Vienna
[Alcune settimane prima]
La spaziosa sala del palazzo imperiale di Vienna era quanto di più lucente e sfarzoso l'impero potesse offrire, quando Leòmhann varcò la soglia per accedere alla stanza principale non potè non notare la finezza con cui il legno della porta era stato lavorato.
Al tatto la superficie pareva quasi morbida come la pelle di un neonato e su tutta la superficie si distendevano soavi intarsiature in oro puro atte a formare nel loro armonioso e contorto disegno il simbolo del potere imperiale, la maestosa aquila bifronte svettava fiera sul portale quasi a fornire un primo monito sul potere dell'imperatore Francesco I su coloro che sarebbero entrati.
Lo stregone dai rossi capelli varcò la fatidica soglia allo scoccare delle undici accompagnato dal rintoccare delle campane per tutta la città a segnalare l'ora successiva.
Scortato da oltre sei guardie scelte dall'imperatore in persona potè finalmente posare gli occhi sulla sala tanto decantata.
In verità vi era già stato ma molti anni prima e a quanto si diceva il governo austriaco aveva provveduto ad ampliarla ulteriormente in sfarzo e lusso.
Il salone si presentava di forma vagamente circolare lievemente schiacciato ai due "poli" se così vogliamo chiamarli, al centro della sala erano collocati due fila di tavoli che convergevano al loro termine in un grande palco sopraelevato a cui si accedeva con una seconda porta destinata al solo imperatore e alle sue guardie personali.
La sala possedeva ampie finestre a modo di vetrata ma esse erano completamente oscurate da grandi teli neri incantati con magie di base così da non far passare il ben che minimo raggio solare, la luce nella sala era fornita da particolari fuochi di natura magica fluttuanti attorno al perimetro della sala, questa particolare precauzione era dovuta alla presenza nella sala di individui verso i quali la luce solare potrebbe risultare enormemente dannosa.
Era ormai di dominio pubblico il legame tra i reali austriaci e l'esponente di maggior rilievo della razza dei vampiri.
Il presunto figlio del condottiero Vlad III di Valacchia aveva aiutato enormemente la causa internazionale durante i tumulti in Francia e le potenze europee vollero ringraziare il suo intervento in difesa del potere pre costruito sul continente.
Francesco II d'Austria aveva giocato d'anticipo sfruttando l'antica influenza del suo impero sui principi di Valacchia, il fantomatico Vlad IV si sarebbe unito in matrimonio con la vedova più potente d'Europa scampata ai fervori in Francia che non avevano risparmiato il suo consorte.
Il matrimonio tra Vlad e Maria Antonietta aveva dato alla luce in breve tempo il primo erede dal sangue misto nella storia del grande impero, la principessa Lucretia d'Asburgo destinata a succedere al padre sul neonato regno-enclave dei vampiri in terra ungherese.
Vlad sedeva già nella sala collocato alla destra dell'imperatore per simboleggiare il legame presente tra loro, il signore della notte (come erano soliti chiamarlo quelli del popolino) presenziava al concilio vestito come si addice a un monarca.
La pelle estremamente candida come i suoi capelli bianchi e lisci come la seta più pregiata entravano in contrasto con la leggera veste di tessuto nero con ricami rossi abbinati ai suoi particolari occhi completamente neri con una stilla cremisi al loro centro.
Al centro dell'abito vi era impresso a dimensioni ragguardevoli lo stemma di famiglia, un drago rosso dalle fattezze mostruose munito di denti e artigli aguzzi come lame su campo nero.
Al suo fianco sedevano i cinque generali autonomi del suo regno, fuori dall'impero erano chiamati i senza volto per via dell'usanza di mascherare in pubblico le loro fattezze con veli spessi dal colore generalmente tendente al nero.
Contrapposti ai sei vampiri si trovavano gli alti funzionari del governo austriaco e alcuni ambasciatori tra cui i rappresentanti inglesi e prussiani tutti impeccabilmente sistemati in alta uniforme per l'occasione.
Leòmhann al suo ingresso ebbe gli occhi di tutti addosso compreso lo stesso imperatore che dall'alto della sua postazione osservava le mosse di tutti i presenti nella sala.
Il mago irlandese non aspettò di ricevere i richiami delle alte cariche presenti donando a tutti coloro che avevano un seggio in quella stanza un formale e prolungato inchino frutto di una ferrea educazione al rispetto delle etichette reali.
"Porgo i miei saluti a sua maestà illuminata l'imperatore porgendo i miei più sentiti ringraziamenti per la possibilità concessa di prendere parte a questa assemblea.
Rinnovo nuovamente saluti e ringraziamenti anche a sua maestà Vlad I e al suo regale seguito oltre che a voi signori, nella speranza che oggi sarà una giornata fruttuosa per le sorti della guerra."
Tutti rimasero impassibili all'entrata dello stregone limitandosi al massimo a ricambiare con un semplice ed elegante gesto del capo.
