16
Erano passate ormai un paio d'ore in cui io e Roody spendemmo con i videogiochi.
Tra una partita e un'altra mi girai a guardarlo, aveva preso una coperta e se la poggiò sulla spalle avvolgendosi lasciando solo le mani libere che tenevano il joystick.
«Ricordati di toglierlo prima di andare a dormire»
Gli dissi alludendo al binder che so che portava sotto la maglietta a mezze maniche.
Il binder, è stato la mia relazione odi et amo del liceo, quella specie di canotta elastica, che permette di appiattire il petto facendolo assomigliare più ad un petto maschile fu la mia salvezza ma ad ugual tempo lo odiavo, per la sua funzionalità doveva essere stretto, non troppo per impedire di soffocare ma non era neanche tanto comodo.
Dopo averlo portato per anni quasi mi abituai alla sensibilizzazione ma ringrazio ancora l'operazione che mi permise di toglierlo per sempre e respirare liberamente.
Roody sbuffò capendo a cosa alludevo.
«Non credo che andrò a dormire stasera, quindi non preoccuparti»
Mi rispose come se questo risolvesse il problema.
C'erano regole serie per usare un binder in modo sicuro, come il non indossarlo per più di otto ore di fila, non dormire o non fare sport mentre lo si indossa, prendersi dei giorni di pausa di tanto in tanto, e io sono certo che il me adolescente non rispettava sempre queste regole.
«Lo hai indosso da più di otto ore immagino. Sai che non è sicuro» Gli ripetei.
«Uffa, ma che ti importa. Torna a giocare»
Mi rispose continuando a giocare la nostra partita.
«Hey mister odio tutti ti ricordo che le costole che stai torturando con quel coso sono anche le mie. Dovrei ringraziare il cielo che non ce ne siamo mai rotta una, ma se continui chissà. Dai ti prego fai una pausa, puoi prendere una delle mie felpe se vuoi stare più largo e comodo nei vestiti»
Roody sbuffò infastidito ma alla fine si alzò e andò nell'altra stanza, tornando poco dopo con addosso una felpa tre volte il doppio di lui e il binder nero in mano.
«Contento ora?»
Mi chiese ironico poggiando sul tavolino il binder e tornò a sedersi sul divano.
«Ora possiamo continuare la partita? Devo ancora batterti»
Prese in mano il joystick e mi guardò.
«Dovrai crescere per riuscire a battermi»
Gli risposi.
Continuammo a sfidarci, o meglio continuai a battere Roody fino a quando non mi crollò letteralmente addosso.
«E tu volevi battermi,eh?!»
Lo presi in giro e cercai di alzarmi con delicatezza per non svegliarlo.
Sistemai Roody dal lato opposto a dove dormiva Lukas e posai anche su di lui una coperta.
Mi spostai sulla poltrona per non disturbare i due e continuai a intrattenermi con i videogames.
Non mi accorsi di essermi addormentato e di aver spento tutto, ma visto che mi ero appena svegliato sulla poltrona dlvevo averlo fatto. Alzai lo sguardo sul divano e trovai solo Lukas ancora addormentato, camminai verso la cucina e trovo Roody che faceva colazione con dei biscotti e un succo.
«Devi andare a scuola?»
Gli domando e lui accorgendosi di me mi guardò alzando un sopracciglio.
«E secondo te? Il me del futuro e del passato piombano qui e i vado a scuola? Non abbiamo una missione!?»
Mi rispose, io presi un bicchiere dal mobile e mi versai il succo che stava bevendo Roody, ovviamente non essendo una casa abitata quotidianamente non potevo aspettare di trovarmi chissà quanta spesa.
«È che pensavo non ti importasse di Lukas, comunque meno male che resti qui, ho bisogno di chiederti di tenere Lukas per un po'. Devo fare delle cose»
Mi sedetti al tavolo e gli rubai il pacco di biscotti prendendone un paio.
«Piuttosto vado a scuola che stare con mocciolo»
Rispose riprendendosi i biscotti.
«Okay allora portatelo a scuola»
Gli proposi, Roody si strozzò.
«Che cazzo?»
«Hai ancora il professore Martinez, giusto? Lui non si accorgerà di Lukas»
Roody mi guardò come se fossi pazzo
«Come faccio a tenere un bambino in un liceo, dai non puoi essere serio!» Protestò.
«Okay allora vieni a trovare George con me»
Roody si alzò di scatto.
«Col cazzo!»
Io presi poi due bicchieri vuoti e li lavai nel lavandino.
«Devo fare prima delle cose, poi un po' di spesa, non possiamo mangiare pizza e fast food a vita, e visto che ci siamo possiamo passare da George, c'è qualcosa che ancora non mi quadra. Tu se vuoi vieni con me altrimenti badi a Lukas. Scegli tu»
Roody mi fissò arrabbiato.
