15

Mi risvegliai dal mio flashback quando Roody finì di raccontare di quella sera.
Mi asciugai delle lacrime che erano scese involontariamente dai miei occhi.
«Ora ricordi cosa è successo nei dettagli quella notte? Concordi con me che George non vuole più essere nostro amico, cazzo forse non lo voleva mai esserlo e si è solo trovato con noi tra i piedi perché le nostre madri erano amiche da secoli» Mi disse Roody.
«Non lo so, sento che dovremmo fare lo stesso un tentativo con George di adesso. Avrà avuto un motivo dopotutto»
Gli risposi e Roody mi guardò come se fosse un vecchietta e io avessi appena bestemmiato difronte a lei.
«Cazzo no! Sei un amico di merda se abbandoni il tuo migliore amico. Sono anni che non ci parliamo che si fotta!»
Alzai lo sguardo verso il cielo e osservai le nuvole grigie che si stavano addensando.
«Un giorno di questi giuro che ti lavo la bocca con la candeggina. Non ti azzardare a dire tutte queste parolacce davanti a Lukas, se no lui le ripete»
Roody sbuffò con un sorriso
«Che importa tanto un paio di anni e sarà come me. Cosa cambia?»
Gli diedi uno schiaffo leggero sulla testa.
«Cambia. Già riesco a sopportare te, due come te no. Quindi ti prego non insegnare parolacce a Lukas»
Roody sbuffò ancora ma stavolta era annoiato.
«Va bene, come vuoi»
Sentii una goccia d'acqua cadere sulla mia testa, alzai la testa e vidi che stava iniziando a piovere.
«Cazzo» Dissi seccatto.
«Aha, hai detto una parolaccia!»
Mi prese in giro Roody. Io mi alzai, recuperai il mio zaino dal muretto e lanciai quello di Lukas a Roody.
«Stronzetto fai poco il simpatico e renditi utile»
Gli dissi prima di camminare verso i gonfiabili per recuperare Lukas.

La pioggerellina si faceva più insistente e anche gli altri genitori si erano avvicinati per recuperare i bambini, esibii il braccialetto alla signora di prima che andò a chiamare Lukas.
«Rei! Possiamo rimanere e correre sotto la pioggia?»
Mi chiese sorridendo.
Alzai di nuovo la testa al cielo vedendo che altre nuvole più scure si stavano avvicinando.
«No, tra un po' verrà a piovere molto forte. Poi rischi che ti ammali»
Lo presi per mano e camminai verso Roody che aspettava dove l'avevo lasciato con lo zaino di Lukas su una spalla, il cappuccio della felpa tirato su.
«Immagino tu non hai un ombrello» Mi disse.
«No, cerchiamo un posto riparato»
Risposi continuando a camminare verso l'uscita di quel posto.
«Non c'è problema, io adoro la pioggia» Rispose Roody
«Anche io adoro la pioggia! Dai Rei possiamo restare qui?»
Lukas mi tirò il braccio e mi supplicò facendo quel faccino dolce.
Non attacca bello, con George si ma con me no.
«Si anche a me piace la pioggia, ma se poi ti ammali che facciamo Lukas? Ti riporto a casa e niente più avventura?»
Camminai più veloce tirandomi dietro il bambino mentre Roody continuava a seguirci a passo lento.
Ci fermiamo sotto ad un grande porticato e nel frattempo la pioggiarellina era diventata una tempesta.
«Oh fantastico»
Mormorai, pensando a dove potrei portare un bambino di sette anni per ripararlo dalla pioggia.
Lukas fissava l'acqua che veloce si raccoglieva in pozzanghere sull'asfalto.
Roody una volta arrivato anche lui sotto il porticato non si fermò accanto a noi ma continuò dritto.
«Venite. Conosco un posto»
Parlò piano e non si girò neppure a guardarci. Tenendo per mano Lukas seguii Roody, ormai eravamo tutti e tre bagnati da capo a piedi quindi correre per cercare di ripararci passando da una tettoia ad un' altra era pressoché inutile.
All'inizio feci un po' fatica a riconoscere la strada ma poi capii subito dove Roody fosse diretto.
Ci fermiamo davanti ad un condominio e Roody si tolse il suo zaino che portava oltre a quello di Lukas, tirò fuori un mazzo di chiavi e aprì il portone del palazzo.
«Qui possiamo ripararci un po' dalla pioggia, possiamo stare qui per quanto volete»
Disse per poi camminare verso le scale e aprici la porta di un appartamento.
Roody entrò per primo lasciando i due zaini bagnati vicino alla porta di ingresso.

