14

Lukas scelse come al solito di fermarsi ad un McDonald's e lo accontentai, forse dovrei iniziare a fargli mangiare anche qualcosa di più salutare.
«Rei! Guarda che bella!»
Mi disse felice mostrandomi la macchinina giocattolo uscita nel suo Happy meal, io alzai lo sguardo dal mio panino e vidi i suoi occhi che non smettono di brillare, era sempre stato così, ogni volta che lo guardo i suoi occhi brillano come un cielo stellato.
«Si è bella»
Gli dissi, poi iniziò a giocarci sul tavolo.
«Quando torniamo a casa voglio farla vedere a George! È blu come il suo colore preferito»
Continuò a dire mentre faceva sfrecciare la macchinina da un lato all'altro del tavolo.

George, George e ancora George, cavolo Lukas ci tiene davvero tanto a George, ci tenevamo, poi smettemmo di parlarci.

«Senti Lukas, ci tieni davvero tanto a George?»
Non so perché glielo chiesi, so già la risposta. Eravamo come fratelli inseparabili, dove andava lui io ero con lui se io ero nei guai lui veniva a trovarmi, tranne quella notte, quella notte non venne. Forse sentirmi dire quella risposta da Lukas mi avrebbe fatto sentire meglio, o peggio, sulla nostra amicizia.
«Si certo. È il mio migliore amico, ci conosciamo da quando eravamo piccoli piccoli. È il migliore. Noi resteremo sempre amici, mi sentirei perso senza di lui»
Mi rispose, ecco rigira pure il coltello nella piaga, C4 colpito e affondato complimenti Lukas hai vinto a battaglia navale. Gli sorrisi
«Si, credo che lo sarete per sempre»
Mi tremò la voce mentre lo dissi.
«Sai c'è un posto dove il pomeriggio mettono le giostre e i gonfiabili fino alla sera, vuoi andarci?»
Lukas annuii e gli feci segno di seguirmi fuori, prima di andare afferrai un sacchetto di quelli per il cibo da asporto e mi caricai sia il mio zaino che quello di Lukas sulle spalle dato che dobbiamo camminare per una ventina di minuti non voglio che si stanchi troppo e mi tocchi portare anche lui sulle spalle.

Arrivammo in quel parco, un tempo era un vecchio cinema drive-in ma ora in alcune mattine veniva utilizzato per il mercato e il pomeriggio venivano i giostrai, alcune delle giorstre erano già montate e pronte per far giocare i bambini e Lukas che non aveva smesso di cantare neanche un secondo per tutta la passeggiata mi trascinò subito verso un largo e immenso recinto colorato con un pavimento gommato dove all'interno c'erano dei gonfiabili, molti, e ognuno diverso dall'altro, uno era perfetto per rimbalzare, un altro sembrava perfetto per fare box con dei cilindri gonfiabili, un altro aveva un immenso scivolo che dava su una piscina con le palline e molti di quei cilindi morbiti che ruotano dove i bambini passavano in mezzo, si arrampicavano.
Insomma era il paradiso di un bambino in un recinto, e ovviamente Lukas voleva andare. Ci fermiamo davanti al signore che si occupava di quella giostra, all'inizio ero confuso e non capii come funziona l'accesso per i vari gonfiabili ma il signore mi spiegò gentilmente tutto.
«Visto che tutte le altre giostre aprono per la sera il pomeriggio offriamo un servizio diverso per i gonfiabili. Lei acquista il biglietto e il bambino ha libero accesso a tutti gonfiabili e a differenza della sera non c'è un tempo massimo in cui suo figlio può stare, quindi può entrare subito. La sera organizziamo gruppetti e il giro sui gonfiabili dura un'ora.»
Mi spiegò, poi mi indicò sua moglie da cui potevo acquistare il biglietto d'ingresso.
«Ecco a lei. Lei è il padre? Mi serve solo il nome di suo figlio da scrivere sui bracciali»
Mi disse con un sorriso.
«Oh lui non è mio figlio, lui è..»
Cercai di trovare una scusa plausibile.
Chiaramente Lukas non può essere mio figlio abbiamo troppi pochi anni di differenza.
«Lui è mio fratello. Si il mio fratellino. Si chiama Lukas»
«Oh mi scusi. Allora Lukas? Bene ecco qui»
La signora ci porse due bracciali di quelli cartonati plastificati tipici per qualche evento e su entrambi c'era scritto Lukas e sotto tra parentesi fratello, dopo averceli fatti indossare accompagnò Lukas in un posto dove poteva lasciare le scarpe e lo guidò verso i gonfiabili. Lui la ringraziò e la donna gli sorrise
«Sei proprio un bravo bambino educato»
Si complimentò e Lukas arrossì.
Notai che anche gli altri bambini indossavano quei braccialetti dai colori sgargianti e così anche i genitori che aspettavano seduti su panchine o in piedi vicino alla staccionata.

