1.05 What If...
Sanji never left Germa until 19? ( Zosan Pt. 6)
Roronoa Zoro aveva percepito un brivido percorrere la sua schiena, mentre il sangue nelle sue vene ribolliva ed un ghigno approdava sulle sue labbra.
Nemici! Finalmente dei nemici da combattere!
Aveva sperato in una lotta da settimane, precisamente da quando il biondino era salito a bordo, riempiendo le sue giornate di difficoltà di tutti i tipi senza neppure rendersene conto — sì, era impossibile che lo sapesse. Dopotutto non era nella sua testa —.
E finalmente lo spadaccino poteva battersi, poteva gettare fuori nervosismo e stress, poteva testare le lame delle sue katane ancora una volta e magari trovare un avversario degno di essere chiamato tale.
Udì la voce esaltata ed allegra di Luffy, poi quelle degli altri, quasi in sottofondo e la cosa allargò solo il suo ghigno, sapendo che il Capitano percepiva la sua stessa frenesia di battaglia .
Tirando dunque fuori le tre spade dai loro foderi, aspettò che la ciurma avversaria si avvicinasse abbastanza, studiandoli da lontano.
Quelli che i suoi occhi intravedevano per il momento erano circa sette pirati, nessuno dei quali gli sembrava troppo interessante, anche se era sicuro che Nami avrebbe detto tutto il contrario per via dei beni che luccicavano loro addosso o stretti nelle loro salde prese.
Roronoa continuò ad osservarli a lungo, vedendo i loro volti farsi sempre più chiari, abbastanza da identificare tre dei sette lì presenti come dei ricercati da circa sessantamila berri a testa, nulla di cui preoccuparsi.
Ma nonostante il suo osservare i nemici, il suo cervello non lasciò affatto perdere lo scricchiolare lieve e quasi inudibile dell'aprirsi di una specifica porta ed il rumore ormai troppo familiare dei passi leggeri dell'ospite, cosa che lo portò in breve a girare la testa di scatto.
Il ragazzo era lì, l'espressione spaesata mentre fissava la nave altrui, l'occhio azzurro che trasmetteva ansia e preoccupazione, ma che allo stesso tempo accennava quel pizzico di curiosità che per un attimo fece chiedere alla testa verde come quest'ultimo avrebbe potuto comportarsi durante ad un combattimento... E se avrebbe dimostrato qualche speciale capacità .
Un pensiero che ovviamente venne scacciato al valutare la gracilità di quel fisico e tutte le ferite ancora lì, ma soprattutto venne eliminato, rimosso perfino dal lato più piccolo del suo cervello, dal verso stridulo esibito da Chopper, un unico verso che fece girare di scatto tutti i mugiwara che non si erano ancora accorti dell'arrivo dell'ospite.
Ci vollero tre secondi in croce prima che Nami, la piccola renna — soprattutto Tony. Sì — e Franky riuscissero a convincerlo a fare retromarcia e riportarlo dunque in infermeria.
Questi, in seguito all'azione, chiusero a chiave la suddetta stanza dall'esterno, permettendo al giovane una maggiore protezione, così che si evitassero problemi.
-Ouf. - fece poi la navigatrice, una volta uscita con gli altri due, agitando un poco la testa e facendo dunque danzare i suoi capelli rossi nell'aria - Se fossero stati già totalmente qui, temo cosa sarebbe potuto accadergli-
La frase fu detta a bassa voce, quasi sovrappensiero, ma non ricevette risposta, —anche se lo spadaccino era quasi sicuro che vi sarebbe stato un concordare — poichè la nave pirata nemica era oramai troppo vicina per essere ignorata anche solo per qualche piccolo, piccolissimo istante... E da sette persone che Zoro aveva notato prima, visibili ormai ve n'erano una cinquantina, abbastanza da aumentare i brividi di eccitazione lungo la sua schiena.
Ecco, più divertimento per lui, ora.
In quattro e quattr'otto, uno degli avversari sulla seconda nave fece un salto abbastanza lungo da coprire le distanze tra le due barche, attaccandosi al bordo della Sunny e salendola quasi come se stesse percorrendo una montagna.
Era un uomo brutto, con un sorriso distorto ed un naso con una gobba ed un anello argento appeso ad esso , dei lunghi capelli castano marcio che dava molto la sensazione di apparire come fango, dalla pelle verdastra, dalla quale schizzava sudore a più non posso.
