Tom




NOTE DELL'AUTRICE.

Scheggia è tornata con un nuovo capitolo!!!

Spero davvero che vi piaccia e che voterete e commenterete in tanti come sempre <3

Vorrei conoscervi meglio quindi che ne dite se posto una domanda a capitolo alla quale rispondere?

Direi di iniziare con: " Quanti anni avete?"

Io ne ho venti e sto per iniziare il terzo anno all'università

Prima di lasciarvi alla lettura del capitolo vi lascio, come sempre, i miei contatti! Scrivetmi, non mordo ;)

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Grazie di tutto

a presto

vi amo

baci

SCHEGGIA<3











<< Ciao mamma, ci vediamo lunedì >> disse Ben baciando la mia guancia prima di salire sul treno che avrebbe portato lui e Darcy a Londra dove avrebbero trascorso il fine settimana con il loro splendido papà

<< Vi voglio bene >> mimai agitando la mia mano mentre il treno lentamente si allontanava dal binario

Simon aveva tenuto fede al nostro accordo e aveva permesso ai ragazzi di passare del tempo con i loro padri e cercare di recuperare tutto ciò che si erano persi in quei quattordici anni, parte del compromesso era stata rispettata, ora stava a me mantenere la parola data. Dovevo dimenticare Harry, dovevo dirgli di non amarlo più anche se questo avrebbe straziato il mio cuore ancora di più, dovevo farlo, per il bene dei miei figli. Camminavo soprappensiero con le mani nelle tasche della mia giacca di pelle nera e lo sguardo fisso su i miei stivaletti con il tacco quando mi scontrai con qualcuno. Quando alzai gli occhi, mi trovai dinanzi ad un uomo che avrà avuto circa l'età di Harry, aveva i capelli neri, folti e un po' ricci,  due occhi marroni che esprimevano dolcezza assoluta e un sorriso imbarazzato a completare l'opera.

<< Scusami tanto, ti ho fatto male? >> gli chiesi continuando a guardare quegli occhi dolcissimi

<< No, tranquilla >> rispose lui cordiale << Tu stai bene ? >>

<< Oh si certo >> risposi imbarazzata

<< Sei sicura? Perché i tuoi splendidi occhi dicono il contrario >> rispose guardandomi dolcemente

Rimasi incantata a guardarlo, era il primo uomo a trattarmi così da quando mi ero allontanata da mio marito, sorrisi come una dodicenne imbarazzata per il complimento e poi dissi: << Sto bene, quelli che vedi sono i segni di un passato particolare >>

<< Mi piacerebbe conoscere questo passato >> continuò senza perdere il contatto visivo << Magari questa sera a cena da Matthew's? >>

<< I...Io >> balbettai << Non saprei cosa dire >>

<< Basta un semplice si >> rispose quello

Tentennai per qualche istante, l'unica relazione che avevo avuto oltre Harry era quella con Daniele e non riuscivo ad immaginare di essere sfiorata o guardata da un altro uomo al di fuori di mio marito ma avevo fatto un patto e dovevo dimenticarmi di lui e l'occasione ce l'avevo proprio sotto il naso

<< Va bene >> sospirai indecisa

<< Ti passo a prendere per le otto >>  Disse con un sorriso ampio

<< Ok >> acconsentii imbarazzata

<< Questo è il mio numero, inviami il tuo indirizzo e sarò puntuale >> pronunciò lui porgendomi un cartoncino, era il suo biglietto da visita

<< " Tom Anderson, agente immobiliare "  >> lessi ad alta voce

<< In carne ed ossa >> disse il ragazzo sorridendo mostrando i suoi denti bianchi

<< Beh piacere Tom, io sono Giulia >> ridacchiai porgendogli la mano che lui strinse subito con una stretta ferma e rassicurante

Il mio cellulare in quell'esatto istante prese a squillare portando alle mie orecchie le parole di moments e un senso di colpevolezza misto a tristezza si impossessò di me. Congedai Tom dandogli appuntamento per quella sera e poi risposi alla chiamata.

<< Ehi >> dissi

<< Giu? Sono partiti i ragazzi? >> Chiese la mia migliore amica dall'altro capo del telefono

<< Si, qualche minuto fa >> risposi sedendomi in macchina

<< Tutto bene? >> domandò poi la mia migliore amica stranita

<< Più o meno, ti racconto appena arrivo a casa >> dissi mettendo in moto.

