Capitolo 10
Nella foto: Jay e Thomas
"Ogni sistema fisico ha un limite di sopportazione ben definito.
Se si supera anche di poco quel limite
il sistema collassa."
(Teoria del caos)
Kirsten's POV
"Kirsten." Apro gli occhi lentamente, ignorando il mal di testa per la botta. Rimango quasi delusa quando davanti a me non trovo più l'Incantatore e Cory. Mi aspetto di vedere i Mystic o i Creed, invece sono da sola. Impossibile. Qualcuno deve pur avermi chiamata. "Cacciatrice. E' un piacere rivederti." Mi volto di scatto, sbarrando gli occhi quando noto che dietro di me c'è qualcuno. Qualcuno incatenato a catene che hanno la loro origine in pareti che però adesso non riesco a vedere. E' una strana visione. Le braccia aperte come un Cristo in croce, ma il corpo da donna totalmente nudo che contrasta con l'immagine sacra a cui potrebbe rimandare. Le squame rosse che le ricoprono metà del corpo, lasciando l'altra metà protetto solo da una pelle candida. Ha i capelli rossi, troppo lunghi per i miei gusti, che le ricadono davanti al viso e le coprono il seno. "Sapevo che saresti tornata, un giorno. E come sta Flinn? E' sempre così carino?"
"Chi diamine sei tu?" dico, lasciando perdere il tono amichevole con il quale quella creatura cerca di relazionarsi. Finalmente alza lo sguardo verso di me, abbagliandomi con due enormi occhi rossi. Le labbra scarlatte si incurvano in un sorriserro compiaciuto, che lascia intravedere la dentatura acuminata e la parte del viso destra, ricoperta di squame rosse come il resto.
"Ma come? Non ti ricordi di me? Eppure abbiamo passato così tanto tempo insieme."
"Senti, evita i giri di parole, chiunque tu sia. Non ho tempo da perdere." Mi guardo intorno velocemente, e impreco a fior di labbra. Si può sapere dove sono finita? Deve essere opera dell'Incantatore. Forse si sta divertendo a giocare con me.
"Modera i toni, ma fortunatamente per te neanche io ne ho molto, quindi sarò breve." Scosta leggermente le catene, che tintinnano delicatamente, producendo un suono aggrazziato che però la ragazza non sembra apprezzare. "Ho bisogno di te. Dopo che Flinn ha operato la nostra separazione io sono rimasta intrappolata negli Inferi, e per di più senza il mio amato fratellino. Posso aiutarvi ad uccidere l'Incantatore e riavere quel marmocchietto, ma in cambio voglio qualcosa." E' pazza? Non la conosco neanche, e il suo aspetto non è dei più rassicuranti.
"Non ho intenzione di ascoltarti. Per quanto ne so potresti essere un'allucinazione."
"Oh, davvero? E un'allucinazione farebbe questo?" Punta i suoi occhi rossi nei miei, e vengo invasa subito da una forte nausea, mentre altre immagini si sostituiscono a quelle che mi hanno fatto svenire, pochi momenti prima.
E' una caverna, ed io sono legata. Accanto a me c'è Cory. Si muove. Sembra stare male. Poi vedo Philippe che parla, ed una strega accanto a lui. Attaccato alla parete invece c'è qualcuno. Da qui riesco a vederlo benissimo. Alexander!
Sbatto gli occhi, ritrovandomi al posto di prima, con quell'essere che sogghigna dalla sua scomoda posizione.
"Cos'era quello?" chiedo, arretrando di un passo. Non è reale. E' solo opera dell'Incantatore, sicuramente.
"Un ricordo. Hai avuto una vita abbastanza interessante negli ultimi due mesi in cui sono stata rinchiusa dentro di te." Rinchiusa dentro di me? La ragazza sbuffa, quasi spazientita."Wow, sei davvero stupida. Non lo hai ancora capito?" Capire cosa? Perché deve essere sempre tutto così complicato? Chissà cos'ha la gente contro l'esprimersi chiaramente. "Il mio tempo sta scadendo. Se hai ancora dubbi sulla mia esistenza basterà dire il mio nome al tuo ragazzo." E mi ritrovo a pensare di chi stia parlando. Kyle o Alexander? Ora non ne sono più tanto sicura. Alexander. Il mio Alexander. L'ho trattato così male... Cosa sono questi sensi di colpa da ragazzina? "Riferisci quello che ti ho detto. Se vorranno il mio aiuto sapranno come convocarmi." Non ci capisco più nulla, ma mentre sento che la mia presa su quello che deve essere un sogno inizia a sgretolarsi, mi volto verso di lei un'ultima volta.
"Aspetta. Qual è il tuo nome?" Delle voci esterne si aggiungono alla scena, ma riesco comunque a sentire limpidamente la sua. Come se fosse già nella mia testa.