«Sceglierò il male peggiore, resterò con la bestiola. Non credere che George ti parlerà però, ci odia. E poi potrei sempre lasciale Lukas da solo, ti fidi così tanto di me?»
«Mi fido, so che non lo lascerei da solo anche se lo odi. E riguardo George non vuoi sapere se hai ragione o no?»
Roody mi fissò, non saprei dire con esattezza che emozione mostrasse la sua faccia.
Rabbia?
Delusione?
Tristezza?
Nostalgia?
«Se proprio vuoi avere a che fare con quello stronzo almeno non dire nulla su questa storia dei viaggi nel tempo. Nessun accenno a me o a George della tua epoca e non dire che sei me del futuro» Mi istruì io annuii
«Okay, tu e Lukas nel frattempo non finite nei guai. Prenderò anche i tuoi snack preferiti»
Presi il mio zaino in silenzio per non svegliare Lukas, andai nella "camera degli ospiti" e lo svuotai dai vestiti lasciandoli piegati su uno dei mobili, non potevo di certo andare in giro con uno zaino pieno di vestiti. Indossai un jeans e una maglietta più adatta ad uscire rispetto a quella che avevo addosso ora e salutai Roody raccomandandogli di non dare fuoco a nulla, Lukas compreso.
La prima tappa di questo mio viaggio è chiaramente parlare con George, immagino che nel passato ero così arrabbiato con tutti e deluso che non gli chiesi mai di quella sera.
Presi il treno e affrontai quel viaggio di un'ora per tornare nella cittadina dove ero cresciuto, guardai l'ora su un orologio che Roody mi aveva dato, a quest'ora George dovev essere a scuola quindi lo cercherò lì.
Il viaggio in treno durò meno di quanto mi aspettassi e una volta arrivato alla stazione aspettai l'autobus che passava difronte al liceo. Mi fava strano pensare che quello doveva essere il liceo che avrei dovuto frequentare, varcare la soglia di quei cancelli per quattro anni affianco al mio migliore amico. Certo avrei potuto lo stesso frequentare lo stesso liceo di George e magari ignorarlo ogni giorno, ma sapevo che anche molti dei miei compagni delle medie avevano scelto questa scuola e se con George potevo sopportare l'idea di incrociarlo per i corridoi con gli altri compagni, in particolare Alice e il suo gruppetto di idioti, non sopportavo nemmeno l'idea di condividere lo stesso pianeta con loro, per questo andare in un liceo nella città accanto alla mia cittadina mi parve un ottima idea.
I cancelli della scuola erano ancora aperti nonostante l'ora, non me ne feci un grosso problema come avevo detto a Roody se accadono comode coincidenze significa che c'era di mezzo mr stalker.
Bene Rei e ora il piano quale sarebbe?
Andare di classe in classe sperando di trovare George?
Entrai nel cortile e trovai un discreto numero di studenti, pare stessero organizzando una sorta di assemblea d'istituto, quindi questi dovevano essere tipo i rappresentanti di istituto o semplici ragazzi che pur di saltare qualche ora scolastica si erano offerti volontari per allestire per l'assemblea.
Caso vuole che tra quei ragazzi riconobbi una chioma bionda familiare.
George stava appendendo uno striscione ad un davanzale aiutato da un paio di ragazzi, quando ebbe finito scese dalla scala e parlò con gli altri ragazzi decidendo se era messo dritto o se dovevano spostarlo da un'altra parte.
Bene ora che faccio?
Vado lì e gli parlo?
Sembra che nessuno abbia notato ancora la mia presenza, ma se George dovesse farlo e riconosce una familiarità con "Roody" o Lukas? Dopotutto ora che ci penso George grande era riuscito a riconoscermi quella sera al pub mentre era a metri distanza da me, su un palco e si stava scatenando con la chitarra ed era riuscito a notarmi tra la folla.
Aveva sempre avuto un'ottima vista, ma se mi beccava adesso sarà un problema.
Cercai di nascondermi come meglio potevo dietro a una delle mure della scuola.
Come faccio a parlaci senza che mi veda?
Ad un certo punto vidi un'altra figura familiare. Andrew, aveva entrambe le braccia appoggiate sulle spalle di due ragazze, davvero disgustoso, e stava camminando verso George.
«Hey George! Anche tu nel gruppo organizzativo? Che coincidenza amico!»
Gli disse e togliendo un braccio dal collo di una delle due ragazze allungò la mano verso George aspettandosi una stretta da amici.
Stretta da amico?
Lui che lo chiama amico?
