ARTE.
Quando ero piccola il nonno mi diceva che c'erano tantissimi tipi di artisti: c'era chi creava magie con un pennello, chi annegava i suoi dispiaceri in sculture malmoree, chi si perdeva nel fondo di una melodia di uno strumento, chi si mascherava e desiderava di conoscersi attraverso altri caratteri, e chi, invece, aspettava solo che le parole se lo prendessero e lo portassero ovunque non fosse la realtà.
E mi diceva che ogni artista aveva un dono, ogni artista aveva tanto da dare, creare, ammettere, sognare, vivere.
E mi raccontava che ci fossero veri artisti ed impostori, la differenza era un sottile filo che divideva il vero dal conveniente.
Ogni artista, si passava la mano fra i capelli, mentre lo ammetteva, ha il proprio dono. «Mai sottovalutare, piccolina, quanto un pennello possa creare, realtà parallele, perpendicolari, quanto tu voglia. Mai scordarsi quanto uno strumento possa aleggiare nei sentimenti e generare ben stare, anche la voce o la musica vissuta, sono un dono. E non devi dimenticare che se gli attori non avessero un minimo di follia, pizzico di verità, non potrebbero far piangere o far ridere. Non evitare il concepire che anche lo scultore ha un dono, gli é stata regalata una fantasia, una concezione tridimensionale che lo rende reale ed unico. Ed, infine, non sottovalutare il dono degli scrittori, le parole, sono un dono e devono essere usate nella maniera adeguata»
Perché ripeto le parole di mio nonno, mi starete chiedendo. Perché io oggi sono qui, su questa piattaforma, dopo aver passato la vita a scrivere, a ricordarvi che le parole, mie cari, non fluttuano nell'aria. Le parole c'hanno un peso, possono pesare quanto una piuma o quanto un'anima. E posso pesare sull'anima.
L'usare le parole, a mio parere, non é per tutti. Il misurarle, il concepire il reale nella fantasia e chi più ne ha più ne metta, é per chi sa cosa vuol dire quello che sta scrivendo.
E questa società, questa generazione virtuale, non dà più peso alle parole che leggono, ascoltano e dicono. Certe parole, certe frasi, certi libri, non vanno citati o scritti perché fa moda. Le parole non sono un metto futile e frivolo, sono arte. Arte vera e pura.
E diamine, non mi reputo un'artista, ma volevo invitarvi a riflettere, oggi, che siete diventati ben 1350 followers, che tutto ha una conseguenza, tutto ha un proprio valore e tutto, oramai, pare banale. Tutto é scontato, tutto é troppo.
E lo scrivo qui, wattpad é una piattaforma libera e mi apro con voi. Volevo proporvi di riflettere sul valore di alcune cose e di come sembriamo starle sciupando.
E portrebbero partire gli insulti, ma mi é stata già tappata la bocca, nessuno mi legherà le mani.
E concludo questa mia riflessioni con una frase di Bukowski, e vorrei ci pensaste, davvero.
'Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico, e ci sentiamo in dovere di dare spettacolo.'
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