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Ricordate cosa dicevo ieri sera sul "mi basterà una tazza di caffè?" ecco non era bastata.
Deve essere un tipo di reazione collaterale di questa dimensione, nella mia potevo passare un'intera nottata sveglio e con una tazza di caffè riuscivo addirittura a prendere appunti a lezione e capirci qualcosa, e ora?
Ora non riesco quasi a tenere gli occhi aperti.

Patetico.

Lukas invece con solo tre ore di sonno era arzillo e pimpante, satellava intorno al tavolo mentre io assumevo la mia dose di caffeina.
«Rei! Rei! Dai dobbiamo andare a scuola! Non ho neanche la mia divisa! Si sta facendo tardi!»
Continuava a saltare, per caso aveva preso lui gli effetti del caffè che sto bevendo?
Avevamo abbastanza tempo per vestirci e andare a scuola, non c'era da preoccuparsi.
Poi ascoltai meglio le parole che aveva appena detto Lukas e quasi mi strozzai con la mia bevanda.

Giusto gli serviva la divisa per andare a scuola, ma lui aveva dormito qui e io non avevo nessuna divisa!

Dovrei accompagnarlo prima a casa sua, farlo cambiare e poi andare a scuola. Non faremo mai in tempo.
Buttai giù in un sorso quello che restava nella tazza e la lasciai sul tavolo. Sistemerò al ritorno.
Mi precipitai al mio armadio per vestirmi così da correre a casa di Lukas ma aprendo l'armadio trovai qualcosa.
Piegata su un ripiano c'era la divisa di Lukas, maglietta e pantaloni, e sulla base dell'armadio c'erano le scarpe e il suo zaino.
Mi guardai intorno confuso.
Sono sicurissimo che queste cose il giorno prima non c'erano.

Che significa? È come se le cose si piegassero alle mie necessità. Mr stalker c'entra qualcosa?

Tutta questa storia dei viaggi temporali dimensionali mi stava facendo impazzire il cervello.
Iniziai a perdermi nei miei pensieri quando Lukas entrò di corsa nella stanza.
Lo guardai e ancora confuso gli passai la divisa dicendogli di cambiarsi.
«La mia divisa, ma come hai fatto?»
Disse mentre la prese e iniziò a cambiarsi.
«Non lo so. Ora però dobbiamo andare o faremo tardi»

Lasciai Lukas con i suoi compagni di classe appena in tempo, poi raggiunsi il mio solito posto in portineria salutando il signor Anderson e mi accasciai appoggiando la testa sulla scrivania e chiusi gli occhi.
Dopo qualche minuto sentii qualcosa accanto a me, aprii gli occhi per trovarmi il signor Anderson che mi porgeva un tazza di caffè di quelle usa e getta e la lasciò sulla scrivania.
«Serata complicata? Eh ricordo come era avere la tua età. Serate con gli amici, uscire con le ragazze o ragazzi, come preferisci. Spero ti sia divertito almeno»
Mi disse.
Seh, ma quale serata con gli amici avevo passato la notte a farmi da babysitter.
Annuii come se fosse vero, di certo la verità sarebbe stata più strana.
Bevetti anche quella tazza di caffè e mi sentii meno addormentato, credo che dovrei farmi un overdose di caffeina per essere completamente sveglio.
Io e Anderson finimmo con l'organizzare i moduli e mi concedetti di rilassarmi su una poltroncina che il signor Anderson teneva in quel suo ufficio-portineria.

