore ancora sorridente.
"Già, Kirsten. Che ti prende?" dice, ed è quasi una presa in giro.
"Sei tu." sibilo, e Michelle mi osserva senza capire. Theodore, al contrario, si alza tranquillamente, avvicinando il viso al mio.
"Ciao anche a te, anya." Ancora quella parola, ma adesso non importa.
"Michelle. E' lui. L'Incantatore."
"Cosa?" grida, attirando l'attenzione di alcuni presenti. Ci ha portato in un luogo affollato di proposito. Perché? Cosa vuole?
"Credo che ci convenga sederci e parlare come persone civili. Non credi?"
"Tu hai ucciso Tania ed Elisa." ringhio, ma lui scuote la testa, indicandomi un tavolino a pochi passi da noi.
"Vuoi dire loro?" Mi volto di scatto, notando la testa bruna di Tania e quella biondiccia di Elisa. Con loro, seduti comodamente a prendere un caffé, ci sono anche Cory e Stefano. "Ora siediti, Cacciatrice." disse, risiedendosi e prendendo un sorso di caffé freddo. "Abbiamo molte cose di cui discutere."
Domanda: secondo voi chi sarà l'Incantatore?
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