Era l'unico, del gruppo lì presente, che non aveva armi od oggetti oro, apparentemente, quindi sinceramente Zoro non aveva assolutamente idea del motivo per cui si trovasse in mezzo a quella gente, soprattutto con la sua vomitevole e poco luccicante apparenza.
O almeno, non ne ebbe idea fino a che non aprì bocca e quindi mostrò una palla oro coperta di colante saliva e dei denti dello stesso colore, tale che Roronoa non potè trattenere una smorfia schifata.
In ogni caso, lo spadaccino eliminò il tutto al vedere che, durante il salto fatto, il liquido emanato dalle carni di quella persona aveva come tracciato un arco, un arco che perlopiù si solidificò in aria, largo abbastanza da poter far passare tre persone.
E così il combattimento iniziò: Luffy contro l'uomo disgustoso, Roronoa che si limitò ad attaccare il secondo che mise piede a bordo, e così in seguito il resto dei Cappello di Paglia.
In breve, su cinquanta iniziali nemici, un po' grazie ai continui Cien Fleur di Robin che spezzavano spine dorsali, i Thunderbolt Tempo di Nami e comunque tutti gli assalti - tranne di Luffy, ancora intento a cercare di abbattere il suo avversario, dimostratosi ancora più disgustoso e comunque più forte di come chiunque avesse potuto immaginare - ne erano rimasti a malapena dodici.
Il problema arrivò quando uno di questi dodici, riuscendo a passare abbastanza inosservato, in modo non chiaro - anche se gli sembrava di aver sentito il nome di una mossa di attacco - , riuscì a sfondare una porta della barca, una cosa che riuscì a distrarre lo spadaccino dal combattimento in cui era stato occupato, quasi facendosi colpire un braccio dall'ascia oro dell'uomo che aveva contro, il suo settimo avversario, un energumeno dai muscoli assolutamente esagerati e dagli occhi infossati, con una ovvia parrucca sulla testa che, quando interrompevano gli scontri delle armi, andava a sistemare puntualmente con ossessiva attenzione .
In ogni caso, riuscì a metterlo al tappeto, gettandolo in mare così in fretta che questo non riuscì neppure a realizzare di stare cadendo, più occupato a preoccuparsi dello scivolare dei falsi capelli, affrettandosi per andare a scontrarsi con quel tizio — a cui sia Usopp che Franky dovevano star imprecando contro per via della distruzione di una parte della Sunny —.
Ancora prima di poter raggiungere la porta, però si trovò ad imbattersi nuovamente con un avversario, realizzando poi nello stesso momento con orrore esattamente quale porta era stata sfondata, della Thousand Sunny , aumentando il desiderio in sé di scrollarsi di dosso il pesce piccolo che si frapponeva tra lui e l'entrata spalancata.
"Dannazione! Perché lí? Che lo avessero visto entrare? Ma perché cercare lui? È solo un caso?"
Una delle tre katane cercó di ferire all'istante il nemico, ma quest'ultimo sembrava vedere bene ogni attacco, troppo bene, rispondendo con la sua arma ad ogni singolo sferzare che veniva svolto in sequenza, parandolo con la facilità di chi era un esperto - la sua arma una sottospecie di enorme forbice dorata che luccicava fastidiosamente. -
Zoro, per quanto trovasse intrigante l'avversario... sentiva il bisogno di scansarlo davvero, di sistemarlo una volta per tutte e di andare dentro all'infermeria di corsa, senza farsi più fermare da nessuno, temendo con tutto il cuore cosa potesse starci accadendo, in quel preciso attimo.
L'unica cosa che poteva percepire dalla stanza, era un pesante silenzio tombale... E questo serviva solo a dare legno alla brace, portandolo a chiedersi se quello lo avesse già ammazzato.
L'idea gli fece sentire nervosismo, ma soprattutto qualcosa che non sapeva spiegarsi: una sensazione che prima gli stritolava il petto in una morsa che gli rendeva difficile respirare, poi... Poi lo portava solo a cercare di negare l'accaduto ed accelerare solo il ritmo dei suoi sferrare, per quanto questi continuassero a non andare a segno.
Roronoa si ritrovò a ringraziare mentalmente il cyborg quando, involontariamente o meno, un suo braccio meccanico fece sbalzare via tre persone in un colpo soltanto, comprendendo il suo avversario , liberandolo dal continuare la perdita di tempo e incitandolo a procedere nel suo percorso, così da portare una risposta alla serie di domande non volute che gli ruotavano per la mente.