«Questa è casa tua?»
Domandò Lukas mentre si toglieva le scarpe fradice e entrava nell'appartamento.
Io entrai chiudendomi la porta alle spalle e posai il mio zaino accanto agli altri due.
«No, non lo è. Io abito a un'ora da qui. È la casa di una prozia di mio padre, tipo. Non che io l'avessi conosciuta così tanto, lei è morta anni fa, non aveva figli e mio padre era l'unico nipote perciò ha ereditato questo appartamento. Visto che ho deciso di venire ad un liceo tanto lontano da casa mio padre mi ha dato una copia delle chiavi, così se volevo riposare, o il treno era in ritardo o mi serviva un posto prima di andare a casa potevo stare qui e non in mezzo alla strada»
Spiegò e camminando lungo il corridoio si spoglió dai vestiti bagnati lasciandoli per terra e sparì in una stanza sulla destra.

Ricordo di questa casa, ci passavo il tempo quando non avevo voglia di tornare a casa e vedere mia madre, a volte quando saltavo scuola stavo qui, una volta ci venni con i miei due amici per preparare un progetto di scienze e avevamo poco tempo, avevo portato anche un paio di vestiti che lasciavo qui in caso mi fosse servito un cambio.
La casa era arredata con i vecchi mobili della prozia e aveva il tipico odore di chiuso delle casa vecchie, la cucina sembrava essere uscita direttamente dal secolo scorso ma era funzionante, aveva due bagni uno piccolo, ma così piccolo che potevi tranquillamente usare il lavandino mentre eri seduto sul gabinetto e un altro più grande con anche la vasca da bagno, nel corridoio si affacciavano poi altre tre porte oltre a quelle della cucina, salone e dei due bagni.
La prima camera era quella padronale con il letto della prozia, mi aveva sempre inquietato quella stanza, non c'ero mai entrato e tenevo la porta ben chiusa.
Carlos diceva che forse lo spirito della prozia viveva ancora lì, ma lo trovavo assurdo visto che il suo ultimo mese di vita lo passò in una clinica privata vicino alla spiaggia.
Le altre stanze, una era uno sgabuzzino e l'altra, quella dove il me adolescente era appena entrato era una sorta di camera per gli ospiti.
Roody ritornò poco dopo da noi nel salone con addosso una maglietta a mezze maniche e dei pantaloncini, entrambi asciutti e ci passò delle asciugamani.
«Il riscaldamento dovrebbe funzionare ma io non riesco mai ad attivarlo. Ehm Rei tu sai farlo?» Mi domandò.
Il riscaldamento funzionava ma il vero problema era la vecchia caldaia.
«Si, credo di riuscirci. Tu occupati di Lukas nel frattempo.»
Afferrai dallo zaino un cambio asciutto e passai lo zaino di Lukas a Roody.
Fortuna che nonostante la forte pioggia i vestiti all'interno erano asciutti.
«Che? Perché io? Sa farlo da solo!» Protestò Roody.
«Assicurati che si asciughi bene i capelli e non prenda freddo. Se si ammala darò la colpa a te»
Gli dissi con sarcasmo.
Presi un asciugamano e mi diressi verso lo sgabuzzino cercando di attivare il riscaldamento.
«Sentito mocciolo, non ti ammalare sennò ti darò io un motivo per ammalarti»
Mormorò ironico Roody ma Lukas protestò arrabbiato
«Mica scelgo io se ammalarmi o no. Stupido!»

