Dolore
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Dolore, cosa vuol dire provare dolore oramai lo so molto bene, ho sofferto talmente tanto che ci sono abituata, tutto ciò che prima mi scalfiva ora non mi sfiora neanche, sono poche le setuazioni in cui, al giorno d'oggi, io mi trovi a soffrire per davvero, proprio come mi stava accadendo quando la mia piccola Darcy era immobile su quel letto d'ospedale. Erano passate solo due ore da quando mia figlia era stata investita da quel criminale, Harry era seduto accanto a nostra figlia e cantava carezzandole il volto, mentre io mi trovavo accanto alla finestra cercando di respirare un po' d'aria. Mi fermai ad osservare ciò che si presentava dinnanzi a me, in una situzaione diversa, la scena di Harry che cantava per Darcy mi avrebbe riempito il cuore di gioia, ma erano ormai quattordici anni che non provavo più quel sentimento, avevo dimenticato cosa volesse dire essere felici. Se il giorno in cui, uscendo dal bagno, mi accorsi di amare quel ragazzo dai capelli ricci qualcuno mi avesse detto che sette anni dopo lo avrei lasciato, non ci avrei creduto, avrei ritenuto folle quella persona; allora ero una ragazzina di soli sedici anni, sentivo di poter spaccare il mondo, ero convinta che avrei realizzato i miei sogni. Da adolescenti tutto sembra possibile, ma soprattutto, da innamorati si pensa che, avendo accanto l'amore della propria vita, niente e nessuno possa abbatterci, si fa affidamento su quel sentimento così profondo e coinvolgente tanto da non riuscire più a rendersi conto che il mondo è crudele e non risparmia nessuno.
Harry per me era tutto, mio marito, il mio confidente, la mia àncora di salvezza, il mio porto sicuro, quell'uomo dagli occhi verdi che in quel momento stava accarezzando nostra figlia era il mio ossigeno, bastava solamente che il suo sguardo incontrasse il mio ed io mi sentivo più forte. Quello che provavo e provo ancora tutt'oggi per il mio Hazza è un sentimento che forse nessuo potrà mai comprendere, è un qualcosa che prende tutta me stessa, che mi si è radicata nel cuore e bussa più forte ogni volta che nella mia testa riaffiora il suo nome, il suo volto; Harry è l'amore della mia vita, l'unico in grado di farmi sentire realmente viva, i suoi abbracci, la sua voce, i suoi baci, tutto di lui mi ipnotizza. Se quel giorno, in ospedale, lui non fosse stato con me non ce l'avrei fatta, l'aria in quella stanza era insostenibile, il bip di quel maledetto macchinario mi era entrato in testa, proprio come l'idea che mia figlia, la mia piccola principessa, avrebbe potuto abbandonarmi. Non ero mai stata una persona ottimista, avevo sempre manifestato la propensione a buttarmi giù, a credere ben poco in un lieto fine, solo quando Harry infilò quell'anello al mio dito giurando di amarmi per il resto delle nostre vite pensai che, probabiblmente, sarebbe andato tutto bene... due anni dopo mi ricredetti, io non ero destinata al " e vissero tutti felici e contenti", era stato deciso così ed io dovevo accettarlo.
<< Scheggia>> sussurrò Harry ridestandomi dal mio isolamento
In risposta alzai solamente lo sguardo per incastrarlo con il suo carico di dolore e disperazione. Harry non aveva mai avuto bisogno che parlassi più di tanto, sapeva leggermi meglio di chiunque altro al mondo, e in quel momento comprese i miei pensieri, si alzò dal letto e mi si avvicinò per stringermi tra le sue braccia come quando eravamo giovani.
<< Darcy è forte, so che ce la farà>> sussurrò sul mio capo mentre io lo stringevo più forte, dovevo aggrapparmi ad un appiglio che sapevo per me ci sarebbe sempre stato.
<< Dov'è?>> sentimmo urlare nel corridoio
<< Ben>> dissi a mio marito quando ebbi metabolizzato
Harry non fece in tempo a rispondermi che la porta della stanza in cui ci trovavamo si spalancò di colpo permettendo a nostro figlio di scagliarsi sul corpo di sua sorella ed iniziare a piangere lacrime amare sul suo petto.
<< Ditemi che sta bene>> ci implorò Ben alzando i suoi occhi arrossati veso di noi
A quella richiesta seguì solo uno straziante silenzio
<< Ditemelo!>> urlò poi facendomi piangere un'altra volta
Aveva bisogno di calmarsi così Harry, dopo avermi lasciato un leggero bacio sulle labbra, lo accolse tra le sue braccia e lo condusse nel corridoio. Rimasta da sola, tornai accanto a mia figlia, strinsi la sua mano nella mia e mi abbandonai ad un pianto disperato.
<< Darcy so di averti fatto soffrire, che tu non mi vuoi parlare, ma ti prego, non mi abbandonare proprio ora>> la supplicai carezzandole il volto con la mano libera.
<< Non lo farà>> rispose una voce alle mie spalle, un tono che conoscevo così bene, quello che mi aveva consolata sin da quando avevo tre anni.
Mi voltai verso la porta e vidi Ale chiudersela alle spalle per poi avvicinarsi a me.