La sua entrata nella infermeria fu la più rapida possibile... come altrettanto rapida fu la sua risposta all'immagine che insorse davanti ai suoi occhi: una schiena, dei capelli rossi, una mazza chiodata che pareva più che pronta a colpire... Ed il biondo, intravisto leggermente, ma abbastanza per i suoi gusti.
Gli bastò vedere quella espressione che era dipinta sul suo volto : l'aria persa, lo sguardo vuoto, quasi non completamente presente, tanto che il colore dell'oceano sembrava grigio, spento ed umido, con una accettazione al proprio destino che lo disturbava...
Ed il suo completo istinto prese possesso del suo corpo, tanto che un attimo prima era con tale visuale ed un attimo dopo Shusui stava attraversando la testa rossa da parte a parte, scendendo rapida e precisa fino in fondo, schizzando il suo sangue ovunque, come colore su una tela.
Zoro sentiva una fiamma in fondo alla gola, nel petto, una strana ira che si diffondeva in lui a più non posso, così tanto che quel rosso lo avrebbe ucciso una seconda volta se avesse potuto... Ed una terza o quarta, perfino.
Non sapeva spiegarselo , non voleva spiegarselo.
Lo giustificò semplicemente con il fatto che era probabile che Mazo~kun sarebbe diventato un Nakama, poichè sembrava che avessero iniziato a farlo cedere nella scelta, man mano che li conosceva.
E fissò il giovane, guardando come parzialmente — più che parzialmente — lo avesse sporcato di sangue sui vestiti e sulla faccia con l'assassinio del nemico.
Lo fissò, a lungo, in completo silenzio... e ricevette la sua totale attenzione, mentre il grigio si rifocalizzava, tornando azzurro... Ed i suoi fremiti si fermarono, con le sue labbra che si schiudevano appena, senza emettere nulla.
-Ti ha fatto male?- chiese lo spadaccino con voce arida, sentendola uscire con un che di fin troppo roco, riuscendo però ad ingoiare la furia che in precedenza lo aveva totalmente posseduto, sperando con tutto il cuore che il ragazzo desse una risposta negativa alla sua domanda.
Quest'ultimo la diede e un che di sollievo si fece strada in lui, rilassandolo visibilmente.
"Meno male" pensò tra sé e sé, sentendosi nuovamente capace a respirare.
Non aveva idea, se doveva essere sincero, di quando avesse smesso di respirare, ma era beato nella sua ignoranza ed ormai poteva semplicemente cancellare il dettaglio per via del riacquistato buon umore.
-Bene. Se dovesse riaccadere, prova almeno ad urlare, Mazo~kun - asserì, cercando di non mostrare tale emozione — soprattutto il sollievo. Sarebbe stato troppo stupida come cosa —, reprimendo anche quel non-so-ché di imbarazzo che sorgeva a sentirsi fissato ancora, proprio come il biondo aveva fatto il giorno prima, poco prima di sbattere contro la parete.
Aveva cercato di sembrare seccato ed irritato — e parzialmente lo era stato. Oh sì se lo era stato, ma non tanto per lui.
Piuttosto per la sensazione che gli stava portando ogni volta che lo aveva attorno —, ma una parte avrebbe voluto ridacchiare in un certo senso... e dargli dello scemo, sicuro, perché come si poteva sbattere così contro una parete?
Poi ovviamente vi era stata la sua espressione infastidita e testarda —estremamente adorabile, la avrebbe definita il lato sincero del suo cervello — e gli era solo venuta voglia di continuare a dargli sui nervi e a stuzzicarlo, per vedere quale altra reazione sarebbe riuscito a strappargli via, di preciso.
Con il soprannome era stato il culmine, davvero.
Quella lieve smorfia la aveva letteralmente adorata.
Roronoa Zoro tornò al presente al sentire un urlare — nessuna voce che conoscesse — e dunque semplicemente uscì dall'infermeria, più lento rispetto a come era entrato, vedendo con un sorrisetto che sulla Thousand Sunny vi erano solo i Mugiwara e che il disgustoso ponte formato da quell'uomo altrettanto rivoltante era stato finalmente distrutto.
Ovviamente avevano vinto, non ne aveva dubitato un solo secondo, davvero.
*
Chopper, a vedere il suo paziente uscire dalla stanza dell'infermeria con volto e vestiti quasi completamente coperti di sangue, si prese praticamente un infarto.