"Sono Chire, la Portatrice di Luce."
Alexander's POV
"Cosa le avete fatto?" Jordan non smette di parlare. Quanto vorrei che Vladimir impalasse ancora la gente. E' tornato pochi minuti fa e ha trovato Kirsten distesa sul pavimento, mentre noi cercavamo di capire cosa fosse successo. Guido è una furia. La scomparsa del fratello lo ha portato ad una fame nervosa che ha dimezzato le scorte del nostro appartamento, e Michelle è stata costretta a provocargli un'endema cerebrale. Non che la cosa le sia dispiaciuta, ovviamente.
"Zitto, cane. Così non aiuti." dice Derek, senza molto tatto. Li vedo che si squadrano con la coda dell'occhio, ma la presenza di Thomas in mezzo a loro impedisce di picchiarsi a vicenda. Il moro continua a stringere la spada tra le mani, e il bagliore della luce sulla lama incute quasi timore.
"Come ha fatto ad entrare? E a prendere Stefano, poi! Questo tizio è più potente di quel che immaginiamo." riflette Richard, trovandoci d'accordo. Jay annuisce, alzando le spalle.
"Ovvio, è un mezzo demone." Sbarro gli occhi, tenendo una mano sulla fronte di Kirsten e fissando il biondo con stupore. Il silenzio cala nel salone, e soltando Tom sembra a proprio agio, e inizia a pulire il liquore finito sulle scale.
"Cosa?" dico, quando finalmente riesco ad articolare una parola. Perché non ce lo hanno detto?
"Credevamo lo sapeste. Un vampiro non può certo praticare la magia, e la nostra bussola indica soltanto i demoni. I Deimonios di Londra sono sulle sue tracce da mesi, ma non riescono a trovarlo in alcun modo. E' come se non obbedisse ad alcun padrone. Cosa strana, in effetti."
"Ma la tua bussola ha indicato me, qualche giorno fa." gli ricordo, rabbrividendo. Sono quasi morto per uno stupido errore, anche se non posso dire sia la prima volta. Forse dovrei farci l'abitudine, così come mi sono abituato all'assenza di Kirsten e alla stupidità dei miei compagni.
"Questo è un altro mistero da risolvere. A proposito..." Con una velocità pazzesca mi afferra il braccio e pratica una piccola incisione con un coltellino, per poi raccogliere le poche gocce di sangue in un fazzoletto. Ho uno scatto per la sopresa, e lo lancio dal'altra parte della stanza, ma lui riesce ad atterrare con un elegante salto mortale, e non sembra affatto turbato dalla cosa. "Ci serve per delle analisi. Dobbiamo capire se la nostra bussola sia rotta, o se in realtà tu sia un vero demone." Lo dice con il sorriso sulle labbra, ma io noto i miei compagni che si allontanano da me, così come i Mystic.
"Non sono un demone." ringhio, come se non fosse ovvio.
"Questo te lo diremo noi. Ora occupiamoci della bella addormentata."
"Si sta svegliando." ci avverte Kyle, accarezzandole una guancia. Gli soffio contro, e lui emette un basso ringhio di protesta, senza togliere la mano.
Toglila subito, coglione.
Kirsten apre piano gli occhi, guardandosi intorno leggermente intontita. "Ben tornata." la accoglie il lupo, ma questa volta lo lascio fare. Non voglio stressarla più del dovuto. Lei apre la bocca, e tutti attendiamo con ansia quello che sta per dire. Forse ci dirà dell'Incantatore, o magari ha sete, oppure...
"Vladimir." Vlad salta per la sorpresa, per poi riprendere la sua parziale calma e rimanere fermo al suo posto. "Portatemi... Vladimir." Mi volto confuso verso il mio trasformato, aggrottando le sopracciglia e lasciando perdere la delusione.
"Vlad, vuole te." Lui annuisce, avvicinandosi al capezzale di Kirsten e chinandosi verso di lei.
"Cosa c'è?" chiede, cercando di essere gentile. Lei allunga una mano verso di lui, prendendogli una spalla e facendolo avvicinare ancora di più, tra lo stupore generale. Sembra quasi che voglia sussurrargli qualcosa, ma quando Vlad è a pochi centimetri dal suo viso, Kirsten si alza e gli tira una testata in pieno naso.
"Troia!" grida lui, tenendosi due mani davanti al viso. Kirsten si pulisce la fronte dal sangue con un gesto, mettendosi seduta e guardandolo con odio.
"Ti distruggo, pezzo di merda!" Prova a scagliarsi contro di lui, ma io e Kyle la prendiamo per le braccia, schiacciandola contro al divano. "Lasciatemi andare. Lo voglio morto!" grida, e sembra quasi indemoniata.