A metà mattinata un genitore decise di interrompere il mio riposo.
«Mi dica come posso aiutarla?»
Anderson lo accolse con un sorriso, io spostai il braccio dai miei occhi e mi voltai a guardare la signora che era appena entrata.
Appena la misi a fuoco sentii tutte quelle dosi di caffeina colpirmi bruscamente il cervello, scattai sedendomi sulla poltrona e la fissai con gli occhi sgranati.
«Buongiorno signor Anderson, sono qui per ordinare una divisa scolastica»
Anderson la guardò confuso.
«Gliene servono altre oltre a quelle già fornite?»
Gli chiese con calma, come a chiedersi se avesse sentito bene.
La scuola forniva cinque divise regolamentari e tre tute, considerando che andavamo a scuola per solo cinque giorni della settimana quasi nessun genitore ne chiedeva in più.
La donna fece un sorriso, ma sembrava più arrabbiata che serena.
«Oh no, voglio cambiare quelle ci hanno consegnato»
Cambiarle?
Anderson sembrava ancora confuso ma io capii. Scattai in piedi.
La donna non si scompose
«Si, vede io ho le divisi maschili, quelle con i pantaloncini per intenderci, vorrei cambiarle con quelle femminili, per mia figlia, lei vuole quelle con la gonna»
Lo disse con una spensieratezza e con un sorriso.
Io strinsi i pugni.
«Non puoi!»
Le dissi, ma suonai più come un bambino capriccioso che si ribellava alla madre.
«Come scusi? Con tutti i soldi che diamo a questa scuola certo che posso cambiarle, le ho già cambiate per l'anno scorso chiedendo invece di poter avere quelle maschili e mi dissero che non c'erano problemi. Perché questa volta dovrebbero esserci?»
Mi disse leggermente infastidita, il signore Anderson mi fece cenno di calmarmi e non di continuare e si congedò dicendo che andava a chiamare la responsabile della sartoria della scuola.
Io continuai a guardare quella donna con odio. Non poteva averlo fatto davvero.

«Se lo farà, suo figlio non le parlerà più»
Le dissi guardandola con disprezzo.
«Mio figlio?» Sembrò stupirsi «Ecco cosa si ottiene ad accontentare i capricci di un bambino»
Si fermò quando un' altra donna entrò nella scuola.
«Sandra!» Chiamò.
La riconobbi, era zia Amelie, la madre di George, nonché grande amica della madre di Lukas, ovvero la donna che ora era qui presente.
«Pensaci bene! Sai che non è quello che vorrebbe»
Disse cercando di farla cambiare idea su tutta questa assurda situazione.
«Amelie, ho già assecondato ogni capriccio di Hannan. Mi sta bene che non si metta quei vestitini che vorrei tanto indossasse, mi sta bene anche che giochi più con i maschi. Ma ora stiamo esagerando, ho già dovuto accettare che si sia tagliata i capelli così»

E che cosa avresti voluto fare? Rincollare ogni ciocca sulla testa di Lukas? Pensai.

«L'anno scorso compilai i moduli per farle avere la divisa maschile perché non si sentiva a suo agio con la gonna e cosa ne è derivato? Che ora crede di essere un maschio e di voler farsi chiamare Lukas. Capirai con me che questa è proprio la goccia che fa traboccare il vaso.»
La madre di George sembrò replicare ma io parlai per primo
«Non è quello che deve fare un genitore? Dovresti essere tu quella che gli fa da scudo contro il mondo e non mettergli i bastoni tra le ruote»
La donna mi guardò come a dirmi di non immischiarmi in questioni che non mi riguardavano.
«Hannan ha solo sette anni, non sa quello che dice o quello che vuole. Tu giovanotto non dovre-»
La bloccai.
«Io mi immischio invece. Sa benissimo quello che vuole! Sa benissimo chi è! E per l'amor del cielo lui si chiama Lukas!»
Urlai con tutta la rabbia e disperazione che potei provare.
«Ragazzo! Tu come osi..»
Provò a replicare ma stavolta fu fermata dalla madre di George.
«Sandra, ragiona. Sai benissimo che se gli cambierai le uniformi lo renderai triste. Ricordi l'anno scorso quanto era felice di avere la nuova divisa? Di come ti sorrise e ti ringraziò per aver chiesto il cambio alla scuola? Pensi che ti guarderebbe di nuovo così se gliela cambi di nuovo?»
Le disse, la madre di Lukas rimase in silenzio con gli occhi bassi.