Leònhann non si scompose e prese posto sulla poltrona a lui destinata posizionata nella corsia vuota fra le due fila di tavoli proprio dirimpetto alla postazione di sua maestà l'imperatore.
Appena Leòmhann si accomodò il cancelliere austriaco Von Stadion prese la parola aprendo di fatto la seduta con il consenso implicito dell'imperatore.
"Proclamo aperta l'assemblea deliberativa riguardo alla questione balcanica per volere del nostro illuminato sovrano Francesco I imperatore d'Austria, re di Germania e d'Ungheria.
Che il fatto possa arridere alla vita dell'impero e dell'imperatore."
Il cancelliere prese una pausa proseguendo pochi istanti dopo.
"I miei rispetti Sir Fergus Eòmhann Leòmhann d'Irlanda ambasciatore magico dell'impero britannico qui sul continente.
La ringraziamo per la celerità con cui è accorso dopo le comunicazioni che la nostra società magica le aveva fornito al riguardo di ciò che sta avvenendo fuori dai confini imperiali in terra ottomana.
A quanto è trapelato dalle autorità locali e dai nostri maghi presenti nell'avamposto di castel Grom la situazione potrebbe essere più grave del previsto e a ciò è dovuta la sua convocazione qui dinanzi l'imperatore."
Leòmhann annuii con un cenno del capo chiedendo direttamente a sua maestà la parola la quale gli venne concessa immediatamente.
"I miei rispetti a voi cancelliere, prima ancora dei rapporti di amicizia che intercorrono tra i nostri rispettivi sovrani è mio dovere curarmi delle turbolenze nel mondo magico.
Per quanto chi schieriamo lo scopo di noi maghi va aldilà delle bandiere che serviamo, è il principio stesso della magia non avere padroni.
Qui il mio intervento a quanto avverto è particolarmente necessario, non credevo che i rapporti della gran maestra di Grom Yelena Biljana fossero talmente accurati.
Il flusso magico è sconvolto, lo posso avvertire anche da questa distanz..."
Leòmhann fu zittito di colpo dalle parole del secondo sovrano nella stanza, il bianco signore della notte il quale non chiese neppure la parola come consuetudine.
"Il flusso d'etere non c'entra, altre cose si muovono abbindolando i sensi dei maghi umani stregone e ora avrai la prova di come lì a Grom stiano sottostimando quello che avverrà senza veri provvedimenti.
Descrivono la situazione come critica ma non per i motivi per cui è tale."
Apostrofò seccamente, al termine delle sue parole un nuovo evento accadde nella sala o per meglio dire nelle sue immediate prossimità.
La porta principale fu spalancata da un calcio che fece sbattere le due ante alle pareti della sala nello sgomento generale misto all'erta delle guardie pronte al peggio.
"Oh si sono già riuniti tutti che bellissimo quadretto da guardare."
Alla voce femminile fu accostato subito dopo un aspetto ben riconoscibile.
La sua pelle era la medesima di quella dei vampiri bianca come il latte più puro ma a loro differenza i suoi occhi erano vivi e di dorata tonalità con una pupilla nera verticale come quella di un rettile.
I capelli erano lunghi ma non eccessivamente acconciati in modo che svariate ciocche coprissero in parte uno dei occhi azzurro cielo.
Costei era adornata da una giacca militare di buona fattura ma non estremamente elegante per altro usurata dal tempo e attillata, o forse non esattamente della sua taglia, visto che metteva pienamente in risalto le forme prosperose della donna.
Il cancelliere si alzò nuovamente in piedi sbottando in un rimprovero.
"Comandante Zakareth quante volte le abbiamo di darsi un contegno, non può irrompere durante le riunioni del concilio per di più assumendo una forma diversa dall'usale.
Quando veste i sigilli imperiali le è proibito utilizzare le sue abilità mutaforma.
Tenga a freno i suoi istinti da demone."
Il demone sorrise avvicinandosi a Leòmhann al quale posò una mano sulla spalla.
I due avevano già conoscenza pregressa, Zakareth Bauglir comandante in forza a Vienna era dopotutto il fratello maggiore di Ankht Bauglir.
Alzò la testa volgendo uno sguardo all'imperatore.
"Con tutto il mio disinteresse cancelliere ma fino a quando sua maestà non avrà da ridire sul mio operato farò come meglio credo.
Vero Fergus, anche tu sei uno che non rispetta tanto le regole per attuare i propri piani."
Zakareth sogghignò slegando dalla sua fibbia una boccetta Nera contente chissà quale intruglio scolandola velocemente così come l'aveva presa schiacciandola poi al volo sotto lo stivale provocando lo schizzare di svariate schegge per il pavimento.
"Ora vedrete cosa abbiamo trovato attorno al luogo dove quelli di Grom ci avevano spedito, ve lo farò vedere proprio qui in questa sala."
Disse iniziando pian piano a mutare nuovamente il suo aspetto in quello di un uomo coprendo i passaggi intermedi con una coltre di fumo violaceo.
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