"Deve essere operta dell'Incantatore. L'ha soggiogata!" dice Vlad, indicandola. Laurance e Derek corrono in suo aiuto, ma Kirsten non vuole sapere di calmarsi.
"Non è stato l'Incantatore a soggiogarmi. Sei stato tu. Tu, bastardo. E quello stronzo di mio fratello!" A quelle parole mi blocco, mollando la presa e cadendo all'indietro, sul pavimento. Kyle mi guarda accigliato, continuando a tenerla per un braccio, ma lei sembra essersi improvvisamente calmata. "Diglielo, Vlad. Di' ad Alexander il vero motivo di tutta questa storia!" Vladimir non muove ciglio, rimettendosi a posto il naso e guardandola ocn inflessibilità, ma posso notare che il poco di colore che gli era rimasto è scomparso.
"Kirsten, sei ovviamente sotto shock e..."
"Non dire stronzate! So tutto. Ricordo tutto." E' come se qualcuno mi avesse tirato un pugno nello stomaco, ma non voglio aggrapparmi a quella flebile speranza per poi ricadere in un baratro. "Non glielo hai mai detto. Ci scommetto, altrimenti non saresti ancora qui."
"Non so di cosa parli." Vlad è sulla difensiva, ma Kirsten non accenna a calmarsi, e gli punta il dito contro, rialzandosi e avvicinandosi a lui a grandi passi.
"Dimmi, Vlad. Hai cinquecento anni, giusto?" gli chiede improvvisamente, e lui annuisce, colto alla sprovvista. "E deve essere stato difficile sopravvivere per tutto questo tempo. Tutti gli inganni, i sotterfugi. Ma credevo che un vampiro non tradisse i suoi compagni, benché meno quelli che lo considerano come un padre."
"Smettila, ragazzina. Mi stai facendo innervosire." la minaccia insita in quelle parole è evidente, ma lei non accenna a smettere.
"Essenza di mandragola. Porta a galla le paure più sopite. Quanta ne hai messa nel bicchiere di Alexander, il giorno della festa? Una goccia? Due? Eh? Quanta ne è servita per cancellargli il suo amore per me dalla mente?" dice l'ultima frase gridando, incalzante e in attesa di una risposta. Cerco di ricordare il giorno della festa, e in bocca riesco quasi a sentire il sapore del sangue che mi aveva offerto per brindare. Aveva il sapore di... basilico. Certo. L'ingrediente segreto. Mi blocco improvvisamente, rimanendo seduto a terra e guardando la scena come se fossi uno spettatore impassibile. Mi stanno guardando tutti. Forse iniziano a capire. Forse inizio anche io. No. Vlad non può avermi fatto una cosa del genere.
"Non sai di cosa stai parlando! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello!"
"No! Gli unici che mi hanno lavato il cervello siete stati tu e James. E' valsa la pena tradire chi ti considerava come un padre per un misero posto nel Concilio? Allora?" Chi ti considerava come un padre. Per un attimo capisco come deve essersi sentito mio figlio quando gli ho urlato in faccia di non essere suo padre. Ma lui è piccolo. Non capisce. Nessuno capisce.
"ERI INUTILE!" La voce di Vladimir sovrasta qualsiasi cosa, ed è uno dei rari momenti in cui riesco a capire quanto sia vecchio in realtà. "Un'inutile umana che ha causato solo problemi. Non servivi ad Alex. Non servivi ai Creed. Non servivi a me! Da quando sei arrivata hai rovinato tutti." Si avvicina a lei, e vedo Kyle che cerca di avventarsi contro di lui, frenato da un gesto brusco di Jay, che gli mette davanti la lama della sua spada. "Sei solo una troia, Donovan. Una puttanella." Sorride, mettendo in mostra i canini acuminati. "Una puttanella rimpiazzabile." E' un attimo. Non credo di essermene neanche accorto in un primo momento. So soltanto che la mia mano ha appena cozzato contro la sua mascella, mandandolo a sbattere contro il muro opposto. Gli altri mi guardano stupiti, ma io sento soltanto la rabbia sorda che mi fischia nelle orecchie. Uccidilo. Uccidilo. Kyle tira indietro Kirsten, e Josh mi viene vicino, mettendomi una mano sulla spalla.
"Alexander..." Mi volto verso di lui, guardandolo con impassibilità. Lui però sbarra comunque gli occhi, terrorizzato. Lo lascio perdere e mi dirigo verso Vladimir, che ora tenta di rialzarsi. Sono così arrabbiato. Mi ha tradito. Era come un padre. Il mio migliore amico. E mi ha tradito. Tutto per un posto nel Concilio. Valgo davvero così poco, per lui? Stringo i pugni, mentre i canini mi pungono il labbro inferiore.
"Ti odio." sibilo, quando sono davanti a lui.
