Il puzzle
Darcy's POV
Sin da bambina avevo sempre dimostrato di essere forte, sicura, tutti mi vedevano felice, di rado il mio volto era spento, facevo in modo che gli altri credessero che stessi bene quando invece non era affatto così. Ogni volta che conoscevo persone nuove la storia si ripeteva, mi chiedevano dei miei genitori ed io rispondevo che mia madre era ingegnere poi, però, mi facevano la domanda più banale della storia, ma per me anche la più dolorosa: " E tuo padre?". Fino agli otto anni più o meno non rispondevo, correvo via a rifiugiarmi in un angolo nascosto e non parlavo più con nessuno, fino a quando mio fratello o mia madre non arrivavano a riprendermi, mi stringevano forte tra le braccia, aspettavano che mi sfogassi e poi mi riportavano a casa. L'ultimo episodio in cui mi mostrai così fragile fu il primo giorno di liceo, le ragazzine a quell'età sanno essere davvero crudeli;
Era in corso la terza ora di lezione del mio primo giorno alla Manchester High School, ero seduta accanto alla mia migliore amica, il professore di chimica stava fecendo le presentazioni, chiese ad ognuno di noi quale lavoro i nostri genitori svolgessero
" mio padre è medico" disse una ragazza, io strinsi i denti
"mio padre è avvocato" affermò un altro ragazzo
il mio turno era vicino, così presi un respiro profondo e quando il professore disse: " Signorina..." fece scorrere il diro sul registro e disse:" Styles, i suoi genitori invece?"
Come sempre negli ultimi anni, indossai un sorriso falso e dissi:" Mia madre è ingegnere delle nanotecnologie alla Apple" Nella classe si levò un brusio ed il professore esclamò:" Wow!" credetti che fosse tutto finito ma poi...." E suo padre?"
Avrei dovuto esserci abituata dopo tanti anni, ma non fu così, le lacrime bussarono ai miei occhi, ma non dovevo mostrarmi debole, così le ricacciai indietro e risposi con il capo chino:" I-Io non conosco mio padre"
"Oh chiedo scusa" si scusò il prfessore e passò avanti
La campanella suonò avvisando che era arrivata la ricreazione, così Kathy ed io ci dirigemmo verso il cortile alla ricerca di mio fratello ed il mio ragazzo. Stavamo camminando indisturbate quando per errore urtai la spalla di Delilah, la mia copagna di classe, la solita cheerleader senza cervello e piena di soldi che mi disse:" Attenta a dove metti i piedi, figlia rifiuatata"
Io che stavo continuando a camminare mi bloccai immediatamente e Kathy fece lo stesso
" Che cosa hai detto?" domandai lentamnte mentre mi voltavo
" Ho detto che sei una figlia rifiutata" ripetè Delilah con superiorità " sei talmente sfigata che tuo padre si è rifiutato di riconoscerti"
"Tu non sai niente di lui" dissi stringendo i pugni ed avvicinandomi al suo viso
" So che sicuramente tua madre è andata con così tanti uomini che non sa nemmeno chi sia tuo padre" disse urlando mentre la folla che si era radunata intorno a noi rise, nessuna lacrima doveva uscire dai miei occhi, non davanti a tutti; strinsi i denti serrando la mascella
" Pensa a tuo padre e a tutte le puttane che si scopa quando dice di fare tardi in ufficio" dissi colpendola in pieno
" Bugie!" esclamò sferrandomi un pugno in pieno viso, mi sarebbe diventao l'occhio nero
Stavo per rispondere e sferrarle un pugno che non avrebbe mai dimenticato, ma qualcosa, o meglio, qualcuno mi fermò.
"Lasciami" urlai
" Dar calmati" disse mio fratello
" Ha insultato nostra madre, non deve passarla liscia!" urlai per poi voltarmi a lanciarle uno sgurdo pieno di odio e rabbia
Ci osservava troppa gente così Ben fece in modo che avessimo dei permessi per uscire da scuola e mi portò al nostro parco, quello dove ci portava a giocare nostra madre da piccoli; ci sedemmo in una casetta per bambini e ci abbracciamo. Mio fratello perse ad accarezzarmi il capo e a lasciarvici dolci baci mentre io scoppiai a piangere sul suo petto
" Ehi, mi racconti cosa è successo?" mi chiese quando i singhiozzi si arrestarono
" Mi prendono in giro perchè non so chi sia nostro padre" rivelai mentre altre lacrime solcarono le mie guance.
" Dar lo so che è difficile non avere un padre, ma noi abbiamo nostra madre che ci ama alla follia, e anche se non lo pensi, sono certo che nostro padre ci sia vicino e ci ami quanto ci ama la mamma"
Da quel giorno decisi che non avrei più sofferto, niente e nessuno mi avrebbe mai più fatto soffrire, ed io avrei trovato mio padre!
Erano passati ormai due giorni da quando avevo visto mia madre con Harry Styles, non ero sicura fosse lui, ma lo speravo con tutto il cuore, eravamo tornati tutti a Manchester, così quel giorno le mie ricerche ebbero inizio. Riuscii a procurarmi alcuni giornali di gissip di quindici anni prima, parlavano tutti degli One Direction, le cose non erano molto diverse dai miei tempi.
