Capire[3/3]
L'impatto col suolo si ripercosse nelle ossa in un contraccolpo che le tolse il fiato. Nemeria rimase immobile a fissare il cielo plumbeo sopra di lei, con la neve che scendeva vorticando sul suo viso.
Respirava. Era viva.
Sbatté le palpebre e provò a tirarsi su. Un dolore sordo, all'altezza della schiena, la inchiodò a terra. Il terrore le artigliò le viscere. Serrò le dita a pugno e si puntellò su un fianco. Guardò le proprie gambe. Non le sembravano rotte. Le venne quasi da piangere quando riuscì a piegarle. Piegò anche il braccio per tastare la spina dorsale, rallentando in prossimità del punto in cui le faceva male. Prese un profondo respiro e strinse i denti. Un attimo dopo esalò un sospiro di sollievo. Era stata una semplice botta, per quanto brutta e dolorosa.
Una risata isterica eruppe dalla sua gola.
- Vedo che stai bene. -
Nemeria roteò gli occhi. Un falco la fissava appollaiato su una roccia. Avrebbe potuto anche credere che fosse un uccello qualunque, se non le avesse parlato con la voce di Sayuri.
- Hai mai visto questo posto? -
- Non mi pare. Non ricordo. - rispose Nemeria.
Davanti a lei uno sperone di roccia si protendeva nel vuoto. La neve continuava a cadere, formando un liscio manto bianco. Soltanto la sagoma del suo corpo ne rovinava la perfetta compattezza.
Nemeria.
Nemeria si voltò verso lo sperone. Avanzò a piccoli passi, stando bene attenta a dove metteva i piedi. Un frullio d'ali seguito da uno stridio l'avvertirono che Sayuri la stava seguendo in volo.
- Devo andare avanti. - si disse, ma la su voce riecheggiò nel silenzio.
Contò fino a dieci e poi proseguì. I suoi piedi sprofondavano nella neve fino al ginocchio. A volte aveva la sensazione di non toccarlo nemmeno, il terreno. Eppure, nonostante la fatica, non si fermò finché non arrivò sul ciglio del baratro. Il battito del suo cuore nelle orecchie sovrastava anche i pensieri.
Sentì che doveva sporgersi, nello stesso modo in cui sentiva il freddo sulla pelle, le lacrime agli occhi e il sapore del sangue sulle labbra spaccate.
Deglutì e lo fece.
Il vento spirava dal basso, ululando tra le scanalature della parete rocciosa, per poi innalzarsi con così tanta forza da farle perdere l'equilibrio.
- Chi sei? - urlò Nemeria, - Dimmi il tuo nome! -
L'aria vorticò davanti a lei, la neve si sciolse e il vapore si condensò in una figura sempre più umana. Quando anche il viso ebbe preso forma, dalla sommità della testa si allungarono due sottili corna di gazzella. Poi le palpebre si sollevarono e gli occhi di sua sorella si posarono su di lei. Erano bianchi, nebbiosi.
Credi di potermi dare ordini? Tu, che hai accolto le fiamme come se fossero il tuo unico dono? Tu, che chiedi di sapere il mio nome in presenza di orecchie estranee? Non sei degna nemmeno di stare al mio cospetto.
- Sarei morta, se non l'avessi fatto! Non avevo altra scelta. -
Avevi già accettato Agni come tua unica compagna già da molto tempo. Da me hai sempre preso, senza mai dare nulla.
I suoi capelli mulinarono nell'aria, arricciandosi come il fumo di una candela sottovento.
Avrai anche il sangue di Chandra, ma non possiedi la sua saggezza.
Nemeria rimase senza parole. Ancora quel nome. L'urlo del falco sopra di lei la spinse ad accantonare la sorpresa.
- Se ho sbagliato, dimmi come possono rimediare. -
Il volto di sua sorella rimase impassibile.
Avresti dovuto pensarci prima. Ora è troppo tardi.
Protese la mano davanti a sé. Un forte vento spinse Nemeria oltre il ciglio del baratro. Rimase attaccata allo sperone di roccia con una sola mano, mentre il resto del corpo galleggiava nel vuoto.