"Alex, lasciami spiegare." mi prega, guardandomi spaventato. Sarebbe completamente inutile. Proprio come lui in questo momento. Non mi sono mai sentito così. E' una sensazione liberatoria. Tutta la mia rabbia ha finalmente uno sfogo sensato. E anche abbastanza resistente. Il tavolo che ha distrutto nel suo volo inizia a librarsi nell'aria, circondandomi di pezzi di legno che puntano la parte acuminata verso di lui. Li sento. Stanno seguendo me. Aspettano un mio ordine. "Ti prego." Lo guardo negli occhi. Sembra così patetico, adesso.
"No." sibilo, e i paletti volano verso di lui. Vlad alza una mano, creando una barriera di fiamme contro la quale il legno riventa cenere, che piove ai suoi piedi. Dannazione. Si avventa su di me, afferrandomi il collo e spingendomi contro al divano, che viene ribaltato. I ragazzi si rifugiano sulle scale, guardando la scena da lì. Deve essere come assistere ad un bello spettacolo nel Colosseo. Ci ho portato Kirsten, una volta, ma ovviamente non lo ricorda, ed è colpa mia. Colpa sua! Vederla tra le bracia di Kyle non fa altro che aumentare la mia rabbia, e sento quasi la testa scoppiare mentre Vlad preme sul mio collo.
"L'ho fatto per te! Stavi cambiando! Eri più debole!"
"ERO FELICE!" Gli sputo in faccia, prendendolo per i capelli e strappandone una ciocca. "Ma tu hai rovinato tutto. Io ti volevo bene. MI FIDAVO DI TE!" Con un colpo di reni riesco a ribaltare la situazione, e gli apro la giugulare con un dito, tenendola aperta ogni volta che cerca di risanarsi. Voglio che si secchi. Che muoia dissanguato. Lentamente. "E pensare che ho passato novant'anni a cercarti dopo che sei stato catturato dai Cacciatori. Ti ho anche liberato io."
"Alexander, ti prego. Ascoltami..." Cerca di togliere la mia mano, ma sta diventando troppo debole. Potrei ucciderlo ora. Staccargli la testa. Strappargli il cuore. Impalarlo. Forse l'ultima sarebbe la migliore. In fondo è lui Vlad l'Impalatore.
"Ho finito di ascoltare le tue bugie, Vlad Dracul. Per me sei morto."
"ALEX!" Mi blocco con le mani sul suo collo, sporcandomi sempre di più del suo sangue. Alzo lo sguardo verso l'alto, e vedo Kirsten che si sporge dalla ringhiera, mentre gli altri hanno in mano... pop corn? Sul serio? "Non farlo! E' un membro del Concilio. Ti ucciderebbero!" Cazzo. Ha ragione.
"Per questa volta sei salvo, ma aspetta che i consiglieri sappiano quello che mi hai fatto. Le essenze sono illegali, se non ricordo male, ma questo dovresti saperlo meglio di me." Osservo la faccia sporca di sangue,e tolgo il dito dalla ferita, permettendogli di rimarginarsi.
"Mi dispiace, Alex. Te lo giuro." dice, moribondo. Mi pulisco le mani sulla sua maglietta, alzandomi e dicendo agli altri di rinchiuderlo da qualche parte. E' troppo debole per fare resistenza, e li guardo mentre lo trascinano via, lasciando una scia di sangue lungo il pavimento immacolato. Michelle li segue a ruota, rassicurando Kirsten che ci penserà lei a pulire tutto. Io rimango in mezzo al salotto. Solo. Svuotato. Non so più a cosa credere. Non ho le forze per fare nulla. Caleb che se ne è andato. Vlad che mi ha tradito. Kirsten che ama un altro. Un lupo mannaro, poi. E Alex. L'Incantatore. Mi prendo la testa tra le mani, mentre il dolore di prima ritorna. E' come se qualcosa premesse per uscire.
"E' troppo." mi lamento, attirando l'attenzione di chi è rimasto. Richard, Derek, Josh, Kirsten e Kyle mi vengono incontro, circondandomi ma rimanendo sempre a debita distanza, come se potessi esplodere da un momento all'altro. "E' tutto troppo. Sono stanco."
"Ehi, amico." Alzo la testa, e trovo Rick che mi guarda con un mezzo sorriso stampato in faccia. "Non mollare. Non ora." Sembra facile per lui, eppure sta passando il mio stesso inferno, più o meno. A volte dimentico che ho trascinato anche i ragazzi in questo scempio. Forse Caleb ha fatto la cosa migliore lasciando tutto. Forse dovrei farlo anch'io. Dimenticarmi di mio figlio, di Kirsten, di tutto e andare lontano. Via. Dove nessuno mi conosce. Non sarebbe male. "Tu sei Alexander Flinn. Quello che non si scusa mai. Quello che si è portato a letto una madre e una figlia contemporaneamente! Sei il vampiro che ha sconfitto la Lega, che è sopravvissuto ad un morso di Lican, che ha convertito la Cacciatrice ad amante dei vampiri..."