No, non ti perdonerebbe mai.
Mentalmente risposi io.

«Io voglio solo la mia bambina»
Disse piangendo, siamo seri? Piange?
L'altra donna cercò di confortarla
«Ma lo sarà sempre. Se però tu continui così perderai entrambi, sia Lukas che Hannan»
Zia Amelie le prose un fazzoletto.
Mi venne quasi da chiederle se ne avesse uno per me. Stare qui mi ha davvero reso più emotivo.
«Io non posso. Non sai quanto ero felice di aspettare una bambina, passavo i mesi di gravidanza ad immaginare a quando sarebbe diventata grande, alle giornate insieme "tra ragazze" a parlare del suo primo ragazzo, di piangere insieme vedendola col vestito bianco»
Io la fissai sbigottito, ma che razza di ragionamento è!?
La madre di George riprese a parlare.
«Capisco, ma non significa che non puoi avere lo stesso un rapporto madre figlio
Non mi sembra che George non mi parli o preferisca di più il padre perché è un maschio. E poi se ti opponi non lo fermerai, anzi lo farai solo allontanare di più»
Provai forti sentimenti, è davvero così difficile accettare tuo figlio per com'è? L'altra donna sospirò
«Hai ragione non posso fermarla, ma nemmeno incoraggerò questa sua scelta. Come madre le darò quello che le serve, cibo, una casa, ma se vuole continuare dovrà pensarci da sola»

Decretò e io mi sentii male.

Le lacrime stavano per uscire.

Certo sapevo come avrebbe reagito, questo è solo il passato, ma sentirselo dire di nuovo in faccia in questo modo era anche peggio.
Il signor Anderson tornò.
«Vogliate scusarmi ma a quanto pare la signora Pattish non è disponibile al momento. Posso prenderle un appuntamento se vuole»
Disse rivolto alle due donne.
«No, grazie non si disturbi, non fa nulla. Vanno bene i pantaloncini»
Rispose la mamma di Lukas guardando l'amica che le sorride incoraggiandola.
Devo ringraziare zia Amelie nel futuro per averla fatta cambiare idea, non penso che avrebbe mai ascoltato uno sconosciuto come me. Le due donne salutarono e uscirono.
«Non preoccuparti, vedrai che col tempo lo capirà. Per il bene di Lukas»
Mi sussurrò la madre di George vedendo come mi ero battuto per il bambino.
Le sorrisi, ma so che non avverrà come lei sperava.

Mia madre non cambierà

Dopo quell' acceso dibattito tornai a sedermi alla scrivania.
«Hey ragazzo tutto bene?»
Mi chiese Anderson notando il mio sguardo, mi passai velocemente una mano sul viso strofinandomi gli occhi
«Si»
Mormorai tornando a disegnare qualcosa.
L'uomo sospirò
«Le madri, non possiamo farci nulla, capisco come ti senti. Dopotutto i loro figli passano più tempo qui che a casa, è normale che tu finisca per affezionarti a quei pargoletti ma a volte puoi solo incrociare le dita e sperare vada tutto per il meglio»
Mi misi di nuovo a scarabocchiare qualcosa su un foglio mentre cercavo di trattenere le lacrime.

Oh coraggio Rei sei quasi un adulto e questo non è nient'altro che il passato, perché restarci male?

Poi mi soffermai a pensare meglio a ciò che era accaduto, o meglio a ciò che non era accaduto.
Mi spiego, Lukas aveva passato la notte a casa mia e sono sempre io che l'avevo  accompagnato oggi a scuola ma sua madre sembrava per niente turbata da questo, come se fosse tutto normale.
Sono sicuro che se al mattino non avesse trovato Lukas nel suo letto non starebbe così tranquilla, lo avrebbe cercato per mari e monti, come già era accaduto quando una notte  scappò per andare da George.

