Jewel
[Impero Ottomano, 1806]
Quasi contemporaneamente alla sparizione di Krueger fra i ghiacci dell'estremo nord l'altra spedizione attraversò il confine austro-ottomano dopo estenuanti giochi diplomatici tra i politici di entrambi gli schieramenti.
Leòmhann avrebbe dovuto raggiungere castel Grom, nota enclave austriaca all'interno del vasto impero orientale.
La zona consisteva in una piccola area boschiva con al suo centro una costruzione
adibita a castello-fortezza, munita di una manciata di soldati specializzati e da alcuni maghi.
Il castello era stato reso indipendente dal potere imperiale oltre duecento anni prima attraverso il trattato di Belgrado.
In una situazione normale il sultano avrebbe accordato il passaggio di uno stregone così altolocato e ben visto nella società internazionale senza troppe storie, ma visti i tumulti che avevano caratterizzato la regione della Serbia egli si vedeva restio a consentire a una piccola armata, nonostante gli accordi presi a Berlino dai suoi ambasciatori, di dirigersi nel bel mezzo di un'area brulicante di rivoltosi e cospiratori.
Ci vollero oltre due settimane di scartoffie accumulate sulle scrivanie di Vienna per dare a Leòmhann il via libera oltre alla parola degli stessi Francesco I e Giorgio III (nonostante tutto Leòmhann restava pur sempre un inviato inglese sul continente).
Il lasciapassare fu accordato verso il finire del mese di settembre a patto che Leòmhann valicasse il confine da solo scortato solo da soldati locali, e non con suoi fedeli come stabilito nel congresso, restando nell'impero solo lo stretto necessario per sbrigare le faccende di cui doveva occuparsi.
Gli fu proibito anche l'uso della magia, salvo in caso di estrema urgenza pena l'irrigidirsi dei rapporti tra gli stati chiamati in ballo, con già la Francia a minare la stabilità del continente nessuno voleva avere un nuovo nemico anche a sud-est.
In pochi giorni di cavalcata lo stregone irlandese giunse al limitare dei confini di Grom.
Il panorama che faceva da cornice alla grande costruzione fortificata aveva quasi del fiabesco o meglio di una macabra fiaba.
Della struttura in sé si potevano notare solo le alte guglie svettare taglienti verso il cielo, totalmente avvolto da nere nubi il cui rombo si poteva udire a chilometri di distanza, così come la luce abbagliante della saette che in maniera ininterrotta si abbattevano nei dintorni, lasciando libero dalle loro attenzioni proprio la vasta magione.
Il resto era celato alla vista dagli alberi che con una fitta rete di chiome impedivano a occhi umani di osservare oltre, aumentando l'alone di mistero che circondava quel posto.
L'unico sentiero percorribile aveva alla sua entrata un gruppo di quattro guardie dalle barbe folte e dalle punte delle spade molto affilate, certo quattro individui soltanto non sembravano una difesa irresistibile ma i padroni del castello dovevano avere le loro certezze per piazzare così pochi uomini in quella zona.
Il riconoscimento fu rapido anzi le quattro sentinelle riconobbero Leòmhann ancora prima che aprisse bocca, allontanando bruscamente la sua scorta invitandoli a restare fuori dai possedimenti di Grom.
Tre restarono lì a sorvegliare l'ingresso mentre la quarta prese con se il mago conducendolo per il suggestivo viale fiancheggiato dalla foresta quasi spettrale.
Per tutto il cammino nessuno dei due proferì parole preferendo il rumoroso silenzio garantito dal temporale al posto delle parole.
"Lord Leòmhann, lei può varcare le soglie del sacro forte del tuono senza che ella provi rabbia o collera."
Disse l'uomo nella propria lingua, mentre faceva rapidi segnali con la mano ai suoi commilitoni posti sulle mura di aprire la porta principale.
I soldati si mossero veloci e presto i cigolii degli ingranaggi e delle catene animarono l'ingresso man mano che le porte si aprivano al nuovo ospite.
"Lo spero vivamente soldato, se ciò che mi è stato riferito a Vienna fosse vero la sua collaborazione con le truppe della coalizione potrebbe rivelarsi vitale.
Cose strane accadono da queste parti secondo i rapporti, tutti voi dovreste saperne qualcosa."
Lui guardò verso l'alto sospirando non riuscendo a fornire allo stregone una risposta precisa.
"La gran maestra le spiegherà la situazione, purtroppo un'umile guardia non può proferire certi eventi e situazioni.