"Non esagerare, riccetto." Rick fulmina Kirsten, per poi tornare su di me. "Sei il nostro Capo. Sei il nostro idolo. Non puoi essere stanco." Sospiro, passandomi una mano tra i capelli. Ha ragione. Non è ancora il momento di mollare. Non ora che siamo più vicini a risolvere questo casino che è diventata la mia esistenza.
"Oh, ragazzi. Quasi dimenticavo." Ci voltiamo verso Kirsten, che ora saltella vivacemente sul posto. "Qualcuno di voi conosce una certa Portatrice di Luce? Si chiama Chire."
Kirsten's POV
Alexander che ride.
Alexander che mette in bocca il suo treno giocattolo.
Alexander che si sporca con il passato di carote.
Alexander che guarda le giraffe da dietro il reticolato di sicurezza di uno zoo. Giro la pagina dell'album e passo un dito sulla superficie liscia dell'ultima foto, prima di staccarla con delicatezza e porgerla a Michelle, che la osserva attentamente per qualche istante prima di annuire. "Credo che andrà bene, ma non posso prometterti che l'incantesimo di localizzazione funzioni correttamente." Sospiro, poggiando la schiena al divano e continuando a tenere il vecchio album tra le mani.
"Cosa ci costa tentare?" borbotto, senza emozione. Non ho molta voglia di parlare, anche se dopo quello che è successo ieri con Vlad Michelle ha rimesso tutto in ordine con un semplice schiocco di dita. E' triste che non possa fare lo stesso con il mio bambino. Essere una ragazza madre non è stato facile, anche se il fatto che Alex fosse piuttosto calmo mi ha aiutata parecchio. Anche Elisa è stata di grande supporto, benché avrebbe dovuto dirmi la verità fin dall'inizio, ma non credo che l'avrei accettata. Non prima. La ragazza bionda annuisce, per poi scomparire dalla mia vista, diretta probabilmente a casa sua per effettuare l'incantesimo. Non c'è nessuno in casa. Anzi, qualcuno sì. Alzo lo sguardo verso la porta visibile del piano superiore, pensando al ragazzo che è rimasto chiuso lì dentro per tutto il giorno. Gli altri sono andati via. Forse sarebbe meglio dire che li ho cacciati. Tom e Jay sono nella base londinese della loro strana organizzazione segreta, che a quanto pare si trova nella torre del Big Ben, ma non hanno potuto rivelare molto. Guido e Laurance sono andati con gli altri nell'officina. Probabilmente hanno rinchiuso lì Vladimir, e ovviamente Alexander non è andato con loro. E' ancora lì, chiuso in quella stanza. Kyle è con il suo branco. A quanto pare Cory ha colpito ancora. La sua ferocia si estende a macchia d'olio sul territorio dei licantropi, ma deve esserci qualcosa che non capisco. Chi è l'Incantatore? E che filo logico c'è in quello che sta facendo? Perché farmi ricordare solo dell'episodio di Vladimir e James? Già... James. Il mio tenero fratellone. Non posso ancora dire cosa farò quando lo rivedrò, un giorno. Sempre se lo rivedrò. Mi alzo di scatto dal divano, chiudendo l'album e mettendomelo sotto al braccio. Alexander o Kyle? Vampiro o licantropo? Vecchio o nuovo amore? E' come scegliere tra due fuochi identici. Uno scontro alla pari, ed io sono nel mezzo. Non credevo che mi sarei mai trovata in una situazione simile. Non mi ritengo una bellezza in grado di essere contesa da due esseri sovrannaturali, ma ci sono molte cose su di me che ancora non so. Salgo le scale velocemente, ritrovandomi davanti all'ingresso di quella che era la cameretta di mio figlio. Alexander è chiuso lì da ore, senza mangiare o dare segni di vita. Potrebbe essere anche uscito dalla finestra, ma quando si è isolato dal resto del gruppo sembrava troppo esausto e sconvolto anche per parlare, figuriamoci per evadere. Allungo una mano verso la maniglia, ma prima che possa toccarla il telefono nella mia tasca vibra. Prego con tutto il cuore che non sia Kyle, ma il numero non è memorizzato in rubrica.
"Pronto?" chiedo, poggiandomi alla ringhiera.
"Kirsten." Non riconosco la voce, ma è maschile. Mi gratto la testa, cercando di capire chi possa essere.
"Chi parla?" Un momento di silenzio, poi un sussurro.
"Sono James." Sbarro gli occhi, sentendo le gambe molli. James. Nonostante quello che mi ha fatto, sentire la voce di qualcuno che credevo morto da anni mi fa un certo effetto.