Mi ci vollero diversi minuti per far funzionare il riscaldamento ma alla fine uscii vittorioso. Roody aveva fatto mettere a Lukas una felpa e una tuta abbastanza pesanti e gli asciugava i capelli con l'asciugamano, mentre intratteneva il bambino facendogli guardare dei cartoni alla tv. Recuperai i vestiti che Roody aveva sparso per il corridoio e insieme a quelli di Lukas e ai miei e li misi sui termosifoni che si stavano riscaldando.
Roody appena mi vide tornare mi guardò con una smorfia e si alzò dal divano diretto al bagno per posare l'asciugamano.
«Di la ci sono le coperte per il mocciolo, credo tu ricorda dove. Dovresti portargliene una, in questa casa ha sempre fatto freddo.»
Mi disse appena mi incrociò all'inizio del corridoio.
«Perchè non gliela prendi tu? Stai andando anche di là»
Mi superò ignorandomi.
«Perchè a me non interessa di quello lì»
Mi rispose continuando la sua strada verso il bagno.
Alzai gli occhi al cielo.

Si certo non ti interessa però ti sei preoccupato che mettesse dei vestiti pesanti e avesse anche una coperta, ma si non ti interessa proprio.

Presi una coperta dall'armadio e ci avvolsi Lukas, e poi mi sedetti con lui sul divano. Roody pure si sedette con noi ma si tenne a distanza.
«Possiamo almeno vedere qualcosa di meno decelebrare di questi cosi colorati che saltano?»
Disse scocciato dal programma per bambini che Lukas stava vedendo.
Era il cartone preferito di George.
Lukas lo guardò serio
«No»
Disse e poi tornò a guardare attentamente la TV, Roody si alzò sbuffando e andò a prendere un blocco da disegno appoggiato su uno dei mobili del salone e tornò a sedersi accovacciandosi sul divano e usò le sue gambe come appoggio per disegnare.
«Sai, stavo pensando che qui siamo vicini al mare, e visto che le temperature sono piuttosto calde potremmo andare alla spiaggia un giorno di questi»
Proposi, Lukas si girò subito verso di me e accettò subito la mia idea, da parte di Roody invece arrivò un grugnito.
«Anche no. Non vado al mare da un paio d'anni e così voglio continuare»
Rispose continuando a passare velocemente la matita sul foglio per creare ombre e sfumature.
«Non ho detto che devi per forza farti il bagno con noi, poi restare sulla spiaggia e fare come i nonnetti e contemplare l'orizzonte»
«Allora verrò a contemplare la vastità del cazzo che me ne frega»
Mormorò Roody, io lo guardai subito male, mentre Lukas si concentrò sul disegno che stava facendo.
«Cosa disegni? Wow sei bravissimo! Sai anche a me piace disegnare ma non sono così bravo»
Lukas si stava letteralmente arrampicando su Roody.
«Spostati mocciolo»
Gli rispose scrollandolo da dosso. Lukas gli fece una linguaccia
«Cattivo. Rei, io ho fame»
Mi disse voltandosi verso di me. Alzai lo sguardo verso il vecchio pendolo della prozia.
«Okay, dobbiamo pensare alla cena»
Pensai ad alta voce.
«Pizza»
Risponde Roody, e mi lanciò il suo cellulare.
«Chiama tu però»
Continuò riprendendo il suo disegno.
«Sii pizza!»
Lukas esclamò entusiasta e si mise a saltare sul divano.
«Eh? Perché devo chiamare io?!»
Dissi inpanicato guardando lo smartphone che Roody mi aveva lanciato.
«Chiama tu, il cellulare è il tuo!»
Ripassai il telefono a Roody.
«Sei il più grande»
Rispose rilanciandomi il telefono.
Sospirai.
«Non hai un app per ordinare? Sai tipo Just eat o qualcosa di simile?»
Gli domandai scrollando tra le applicazioni del suo telefono.
«No? Forse da dove vieni te puoi ordinare senza chiamare qualcuno ma qui non esistono. C'è il numero di una pizzeria salvato, fai l'adulto e chiama»

Ahh dannato passato.