- Cos'hai intenzione di fare, eh? Uccidermi? Se io muoio, tu mi seguirai nella tomba! - urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Un soffio al cuore e le fiamme di Agni si accesero in uno scoppiettio di scintille. Erano lontane, un basso brusio, ma c'erano.
Sua sorella sorrise.
La tua morte sarà la mia libertà.
Il vento cambiò direzione e si trasformò in una raffica che la sferzava dal fianco. Nemeria strinse i denti e la presa, mentre tutto il suo corpo dondolava nel vuoto. Il sudore e l'umidità le rendevano la mano scivolosa. Le dita slittarono fino alle ultime falangi sulla pietra.
- Lasciati! -
Nemeria alzò lo sguardo sopra la sua testa. Sayuri stava volando in picchiata verso di lei. Era un falco, ma molto più grosso. Doveva fidarsi, non aveva altra scelta.
Prese un profondo respiro e lasciò la presa. Bucò lo strato di nebbia e vide il suolo farsi sempre più vicino. Due artigli l'afferrarono per le spalle, le ali bloccarono la caduta e sbatterono con violenza per riguadagnare quota. Il vento soffiava contro di loro, ma ce n'era un altro, una corrente ascensionale che le sospingeva verso il cielo. Quando bucarono le nuvole, vennero avvolti dalla luce accecante del sole.
La rabbia dell'elementale si ripercosse nella terra con un'onda d'urto che fece franare rocce e fango.
Nemeria cadde all'indietro, aspirando aria come se fosse riemersa dal fondo dell'oceano. Un rumore concitato di passi e Shen Mui entrò con in braccio una coperta. Sayuri la prese e gliela mise sulle spalle.
- Vai, me ne occupo io. - disse la Syad e la serva si defilò.
La casa era calda, ma Nemeria non riusciva a smettere di tremare. Il freddo sciolto nel sudore era penetrato attraverso la pelle fin nelle ossa. Persino tenersi la coperta addosso le risultava difficile per quanto erano intorpidite le dita.
- Bevi. -
Sayuri le appoggiò la tazza sulle labbra e la inclinò delicatamente. Il tè era ancora caldo, come se Shen Mui lo avesse fatto poco prima.
- Quanto... - passò la lingua sulle labbra screpolate, - quanto tempo ci abbiamo messo? -
- Meno di quello che pensi. Il tempo dell'anima scorre in modo differente. -
Nemeria si riempì la bocca di tè, lo trattenne e poi lo inghiottì.
- La situazione è grave. Non ho mai visto un elementale così furibondo. Probabilmente, quando hai usato la Forma per la prima volta hai forzato l'apertura anche dei cakra dell'aria. - disse Sayuri.
- E come avrei fatto? -
- Questo non te lo so dire con certezza. La tua trasformazione è stata una vera e propria esplosione di potere incontrollata. Oltre ad aver sbloccato i cakra del fuoco, ha in parte aperto anche quelli dell'aria. -
- Ma io non ho mai utilizzato il suo potere. -
- Ne sei davvero sicura? -
Nemeria rifletté. Non c'erano state grandi manifestazioni del potere dell'aria, però a volte, durante l'estate, quando faceva troppo caldo per dormire, si alzava un venticello fresco senza alcun preavviso. In certi giorni, aveva completato le frasi di Durga o Ahhotep anche se non aveva seguito la conversazione. Le parole, in quelle occasioni, le erano saltate alle labbra come se fossero sue, anche se non era sua la voce che udiva nella testa.
- Credevo... credevo che fosse normale. -
- Il passato è passato e non si può cambiare. Ora devi pensare al presente e al futuro. -
- Quindi non sono del tutto spacciata? -
- Ricordati che gli elementali sono come degli animali selvatici. Prima di domarli, bisogna pensare a conquistarsi la loro fiducia. Dovrai avere pazienza, ma, se sarai costante, riuscirai a ritrovare il tuo equilibrio. -
Sayuri inspirò a fondo e soffiò. Tutte le candele nella stanza si spensero.
- Per sbloccare del tutto il cakra dell'aria è essenziale capire cosa vuole l'elementale da te. Quando sogni, guardati intorno, cerca di capire perché vedi ti trovi in un determinato posto. È tutto troppo preciso per essere frutto della tua immaginazione. -
Nemeria avrebbe voluto dirle che era più che sicura di non aver mai visto delle montagne come quelle, ma preferì tacere. Non era la prima volta che la sua memoria la tradiva.