"Ciao." dico, cercando di rimanere dura. Un altro sospiro, mentre in sottofondo avverto voci in una lingua che non capisco.
"Il Concilio mi ha contattato. Vuol dire che tu... insomma..." Dritto al sodo. Complimenti, James.
"So tutto, o almeno, tutto quello che riguarda te e Vlad. E, prima che tu me lo possa chiedere, non ti perdonerò. Mai." E' la verità, o almeno quello che il io cervello spaccia per verità.
"Kirsty, posso spiegarti. Non conosci la situazione."
"E di chi è la colpa?" Silenzio, e so di aver colpito nel segno. "Non avevi il diritto di fare quello che hai fatto. Né tu nè lui lo avevate, e sappi che se ti ritroverò davanti ancora una volta..." Stringo il telefono nella mano, senza riuscire a finire la mia minaccia.
"Capito." disse lui, sorprendendomi.
"Cancella il mio numero." sbotto, prima di mettere giù senza neanche salutarlo. Come ultima conversazione con mio fratello è stata abbastanza semplice. Meglio. Ho avuto fin troppi sentimentalismi per oggi. Il telefono squilla ancora, ma io lo poggio a terra, decidendomi ad entrare nella stanza davanti a me. Apro leggermente la porta e faccio sporgere la testa, dando una breve occhiata. "Alexander?" lo chiamo, ma non sento risposta. Le tende sono state tirate, e nonostante siano le tre del pomeriggio la stanza è avvolta nell'oscurità, fatta eccezione per l'unico fascio di luce che cade sul pavimento. Alex è proprio lì accanto. Fissa quell'unico punto illuminato con sguardo perso, tenendo le ginocchia portate al petto. "Posso entrare?" Nessuna risposta. Un muro di silenzio. Entro comunque, chiudendo la porta e avvicinandomi piano. Scosto la culla con una mano, andandogli vicino e rimanendo con l'album tra le mani. Lui non mi guarda. Non fa il minimo cenno. "Ti va di vedere delle foto?" chiedo, e forse il mio tono sembra troppo entusiasta. Interpreto il suo silenzio come un sì e mi accomodo accanto a lui, aprendo l'album e indicandogli la prima foto. "Vedi, qui sono io con il pancione. Avevo preso dieci chili. Ero una balena." Ridacchio, ma lui non si muove, continuando a guardare quel sottile raggio di luce. Passo ad un'altra foto, senza arrendermi. "Oh, qui sono in ospedale. E' stato abbastanza traumatico. Mi si sono rotte le acque mentre facevo la spesa. Un tizio c'è scivolato sopra ed è finito sulla cassa." Neanche una mossa, ma non mi do ancora per vinta. "Questo è Alex che fa i primi passi. Dovevi vederlo. Sembrava un pinguino." Finalmente vedo un guizzo nei suoi occhi, e allungo l'album verso le sue gambe, tenendolo ancora in mano. "Guarda. L'avevo vestito con un'assurda salopette di jeans per Halloween. Non è adorabile?" La foto mostra me con Alex in braccio, mentre lui rideva e si agitava come un matto.
"Molto." Sbarro gli occhi, guardandolo e sorridendo vedendolo che osserva interessato le foto. "Continua." Poggio la testa sulla sua spalla, dandogli l'album. Non ne ho bisogno. Le so a memoria.
"Qui eravamo al parco, e qui a casa di Michelle. Qui aveva combinato un pasticcio con il passato di carote!" dico, indicando la foto che stavo guardando prima. "E' stato un disastro. Mi sono chiesta come avesse fatto a buttarlo sul soffitto. Beh, adesso è chiaro." Ridacchio, ripensando a me stessa che passavo lo strofinaccio sul muro. Giro pagina... e mi blocco. Davanti a me c'è una foto che sicuramente prima non c'era. Impossibile. Ne sono sicura perché in quella foto c'è Alexander con mio figlio in braccio, che guarda in camera e sorride mentre indica con un dito l'obbiettivo. Alex sembra più grande, di circa otto anni, e ha una mano alzata in segno di saluto. "Ma cosa...?" Alexander si volta verso di me, guardando la foto e rimanendo di stucco. La stacca dall'album con forza, girandola e leggendo le poche parole scritte in inchiostro blu.
Mi sarebbe bastato questo
"L'hai scritto tu?" mi chiede, ma io scuoto la testa, continuando a osservare la foto. Questo è proprio Flinn, non ci sono dubbi, ma se non è lui...
"L'Incantatore." mormoro, e il viso del vampiro rimane impassibile, mentre lui annuisce. "Secondo te cosa vuole veramente?" Lui scuote la testa, continuando ad osservare la foto.