Giusto, servivano per assicurarsi che il bambino venisse ripreso da un genitore e non da uno sconosciuto, che stupido perché non ci ho pensato prima!

Vidi Lukas che saltellando felice si avvicina alla staccionata per parlare con me. Lui stava dentro io fuori.
«Hai visto la signora mi ha detto che sono un bambino!»
Disse emozionato, era così felice che lo avessero riconosciuto come un bambino che quasi si dimenticò che aveva ricevuto anche un complimento.
«Si è quello che sei no?! Su ora vai a divertirti io ti aspetto qui, starò nei paraggi vengo a riprenderti tra un po'»
Gli dissi e dopo lo vidi correre verso gli altri bambini sui gonfiabili.

Io presi posto su un muretto non molto lontano e lo tenni d'occhio.
«Ora puoi smettere di fare lo stalker?»
Parlai continuando a tenere lo sguardo davanti a me ma so che la figura che ci stava seguendo da quando stamattina abbiamo lasciato il parco mi aveva sentito, e sapevo che ora era dietro di me di qualche metro.
«Ti ho preso il pranzo. Un doppio cheeseburger, so che eri appostato fuori al McDonald e non avrai mangiato»
Alzai una mano scuotendo il sacchetto in aria.
«Su dai vieni qui e mangia. Smettila di fare lo stronzo se vuoi stare con noi ti ho già detto che puoi, ma se preferisci puoi stare da solo»
Continuai a parlare al nulla, dopo qualche secondo sentii qualcuno avvicinarsi e Roody si sedette al mio fianco.
Gli passai il sacchetto con dentro il panino.
«Perchè?» Mi disse con un filo di voce.
«Perchè per seguire noi non hai mangiato»
Risposi sarcastico.
«No dico perché ti ostini tanto con Lukas, non puoi cambiare ciò che accadrà. Perché vuoi aiutare me?»
Mi chiese, il suo stomaco brontolò e si convinse a mangiare il panino seppure fosse freddo.
«Chissà forse cambieremo davvero qualcosa. Dopo tutta questa storia assurda non credo che sia ancora assurdo poter cambiare il passato. Non credi?»
Lo guardai bene e vidi che aveva gli occhi rossi, avrà sicuramente pianto.
«Sono venuto solo per chiederti delle cose. Tu vieni dal futuro no? Quindi saprai dirmi quando papà riuscirà a convincere mia madre a firmare quei moduli? Altrimenti l'idea di dover aspettare fino a che non sarò maggiorenne mi fa impazzire, e francamente non credo nemmeno di voler arrivarci a quell'eta. Già tutto va male di recente»
Roody parlò con una voce rotta e cercò di trattenere le lacrime mentre mangiava.
Sapendo cosa gli (ci) accadrà mi si strinse il cuore. Gli poggiai una mano sulla spalla
«Si, si risolverà più o meno presto, non preoccuparti»

Non potevo dirgli la verità.