" Gli One Direction, la band angloirlandese, conquista l'Italia" questo era il titolo del gionale che stringevo tra le mani
Lo sfogliai, c'erano moltissime foto del mio gruppo preferito da giovani, aveano circa vent'anni, le foto li ritraevano a Milano, sul palco di San Siro, nella piazza del duomo fuori dall'hotel.
Poi una frase in grassetto attirò la mia attenzone:" Niall ed Harry sono stati visti in compagnia di due ragazze"
Purtroppo le foto erano troppo sfocate, non si riusciva a capire chi fossero, così passai in rassegna gli altri due gironali ma anche in quel caso non ottenni altro che incertezze, le ragzze in alcune foto erano di spalle, in altre baciavano i ragazzi ed i visi non si potevano vedere.
" Dar io vado in ufficio" disse mia madre entrando improvvisamente nella mia stanza
" O-ok" balbettai, temevo che scoprisse ciò che stavo facendo
Vidi mia madre osservare lo schermo del mio computer e sorridere, non capii fino a che non mi resi conto che avevo come sfondo gli One Direction.
" Sapevo che ti piacciono, ma non credevo così tanto" dissi quando notai che i suoi occhi erano diventati lucidi
" Non puoi neanche immaginare quanto io ami quei cinque ragazzi" rispose mia mamma, si avvicinò a me mi diede un bacio sulla fronte e poi andò via.
Quella reazione non era normale, mi fece pensare, se vedi i tuoi idoli in foto sorridi, è ovvio, ma arrivare a piangere è troppo strano, mia madre nascondeva qualcosa; posai i gomiti sulle ginocchia, la testa sui palmi delle mani e pensai...
" Ma si certo!" esclamai parlando da sola quando ebbi l'illuminazione " l'armadio!"
Mia madre in quei quattordici anni non mi aveva mai permesso di aprire il suo armadio, mi diceva che se volevo dei vestiti me li avrebbe presi lei, io non dovevo sconvolgere il suo ordine, non ci avevo mai dato troppo peso, ma quel giorno quel tassello sembrava fuori posto.
Ma prima di andare nella stanza di mia madre passai da quella di Kathy
" Ehi Darcy Dar"disse la mia milgiore amica
" Mi è venuta un'illuminazione Kathy Kat" dissi
" Cioè?" mi chiese
" Controlla nell'armadio di tua madre, potrebbero esserci indizi importanti"
" Ma mia madre non vuole che apra il suo armadio" disse
Attesi in silenzio qualche istante fissandola e poi capì da sola
" Appena finisci vieni in camera mia"
" Va bene" acconsentì e poi ci dirigemmo in contro alla verità o forse al nulla
Non appena varcai quella porta bianca il profumo dolce di mia madre mi invase le narici, non sapevo come si chiamasse, lo volevo anche io; mi guardai intorno, sul divanetto beige vi erano sparsi dei vestiti, sulla scrivania c'erano pile di fogli e qualche foto mia e di Ben, sul comodino invece un portafoto contentente l'immgine di mia mamma il giorno del suo matrimonio, era bellissima con quell'abito bianco e quella felicità negli occhi. Accarezzai con il pollice quella foto e poi raggiunsi l'armadio, afferrai le maniglie, chiusi gli occhi, presi un respiro profondo e poi spalancai le ante. Sembrava tutto normale fino a quando non spostai i vestiti, la parete era piena di foto degli one direction, di mia madre con loro, su una mensola c'erano tutti i loro cd, i primi tre erano autografati, c'era una boccetta di profumo, la presi tra le mani :" one direction, our moment", ne spruzzai una goccia sul polso, era prorpio quello il profumo di mia madre, ma era fuori produzione da tanto, chissà come faceva a procurarselo. In fine trovai una scatola blu sul cui coperchio c'era scritto :" Hazza e Scheggia"; la tirai fuori da li, mi sedetti sul pavimento e con il cuore in gola la aprii. C'erano alcuni peluches, le chiavi di qualcosa, una catenina con la sctitta: " Scheggia", un cofanetto di velluto vuoto in cui c'era un biglittino con su scritto:" Allora mi sposi?" ed un album.