"Vuole distruggermi. Lo ha detto lui." Abbassa lo sguardo, allungando le dita affusolate verso il raggio di luce, senza sfiorarlo. "E forse dovrei lasciarglielo fare." Butta la mano nella pozza luminosa, stringendo i denti quando la carne inizia a fumare e sfrigolare. Gli afferro il braccio e lo tiro via, guardando con rimprovero la ferita che si rimargina. "Ho solo bisogno di qualcosa che vada bene. Solo una." Butta fuori aria inutile, portandosi quella stessa mano sul cuore e chiudendo gli occhi. "Mi sento come se qualcuno mi stesse spingendo dentro un burrone." ammette, strofinandosi la faccia. Potrei dire tante cose, ma in questo momento il mio cervello è completamente vuoto. Il ricordo sordo di quello che ho provato per lui prima che mi cancellasse la memoria mi provoca dolore fisico, e sono costretta a cambiare posizione per tranquillizzarmi, inginocchiandomi e mettendo l'album con la foto incriminata da parte.
"Posso fare qualcosa per te?" chiedo, non trovando nulla di meglio da dire. Lui alza una mano e mi accarezza il viso, facendomi quel mezzo sorriso che mi è sempre piaciuto.
"Sì." La mano passa sul mio collo, e lui si avvicina a me, prendendone il posto. Inizia a baciarmi la clavicola, a mordicchiarmi il collo, a succhiarmi l'orecchio. Il dolore fisico si trasforma in un piacevole torpore, ma gli metto comunque una mano sul petto, allontanandolo.
"Alexander..." gli dico, guardandolo con le lacrime agli occhi. Non posso farlo. Non posso fare questo a Kyle, ma lui continua a baciarmi il collo, e la sua voce arriva attutita dai miei capelli.
"Ti prego." supplica, passandomi le mani sui fianchi. "Solo un'ultima volta. Un'ultima volta." Guardo il soffitto per ricacciare indietro le lacrime, mentre la mia mano corre sulla sua schiena e lo stringe a me, come se il mio corpo sapesse di aver ritrovato un pezzo che io non sapevo neanche di aver perso. Lui rabbrividisce al contatto, e i baci si fanno più insistenti. "Un'ultima volta per ricordarmi quanto sono stato stupido." Mi stende sul pavimento, alzandomi la maglietta e baciando ogni centimetro scoperto. "Un'ultima volta. Ho bisogno di te."
"Oddio." singhiozzo, perché ormai ho iniziato a piangere, e non so neanche io il perché. So solo che quelle parole mi fanno più male di qualsiasi cosa prima. Mi sfila la maglietta, percorrendo una linea immaginaria con il naso per poi arrivare di nuovo nell'incavo del mio collo, dove si abbandona completamente, smettendo di muoversi e schiacciandomi con il suo peso.
"Ti amo, Kirsten." sussurra, sfibrato. "E non riesco a smettere. Non ci sono mai riuscito." Gli prendo la testa fra le mani, e sembra disperato. I lineamenti contratti in una smorfia dolorante, ma non piange. "Aiutami. Per favore. Non voglio più vivere così." Guardo i suoi occhi. Le sue labbra. "Non posso più vivere così." Gli accarezzo la schiena, chiudendo gli occhi e cercando di smettere di piangere, perché non voglio mostrarmi così davanti a lui. Lo bacio forte, sperando di distrarlo dal mio stato. Lo bacio come se avessi sete e lui fosse l'unica ampolla d'acqua nel raggio di chilometri. Lui continua a baciarmi, passando ai miei jeans mentre io gli tolgo la T-shirt di dosso e la butto in un angolo. Sento la sua mano che supera la barriera di vestiti e inizia a toccarmi, mentre lui continua a baciarmi e mordermi il labbro, succhiando le poche gocce di sangue che ne escono. E' travolgente. Freddo. Mio. Rabbrividisco per la temperatura bassa del suo tocco e per il piacere che il contrasto mi provoca. Alexander si stacca e poi riprende a baciarmi, e la sua lingua si muove in sincronia con le sue dita, mentre io faccio altrettanto con le mie. Le allungo sotto ai suoi pantaloni e sento che se volesse potrebbe concludere in quel momento l'amplesso, ma si trattiene. Inizio ad accarezzarlo, sentendolo desideroso di libertà. Lui ringhia, ma non smette di baciarmi. Una mano è impegnata, mentre con l'altra si regge sopra di me per non schiacciarmi, ma il movimento delle sue dita diventa più violento, e capisco che vorrebbe che la smettessi, ma non sono un tipo a cui piace stare sotto. "Kirsten." ringhia, in segno di ammonimento. Caccio un mugolio di piacere incontrollato, continuando ad accarezzarlo. "I... pantaloni." articola a malapena, e nella valanga confusa che è diventato il mio cervello capisco che non vuole sporcarsi. Glieli tolgo velocemente, e lui fa la stessa cosa con quello che resta della mia biancheria.