Sul serio, vederlo così lo terrorizzò a morte, credendo per tempo imprecisato che il giovane fosse stato ferito... Poi però Zoro gli aveva spiegato che non era il suo sangue, ma quello del pirata che aveva cercato di attaccarlo, bhe, un po' si era calmato, volendo comunque fare rapidi check in per cercare qualsiasi cosa che magari avesse portato disturbo, tanto da riportarlo in infermeria, notare sangue e cadavere, sbiancare e quindi afferrare il biondo — il quale lo osservava e lo seguiva come se accettasse qualsiasi posto in cui lo avrebbe portato, un dettaglio che gli scaldò il cuore ancora di più di prima. Sul serio. Si era affezionato terribilmente a quel ragazzo, aveva un atteggiamento che gli ricordava molto sé stesso prima di conoscere il Dottor Hululuk — e cambiare meta.
Il bagno.
Sicuramente in bagno avrebbe potuto evitare di trovarsi il morto sotto il naso ogni volta che spostava lo sguardo e bhe, avrebbe pulito il giovane alla bell'e meglio dal sangue.
Anche perché, in effetti, forse avrebbe potuto iniziare a rimuovere le bende dappertutto — che poi avrebbe rimesso, ma lasciandolo senza doveva essere sicuro che le ferite non si riaprissero a contatto del liquido, quindi toglierle per un controllo, poi o lasciarlo brevemente senza o rimetterne delle nuove all'istante — e quindi non fargli fare più lavaggi parziali, ma uno completo.
Certo, non ne era sicuro, ma vedeva l'espressione che si dipingeva sul volto dell'altro ogni qualvolta che entravano nel bagno.
Era probabilmente quel tipo di persona che apprezzava tenersi pulita ed in completo igiene, un vero e proprio contrario di Zoro che, nonostante si allenasse tutti i giorni, si faceva una doccia praticamente solo una volta a settimana.
-Mettiti seduto nella cesta, per favore - chiese dunque al biondo una volta dentro alla stanza — chiudendosi la porta alle spalle solo dopo aver chiesto allo spadaccino di lavare il pavimento dell'infermeria e di rimuovere il corpo — facendo annuire ed obbedire il giovane all'istante e così iniziando con delicate carezze a rimuovere i suoi abiti.
Il biondo era sempre magro, sempre mal nutrito, ma Chopper era sicuro che questo dettaglio sarebbe presto sparito nel nulla... Mentre, levando in silenzio le bende, sostenne tra sé e sé che per far sparire tutti i tagli ci sarebbe voluto un bel po', anche se il metabolismo di quest'ultimo stava già dando davvero dei buoni frutti.
Dal togliere ciò che faceva sparire momentaneamente dagli occhi altrui i tagli, comunque, riuscì ad ammettere che sì, il suo corpo avrebbe retto l'acqua, ovviamente evitando di farla diventare troppo calda e si ritrovò a comunicarlo al paziente, ricevendo un secondo annuire ed un abbassare appena la testa, come per ringraziare.
Tutta questa formalità, la piccola renna, non sapeva se la imbarazzasse o la facesse sentire onorata, probabilmente entrambe, quindi fece la sua involontaria danza, battendo gli zoccoli tra di loro, portando il biondo a sorridergli.
Sembrava davvero a suo agio con lui, a Chopper faceva piacere.
Si alzò, andando ad afferrare nel frattempo un accappatoio in cui il giovane potesse vestirsi durante l'attesa che sarebbe giunta nel mentre che avrebbe scaldato e dunque riempito la vasca fino a quasi l'orlo.
Il paziente lo accettò, alzandosi a sua volta, avvolgendoselo addosso ed annusandolo un poco, forse in un momento di distrazione o forse perché comunque sapeva di pulito, cacciando poi parte dei propri capelli in un lato, evidenziando il collo pallido e magro, il quale era uno degli unici punti del corpo che sembrava non avere nulla, ma che, da come Tony Tony Chopper lo aveva studiato in precedenza , aveva notato la presenza di vari segni che facevano pensare a tre cose.
La prima: strangolamento. Non troppo recente, ma abbastanza per far intravedere i segni lasciati dalle unghie ficcate duramente nella carne ad altezza del pomo d'adamo.
La seconda : gli era stato ficcato uno strano disco circolare nel collo, perché vi era stato un anello rossastro, quasi impercettibile, nella parte sinistra.
La terza: continue siringhe, infilate nel collo nello stesso identico punto.