Andrew alle medie odiava George perché aveva sempre le attenzioni di Alice, e di molte altre ragazze.
George era sempre stato molto più popolare di Andrew, e ora lo chiama amico, gli sorride in quel modo, quindi era vero che George non voleva essere nostro amico, non ci aveva difeso perché altrimenti al liceo sarebbe stato l'amico dello strano.
Volevo andarmene da qui ma ancora non mi capacitavo che il mio ex migliore amico sia potuto cambiare così, decisi di rimanere ancora un po'.
George rivolse un sorriso a Andrew e gli strinse la mano.
«Hey amico!»
Disse, tenendo salda la mano di Andrew lo tirò un po' in avanti liberando anche l'altra ragazza che aveva ancora appoggiato sulle spalle il braccio di Andrew.
Il modo in cui George lo tirò a sé, era diverso dal modo in cui tirò me al festival d'autunno, con Andrew fù più brusco e a breve non gli fece perdere l'equilibrio.
«Hey George stai stringendo un po' troppo amico»
Si lamentò dolorante Andrew.
«Oh amico scusami»
Rispose George lasciando la presa.
«Ma lascia che ti ricorda una cosa. Noi non siamo amici tienilo bene a mente, il corpo umano ha 206 ossa io te ne ho già rotto uno, ne restano altre 205 perciò anche se andiamo nella stessa scuola vedi di non chiamarmi più amico»
George parlò con un tono di voce che decisamente su di lui era strano, come se non gli appartenesse.
George era sempre stato un ragazzo gentile e cordiale ma allora perché ora ha minacciato Andrew?
E poi da quando George picchia così pesantemente qualcuno?
Si okay in passato qualche pugno a qualcuno, Marcus, lo ha dato ma quella era un contesto diverso e di sicuro George non si sarebbe mai, proprio mai, spinto oltre, non avrebbe mai rotto un osso a qualcuno, soprattutto senza una ragione specifica.
Era cambiato quindi, davvero cambiato.
«Oh andiamo sei ancora arrabbiato per quella storia? Era una cazzata»
Gli replicò Andew per niente spaventato dalla minaccia di George.
«Si, e se continui a parlami "la cazzata" ti procurerà altre ossa rotte. Non ho paura di avere una sospensione o finire nei guai, se ci sei di mezzo tu ne sarebbe valsa la pena»
Gli rispose a tono George.
«Oh bene, ma vedi tra noi due tu dovresti paura, anche io potrei romperti un osso stavolta. Cos'è questa differenza tra me e te che ti fa credere di essere in vantaggio?»
Gli chiese Andrew alzando un sopracciglio. George serrò la mascella e lo vidi stringere un pungo così forte che le sue nocche divennero bianche
«Io oramai non ho più nulla da perdere»
Gli rispose arrabbiato e dopo si allontanò da Andrew.
Che significa che lui non ha più nulla da perdere?
E poi quando si sono picchiati Andew e George? E per qualche motivo?
Tornai a guardare verso George e lo vidi entrare dentro all'edifico seguito poi da una ragazza familiare, Alice, che lo rincorreva dicendo di fermarsi. Ah ecco deve essere stato per lei che hanno litigato, ma certo.
Ad ogni modo con George perso da qualche parte nella scuola non c'era modo per me di trovalo e parlarci, soprattutto se non sapevi ancora cosa dirgli.
Decisi quindi di andarmene senza rischiare di essere notato e concentrarmi sugli altri punti della mia lista delle cose da fare.
Sul treno di ritorno però non feci altro che pensare a George, e a come sembrava diverso dal migliore amico che conoscevo e che ho rincontrato al pub, dovrei parlare con George grande una volta tornato a casa.
Tornato nella città dove frequentavo il liceo andai alla ricerca di un supermercato per fare la spesa, come promesso, presi anche gli snack preferiti di Roody, che poi erano anche i preferiti di Lukas e anche io li adoravo, quindi rempii il cestino della spesa di pacchi di cookies al cioccolato.
Dopo aver comprato anche qualcosa di salutare mi diressi verso l'ultimo impegno della mia lista.
Dove posso trovare dei costumi da mare visto che non è estate?
Mi spostai con un pullman in quei negozi più vicini alla spiaggia nella speranza di trovarli in vendita.
Uscii sconfitto da ben cinque negozi ma poi proprio quando stavo per perdere le speranze girai l'angolo della strada e mi trovai difronte un negozio per surfisti e amanti delle immersioni subacquee.
Entrai sperando di trovare anche dei costumi e non solo tute e attrezzature. Quando chiesi al commesso ciò che cercavo mi guardò sorpreso.