Il ragazzo tirò su col naso e si scostò dalla mia presa, poi finì di mangiare in silenzio e cercò con lo sguardo Lukas tra gli altri bambini.
Si stava divertendo e il suo carattere gli permetteva di fare facilmente amicizia, Lukas era come Ania fare amicizia non era un problema.
«Non ci avevo mai pensato prima. Sai quella cosa del "sono solo"»
Riprese a parlare e diede altri morsi al panino per poi gettare la carta nel sacchetto e accartocciò anche quello.
«È stato strano iniziare il liceo senza George, ma immagino che alla fine avevamo ragione e lui non voleva essere più nostro amico. Questi Ania e Carlos di cui hai parlato non so chi siano però se sono riusciti a diventare nostri amici devono essere dei tipi apposto»
Lo guardai.
«Sono i migliori»
Mormorai, Roody ora mi guardò.
«Non mi manca George ma mi manca. Lui non vuole essere nostro amico e noi non vogliamo essere suo amico, ci ha tradito quasi come Alice. George dopo quella sera non ci cercò più, era ovvio non voleva essere associato a noi. Ormai ci odiamo giusto?»
Continuò e nel mentre abbassò lo sguardo e si passò nervoso il sacchetto accartocciato in pallina da una mano all'altra.

Ci pensai bene prima di rispondere, tutto quello che mi aveva detto George grande quella sera al festival, come si comportava George piccolo e ciò che mi stava dicendo ora Roody, sentivo come se mancasse qualcosa.
Mancava una storia che doveva essere raccontata.
C'era un pezzo di George che mancava, gli anni in cui siamo stati separati.
«Io non credo George ci odi, o almeno non nel profondo. Ci ha baciato»
Gli confessai e di colpo i ricordi e le sensazioni di quel bacio nei corridoi dell'Accademia mi pervasero.
George che mi tirava a se tenendomi per il polso, la sua mano sulla mia guancia e infine il dolce soffice, seppure breve, bacio e io che in un turbine di ricordi e emozioni scappai via. Roody sbuffò.
«Oh andiamo, l'hai perdonato per un bacio? Quel bacio!? È stato per uno stupido gioco che fanno i ragazzini delle medie e poi ti ricordo che è stato quello la causa che accese la miccia del putiferio di quella notte!»
All'inizio rimasi un attimo confuso poi capii a che bacio si riferisse il me adolescente.

Il primo bacio tra me e George.

Anche se non lo definirei primo bacio vero e proprio, stavamo giocando al gioco della bottiglia con la nostra classe, era stato un caso e comunque era per gioco, anche altri nostri compagni si baciarono e non ne fu un dramma. «No non parlo di quel bacio»
Gli dissi, lui sembrò sorpreso e restò a bocca aperta, poi comprese e arrossì di colpo.
«Come ti dicevo non l'ho proprio perdonato, ma c'è qualcosa che non quadra, io conosco George grande e stando nel passato di Lukas ho visto George piccolo da un altro punto di vista e entrambi non sembravano odiarci»
Roody cambiò subito espressione e lanciò furioso la palla di carta
«E allora? Il George di ora mi odia! E io odio lui. So quello che stai pensando, vuoi che io faccia pace con George, ma io non ci parlo e lui probabilmente non vorrà parlarci!»
Urlò isterico.
Gli misi un mano sulla bocca per farlo stare zitto e gli dissi di raccogliere la carta che aveva lanciato.
Roody mi guardò storto ma alla fine fece come gli avevo detto, poi tornò accanto a me prese un respiro prima di parlare
«Forse tu hai dimenticato i dettagli di quella notte, ma lui stava dalla parte di Alice, altrimenti avrebbe detto qualcosa no?»
«Il George che ho visto con Lukas non starebbe dalla sua parte»
«Vuoi che ti rinfreschi la memoria? Che ti devo dire sarà stato la pubertà o qualcosa ma è cambiato e George ora non ci vuole, molto probabilmente si vergogna pure ad avere un amico come noi. Ricordi nei tre anni di medie incontrammo Alice e ci facemmo subito amicizia. Certo Lukas è un ingenuo fa amicizia anche con un sasso ma nei tre anni ci confidammo sempre di più con lei, ci disse che aveva una cotta per George e visto che lo conoscevamo bene stavamo anche aiutando Alice a confessarsi a lui. Lukas si fidava così tanto che le confessò che lui era trans, e che era nato bambina. Alle medie nessuno tranne George lo sapeva, avevamo scelto apposta quella scuola perché era meno probabile che finivamo in classe con i vecchi compagni delle elementari e ci eravamo presentati direttamente come Lukas. Alice tenne il segreto per più di un anno ma poi alla festa di fine anno ci ha tradito»
Ascoltai il suo racconto con attenzione e nel mentre dei flashback, dei ricordi si fecero così vividi che riuscivo quasi a vederli.