"Non ti fermare." dico, iniziando a muovere i fianchi.
"Neanche tu." Aumento la presa, mentre lui inserisce un altro dito. "Cazzo." Annaspa, mentre io sento qualcosa crescere dalla bocca dello stomaco e attraversarmi la gola, fino a raggiungermi la bocca. Mi mordo la guancia per non urlare quando arrivo, mentre Alexander preferisce il mio collo, infilandoci i canini ma trattenendosi dal bere. Ben presto mi sporca la mano e la pancia, ma le sue dita non si fermano, ed io comincio a muovermi in maniera incontrollabile.
"Aspetta. Fermo." Provo a bloccarlo con la mano ora libera, ma lui aumenta il morso, leccando alcune gocce di sangue che ne fuoriescono.
"No. Adesso dovremmo aspettare alcuni minuti per concludere, e non ho intenzione di stare con le mani in mano." Abbassa anche il viso, e io lo vedo scomparire tra le mie gambe, coperto dai fianchi che mi intralciano la visuale. Respiro velocemente, cercando di introdurre quanta più aria possibile, mentre le mie mani passano tra i suoi capelli. Non ricordavo fosse così bravo.
"Dio mio." gemo, mentre sento ancora quella sensazione di calore intenso.
"Dillo." ordina, per poi tornare a leccare. Non so cosa voglia sentire, ma non riesco a chiederglielo. Dalla mia bocca escono solo suoni disarticolati.
"Alexander... io..." Un nuovo orgasmo, più forte questa volta.
"Dillo." ripete, posizionandosi su di me per l'atto finale. Chiudo gli occhi quando lo sento entrare, portandogli le mani sulla schiena e allargando ancora di più le gambe.
"Cosa?" chiedo finalmente, guardandolo. Non riesco a pensare a niente. Voglio solo che inizi a muoversi. Provare di nuovo quella sensazione. Come se mi leggesse nel pensiero lo sento che comincia a muoversi. Avanti e dietro. Dentro e fuori. E, mentre tutto diventa solo una massa di suoni indistinti, finalmente capisco cosa vuole sentirsi dire. Cosa ha disperatamente bisogno di sentirsi dire.
"Ti amo... anche io." Dico le ultime parole in un sussurro, e lui mi segue a ruota, per poi crollare ansante su di me.
L'aria fresca di Londra non gli dispiace. Alex si è addormentato nel lettino che gli ha preparato nell'altra stanza, e lui si è concesso un minuto di pace e silenzio. Tenere un bambino è più difficile di quel che si pensi. Chiude gli occhi per un secondo, volando con la mente sopra la città addormentata, fermandosi ogni tanto su piccoli dettagli che incontra nel cammino: sente il profumo di una cioccolateria di cui sta osservando la vetrina accesa, quello di una ragazza che sta tornando a casa da una discoteca. Vede una mamma che tira via suo figlio dalla strada, e una coppia di fidanzati che litiga furiosamente.
Qui la gente è così emotiva.
Finalmente trova quello che cerca. E' uno spettatore che spia dalla finestra la scena che si sta svolgendo nella camera di quello stesso bambino che ora sta dormendo a pochi metri da lui. Stringe i denti nel vedere il sorriso stampato sul volto di Flinn, ma sa che non durerà. Lui farà in modo che non duri.
Cory. Mi senti?
Si collega mentalmente con il Lican, che non tarda a rispondergli.
Dimmi.
Kyle Jordan è nei pressi del London Eye. Ho bisogno che lo porti a casa Donovan entro trenta secondi.
Se ci riesco in venti mi dai un premio?
Ridacchia, sedendosi sulla sua poltrona e soffiando il suo unico ciuffo rosso via dal naso.
Vedremo. Ora vai. Non c'è tempo da perdere.
La comunicazione si interrompe, e l'Incantatore si lascia andare sullo schienale della poltrona con un mugolio soddisfatto. Presto Jordan tornerà a casa e scoprirà Kirsten e Alexander insieme. Il suo piano sta andando bene, anche se vedendo Kirsten gemente ai suoi piedi lo aveva fatto sciogliere per un attimo. Fortunatamente le sue parole erano criptate, e non capiranno il messaggio. Impossibile farlo senza Vlad, e comunque non si fideranno più di lui. Sì. Ha fatto davvero un buon lavoro. Poco tempo e anche l'ultima parte del suo piano potrà essere attuata.
P.S. Sì, quelli nella foto sono Jace e Alec e sì, quando la storia era una fanfiction erano loro i personaggi e no, Jay e Thomas non hanno rune.
E sì, sì, mille volte sì adoro la Malec e guardo la serie principalmente per quello ma sto divagando (?)
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