Sinceramente, la piccola renna non poteva e non riusciva assolutamente a capire chi, con che cattiveria e perché era stato fatto soffrire un ragazzo del genere in una simile maniera... E fino a che punto si fossero spinti.
Solo chiederselo , lo disturbava da impazzire, perché era stramaledettamente ovvio davanti ai suoi occhi che, qualsiasi cosa gli fosse accaduta, non se l'era meritata.
Anche avendo fatto qualcosa di orribile, magari, la renna sapeva che non era abbastanza per ricevere un trattamento come quello che sembrava aver subito.
"In ogni caso, dubito che abbia davvero fatto qualcosa di male. Non mi sembra la persona, almeno al vederla in questa maniera. Non farebbe mai male ad una mosca! Non riesco nemmeno ad immaginarmelo"
Aprendo il rubinetto in versione umana, il piccolo dottore aspettò che l'acqua diventasse almeno tiepida, scaldandola solo ancora un poco e poi iniziando a riempire la vasca.
Cautamente, lo aiutò ad entrare in essa, così che non scivolasse e non avesse problemi di nessun tipo, ottenendo davvero un buon risultato e quindi sentendosi soddisfatto, tirando un grosso sospiro di sollievo.
Se fosse caduto o avesse avuto problemi di qualsiasi tipo, si sarebbe sicuramente sentito dannatamente in colpa... Ma era sano e salvo dentro all'acqua... E dalla sua espressione sembrava rilassarsi gradualmente in essa, i capelli che galleggiavano nell'acqua come piccoli serpentelli che cercavano la superficie, il sessantasei totalmente esposto.
-Per il resto... Vuoi fare da solo o...?-
Aveva azzardato la domanda senza volerla assolutamente porgere.
Certo, voleva dare privacy al biondo, però...
La sua parte protettiva non voleva affatto lasciare da solo il paziente, poiché temeva qualsiasi cosa che sarebbe potuta accadere nel frattempo, proprio come aveva temuto durante il combattimento di quel giorno stesso, sentendo la porta venir buttata giù e non potendo muoversi dalla sua postazione per via dello scontro acceso che aveva svolto con un tizio fissato con i coltelli svizzeri e con le pellicce — aveva sudato freddo da impazzire a vedere quante pelli di animali stava indossando — ed osservando con la coda dell'occhio lo spadaccino che andava fortunatamente in soccorso.
Spadaccino che perlopiù comparve nel bagno, spalancando di netto la porta, strappando un verso al biondo ancora prima che potesse rispondere a lui, arrossendo vistosamente e portando buona parte del volto al di sotto del liquido trasparente, come se questo avesse avuto il potere di nasconderlo dalla sua nudità.
Chopper non capì di preciso questo suo imbarazzo davanti a Zoro, poiché dopotutto era stato già guardato da nudo, in generale, anche da Roronoa stesso in precedenza — forse non completamente? O forse non era stato psicologicamente conscio di questa cosa? La piccola renna non ne aveva la più pallida idea — ma vedendolo essere platealmente disturbati da tale fatto, mentre in precedenza gli era apparso calmo, lo spinse a cacciare fuori lo spadaccino, con o senza sue — particolarmente offese — proteste, dicendogli che qualsiasi cosa che avrebbe potuto dire, la avrebbe potuta anche comunicare più tardi.
Una volta essere tornato dentro al bagno, chiudendolo, semplicemente si riposizionò davanti al biondo, vedendolo sempre completamente rosso in volto, come sulle orecchie perfino, a fare bollicine in acqua, le braccia attorno alle gambe e l'espressione paragonabile ad un cane bastonato, il celeste fissato sulle sue gambe con ovvia e plateale insistenza, come se non volesse porgere assolutamente attenzione ad altro, qualsiasi cosa di altro.
-Uh... È tutto ok? - chiese dunque Chopper, preoccupato, vedendolo alzare la testa di netto, battendo ripetutamente le palpebre ed annuendo poi a ritmo leggermente un po' troppo rapido per risultare davvero nella norma, sempre troppo rosso in volto.
-Ehm... D'accordo - concluse il dottore, non potendo sopprimere il proprio punto di domanda, ma potendo comunque scacciarlo via, ritornando ben presto alla domanda che aveva in precedenza posto.
-Quindi... Vuoi che resto o preferisci fare da te?-
Il giovane serrò le labbra, partendo starci davvero pensando su, per poi stringersi nelle spalle, come per dire che gli sarebbe andato bene qualsiasi cosa che avrebbe fatto.
