XII - Bastardo sotto nome del Lupo
L'unica cosa che desideravano in quel momento era rimanere chiusi in una stanza per il resto dell'eternità, senza nessuno che li disturbasse.
Non avevano la minima idea di cosa fare, il silenzio li stava divorando orribilmente. L'unica azione istintiva e prioritaria che Yūri si apprestò a fare fu quella di provvedere alla ferita nel ventre di Viktor. Tamponò l'incisione poco profonda con le lenzuola tutte stropicciate. Il neonato gracile e particolarmente piccolo stretto al petto nudo del Targaryen.
Vagì ad occhi chiusi, tenendo la piccola bocca aperta e i pugni sotto il viso.
Yūri premette con forza la lama surriscaldata nel fuoco sul corpo di Viktor, chiudendo la ferita arrossata e martoriata sulla sua morbida pelle. Questo trattenne un grido di dolore, troppo scosso ed esausto per lamentarsi ancora.
Stark gli coprì con premura spaventata le spalle, avvolgendolo in quanti più strati di tessuto possibile per riscaldarlo e mettere al sicuro quella nudità così privata e fragile. Yūri accarezzò il capo delicato del neonato, morbido e caldo, infoltito da una quantità sorprendentemente tenera di capelli neri.
La coppia si guardò ancora negli occhi, respirando pesantemente. Entrambi tremavano come foglie.
«Yūri» l'unico verso capace di inumidire le labbra di Viktor fu soltanto il nome del suo amato.
«Dimmi, qualsiasi cosa amor mio.» gli occhi di Yūri tradirono il suo sorriso nervoso; stava per piangere, li aveva tutti arrossati. Inginocchiato, si avvicinò al maggiore, con un gesto incredibilmente protettivo nei riguardi di Viktor e del bambino.
«Ho paura, sono terrorizzato.» Viktor aggrottò la fronte, iniziando a piangere senza però singhiozzare. Farlo di sicuro gli avrebbe riaperto la fresca ferita all'addome.
«Lo so, ma siamo insieme, troveremo una soluzione non temere.» una mano gli accarezzò il viso stravolto, bagnato dalle lacrime.
«In che modo?!» la voce rauca del Targaryen gli fece avvampare il viso, tutto rosso.
«Diremo...» Yūri gesticolò nervosamente, tirando su col naso «diremo che si tratta di un mio figlio bastardo. Sì, con una puttana incontrata ad uno di qui banchetti organizzati dalla mia famiglia. Lei ha trovato asilo a palazzo dei Baratheon, e il caso ha voluto che rivelassi qui il mio bastardo dopo che lei è morta di parto.»
Stark sorrise con nervosismo, quella menzogna studiata all'improvviso gli diede un'enorme sollievo. Viktor però non era d'accordo.
«Non funzionerà mai, chi crederà ad una storia simile? Ed io? Io?!» abbracciò istintivamente il bambino.
«Non devi dire niente, devi solo starmi vicino!» Disse Yūri alzando di poco la voce.
Ci fu un breve attimo di silenzio tra i due, persino quella creatura nata da un maleficio smise di mormorare. Viktor gli poggiò una mano in viso e lo spinse verso di se per baciarlo. Yūri assecondò quel gesto privo di forze, da solo Viktor non sarebbe riuscito assolutamente a portarlo più vicino a se'. Il possente Drago D'argento era troppo debole e stanco.
Si abbracciarono un un infinito respiro disperato, attaccando al petto il neonato. Sentire quella piccola vita contro il battito del cuore suscitò una gioia inappropriata e incontrollata in entrambi.
Sorrisero come pazzi, idioti in un momento per nulla appropriato. Erano più che consapevoli che quell'evento fosse stato scaturito da un rituale oscuro, e subito il sospetto di entrambi si riversò su quella sacerdotessa rossa.
Yūri si morse una pellicina al dito che non riuscì a strappare coi denti. Rise, guardando con infinita perdizione quel neonato bellissimo. Pur avendogli trasmesso un terrore indicibile per il modo in cui si era materializzato, a vederlo meglio gli strappava il cuore dal petto.
Quello era suo figlio, e si vedeva come la somiglianza con Yūri fosse incredibilmente dettagliata. Non c'erano poi molti dubbi che quel bambino fosse figlio di Stark, e anche se venuto al mondo da un sacrilegio spaventoso e incredibile, qualcosa o qualcuno avevano fatto sì che Viktor diventasse parte fondamentale del lavoro.
Yūri con estrema premura si affrettò a coprire meglio il piccolo, che si lamentò con un verso cauto, tremante di freddo. Viktor glielo porse, stanco di tenerlo tra le braccia, distrutto, sotto uno sforzo enorme per mantenere una calma apparente. Cercò una posizione meno tesa per rilassare la ferita dolorante e i muscoli tesi.