Ero nella taverna di uno dei miei vecchi compagni delle medie e stavamo festeggiando insieme la fine dei tre anni trascorsi.
Ci stavamo divertendo, George faceva finta di essere un Dj e cambiava le canzoni dalla cassa, mangiammo tutti insieme della pizza augurandoci di non perdere i rapporti al liceo, poi Andrew vedendo una delle bottiglie di Coca-Cola quasi vuota propose di giocare al gioco della bottiglia, forse sperava di baciare Alice o una delle altre sue amiche visto che soprattutto nell'ultimo periodo faceva di tutto per essere notato da Alice in particolare.
La svuotò con un sorso e la posò sul pavimento, tutti noi accettiamo di giocare e ci sedemmo in cerchio, una regola semplice chi girava la bottiglia doveva baciare sulle labbra chiunque fosse uscito, se ti rifiutavi di dare o ricevere il bacio pagavi una penitenza.
Ci furono un paio di giri tranquilli, alcuni accettavano il loro bacio felici, alcuni si imbarazzavano e altri come Emily scelsero di pagare pegno, io per fortuna non avevo ancora girato la bottiglia né la bottiglia mi avesse mai indicato per ricevere il bacio da qualcuno, poi arrivò il turno di George.
Lui prese e girò la bottiglia, vedevo Alice, che era proprio seduta difronte a me, guardare con ansia la bottiglia e sperare si fermasse su di lei, ma il tappo tra tutti indicò me.
Ero seduto letteralmente accanto a George quante probabilità c'erano che girando la bottiglia finisse proprio su di me?!
Alcuni nostri compagni esclamarono un "Uuuhh" divertiti.
Io mi feci rosso come la camicia che indossava George, guardai tutti i miei compagni e vidi Alice fare una faccia strana, ci era rimasta male, ma vedevo anche come se fosse gelosa?
Nah non è possibile.
Sky si alzò in piedi e esclamò felice
«Sii è dall'inizio delle medie che vi shippo!».
La sua migliore amica dovette tirarla giù e calmarla talmente che era emozionata.

George si girò verso di me e si avvicinò
«Non devi farlo se non vuoi»
Mi sussurrò così che solo io e lui potevamo sentirci.
«Si,ma non voglio neanche pagare pegno»
«Posso farlo io, dico che mi rifiuto così la penitenza la faccio io e non tu»
Continuò con un tono dolce.
«La smetti di fare così!?»
Gli risposi prendendolo in giro e lui rise. Dall'altra parte del cerchio qualcuno gridò. «Allora vi muovete o no? Ci stiamo facendo tutti vecchi qui! Tra un po' prendiamo anche il diploma del liceo! Dai su è solo un gioco!»
Io e George ci guardammo e sorridemmo "Si è solo un gioco" pensammo entrambi e ci baciamo, seguiti da urla e festeggiamenti allegri dal resto della classe.

Il bacio che doveva durare solo pochi secondi si protrasse per un po' di più, avevo gli occhi chiusi e sentivo le guance rosse, il cuore nel petto iniziò a correre la maratona di New York, sentivo le braccia di gelatina probabilmente sarei caduto a terra se non fosse che eravamo già seduti, lo stomaco aveva preso un biglietto per le montagne russe.
Ci staccammo dopo cinque, forse dieci secondi e stando ancora ad un palmo di distanza ci guardammo negli occhi, anche George era arrossito poi come colpiti da una secchiata di ghiaccio ci allontanammo tornando a come eravamo seduti nei turni prima, alcuni compagni di classe, tra cui Alice, ci stavano ancora fissando, altri avevano già ripreso a giocare girando la bottiglia.
Ci furono altri giri e per fortuna né io né George dovemmo baciare più nessun altro, quando toccò a me girare la bottiglia indicò Emily e come ha fatto ad altri turni rifiutò e pagò la penitenza, sembrava stesse aspettando di baciare qualcuno in particolare, ma rimase delusa come Alice che non riuscì a baciare George quella sera.
Un po' mi dispiaceva, lei era mia amica e George il ragazzo che le piaceva.
Dopo che tutti avevano girato la bottiglia decidemmo di cambiare gioco, ne approfittai per parlare con Alice dicendole che mi dispiaceva di aver baciato George e che volevo ci fosse stata lei al posto mio, lei rispose con un "tranquillo non preoccuparti è solo un gioco" ma la sua voce trafelava un pizzico di gelosia.