Era molto colorato, sulla copertina vi era una scritta stilizzata " FAG", lo aprii lentamente mentre i battiti del mio cuore aumentavano man mano che sapevo di avvicinarmi alla verità; la prima pagina al centro aveva una foto di mia madre con zia Ale e zia Flavia, le sue migliori amiche, sotto vi era una scritta :" questa è la nostra storia, queste siamo noi, Flavia, Alessandra e Giulia, tre migliori amiche da sempre, tre sorelle inseparabili, queste siamo noi...FAG" e sotto ad essa vi erano le loro firme. Sorrisi nel leggere quelle bellissime parole e poi voltai pagina, trovai moltissime foto di mia madre da bambina con zia Ale, zia Flavia, zio Carmine ed i nonni, erano in ordine crescente, c'era mia madre durante i concorsi di danza, mia amdre alle recite scolastiche, alle feste del liceo con zia Flavia, poi una pagina priva di foto, solo una scritta:" l'inizio di tutto, della nostra vita insieme, della One Direction Family" e dieci firme, provai a decifrare e i nomi : Niall, Alessandra, Liam, Lily, Zayn, Roxie, Louis, Eleanor, Harry, Giulia. Lacrime calde bagnarono il mio volto, ecco perchè mia madre li amava così tanto, erano la sua famiglia, erano i suoi amici, ma non era certo che Harry fosse mio padre. C'erano tantissime foto di loro da giovani, per le strade di Londra, New York, al Madison Square Garden, a Milano, a Parigi, avevano visitato quasi tutto il mondo, ogni pagina aveva allegato il biglietto aereo, molte foto ritraevano mia madre che teneva per mano Harry, che lo abbracciava o di loro che scambiavano baci dolcissimi. In cuor mio ero felice che lui fosse mio padre, perchè si, ormai ne ero quasi certa, quell'uomo era mio padre. Con emozioni contrastanti continuai a scorrere le pagine, giunsi al matrimonio, la medesima foto che mia madre aveva sul comodino, lì aveva una parte in più, il suo sposo era accanto a lei che laguardava con occhi colmi di amore. C'erano foto del loro matrimonio, di quello di zia El, della nascita di Kevin, del matrimonio di zia Ale. Erano tutti bellissimi con quegli abiti, ma a renderli cosi belli erano i loro volti rilassati, felici e pieni di amore. Poi due foto fecero in modo che le lacrime divenissero fiumi, una ritraeva mia madre incinta che mangiava soddisfatta un gelato mentre mio padre posava un bacio sul pancione scoperto, sorrisi e poi posai il mio sguardo sull'immagine successiva, mia madre in un letto di ospedale che stringeva tra le braccia mio fratello Ben che a sua volta stringeva con una manina l'inidice di Harry accanto a loro. Invidia, rabbia, felicità, tristezza, erano tutte emozioni che si erano impossessate di me e lottavano l'una contro l'altra per prevalere, ero confusa, non sapevo come mi sarei comportata una volta di fornte a mia madre e mio fratello. Scossi la testa, volevo andare avanti, voelvo arrivare fino alla fine di quell'album, voltai la pagina e vidi un beigliettino scritto a mano:
26/12/11
Tu varcasti questa soglia ignara di tutto ciò che il futuro ti avrebbe riservato ma curiosa di scoprirlo .
Da quel giorno la mia vita è migliorata e te ne sono immensamente grato...
apri la porta e vai nella tua vecchia stanza.
Non avevo idea di cosa stessero a significare, ma notai che ciascuna delle undici pagine successive era occupata da un bigliettino,
18/01/12
il primo compleanno che tu ed io festeggiammo insieme, il giorno in cui decidesti
che la tua relazione con Daniele sarebbe finita lì, quello fu il giorno in cui
per la prima volta, dopo interminabili giorni di odio, mi sorridesti di nuovo
quello fu il giorno in cui, per la prima volta, ilm io cuore battè all'impazzata
Duemila dodici, mia madre aveva appena diciassette anni, ogni tessera di quel puzzle che sembrava irrisolvibile sembrava trovare il suo posto
12/06/18
Il nostro matrimonio, il giorno in cui pronunciammo il nostro eterno SI, con quella parola
ci promettemmo amore eterno, promettemmo che non ci saremmo mai lasciati,
confermammo la potenza e la solidità del nostro amore;
quel giorno mi concedesti l'onore di diventare la Signora Styles, MIA moglie.
Dodici giugno, il giorno in cui mia madre scompariva ogni anno
22/12/19
la nascita del frutto del nostro amore, il piccolo Ben;
il giorno in cui tu ed io abbiamo dato vita alla nostra famiglia, il giorno in cui siamo diventati genitori
di un bambino strepitoso grazie al quale ho imparato ad amare
lui e soprattutto te, più di prima.
5/01/20
ed eccoci ad oggi, un giorno che può sembrare qualunque, ma non lo è;
oggi è il giorno in cui ti chiedo scusa per il mio compartamento,
ti chiedo scusa per essere stato distante in queste ultime sttimane lasdciandoti da sola con Ben,
ti chiedo immensamente scusa per averti ferita con parole che non
penso, per non averti dimastrato il mio amore.
ti chiedo umilmente scusa Scheggia,
ti prego perdonami...
TI AMO PIU' DELLA MIA STESSA VITA
Harry.
Una sola pagina restava, la voltai, c'era mia mamma di nuovo in ospedale, Harry accanto a lei con un bimbo in braccio e lei con una piccola creatura appoggiata al suo petto: io.
Ormai era tutto chiaro, Harry Styles era mio padre!
NOTE DELL'AUTRICE:
Sarò di pochissime parole perché sono di fretta, ho l'esame tra tre giorni e devo studiare come se non ci fosse un domani :(
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che voterete e commenterete in tanti come sempre!
Grazie di cuore
vi amo
a presto
baci
SCHEGGIA<3
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