Yūri issò il bambino su un braccio, più vicino al suo viso. La luce del giorno gli diede una migliore visuale dei dettagli della creatura minuta, che chiuse gli occhi scuri. Yūri non riuscì a smettere di sorridere, inumidendosi le labbra pallide.
«Yoon Bum» disse, attirando l'attenzione di Viktor; «sarà questo il suo nome. Yoon Bum Snow, come i bastardi di Grande Inverno.»
«Non credo che sia un bastardo.» farfugliò Targaryen con il tono di voce basso.
Yūri scosse la testa non riuscendo a distogliere gli occhi dal bambino; «No, non lo è affatto.»
«Ci riusciremo?» domandò preoccupato l'albino.
«A far cosa?» Yūri voltò il capo verso Viktor.
«Ad occuparci di lui, a tenerlo al sicuro e a mantenere la menzogna.»
«Sì. Insieme possiamo riuscire in qualsiasi cosa.»
Viktor rilassò le gambe e sospirò. I lunghi capelli gli caddero dietro alla schiena nuda, mentre Yūri gli si avvicinò di più, baciandogli amorevolmente la fronte. Fu devoto a lui come fosse una divinità, perché tutta quella paura, alla fine, era riuscita ad ingigantire soltanto il loro amore.
«Dobbiamo rimetterci in sesto, coraggio.» disse Viktor, issandosi con un lamento. Contrariato, Yūri lo costrinse a sdraiarsi a letto, fulminandolo con espressione severa.
«Tu hai bisogno di riposo. Rimettiti in forze, provvederò a farti portare da mangiare. Terremo d'occhio la ferita e comunicheremo che ti sei preso una febbre. Io penserò a Yoon Bum.» mentre parlava Yūri, con l'organizzazione di un sovrano, si diede una mossa a riordinare la stanza. Il neonato lo tenne Viktor tra le braccia nel breve frangente di tempo che lo Stark impiegò a vestirsi.
Quando Yūri avvolse meglio il fagotto tra le proprie braccia, salutando Viktor con un bacio sulle labbra prima di dirigersi verso la porta, Targaryen lo chiamò con un sorriso commosso in viso.
«Chiamiamolo solamente Yoon, abitualmente. Lo preferisco.»
Yūri annuì, lasciando da solo Viktor con un grosso nodo alla gola e l'ansia di esporre quella bugia.
La sua priorità, però, fu quella di far mangiare Yoon.
Yuri Tyrell, nervoso e dall'umore scontroso, si aggirava per i corridoi del palazzo alla ricerca della camera di Viktor. Sbattendo i piedi per terra e vestito con lo stemma della propria casata -una rosa-.
I capelli biondi gli solleticarono il collo appena sotto la riga della mandibola ben definita. Il ragazzo respirò rumorosamente dal naso quando raggiunse la porta della stanza in cui ancora dormiva Viktor.
Alla sala del banchetto tutto era pronto per la colazione, e l'incarico di andare a chiamare il futuro re era spettato al cugino più fidato.
Yuri bussò una sola volta, senza dare tempo a Viktor di rispondergli. Aprì la porta con seccatura, facendo sobbalzare Viktor dalla sorpresa.
«Dove hai lasciato le tue buone maniere? Entrare di soppiatto nella camera del principe.» Viktor simulò uno di quei soliti sorrisi che piacevano tanto al cugino.
«Ho bussato.» tagliò corto il minore, seccato. Girò per la stanza, aprendo le tende e spronando Viktor ad alzarsi dal letto.
«Ti stanno aspettando.» disse Yuri arricciando il naso. Si portò le mani sui fianchi e guardò Viktor dai piedi del suo letto.
«Porta loro le mie scuse, ma non mi sento bene.»
Yuri sorrise amaramente, alzando gli occhi al cielo; «Ovviamente, dopo la faticosa nottata passata con lo Stark.»
«Cosa vorresti insinuare, Yuri?» Viktor assottigliò lo sguardo, irritato.
«Il ballo di Yūri non è stato di certo una festosa conseguenza del vino. Ho capito dove stavate andando voi due.»
«Sei solo un moccioso senza educazione; vedi di crescere e abbandonare questa tua ridicola gelosia.» l'umore di Viktor non era dei migliori, e il solito tono contrariato di Yuri, in quella situazione, non poteva essere preso con leggerezza.
«Tu forse non ti rendi conto di quanto mi ferisca tutto ciò!» l'adolescente alzò la voce, avvicinandosi di più a Viktor.
«Smettila Yuri, te ne prego, non è il momento!» gli occhi di Viktor diventarono gonfi di lacrime trattenute. Era un concentrato di tensione pronto ad esplodere.
«Perché? Così puoi approfittare di questa tua scusa per trascorrere più tempo con il tuo amante, chiuso in questa dannata camera?!» non erano parole che Yuri voleva davvero sputare, in quel momento la delusione e il senso di abbandono lo avevano sotto controllo come fosse una marionetta.