Salutai Alessandra e partii. Trascorsi l'intero tragitto con la radio come sottofondo ai miei pensieri, se volevo che l'accordo funzionasse, dovevo convincere tutti che non provassi più nulla per Harry, dovevo nascondere la verità anche alle mie migliori amiche e soprattutto ai miei figli. Avevo fatto molti sacrifici nella mia vita, li avevo fatti volentieri per il mio bene, da giovane non avrei mai pensato che ci sarebbe stato qualcosa di molto più forte dell'amore verso me stessa che mi avrebbe spinta a soffrire solo per non deludere chi amavo, per tutelare i miei figli e uno splendido uomo dagli occhi verdi e i capelli ricci. Harry mi aveva donato tanto ed io facevo tutto quello per ripagarlo della dolcezza che mi aveva regalato, delle notti passate a sussurrarmi quanto mi amasse tra un verso di Moments e l'altro, ma più di tutto, lo facevo per ripagarlo del dono più bello che un marito possa mai fare alla propria moglie: i figli. Da quando Ben e Darcy erano parte della mia vita tutto aveva un senso, il dolore per la lontananza da mio marito era attenuato dall'amore nei loro confronti, dal bene immenso che provavo verso quei due ragazzi frutto della storia più bella della mia vita.  Fu con questi pensieri in testa che mi recai nel mio ufficio per sbrigare del lavoro lasciato in sospeso quella mattina, mi sedetti sulla mia sedia girevole in pelle e mi immersi nella fisica quantistica, tutto ciò che sin da ragazza avevo amato e che mi portava fuori dai miei problemi per immergermi in un qualcosa che mi incuriosiva; quando ero all'università mi sentivo come una bambina che scopriva per la prima volta le bellezze del mondo e, per me, il tempo passato con il naso nei libri sembrava volare ogni giorno, la curiosità di scoprire cosa ci fosse alla base di tutto il mondo e l'universo era la chiave del mio benessere momentaneo. Ero immersa nella risoluzione di un calcolo integrale quando il mio telefono vibrò ripetutamente sulla mia scrivania

<< Pronto? >> risposi senza staccare gli occhi dal computer

<< Giu ma che fine hai fatto? Sono le sette passate! >> disse preoccupata la mia migliore amica

<< Si si scusa >> dissi prima di esultare urlando con un: << Ce l'ho fatta! Alla faccia tua seno iperbolico! >>

<< Ti prego dimmi che non hai appena insultato una funzione >> chiese disperata Alessandra

<< Mi stava dando la morte, non riuscivo a risolvere il calcolo >> mi lamentai come una bambina

<< Oh santo cielo, tu non stai bene >> sospirò

<< Zitta, medico da strapazzo >> la rimbeccai sorridendo scatenando la sa risatina << Allora, cosa volevi dirmi? >>

<< Mah nulla, volevo solo sapere che fine avesse fatto la mia migliore amica, sai sono le sette e mezza e sei uscita quattro ore fa per accompagnare i ragazzi in stazione, temevo che fossi partita con loro senza dirmi niente >> spiegò calma

<< Porca merda! >> pronunciai mentre una stagista che passava in quel momento davanti alla porta del mio ufficio ridacchiò << Tom arriverà tra mezz'ora ed io devo ancora preparami! Oh no, non gli ho nemmeno scritto l'indirizzo! Non ce la farò mai >>

<< Ok calmati e ricomincia >> disse la mia migliore amica mentre con una mano tenevo il mio portatile e con l'altra stringevo le chiavi della macchina mentre mi precipitavo fuori dalla struttura << Chi è Tom e perché deve venire qui? >> 

<< Tom è un ragazzo carino che fa l'agente immobiliare, ha due occhi castani che sono dolcissimi, non quanto quelli di Liam o di Zayn, ma sono dolcissimi comunque... L'ho incontrato prima nel parcheggio della stazione e mi ha chiesto di uscire e così alle otto passa a prendermi per andare a cena da Mattew's >> spiegai mentre guidavo con il telefono in viva voce posato sulla coscia destra

<< Non stai davvero per tradire Harry >> pronunciò incredula Ale

<< Tra Harry e me c'è stata una splendida storia ma non ci sarà mai più niente, io.... i... io non lo amo più >> dissi sperando di convincere più me che la mia migliore amica

<< Si, e io sono la regina >> sbuffò spazientita, mi conosceva bene e non ci credeva

<< Credi quello che vuoi, io comunque stasera andrò al mio appuntamento >> dissi chiudendo la chiamata ed entrando in casa

Scrissi per messaggio l'indirizzo a Tom e mi catapultai nella doccia, lavai i capelli alla velocità della luce, mi avvolsi nell'asciugamano e indossai una gonna nera a vita alta con una maglia verde acqua mentre Ale mi seguiva sgridandomi e dicendo che secondo lei stavo sbagliando perché amavo ancora il mio Harry; aveva pienamente ragione ma dovevo cercare di mettere da parte quell'amore ormai di nuovo platonico e provare ad innamorarmi di nuovo, lo dovevo ai miei figli, e soprattutto lo dovevo a mio marito.

Stavo passando il mascara sulle mie ciglia quando Tom mi scrisse avvisandomi di essere fuori, strinsi Ale tra le mie braccia, le lasciai un bacio sulla guancia e mi avviai verso lo splendido ragazzo che mi attendeva poggiato alla sua macchina. Non appena mi vide si aprì in un sorriso meraviglioso e mi disse : << Ciao bellissima >> per poi lasciarmi un veloce bacio sulla guancia facendomi arrossire.

Sarebbe stata una serata particolare e speravo davvero di riuscire a divertirmi e non sentirmi in colpa nei confronti di quella persona a cui dovevo tutto: il mio Harry.


P.S.

Il ragazzo dell'immagine è Tom *.*

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