Ma la sua espressione esprimeva il bisogno netto di restare solo, almeno durante il periodo che se ne stava nella vasca.
La piccola renna si ritrovò dunque ad annuire appena, accettando la sua scelta, seppur sentendo sempre l'apprensione da dottore.
-Se hai bisogno di qualcosa... - fece, a correndo verso un mobile del bagno e tirando fuori una paperella di gomma, per poi porgergliela - Puoi suonare questa-
L'espressione del ragazzo fu estremamente scioccata per qualche attimo, osservando l'oggetto a bocca aperta e limitandosi a fare sì con il capo, in maniera perfino distratta.
Chopper uscì dal bagno.
*
Usopp, a questo punto, era curioso.
Dopo quell'istante di estrema gelosia che lo aveva preso, volendola o non volendola, si era ritrovato a pensare se semplicemente non avesse esagerato.
Poteva essere, se ne rendeva conto: più il tempo era passato, con quel ragazzo che se ne girava per la Thousand Sunny come un bambino, prendendo sempre un po' più spazio, ma apparendo a disagio in qualsiasi cosa che provava a fare... Risultava difficile sospettare che fosse davvero un assassino o roba del genere e, insomma, sembrava anche più facile voler approcciarlo e saperne di più di quel misterioso giovane.
Certo, poteva anche essere che stesse fingendo, questo gli aveva sussurrato la sua parte invidiosa... E non solo una volta, no, di più.
Ma a Luffy piaceva.
A tutti piaceva.
E se piaceva a tutti, un motivo ci doveva essere... E quindi, appunto, iniziava a non riuscire a mettere più da parte la sua, di curiosità, tanto che quando lo vide nuovamente lì, sul ponte, a guardarsi attorno con quella che sembrava indecisione nell'avvicinarsi o nel non avvicinarsi al bordo della nave, il quaderno tra le mani, questa parve come esplodere, pressandolo per avvicinarsi e allo stesso tempo ricevendo negazioni dal sé orgoglioso che non voleva ancora accettare il tutto.
Finì comunque per raggiungerlo, incitando sé stesso a farlo e basta, a smetterla di mettere davanti un muro, completamente senza un preciso motivo.
-Hey- asserì, mostrandosi normale, non troppo amichevole e neppure scontroso, facendo fare al biondo un ovvio salto, tanto che il cecchino alzò il sopracciglio al vederlo alzarsi almeno di sei centimetri per la sorpresa.
Fissandolo con lieve confusione per qualche attimo, per poi probabilmente riscuotersi, il biondo agitò la mano, come per salutare nervosamente.
-Cosa stai facendo?- si limitò dunque a domandare, inclinando la testa.
Lo vide aprire e chiudere la bocca, poi arrossire tutto in un colpo ed iniziare a scrivere sul quaderno, anche se in maniera piuttosto lenta.
'Volevo provare a disegnare i pesci'
"Eh?"
Senza che neppure se ne accorgesse, il suono che si era esibito nella sua mente, scivolò al di fuori dalle sue labbra, facendo assumere un aria di sconforto ed agitazione all'altro, tanto che quest'ultimo prese a giocherellare con la manica della maglia prestatagli.
Era una di Luffy e gli stava quasi a pennello, quasi però, poiché lo stile di essa non gli donava molto, per motivi di aspetto.
Usopp tossicchiò, riprendendosi in fretta.
-Se vuoi disegnare dei pesci... Non dovresti avvicinarti?- chiese
Il biondo fece di sì con la testa.
-E allora qual' è il problema?-
Fece scena muta e non provò neppure a scrivere.
-Hai paura dell'acqua?-
Scosse la testa con fervore, riprendendo con il muovere la penna sulla carta : a quanto sembrava, la domanda era servita a riattivarlo.
'Anche se volessi provare a disegnare, non credo di essere capace'
-Chiunque, a modo suo, disegna - osservò il riccio, alzando una mano - Ad esempio il magnifico capitano Usopp ha enormi capacità artistiche e da costruttore!-
Il biondo lo osservò con perplessità, aggrottando la fronte alla prima parte, poi sembrò incuriosirsi e quindi parve aspettare che il corvino continuasse ancora nel suo discorso.
-Ad esempio, io ho disegnato la bandiera della Thousand Sunny- asserì dunque - E ho costruito tante, tante cose che fecero vincere battaglie su battaglie per tutta la Grand Line!-
Usopp vide uno strano luccicare nel suo sguardo, tale che, per un istante, gli ricordò gli sguardi di Kaya.
