Il vento del cambiamento [5/5]

Le guardie che presidiavano l’entrata della casa di Tyrron portavano sul pettorale la lince rampante. Le salutarono e si spostarono per lasciare il portone libero. La luce del sole morente si increspava sulla superficie dell’acqua della vasca al centro del cortile e rimbalzava sulla pietra bianca, arrossando il profilo dei lupi sui doccioni e il manto di quelli che braccavano la cerva sulle pareti. I colori dell’affresco, notò Nemeria, erano più corposi dell’ultima volta.

“Deve averle fatte sistemare.”

Merneith e sua figlia le vennero incontro. Bahar teneva i riccioli neri sciolti e, nell’inchinarsi, le ricaddero tutti davanti al viso in una cascata di onde morbide. A differenza di sua madre, indossava una corta tunica bianca, stretta in vita da una cintura di stoffa arancione.

Aghà Nemeria, aghà Noriko, benvenute. Siete davvero bellissime stasera, il padrone ne sarà contento. - disse Merneith, - Chiedo perdono se non mi sono inchinata, ma… -

Nemeria la interruppe con un gesto noncurante della mano: - Sappiamo che hai male all’anca, non ti devi scusare. -

- Siete sempre molto gentile con me. Prego, seguiteci, la festa sta per cominciare. -

Le scortarono all’interno. La sala era stata addobbata a festa. Un lungo tavolo la tagliava in due. I triclini erano disposti a ferro di cavallo e già alcuni commensali vi si erano distesi a conversare.

- Non mi aspettavo così tanta gente. - sussurrò Nemeria, mentre prendevano posto.

Noriko concordò con un gesto del capo: - Aveva accennato al fatto che ci sarebbero stati diversi invitati. -

- A me sembra abbia invitato tutti. -

- La mia rielaborazione dello yukata ti sta d’incanto, Noriko. -

La voce melodica e ben calibrata di Ehsan le raggiunse da dietro. Nemeria era abituata ad avere a che fare con lui e credeva di non potersi più sorprendere, ma rimase comunque a bocca aperta quando si avvicinò. I bottoni di madreperla, le maniche della blusa foderate di seta aranciata e le palpebre sfumate d’oro, con la matita nera che disegnava una coda di gatto, sottolineavano ancor più dei gioielli la sua appartenenza all’alta società kalaspritese, come la spilla con la lince rampante era segno della sua fedeltà a Tyrron.

- Sei molto elegante stasera. - si complimentò Nemeria.

- Le occasioni mondane come questa sono un’ottima occasione per stupire. - Ehsan si distese al suo fianco e pescò un chicco d’uva da una ciotola di bronzo lì vicino, - Anche voi due siete molto belle. Ma tu, bayenni, devi imparare a truccarti meglio. -

- Ho chiesto a Noriko di insegnarmi qualcosa. -

- Questa notizia riempie il mio cuore di gioia. Se poi rinunciassi a quelle orribili lenti nere, potrei dirmi addirittura felice. -

Nemeria scosse la testa: - Sono inamovibile. -

- Lo so, ma sai come si dice, no? “La speranza è il pane degli umani”. - si pulì le dita con un tovagliolo di stoffa, prima di far spaziare lo sguardo sugli invitati, - Chi immaginate potrebbe essere il vostro nuovo sponsor? -

- Tyrron non ci ha detto nulla. - lo informò Noriko.

- Nemmeno a me, ma è divertente fare ipotesi. E poi è un buon modo per passare il tempo mentre si mangia, no? -

Nemeria si guardò intorno. Facendo finta di niente, prese anche lei dell’uva.

- Borna di sicuro no. Dopo tutti i guai che ha combinato, sono stupita che Tyrron lo inviti ancora. Escluderei anche Hadi e Javad. Per come sono messe ora le loro finanze, non sarebbero degli sponsor su cui contare. -

- Per essere una bayenni che non sa truccarsi, hai occhi e orecchie ben aperte. -

Nemeria gonfiò il petto piena d’orgoglio, e avrebbe anche aggiunto altro se Morad non avesse annunciato l’arrivo del padrone di casa.

- Amici miei, benvenuti. - esordì Tyrron, - Chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo gli affari mi hanno tenuto lontano da voi più del previsto. Spero che questo primo antipasto sia sufficiente a farmi perdonare l’attesa. -

Si accomodò sul triclinio sul lato corto del tavolo, dove si erano distesi anche un uomo e una ragazza che Nemeria non ricordava di aver mai visto. La sua attenzione venne però prepotentemente dirottata sull’antipasto.

Adel e Iman posarono al centro della tavola un cavallo alato di bronzo. Sulla testa, sosteneva una piccola torre di piattini, tutti colmi di olive nere e chiare. Sotto il prato di piccoli spiedi, il grasso delle salsicce lasciate a sfrigolare colava sulle prugne e fichi secchi. Nemeria deglutì, attese che Tyrron si servisse e poi afferrò subito la frutta.