Le dico soltanto di star bene attento a dove mette i piedi, la terra non sembra più dare certezze a noi uomini.
Ora però vada, non possiamo tenere a lungo aperto l'ingresso."
Leòmhann annuì a sua volta varcando definitivamente la soglia del forte, prima ancora che potesse muovere un altro passo all'interno del grande cortile un manipolo di persone gli venne incontro con fare amichevole.
Sei guardie proteggevano i fianchi di un trio di maghi, lo si poteva capire dai simboli arcani che adornavano le loro vesti, composto da due uomini e una donna.
Quest'ultima risaltava tra le altre figure per vari motivi.
Le vesti erano estremamente pregiate tanto da emettere quasi un flebile bagliore perfino in assenza del sole così come le linee magiche iscritte su di esse dello stesso colore dell'oro.
Esse erano lunghe fino agli stivali neri ed erano a loro volta decorate dalle ciocche bionde che ricadevano sulle spalle oltre a un viso dai tratti non troppo delicati ma pur sempre con due gemme blu incastonate sotto forma di pupilla.
Una visione certamente gradevole rispetto ai bruti in armatura che spopolavano come guardie e guerrieri.
"I miei ossequi maestra Biljana."
Leòmhann fece un sorriso contenuto nei confronti della donna, che nel frattempo si era fermata a due metri da lui, facendo un leggero inchino secondo le usanze slave al riguardo dei comportamenti da tenere al cospetto di un gran maestro di un ordine magico.
Lei ripose all'inchino con un gesto di mano seguendo la tradizione avvicinandosi poi senza farsi seguire dai suoi accompagnatori verso il mago dai rossi capelli.
"È un onore ospitarla qui a Grom Leòmhann, la notizia del suo arriva vi aveva preceduto di diverse lune."
Lei scostò le mani da dietro la schiena emettendo un leggero rumore metallico il quale si ripetette quando tese il suo braccio destro verso il mago con il palmo aperto.
Esso non era fatto di carne bensì di lucente e solido metallo animato.
Leòmhann interruppe l'inchino ricambiando l'invito di una stretta di mano.
"Ciò mi lusinga, ma preferisco che non venga perso tempo in chiacchiere.
Sa bene i motivi del mio arrivo qui e non sono affatto rosei."
[Un'ora dopo]
La mano di Leòmhann avvolgeva completamente il suo calice in cristallo, muovendosi quasi nervosamente attorno ad esso facendo fare all'oggetto più volte giri su se stesso.
"Così quello che si diceva all'assemblea dei maghi era tutto vero, l'anomalia che tutti nominavano con voce spezzata per la paura di un conflitto magico, un nuovo conflitto magico.
Avevo avvertito tutto già da quando sostai a Vienna."
Lei sospirò tenendo la protesi attaccata al vetro della finestra, freddo a causa della pioggia incessante che nel frattempo si era abbattuta copiosa sull'area.
"Tutta quest'area è completamente avvolta da una turbolenza dell'etere.
Come avrai sentito Fergus tutta l'area presenta profondi disturbi nell'equilibrio magico.
Da quando la prima anomalia si è manifestata la magia è fuori controllo, solo qui gli scudi hanno retto e resistito all'evento."
Leòmhann posò il bicchiere alzandosi dalla poltrona.
"Yelena con tutta franchezza definire ciò una turbolenza mi sembra un eufemismo, è diverso da ciò che abbiamo sentito negli altri eventi.
Qui tutti hanno percepito qualcosa di diverso altrimenti non avrebbero mandato me.
Abbiamo passato quest'ora a fare molti giri di parole, posso capire la tua riservatezza dinanzi ai collaboratori dell'ordine ma noi del consiglio ristretto dovremmo condividere le informazioni vitali.
Cosa c'è davvero dietro a quello che sta avvenendo qui, se il gioiello si è mosso non puoi dirmi di non sapere nulla in maniera specifica e precisa."
Lei si voltò non sorpresa dalla sua ultima affermazione.
"Tutti hanno sentito il fulmine che tornava alla sua vera vita, vero ?"
Il mago irlandese annuii
"Una tale emozione di energia divina non sarebbe passata inosservata neanche a un novellino, tutti abbiamo saputo e ciò non è un male.
Ci ha permesso di pesare la gravità della situazione.
Ora dobbiamo conoscere la vera minaccia, chi è il nemico Yelena?"
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