Aspetta.

E se invece la madre di Lukas crede davvero che non sia successo nulla e che lei stamattina abbia accompagnato Lukas a scuola? Come se fosse tutto normale?
Dopotutto quando successero questi eventi la prima volta nella  realtà non c'era di certo un Rei ventenne a consolare Lukas, e oggi anche senza il mio intervento era zia Amelie a non farle cambiare le divise, no io, quindi questo significa che non stavo cambiando il passato.
Come se le mie azioni siano aggiunte secondarie, ma se era così allora non potevo salvare Lukas.

Non posso modificare il passato, giusto? Qual è allora il senso di tutto ciò?

Saltai la pausa pranzo, tutti quei pensieri e quei sentimenti mi avevano chiuso lo stomaco.
Camminai per la scuola e passai accanto alla mensa situata al primo piano, non so neanche perché ci stavo passando, c'erano tre o quattro turni diversi per la mensa e io non ricordavo nemmeno quale era quello di Lukas.
Dalle grosse finestre situate sulle due porte di ingresso vedevo tutti i piccoli studenti che mangiavano e ridevano tra di loro.
Poi vidi me stesso giocare con George, avevano trasformato un fazzoletto in una pallina e se la passavano tra di loro.
Sembrano felici e che si stiano divertendo un sacco, non vedevo quei sorrisi da tanto sul mio viso.
Vorrei tanto scusarmi per la fine che gli ho fatto fare, certo nella mia vita avevo Ania e Carlos che mi miglioravano le giornate e andavo all'università, non me la cavavo male in fondo, ma vedere tutti quei sorrisi sul suo volto e pensare che smetterà di farli per colpa mia mi fa sentire in colpa, come se il vuoto che ho sempre sentito non potrà riempirsi.

Tornai con uno sguardo ancora più sconfitto da Anderson, pronto per sbrigare qualsiasi compito mi assegnava.
Mi sentii meglio solo quando al termine delle lezioni Lukas col suo sorriso mi venne a cercare.
«Rei! Rei!»
Mi corse incontro seguito da George, sembravano entrambi avere urgenza di parlarmi.
«Vieni in sala giochi con noi?»
Mi chiese Lukas. Rimasi sorpreso da quella richiesta
«Perchè?»
Domandai e Lukas se ne uscì con un "ci serve un adulto che ci accompagni", spoiler era una bugia.
La sala giochi in questione era accanto ai negozietti sotto dei palazzi li vicino, c'erano solo giochi per bambini e il proprietario ci teneva affinché fosse un posto sicuro, non avevano bisogno di me per andarci.
«Lukas ha detto che sei bravo con i videogiochi. Voglio vedere se riesci a battermi»
Rispose George, assunse un'aria di sfida incrociando le braccia sul petto.
«Okay Georgie vediamo se tu mi batti»
Risposi alla sua sfida. Non so perché ma all' improvviso mi sentivo competitivo come un bambino.

Devo dire che questa "competizione" mi diverte.

Lukas posò un braccio sulle spalle di George e mi guardò con uno sguardo di avvertimento.
«Rei, io ti avviso il mio migliore amico è bravissimo ai videogiochi! Io stesso a volte perdo. Non rimanerci male se ti batte»
Lukas prese a elogiare George, che si emozionò diventando rosso come un peperoncino.
Dopodiché ci incamminiamo verso la sala giochi.

Vedremo chi riderà per ultimo, George era anche bravo ma io ora avevo decisamente più anni di esperienza, se già un tempo riuscivo quasi a vincere ora sarà un gioco da ragazzi per me battere George.