- È buonissimo! Stavolta Jaffar si è superato. -

- Non ti ingozzare. - Noriko prese delle olive e fece un cenno a Ehsan, - Chi sono quei due? -

- Atash e sua moglie Avani. Lui si occupa di molte cose, ma per lo più detiene il monopolio del commercio del sale della Râh-e Abrisham. Lei è la sua nuova e infelice moglie. -  si inumidì le labbra col vino prima di tornare a parlare, - Sono sposati da circa cinque anni e la sua pancia è più piatta di una pianura. -

- E perché dovrebbe essere interessato a essere il nostro sponsor? -

- Avani è figlia di un commerciante di profumi, un pesce piccolo in confronto ad altri, ma è riuscito a costruirsi il suo piccolo impero. Alla morte del suo primogenito, la piccola della famiglia ha provato a salvare il salvabile. - addentò uno spiedino e mugugnò in segno di apprezzamento, - Voi siete famose e Kalaspirit è grande e piena di opportunità. Se Avani riuscisse ad accaparrarsi voi due, la vendita dei suoi profumi aumenterebbe ulteriormente. -

Noriko si massaggiò il mento e annuì: - Sarebbe un ottimo investimento. -

- Lo penso anch'io, ma bisogna vedere se Atash e Tyrron sono dello stesso avviso. -

Nemeria prese il calice e fece cenno a Farshad di servirla con del vino. Come al solito, era stato diluito con acqua, ma il sapore zuccherino del miele sopperiva alla mancanza di corposità. Socchiuse le palpebre e, mentre Noriko ed Ehsan parlavano, puntò lo sguardo sul triclinio di Tyrron. Lui e Atash stavano parlavando fitto fitto tra di loro, mentre Avani sbocconcellava una mela senza molto appetito. Quando si accorse di essere osservata, alzò la testa e appoggiò il torsolo sulla tovaglia con un tintinnio di bracciali. Si portò i capelli di lato e la fissò con così tanta intensità da far sentire Nemeria in soggezione.

- Cos’è che distrae così tanto la nostra bayenni? - quando gli occhi di Ehsan si posarono su di lei, Avani abbassò lo sguardo e un sorriso malizioso si stirò sulle labbra del sarto, - Ti ricordo che è sposata. Anche se adoro il dramma nelle storie d’amore, non vorrei mai vederti col cuore spezzato. -

- Ma… ma che stai dicendo?! Non la stavo fissando per quello. -

- Anche gli amanti illeciti, quando vengono scoperti, dicono che è tutto un malinteso. -

- Sì, ma non è questo il caso. -

- Allora ti consiglio caldamente di ridimensionare i tuoi obiettivi sentimentali. -

- Desiderate un panetto caldo, aghà? -

- Sì, grazie, Asal. - disse Nemeria.

La schiava le porse il panetto le elargì un occhiolino, che Nemeria ricambiò con un sorriso.

- Nemeria, posso sedermi vicino a Ehsan? - le domandò Noriko.

- Ma come? Mi porti via la mia bayenni preferita? - chiocciò il sarto.

- Per quello che ti devo chiedere, preferirei non dover urlare. -

- D'accordo. E poi preferisco stare vicino alla porta. Fa davvero molto caldo stasera. -

Si scambiarono di posto e Noriko, non appena si distese, riprese il discorso sugli sponsor come se non si fossero mai interrotti. 

Nemeria ascoltò a tratti. Aveva la sensazione di aver già visto sia Avani che Atash. Cercò più volte di ricordare in che occasione, ma il vino allontanava i pensieri più di quanto si sarebbe aspettata. E in mezzo a quegli enormi spazi, si infilavano il muso del serpente e il viso di sua sorella, guastando anche il sapore di tutto quello che mangiava. In bocca, dopo un po’, non le rimase altro che quello amaro dell’angoscia.

Quando la cena terminò e gli invitati furono scortati fuori, Tyrron fece loro cenno di avvicinarsi. Ehsan se n’era già andato e, a parte i servi che ripulivano il pavimento dai residui di cibo, la casa era silenziosa. Un forte capogiro costrinse Nemeria a compiere un paio di tentativi prima di alzarsi.

- Hai bevuto parecchio. Sono contento, ma dovresti scegliere meglio il vino con cui ubriacarti. - ridacchiò Tyrron, - Allora, ho due ottime notizie per voi. La prima è che Atash sembra sinceramente interessato a diventare vostro sponsor. Non mi ha dato ancora nessuna conferma, ma penso mi farà sapere a breve. La seconda è che ho deciso di comprarvi una casetta tutta per voi fuori dalla Scuola. -

Nemeria sbarrò gli occhi. Noriko, invece, si limitò a un’alzata di sopracciglia.

- In questi quattro anni mi avete fatto guadagnare molto, lo ammetto. Quindi ho deciso di farvi un regalo. -

- Immagino che le spese del mantenimento della casa saranno a carico nostro. - disse Noriko.

- Mettiamola così: io adesso pago Koosha affinché vi dia un tetto sulla testa, cibo e addestramento, ma dovete sottostare alle sue regole. Andando a vivere da sole, mi limiterei a versare la mia quota annuale per il vostro allenamento. Io risparmio e voi potrete mettere da parte più soldi per pagarvi la libertà. -

- Quindi… saremo come delle ragazze normali. - biascicò Nemeria.

- Possiamo dire di sì. - le sorrise Tyrron, per poi alzarsi e scortarle fuori, - Pensateci. Non è un’opportunità che ricevono tutti. -

- Accettiamo! - esclamò Nemeria.

Tyrron incrociò le braccia sul petto: - Non mi sembri abbastanza lucida per prendere una decisione del genere. -

- Ne sono sicura. - raddrizzò la schiena e inspirò l’aria fredda per snebbiare la testa, così leggera che quasi non ne sentiva il peso sul collo, - Anche Noriko lo vuole. -

La sua amica la prese per mano e annuì.

- Bene, mi piacciono le persone decise. Domani manderò Bahar e Morad a darvi una mano per il trasloco. Ora tornate a Scuola. Buonanotte. - le salutò e, girando su se stesso, tornò in casa.

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