- Dovrai anche riprende a meditare, se puoi in luoghi che ti suscitano calma. Quando è l'elementale a indurre il sogno, riesce a escludere il potere del fuoco. Se invece sarai tu a invocare il sogno, non sarai più inerme. -
- Intendete... come gli oracoli e gli sciamani? -
- Sì. Ma io preferirei evitare l'utilizzo di erbe o fumo. È un metodo più semplice, ma è difficile da controllare. Rischi di non riuscire a manipolare il sogno, finendo così in balia dell'elementale. Con la meditazione ci vorrà più tempo, ma avrai sempre tu il potere. -
Sayuri generò una corrente d'aria con un movimento del dito e la finestra si aprì. Socchiuse le palpebre e inalò il profumo di erba bagnata. L'acquazzone si era calmato in una pioggia più tranquilla, che produceva un ticchettio d'accompagnamento al fruscio degli alberi.
Anche Nemeria rimase in ascolto. Ora che il calore della coperta aveva scacciato il freddo, trovava quasi rilassante la carezza del vento sulle guance.
Sayuri guardò la clessidra e disse: - Puoi rimanere ancora un'ora, se vuoi. Altrimenti posso chiedere alla mia scorta di accompagnarti. -
- Se per voi non è disturbo, vorrei aspettare che smetta di piovere. -
- Va bene. Allora faccio preparare altro tè. -
Nemeria rimase lì ben più di un'ora. Si avvolse nella coperta e si rannicchiò sull'unica poltrona nella stanza. A tenerle compagnia, solo il rumore della pioggia e il grattare del pennino di Sayuri sulla pergamena.
Al momento di congedarsi, Sayuri chiuse il calamaio e l'accompagnò all'ingresso. Sulla soglia, prima di aprire le porte, le porse un portapergamene.
- Leggila. -
- Lo farò. -
Bahar la raggiunse non appena mise piede fuori casa, offrendole un mantello lungo. Anche lei ne indossava uno, così come le due guardie che si era portata dietro.
A casa, la tavola era stata apparecchiata soltanto per uno. Quando chiese spiegazioni, Merneith la informò che Noriko aveva già mangiato da un pezzo.
- Mi ha detto di riferirvi che per stanotte dormirà nella camera degli ospiti. Non si è sentita molto bene e non vuole contagiarvi. -
"Che scusa patetica."
Tenne quel pensiero per sé per tutta la cena. Non mangiò nemmeno la metà di quello che aveva nel piatto. Non ne aveva bisogno né, soprattutto, voglia.
Quando si infilò a letto, si rese conto di quanto fosse grande. Trasse un profondo respiro e si strinse le lenzuola al petto. Il silenzio, quando c'erano Noriko o Batuffolo, era sempre pieno.
Nemeria allungò il braccio, solo per scontrarsi con la consistenza morbida del materasso. La solitudine era fredda e vuota.
Guardò il portapergamene per un po'. Poi si mise a sedere, se lo poggiò sulle ginocchia e lo aprì.
Angolino Autrice
Hello! Okkey, è da un po' che non mi faccio sentire, ma in questi mesi sono stata letteralmente sommersa dagli impegni universitari. Però va bene così, adesso finalmente posso laurearmi xD Comunque, la mia apparizione non è casuale. Ho notato un calo di views e stelline nell'ultimo periodo. Non capisco se la storia vi annoi o siete semplicemente in balia delle ultime verifiche/esami. Non fraintendete, continuerò comunque a pubblicare, anche perché amo scrivere questa storia. Solo vorrei capire se siete voi a essere impegnati o questo secondo libro che non vi cattura. Non me la prendo se mi rispondete la seconda, tranquilli. Però capitemi, siete spariti quasi tutti, quindi un dubbio mi viene xD Già che ci sono, colgo l'occasione per ringraziare @MarcoDMElan, @RobyBnn, @EmmettMt che mi lasciano sempre un commento a fine capitolo. Pian piano metto in pratica tutti i consigli/correzioni u.u
E voi altri non fate i timidi. Su, su, fatevi avanti, che non mangio nessuno.
Hime
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