La sala giochi era aperta da poco più di un ora ma nonostante ciò non era ancora piena di bambini.
Il proprietario mi squadrò appena misi piede nella sua sala giochi essendo per lui un viso sconosciuto.
I due bambini mi trascinarono davanti ad uno di quei giochi in cui devi fare più punti tirando a canestro.
Non era un mistero che facevo schifo a basket, ironicamente da piccolo ero più bravo, quindi riuscii a segnare solo 20 punti, mentre Lukas ne contava 26 e George 34.
«Visto! Non puoi battermi!»
Disse George fiero, Lukas lo sosteneva ammirandolo
«Certo Rei che fare solo 20 punti è proprio da scarsi, mia cugina farebbe di più e lei ha solo 5 anni»
Mi schernì Lukas ridendo, lo guardai inclinando la testa di lato, strinsi le labbra in una linea sottile.

Si certo Lukas tua cugina aveva imparato a tirare a canestro ancora prima di imparare a camminare, suo padre era stato un giocatore e ora era un allenatore, è ovvio che lei mi batte, e poi tu avevi fatto solo qualche canestro in più a me, non mi sembra tanto differente.

Qualcosa si accese in me, come un fiamma.
Una voglia di giocare?
Di divertirmi con loro? Una sfida?
Okay bambini se volete giocare giocheremo.
«Okay allora che ne dite di provare quello?»
Li sfidai indicando un gioco poco lontano da noi.
I due bambini mi guardarono anche loro con aria di sfida e accettarono.
Inserii tre gettoni nella macchina, fortuna che questo posto accetti anche carte di credito per comprare i gettoni, partì una musichetta di un qualche film sui cowboy afferrai una di quelle pistole giocattolo dei colori sgargianti e prima di iniziare guardi un'ultima volta i miei sfidanti.

La pistola aveva un puntatore a luci infrarossi e dovevi colpire solo i banditi che comparivano sullo schermo per avere punti, facendo attenzione a non colpire gli altri personaggi che comparivano random sullo sfondo.

George si arrese poco dopo l'inizio, aveva colpito in totale due banditi, tre o quattro volte una povera signora della locanda e un altro paio di volte un signore su un carretto, il suo punteggio era fermo a zero ma contando tutte le penalità che aveva preso colpendo gli altri personaggi sarebbe dovuto scendere ai numeri negativi.
Era troppo impulsivo e sparava ad ogni cosa si muoveva sullo schermo, ringraziamo tutti la buona stella del destino che aveva fatto si che George nel futuro non si trovasse a lavorare con armi da fuoco.
Lukas invece ce la stava mettendo tutta, aveva uno sguardo contratto dalla concentrazione, la lingua che gli sporgeva leggermente dalla bocca, gli occhi fissi che saettavano a destra e sinistra seguendo ogni personaggio che si muoveva veloce sullo schermo.
Lo guardai con la coda dell'occhio, sembrava divertirsi davvero molto e mi fece sentire una dolce sensazione dentro di me, come se qualcuno mi stesse dando un caldo abbraccio.

Quando il timer della partita finì guardammo i punteggi, George non sembrava sorpreso del suo, aveva sempre avuto problemi con quel gioco.
«Evvai questa volta ho preso il carretto solo due volte è un miglioramento! In un' altra vita ero un pistolero»
Disse felice e fece ridere Lukas
«Io avrei paura se tu facessi il pistolero»
George lo guardò
«Tranquillo Lukas non ti sparerei mai, basta che non passi sul mio schermo con un carretto»
George rise e così anche Lukas.
Guardammo gli altri punteggi, io avendo preso tutti i banditi che valevano due punti ottenni 40, il punteggio pieno. Lukas e George mi guardarono con la bocca spalancata
«Cosa! Nessuno aveva mai preso tutti i punti» Esclamò George.
«È impossibile come hai fatto a battere il mio record? Uffa non è giusto mi sono distratto solo una volta. Il prossimo gioco lo scelgo io allora!»
Lukas era anche lui sorpreso dalla sconfitta, ma gli passò subito e camminò verso un angolo della sala dove era allestito dei piccoli divanetti e una TV.
«Oh vedrai Rei ora Lukas ti batte. Lui è un mito a questo gioco, ci alleniamo quasi ogni pomeriggio. Non puoi batterlo»
George mi guardò come a dire "il mio amico ora ti farà il culo, sei un uomo morto", okay forse non era proprio questo il suo messaggio ma una versione più adatta ad un bambino col medesimo significato.
Lukas accese la console attaccata a quella TV e caricò due gettoni per giocare una partita, poi mi passò un vecchio joystick col filo.
Il joystick non era vecchio nel senso di consumato o altro, ma vecchio nel senso di vecchio modello rispetto a quelli nel mio tempo.
Erano anni che non vedevo una PlayStation uno, no aspetta forse è la due.