«Yuri!» un gemito di dolore fece irrigidire Viktor, che da sotto le lenzuola candide si toccò la ferita. Aveva ripreso a sanguinare, sporcando il tessuto.
Yuri impallidì, ammutolendosi di colpo. Corse in aiuto di Viktor senza pensarci un secondo.
Il più grande era un bagno di sudore, pallido e con gli occhi incavati da scure occhiaie. Yuri gli porse un bicchiere d'acqua tendendogli la testa.
«Cos'è successo?» domandò spaventato il minore.
«Un sacrilegio, qualcosa che nessuno deve sapere.»
«Dillo a me, fatti aiutare! Prometto sul nome della mia casata che non proferirò parola con nessuno, dovessi morire altrimenti.»
I due si guardarono negli occhi per un momento, esitando il silenzio prima della confessione.
«E ciò che pretendo è che il tutto sia affrontato con la massima discrezione. Questo infante ha il sangue degli Stark che gli scorre nelle vene, e non importa da quale classe sociale provenga la madre. Lui è Yoon Bum Snow di Grande Inverno, figlio di Yūri Satrk.» Yūri terminò il propio discorso avuto con il maestro del palazzo, che ultimò la lettera da mandare a Grande Inverno, alla famiglia Stark per avvertire della novella.
Il vecchio, sorpreso quanto sottomesso agli ordini di Stark, chiuse la piccola pergamena con lo stemma della casata del lupo. Venne congedato da Yūri che voltò le spalle e si affrettò a tornare dal figlio.
Lasciato ad una nutrice, Yoon Bum era stato allattato, vestito e rivelato sotto quel nome a cui Yūri teneva tanto. Era quello di un eroe oltre la barriera, un personaggio antico appartenete ai primi uomini che aveva tanto appassionato alla lettura un adolescente Yūri chiuso in biblioteca.
Geloso di quel figlio causa di scompiglio e sconcerto da parte degli abitanti di palazzo che erano già venuti a sapere della faccenda, Yūri camminò più velocemente possibile per andarlo a riprende.
Ringraziò la donna dal seno abbondante che lo aveva allattato, stringendo Yoon tra le braccia e guardandolo attentante per assicurarsi che andasse tutto bene.
Nutriva una fortissima premura ed un incontrollato istinto di protezione nei suoi confronti.
Freneticamente affrettò il passo per raggiungere il prima possibile Viktor. Era enormemente preoccupato per lui, tanto che a quel punto gli veniva difficile persino parlare.
Purtroppo si trovò costretto a farlo quando trovò davanti al proprio cammino Takeshi, JJ e la strega vestita di rosso.
Yūri strinse più forte Yoon al petto per tenerlo lontano dagli sguardi predatori del trio.
«Lord Stark, abbiamo saputo della buona nuova.» disse il sovrano con voce calda.
«Credo buona soprattutto perché si tratta di un figlio maschio.» l'impertinenza di JJ rise, cercando di adocchiare con curiosità il neonato in fasce.
«Inaspettatamente, è stata tutta una sorpresa.» Yūri parlò in generale rivolgendo però lo sguardo solamente alla donna.
«Saremo lieti di celebrare questo evento, in rispetto della madre ovviamente...» Takeshi si porse in avanti.
«Grazie, ma non credo ce ne sia di bisogno.» Yūri si mosse con nervosismo.
«Come desidera Lord Satrk.»
«Adesso devo proprio andare. Perdonatemi, con il vostro permesso.» Stark fece un cenno con il capo e li superò con un atteggiamento quasi sottomesso.
Si voltò improvvisamente però, rivolgendosi alla donna; «Non ho avuto occasione di vedere il mio meta-lupo, e non l'ho nemmeno sentito ululare in queste ore. Sono davvero molto occupato per il momento, potreste controllarlo?» fu una provocazione, un sospetto per lo strano silenzio di Vicchan.
Yuko, con serena sottomissione annuì, sorridendo; «Certamente mio signore.»
Yūri richiuse la porta alle sue spalle, nella massima discrezione possibile. Era sgattaiolato della camera di Viktor di nascosto da qualsiasi sguardo.
Impallidì quando si trovò davanti il biondo figlio dei Tyrell, seduto al bordo del letto di Viktor.
Posò il neonato in una cesta vicino al camino correndo dal compagno. Gli accarezzò il viso lisciandogli i capelli, squadrandolo con preoccupazione.
«Come stai?» gli chiese con voce bassa.
«Meglio. È merito di Yuri se la mia ferita ha smesso di sanguinare.» rispose Viktor sorridendo.
Stark si rivolse al ragazzo, con fare interrogativo. Non trovando una diretta risposta da lui ritornò a guardare Viktor.
«Ho raccontato a Yuri ciò che è accaduto» spiegò Viktor con timore «lui ci aiuterà, me lo ha promesso.»
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