La cosa gli fece sentire una strana nostalgia, mista ad una non notata tenerezza, un dettaglio che servì ad aumentare il suo discorso, al punto tale che si ritrovarono a mettersi seduti uno davanti all'altro, lì, proprio in mezzo al ponte, neppure cercando di raggiungere le sdraio o le panche in legno attaccate ad un albero maestro.
Uno parlava, l'altro ascoltava attentamente, porgendo qualche domanda scritta quando non riusciva a capire qualcosa di preciso, permettendogli dunque di rispiegare fino a che non avesse afferrato il determinato concetto.
Stava dimostrando una completa attenzione, lo sguardo che testimoniava le emozioni che non era capace di mostrare a voce, dandogli un assaggio della motivazione per cui tutti sembravano ruotargli attorno con così facilità.
C'era qualcosa in lui... Che gli dava la sensazione di una strana innocenza, come un bambino appena affacciatosi al mondo... E allo stesso tempo quell'azzurro lo tradiva, facendogli intuire che doveva esserci di più, che era marchiato a vita da altro, ma che comunque non si era lasciato spegnere o condizionare da esso.
Continuò dunque a parlargli, a narrargli di qualsiasi avventura che la sua fantasia fervida poteva tirare fuori, sentendosi soddisfatto a vederlo continuare a mantenere lo stesso interesse con completa costanza, nello stesso identico modo della ragazza al suo villaggio, la stessa per cui aveva avuto un irrecuperabile cotta e per cui la aveva perfino in quel momento.
Una volta conclusi tutti i discorsi che erano saltati alla sua mente, non potè fare a meno di sorridere ed accettare al ricevere la domanda del ragazzo che gli chiedeva di vedere come disegnava, allungandogli poi il quaderno con un che di speranzoso.
Ovviamente, all'inizio, non seppe di preciso cosa disegnare, poi, ricordando che il volere iniziale dell'altro era stato quello di rappresentare dei pesci, si alzò, avviandosi verso l'acquario — Dopotutto, raggiungendolo vi erano più possibilità di chiedere quale dei pesci volesse disegnato e anche di studiarlo con più attenzione per farlo nei minimi dettagli, senza che sparisse all'improvviso nelle profondità marine — e venendo ovviamente seguito.
Ciò che non si sarebbe mai aspettato fu l'aria ipotizzata, sorpresa e quasi innamorata che il biondo assunse una volta che giunse dentro a tale stanza, la bocca aperta, i lenti passi che lo portavano ad avanzare man mano verso il vetro che divideva loro e l'acqua.
Poteva leggere la sua ammirazione, la luce nei suoi occhi che si allargava così tanto che lo stesso azzurro di essi pareva un tutt'uno con il liquido in sé, pronto ad essere trascinato via da essa.
Il biondo era senza fiato... E si notava.
Senza fargli domande, lasciò che osservasse in silenzio, iniziando a porgere rapidi sketch sul quaderno.
*
Robin non riusciva a fare a meno di notare come l'umore del biondo fosse estremamente migliorato, tanto che mentre tagliava gli ingredienti aveva un ovvio sorriso che gli percorreva le labbra, le mani che si muovevano esperte.
Sembrava come se avesse reimparato cosa significava essere felice e ció la faceva sentire allegra.
In un certo senso se lo sentiva che, man mano, sarebbe riuscito ad adattarsi, lì in mezzo, proprio come in generale lei stessa aveva fatto: quella ciurma era piena di amore, si sentiva appena ci si metteva piede... Ed era molto difficile non essere trascinati da quel clima, da non farsi assorbire.
Era un pregio che solo i Mugiwara possedevano: tante persone aveva incontrato prima di Luffy e non era mai capitato a lei di attaccarsi così facilmente, anzi, in generale era sempre stata gelida, pronta a girare i tacchi, sentendo un estremo vuoto nella sua vita che era stata sicura che non avrebbe mai occupato.
Eppure i Cappello di Paglia erano una cosa a parte... E ciò mostrava, ancora una volta, i suoi pieni effetti, riuscendo a fornire luce a qualcuno che, a primo impatto, era sembrato terrorizzato dal mondo, rotto da qualcuno che, invece di trattarlo come una persona, si era atteggiato come se fosse stato un giocattolo e niente di più.
Ma appariva pienamente di buon umore in quel momento e lo aveva visto sorridere anche prima di mettere piede in cucina, accompagnato dal cecchino, guardando il suo quaderno con aria assolutamente ammirata.