<< Vorrei davvero crederti>> le dissi fiondandomi tra le sue braccia mentre sicuramente le lacrime iniziavano a rigare anche il suo volto << Ale io non ce la faccio più, questa non è vita, non va bene nulla. Non appena raggiungo un briciolo di serenità accade qualcosa che me la porta via; tu sei l'unica felicità che mi è accanto da sempre, ma non possiamo andare avanti così, senza il cuore non si può vivere>> rivelai disperata
<< Ehi>> mi rispose Ale prendendo il mio volto tra le sue mani << Giu noi due andiamo avanti così da sempre, è vero abbiamo tutto il mondo contro, ma se non molliammo, se mi prometti di non lasciarti andare, riusciremo a superare anche questo. Darcy è forte, vedrai che presto starà bene e tornerà ad essere l'urgano che anima le tue giornate; ma se la sua mamma non è forte, se non le resta accanto spronandola a non mollare, per lei sarà tutto più difficile. Giulia tu non sei sola, hai tutti noi, hai me e ti giuro che se stringiamo i denti ancora per poco riusciremo ad avere di nuovo ciò che ci spetta>>
<< Ale non sono più forte come prima, ogni cosa sta andando a rotoli, senza Harry non posso farcela>> risposi
<< Ma lui è qui con te>> ribattè
<< Ancora per poco>> interruppe un'altra voce prima che la mia migliore amica potesse riprendere a parlare.
I nostri occhi in quell'istante si spalancarono, il sangue si gelò nelle vene e tante emozioni negative si impossessarono di noi; conoscevamo bene il proprietario di quella voce, le sue parole ci tormentavano da quattordici anni ormai.
<< Simon>> sussurrò Ale stringendo i pugni
<< E' da un po' che non ci vediamo>> rispose maligno << Quattordici anni se non sbaglio>> continuò facendo finta di pensare
<< Perchè sei qui?>> chiesi dura
<< Perchè tutti i giornali parlano della presunta figlia segreta di Harry Styles>> rispose avvicinandosi a Darcy per sfiorarle la guancia
<< Non la toccare>> lo ammonii scandendo bene ogni parola
<< Andiamo Scheggia>> disse rimarcando il mio soprannome facendo montare in me la rabbia, solo il mio Harry poteva chiamarmi in quel modo! << Non essere arrabbiata>> mi canzonò poi
<< Simon và via, abbiamo mantenuto la nostra promessa per quattordici anni, non c'è motivo di presentarsi qui, in un momento così delicato>> sentenziò Ale
<< E invece un motivo c'è>> rispose quello << Vi avevo espressamente ordinato di scomaprire dalla vita dei vostri mariti, ma non lo avete fatto per bene. Tutti i giornali, i siti internet, i socialnetwork parlano di questa figlia segreta di Harry Styles e le fan della band si stanno arrabbiando. Non possiamo permettere che la verità venga a galla, di certo non volete che il sogno degli one direction finisca per colpa vostra>> ci intimò
<< Dunque cosa vuoi ancora?>> domandai cercando di trattenere le lacrime di rabbia
<< Voglio che spariate>> disse cattivo
<< Non puoi chiedermi questo, non ora che mia figlia è in bilico tra la vita e la morte>> ringhiai
<< Lo so, sono umano anche io>> disse
<< Si, certo>> protestai
<< Per questo>> continuò ignorandomi << solo Alessandra e la sua amichetta Eleanor, con i rispettivi figli, andranno via stasera stessa, voi lo farete quando e sopratutto se lei si sveglierà>>
<< Sei spregevole>> risposi ormai fuori controllo << Non ti senti in colpa, eh? Come fai a vivere con la consapevolezza di aver rovinato tre famiglie, di aver negato a quattro ragazzi innocenti l'amore di un padre?>>
<< Io nutro interesse solo nei confronti dei miei artisti e mi prodigo affinchè i guadagni non cessino, per fare il mio lavoro e per avere il loro successo, non bisogna guardare in faccia a nessuno>> mi disse con un ghigno sul volto che rivelava la totale assenza di sentimenti puri in quell'uomo
<< E adesso vado via>> pronunciò avviandosi verso la porta per poi fermarsi di colpo << Alessandra credo che debba andare anche tu, tra un'orai hai un treno di sola andata per Manchester>> terminò ridendo per poi andare via definitivamente.
<< Io non ti lascio>> disse pronta Ale quando fummo nuovamente sole.
<< No, tu devi andare, io starò bene>> le dissi
<< Non voglio lasciare di nuovo Niall>> controbattè lei
<< Non lo farai>> risposi pronta << Continuerete a stare insieme di nascosto fino a quando non troveremo una soluzione. Ma ti prego Ale non peggioriamo la situazione, Simon è un uomo malvagio, potebbe farevi del male ed io non lo sopperterei>>
La mia migliore amica a quel punto rimase senza parole, si asciugò le lacrime che le rigavano il volto e mi salutò con un abbraccio forte, carico di dolore e affetto.
<< Ciao piccola Dar, rimettiti>> disse poi, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Rimasi da sola con mia figlia per un breve lasso di tempo durante il quale capii di essere impotente dinnanzi a quell'uomo, lui aveva in mano il sogno dell'amore della mia vita ed io non potevo distruggerlo.
Ben ed Harry rientrarono nella stanza con i volti spenti e si posizionarono accanto a me.
<< Ehi>> dissi alzandomi ad abbracciare mio figlio
<< Mamma lei è fote, tornerà vero?>> mi chiese Ben piangendo sul mio petto
<< Certo che tornerà Benny, abbiamo ancora tanto da vivere insieme >> lo rassicurai dandogli un bacio tra i capelli ricci, proprio come quelli del suo papà.
NOTE DELL'AUTRICE:
Mi dispiaceeeeeee! So che sono sparita ma sono venuti i miei questo fine settimana e oggi sono anche ricominciate le lezioni :(
Cosa ne pensate di questo capitolo? Vi piace? Spero di si!
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grazie di tutto
vi amo
a presto
baci
SCHEGGIA<3
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