Tornai a sedermi accanto al mio amico e quando anche gli altri presero tutti posto iniziammo con il secondo gioco, un grande classico delle feste scolastiche. "Obbligo o verità"
Segliemmo di proseguire a giro, iniziò Oliver e poi il compagno alla destra, questo significava che io venivo dopo di George.
Il mio amico scelse verità e Sky si illuminò.
«Uh questa la faccio io! Allora, George ti è piaciuto il bacio che hai dato prima a Lukas?»
Disse e nella stanza calò il silenzio
«Uh questa è buona» Mormorò qualcuno.
Inutile dire che io tornai a essere rosso come se avessi mangiato sette o otto peperoncini, anche George sembrava avesse fatto scorpacciata di peperoncini provò a rispondere mentre balbettava.
«B-beh, s-si non è stato male. Lukas poi è il mio migliore amico non è nulla di che»
Iniziò a dire passandosi una mano nei capelli come fa quando è in imbarazzo, altri mugolii sorpresi si alzarono dalla classe, io tenni lo sguardo fisso sul pavimento ma vidi con la coda dell'occhio Alice, sembrava che stesse per scoppiare.
«Okay andiamo dall'altro sposimante. Lukas, obbligo o verità?»
Mi chiese Sky, non ce l'avevo con lei per i suoi modi di fare, ormai sono tre anni che continua a fare coppie con tutti i compagni di classe, non lo fa con cattiveria e riesce anche a farci ridere. «Verità»
Mormorai, visto come stava andando la situazione potevo già immaginare qualche sarebbero state le risposte se avessi scelto obbligo.
«Questa la prendo io!»
Sentii una voce alzarsi, la riconobbi subito era di Alice, tirai un filo di sollievo, alzai lo sguardo e la guardai.
Lei era mia amica e vedendo la situazione che si era creata era intervenuta a salvarmi, no?
«Lukas!»
Disse il mio nome in modo strano
«È vero che sei trans e stai solo fingendo di essere un ragazzo perché in realtà sei nato ragazza?»
Esclamò ad alta voce, la guardai shockato e sgranai gli occhi.

In pochi secondi mi crollò il mondo addosso.

Alcuni dei miei compagni esclamarono sorpresi, altri rimasero come folgorati, ma tutti iniziarono a fissarmi.
Mi si congelò il sangue e di colpo passai dal calore provocato dall' imbarazzo del bacio al freddo del panico.
Mi alzai in piedi e notai che stavo tremando.
«Su rispondi, basta un sì o un no. Non è difficile»
Continuò Alice, la guardai e aveva un viso irriconoscibile, sembrava compiaciuta dalla mia reazione, girai la testa e vidi George che era ancora seduto a terra stava fissando il pavimento con occhi sgranati, probabilmente provava lo stesso shock che sentivo io.
Non riuscivo a parlare, ero come bloccato, nel panico.

Okay non preoccupiamoci, George è qui ci aiuterà lui, non sono solo ho lui.

Ma la voce che sentii e che sperai provenire dal mio migliore amico arrivò da Andrew
«Aww Lukas, perché non c'è l'hai detto? E dicci com'è che ti chiami in realtà? Sai da ragazza forse saresti carina, che ne dici di metterti un bel vestito? Guardati non potrai mai essere un ragazzo! Resti sempre una bambina. Sono sicuro che nessuno vorrà essere amico di un mostro come te, è per questo che non ce l'hai mai detto? Sei sbagliato Lukas, un qualcosa di difettoso, come pensi mai di poter essere un ragazzo come noi»
Andrew parlò con cattiveria, usava questo tono solo quando pur di cercare l'approvazione di Alice sparava cazzate.
Solo che queste cazzate mi stavano ferendo e molto.
Sentii il gruppetto delle amiche di Alice, non erano mie amiche, che ridevano divertite da ciò che ha detto Andreaw.
Gli altri della classe erano ancora sorpresi e guardavano la scena a bocca aperta non spendo cosa fare.
Guardai i miei due amici, Alice teneva le braccia incrociate sul petto, lo sguardo soddisfatto del teatrino che aveva messo su e mi fissò come a dire "Vediamo se ora George ti vuole ancora dopo questo".
Lacrime scendevano dal mio volto.
Guardai George, e lui non si era mosso di un millimetro.