Mi rassegnai e chiamai la pizzeria.
«Allora che pizze volete?»
Chiesi e dopo aver avuto la mia risposta lo dissi alla signorina al telefono, le dissi la via e infine chiesi se accettavano le carte di credito.
Stando al mio ragionamento mr stalker avrebbe modificato la realtà quindi sarebbe stato anche possibile che i fattorino comparisse con un apparecchio portatile per leggere le carte.
«Non c'è bisogno!»
Mi interruppe Roody prima ancora che finii di domamdarlo alla signorina.
Il ragazzo si alzò e prese da un mobile una busta bianca con dentro dei soldi e li lanciò su tavolino.
Se non conoscessi la storia sembrerebbe proprio una scena da film poliziesco e traffici di soldi. Finii la mia conversazione con la pizzeria e ripassai il telefono a Roody.
«Wow sembra una scena di quel film con il cane poliziotto! Tu sei come quelli nei film?»
Esclamò Lukas osservando la busta sul tavolo. Roody sgranò gli occhi sorpreso.
«Coosa? No! È la paghetta del mio vecchio. Penso che spedire centinai di dollari ogni fine settimana a suo figlio lo faccia sentire un padre migliore, mentre nel frattempo si gira tutto il mondo per lavoro» Rispose.
Lukas sembrava deluso e abbassò lo sguardo.
«Ah, peccato. Sarebbe stato elettrizzante se tu fossi stato come quello nel film. Avremmo vissuto un'avventura ancora più incredibile. Sai anche mio padre viaggia tanto per lavoro, però quando torna mi porta tante cose!»
Roody lo guardò con uno sguardo del tipo "Si il padre in questione è lo stesso" ma invece disse altro
«Si, compra la sua assenza con i giochi. Giochi in cambio di mesi senza di lui, è il suo lavoro, un uomo d'affari sa fare solo accordi e negoziazioni»
Lukas aveva una faccia triste, ferito dalle parole di Roody, che era anche lui ferito dall'assenza del padre.
«Roody»
Lo avvertii calmo, e gli lanciai uno sguardo per avvertirlo di non insistere su questo argomento e di guardare Lukas.
Abbiamo avuto tutti e tre lo stesso padre, sappiamo cosa si prova, non c'era bisogno di parlarne ad alta voce.
«Si okay mocciolo i padri sono così, ora dovrei avere dei film in quel mobile scegline uno»
Disse Roody facendo cenno a Lukas indicatogli il mobile giusto. Lukas aprì il mobile e oltre ai film trovò dei giochi e una PlayStation.
«Wow Rei questa è come quella con cui abbiamo giocato, che avevi tu nel tuo appartamento!»
Lukas sembró rianimarsi. Roody mi guardò confuso
«Avevi una PlayStation 4 nel passato?»
Lo guardai e svelto lo zitii portandomi un dito davanti alla bocca.

Lukas non sa che veniamo da altre realtà.
È piccolo ancora non capirebbe, così come non ha notato che ora il mondo intorno a lui era progredito di otto anni.

«Ma come?» Roody era ancora confuso.
«Te lo spiego dopo» Sussurrai.
Roody non aveva film per bambini, anzi la maggior parte dei film erano horror, ma per fortuna eravamo così nerd da avere qualche film di Spiderman.
Lukas scelse Spiderman 3.
«Wow questo qui è appena uscito al cinema! Come fai ad averlo già in DVD?»
Domandó a Roody, io e lui ci guardiamo per qualche secondo mentre pensavo velocemente a che modo rispondergli.
«Mio padre. Lavora in un settore particolare e ne ha avuto uno in anteprima»
Disse Roody e Lukas sembrò convincersi, rivolsi al quindicenne uno sguardo di gratitudine per il salvataggio di poco prima.
Misi il CD nel vecchio ma funzionante lettore della prozia e ringraziai che almeno la TV era stata cambiata da poco e quindi potevamo vedere bene il film.
Mentre il film inizia il fattorino bussò e ci consegnó le pizze, Roody le prese e pagò lasciandogli una bella mancia e poi ci passò i tre scatoloni.