Il gioco scelto da Lukas era il suo preferito, ci ho giocato molte volte da piccolo col mio migliore amico.
"I gladiatori di Roma" si chiamava, interpretavi le vesti di un gladiatore per batterti nel colosseo con avversari sempre più potenti e la partita finiva solo quando il tuo personaggio esauriva tutti i punti vita, scontro dopo scontro ottenevi armi e armature da usare nello scontro dopo.
George si posizionò dietro Lukas e gli massaggiò le spalle mormorando qualcosa di incoraggiamento come farebbe un coach prima dell'incontro di box del suo allievo, io mi sedetti accanto a Lukas sul divanetto.
George finì il suo discorso girandosi a guardarmi negli occhi
«Annientalo!» disse all'amico.
Perché Georgie c'è l'hai tanto con me?
Farebbe anche paura se non fosse un bambino alto meno di un metro e mezzo.

Lukas schiacciò il pulsante e cominciamo la partita, nella modalità due giocatori il gioco offriva tre round di una decina di minuti ciascuno e alla fine di ogni round potevi cambiare le armi e ricaricare il proprio personaggio, un round era vinto quando l'altro giocatore esauriva la vita, alla fine il vincitore si decretava in base ai round vinti, e se un round fosse finito con lo scadere del tempo con entrambi i giocatori ancora in piedi si sarebbe giocato un round supplementare ma senza avere la possibilità di backup del personaggio.

Il primo round lo vinse Lukas, e i due bambini esultavano da matti.
Hey ho bisogno di riscaldarmi erano anni che non ci giocavo, infatti il secondo round lo vinsi io.
Resta il terzo, George incitava Lukas e Lukas si impegnò tanto per non deludere l'amico, il tempo del round stava per finire, cavolo però devo ammettere che quel piccoletto era bravo.
Lo guardi con la coda dell'occhio, i suoi occhi brillano, vuole davvero vincere ma non per lui glielo leggo in faccia vuole vincere per George.

Okay dopotutto perdere ogni tanto non era male.
Il timer stava per scadere ma prima che si azzerasse feci un errore e Lukas riuscì a fare un attacco potente e mettermi al tappeto.
Ops che sbadato che sono.
«Si!!»
Esclamò Lukas tutto felice e si girò verso George.
«Ti ho detto che sei il migliore!»
Rispose l'amico guardandolo fiero.
«Guarda Luk hai fatto un nuovo punteggio!»
Aggiunse notando lo schermo del punteggio registrato durante la partita.
Lukas guardò lo schermo incredulo, George si avvicinò a me e salendo sul divanetto mi poggiò una mano sulla spalla
«Mi dispiace Rei ma ti avevo detto che Lukas è fantastico. É speciale, dopotutto è il mio migliore amico!»
Cercò di consolarmi.
Lo guardai e inconsapevolmente gli sorrisi
"Si, anche il mio migliore amico è speciale"
Mi sa che devo proprio parlare con George grande.
«Si, ho notato. È stato un onore essere battuto da un portento come te»
Mi rivolsi a Lukas e il suo viso non poteva essere più gioioso di così.







Heyla!
Se vi è piaciuto lasciate stelline e commenti, ci vediamo presto con un nuovo aggiornamento.

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