«Giovanotto è una richiesta insolita, l'estate ormai è finita ma sei stato fortunato. Sei nel posto giusto! Li nella terza corsia puoi trovare i costumi maschili di cui hai bisogno»
Mi rispose indicando una corsia, feci come mi disse e trovai i costumi.
Per Lukas presi un costume a pantaloncino con dei supereroi stampati su, per Roody un costume a pantaloncino nero con delle striature bianche e verde elettrico, disegnete tipo pennelate di vernice e in fine per me presi un semplice costume blu e giallo, sempre modello a pantaloncino, presi anche tre teli mare e prima di andare alla cassa mi fermai nel reparto dove c'era la roba da surf e presi una cosa per Roody, sono sicuro la apprezzerà.
Finiti i miei acquisti tornai a casa della prozia, bussai alla porta e vidi Roody sollevato di vedermi.
«Oh finalmente sei arrivato, il mocciolo ora ritorna ad essere una tua responsabilità»
Mi disse chiudendo la porta una volta che sono entrato.
Alzai lo sguardo e mi osservai intorno, c'erano buste varie di patatine sparse in giro, un paio di bottiglie di bibite gassate e succhi erano mezze rovesciate sul tavolino, il divano sembrava avesse combattuto una guerra fredda con tanto di trincee e fortini fatti con cuscini e coperte. Lukas era seduto a terra sul grande tappeto che ricopriva quasi tutto il pavimento della sala e aveva un joystick in mano, l'altro joystick era nella mano di Roody e il gioco a cui fino a pochi secondi fa stavano giocando era in pausa.
Beh se la quantità di casino è proporzionale a quanto si sono divertiti, direi che si sono proprio divertiti un mondo, alla faccia del "Non voglio guardare Lukas".
«Sono stato via solo per qualche ora, come avete fatto a fare tutto questo macello?»
Domandai cercando di sembrare serio mentre trattenevo qualche risata.
«È già tanto che la casa non sia a fuoco»
Rispose Roody tornando a sedersi sul divano, o almeno provò a sedersi prima dovette spostare un po' di coperte e cuscini.
«Rei! Ci siamo divertiti tantissimo. Roody è bravissimo a creare fortini!»
Mi disse Lukas entusiasta e corse da me abbracciandomi.
«Si lo vedo»
Gli risposi con un sorriso, lui mi tirò per un braccio e saltellò sul posto.
«Roody mi ha anche insegnato una nuova parola, è straniera! Jodete!»
Esclamò tutto felice.
Io lo guardai poi spostai lo sguardo su Roody e il sorriso che avevo cadde e guardai l'adolescente con un misto di incredulità e rabbia.
«No no mocciolo devi calcare di più la J» Replicò Roody e Lukas lo guardò come se fosse un alunno che segue i consigli del suo maestro.
«Jod-»
Lukas provò di nuovo seguendo il consiglio di Roody ma io lo bloccai mettendogli una mano sulla bocca.
«Lukas, perché non vai a prendere l'aspirapolvere? È nello stanzino in fondo, così puliamo un po' qui. E non ripetere più quella parola»
Gli dissi spingendolo leggermente verso il corridoio. Appena fu lontano guardai truce Roody.
«Cosa ti avevo detto sull'insegnare parolacce a Lukas?»
Roody nel frattempo aveva ripreso a giocare ai videogiochi.
«Non hai detto nulla su insegnargli altre lingue. Cavolo non credevo te ne saresti accorto subito» Replicò.
«Usa meglio il cervello, lo abbiamo studiato a scuola per anni, abbiamo anche una certificazione di lingua e poi ho un amico messicano credi davvero che non sappia dire fottiti in spagnolo? Su spegni quella roba e vieni a darmi una mano in cucina. Poi tutti e tre insieme puliamo questo macello»
Posai il mio zaino a terra e tirai fuori le buste della spesa, mettendo nello zaino le buste con i costumi che tenevo in mano.
Roody mi aiutò a sistemare il cibo nei vari mobili.
Poi ad un tratto il suo viso si scurì e mi guardò.
«Quindi hai parlato con George?»
Sembrava malinconico, quasi triste.
«No, non ci ho parlato. Sono andato a scuola ma non l'ho incontrato»
Gli risposi sapendo che dirgli che si George sembrava essere cambiato avrebbe solo confermato la sua teoria che George non era e non voleva essere nostro amico e questo l'avrebbe fatto soffrire, e cosa più importante io ora non credevo di pensare questo su George, ci doveva essere un motivo diverso da quello che pensiamo per il suo comportamento. Credo?
«Capisco»
Mormorò finendo di sistemare i pacchi di cookies nella dispensa.
Hola! Ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia.
Grazie per le stelline e il supporto che date a questa storia♡
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