No George anche tu no, ti prego non farmi questo.

Mi sentivo distrutto, tradito dai i miei due amici, messo a nudo così e umiliato da quello stronzo di Andrew. Corsi via, percepii che George aveva alzato lo sguardo su di me mentre correvo verso la porta ma non fece nulla per fermarmi.
Corsi a perdifiato piangendo, volevo scappare, volevo seppellirmi , volevo sparire, volevo morire. Alzai lo sguardo e vidi il cielo privo della sua bellezza. C'è un solo posto dove posso vedere le stelle.

Ero nel bosco nonostante mi spaventa di notte, ero sul ponte in piedi sul muretto di pietre, basterebbe così poco, lo percepisco un centimetro più avanti, un passo e questi pugnali lanciati dal tradimento dei miei amici spariranno, smetteranno di farmi male.
Forse Andrew aveva ragione sono solo un pezzo difettoso nessuno vorrà essere amico mio. Forse non mi meritavo di avere amici.
Fanculo non avevo bisogno di amici.
Guardai l'acqua sotto di me scorrere, dovrei farlo?
Che mi importa a me, io voglio farlo,ma perché sento che è sbagliato.
Guardai le stelle, chiusi gli occhi ma poi vidi George.
Urlai e piansi, mi voltai e scesi dal muretto saltando sul ponte, caddi con le ginocchia a terra e me le sbucciai nell' impatto con le pietre.
«Perchè devi essere così buono e gentile con tutti? Dove ci ha provato tutto questo? Non dovevamo dire niente a nessuno, fanculo gli amici di cui ti fidi tanto»
Mi ritrovai ad urlare nel silenzio del bosco.
Siamo sbagliati, che ti aspettavi?
Possiamo sforzarci di essere normali ma non saremo mai come loro.
«Fanculo Lukas! Sei uno stupido!»
Urlai dinuovo tra le lacrime.
Io non voglio più essere come te, sei stato troppo buono, troppo emotivo.
Io non li voglio più questi sentimenti!
«Muori Lukas!! Devi morire, in un modo o nell'altro!»
Mi alzai avvicinandomi al muretto, preso dalla rabbia iniziai a tirare calci e pugni alle pietre, il sangue iniziò a colare dalle mie nocche.
Poi notai l'incisione sulla pietra fatta anni fa col mio migliore amico, l'incisioni delle nostre iniziali quando ci promettemmo di restare sempre amici, passai un dito sulle due lettere L+G.

Strinsi forte il pugno e lo sbattei sulla pietra, una goccia di sangue cadde sulla scritta.
«E tu? Tu perchè non hai detto nulla? Perché sei rimasto lì fermo? Ti vergogni davvero di me? Tutto questo tempo di amicizia allora era finto? Mi hai promesso che saremmo rimasti sempre insieme, proprio su questo ponte mentre tiravamo i sassi nel fiume mi hai detto che saresti stato sempre al mio fianco! George, mi hai detto che non dovevo preoccuparmi perché se eri con me nulla poteva ferirmi e ora guardami! Tu eri lì accanto a me e mi hanno ferito! Come hai potuto farmi questo?»

Fu in quella sera che realizzai a pieno per la prima che ero diverso dagli altri, che avevo qualcosa di rotto e che non potrò mai cambiarlo.
Piansi, piansi per ore fino all'alba, fino a che non avevo più lacrime in corpo.









Hey. Questo capitolo è stato particolarmente complicato da scrivere, finalmente Rei ha rivelato cosa successe quella sera a Lukas, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top