Mentre sono qui sul divano a mangiare pizza con Lukas e Roody guardando un film non posso fare a meno di pensare alla scena del tutto simile di me Ania e Carlos seduti a fare la stessa identica cosa, mi scappò un sorriso. I miei due amici mi conoscono così bene da sapere che questo è il modo preferito di passare una serata.
Il film finì ma Lukas era già partito per il mondo dei sogni ormai dalla metà film, lo sistemai facendolo stendere meglio sul divano e lo coprii con una coperta. Ripulii gli scatoloni della pizza e li portai in cucina.
«Lui non sa niente vero?»
Roody comparì alle mie spalle nella penombra del corridoio.
Per poco non urlai per lo spavento, non lo avevo sentito muoversi.
«Intendi dire del viaggio nel tempo? No non gli ho detto nulla. Non potevo di certo dirgli "Hey Lukas io sono te del futuro, ora andiamo in un altro futuro e incontrerai il te adolescente perché noi versioni adulte di te stesso ti abbiamo rovinato la vita e ora forse possiamo rimediare". Sarebbe corso via urlando credendo che fossi pazzo. Meglio che non sappia nulla»
Gli dissi finendo di buttare i resti di cibo e le scatole nei cestini.
«Si hai ragione, è una storia molto confusa da raccontare. Ma a me puoi dire come hai fatto a trovare la PlayStation 4 se all'epoca stavano appena facendo uscire la 3?»
«È stato quel tipo mistico che ci ha fatto viaggiare nel tempo, a quanto pare può modificare quella realtà. Non so se può farlo anche con questa, ma se noti strane coincidenze è stato lui»
Gli dissi, Roody si sedette come se volesse fare un'intera conversazione sull'argomento e io lo imitai sedendomi ad un' altra sedia intorno al tavolo.
«Si ma come funziona? Cioè se tu, se noi, modifichiamo il passato non si complica tutto? E adesso Lukas nella sua epoca è tipo sparito o cosa? Il fatto che tu ora hai incontrato sia me che Lukas significa che hai influenzato il tuo stesso passato no? Secondo questi viaggi tu adulto hai incontrato per la prima volta noi a sette anni, quindi io che ne ho quindici dovevo conoscerti già, eppure non ho ricordi di te. I miei ricordi sul passato non sono cambiati»
Roody inizio a straparlare, gli misi le mani sulle spalle per fermarlo.
«Ho capito cosa intendi, e si neanche io ho ricordi di questo, anche i miei ricordi da bambino e da adolescente sono rimasti invariati. Non so come funziona questa storia Mr stalker, così chiamo il tipo che ci ha portato qui, ha detto che alla fine di tutto avrei capito il senso di tutto questo e come quello che stiamo facendo abbia o non abbia modificato qualcosa.»
Gli spiegai, Roody mi sorrise triste.
«Quindi alla fine sarai solo tu a sapere se questo abbia funzionato»

Capii cosa voleva dirmi, ero io a fare il viaggio e solo io sarei arrivato alla fine della meta.

«Visto che più ci concentriamo su questa storia più non ha senso che ne dici di una partita alla play? Vediamo se mi batti!» Mi propose, si incamminò verso il salone e accesse la console.
«Ti ricordo che ho cinque anni di allenamento in più a te»
Mi passò un joystick e iniziammo a giocare, mentre Lukas dormiva accanto a noi.







Hey :)
Se vi sta piacendo la storia lasciate stelline e/o commenti.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento.

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