E se il giorno prima il cibo era apparso assolutamente divino, in quel momento, mentre il biondo preparava rapidamente un complicato piatto che lei stessa aveva chiesto, curiosa di vedere le magie nascere di nuovo, sembrava perfino migliore.
La corvina sorrise tra sé e sé, dando un occhiata alle sue spalle e sogghignando un poco al notare Luffy che sembrava avere l'espressione più affamata e vogliosa di cibo mai esistita, fermato dall'entrare grazie a Nami — la giovane aveva detto che più avrebbe tentato di fare la sua entrata in cucina e più la sua porzione sarebbe stata piccola. E questo era bastato ad evitare che mettesse anche solo un dito oltre all'entrata, limitandosi piuttosto a ruotare attorno ad essa e sbirciare con la bava alla bocca, così tanto colante che a tratti gli finiva perfino sui vestiti —.
La navigatrice, nel frattempo, se ne stava seduta a tavola, leggendo un giornale, le gambe accavallate e la mano che andava spesso a spostare una ciocca di capelli ballerina che cercava di raggiungere i suoi occhi e quindi di disturbarla dalla sua lettura, accennando qualche dettaglio interessante a mezza voce, il tono pensieroso che si faceva o interessato od innervosito man mano che la frase continuava per raggiungere il suo scopo, leggendo in seguito buona parte dell'articolo in sé, facendo domande per chiedere spesso il parere della corvina... E quando poteva, facendone anche al ragazzo, porgendola in maniera tale che potesse annuire e negare o semplicemente alzare le spalle se non sapeva di preciso cosa rispondere — magari perché non aveva idea di cosa stessero parlando o perché appunto non aveva un parere netto su quella specifica domanda —.
Ciò procedette per un po', in generale fino a che tutti i piatti risultarono finiti e... Abbastanza per soddisfare tutti: non ci volle neppure così tanto, proprio per via della rapidità del ragazzo.
Una volta pronto, infatti, con tutto apparecchiato, ogni singolo membro della ciurma accorse al pranzo, come se non potessero fare a meno di sapere come sarebbe stato il cibo in quello specifico giorno.
Nessuno, dalle espressioni, neppure Robin stessa nel suo assaggiare gli spaghetti alla boscaiola — evitata appositamente per Usopp, poiché lui non apprezzava i funghi e quindi sostituito con un primo piatto di prosciutto, ricotta e noci, ne fu minimamente deluso... Anzi.
Chopper parve sciogliersi sul posto, lo sguardo in estasi, Luffy non riusciva a sostenere quanto fenomenale il menù fosse ad ogni boccata, Franky non aveva neppure sfiorato il bicchiere di Cola, come se tenesse di rovinare il sapore — assolutamente mai capitato — e beh... Gli altri tre rimasti parevano sperare quasi che il piatto non si concludesse proprio.
Il giovane, l'artista di quelle opere d'arte che erano le pietanze, a forza di udire tutti i complimenti che giunsero dopo, divenne facilmente rosso, soprattutto attorno alle orecchie, andando a portare il dorso della mano alla testa e grattandosi il capo nervosamente, neppure avesse le pulci, ma accennando comunque quello stesso sorriso, forse un po' timido per la probabile mancanza di abitudine ai complimenti, che, qualcosa lo diceva pienamente tra i pensieri della archeologa, non sarebbe più stato così raro da strappargli via.
*
Zoro non poteva non notarlo.
Non poteva assolutamente ignorare come fosse lì, ma allo stesso tempo cercasse di non farsi notare troppo da lui.
Roronoa sentiva che il biondo voleva chiedergli qualcosa: diamine, tutto in lui glielo suggeriva, ma era troppo indeciso sulla questione del provare o non provare per fare veramente una mossa.. E questo gli dava dannatamente sui nervi! Avrebbe dovuto sputare fuori la questione a gran voce e basta, non lo mangiava mica per una domanda, sul serio... —O in ogni caso, scriverla, poiché, beh, non parlava —.
Zoro ruotò gli occhi dall'irritazione al sentirlo allontanarsi e poi di nuovo tornare lì, quasi appoggiato al legno della Sunny, sbirciando ripetutamente, facendo la stessa cosa ancora ed ancora.
-Quindi? Altra andata e ritorno, Mazo~kun? - sbottò, secco, facendolo letteralmente squittire dalla sorpresa, uno dei pochi versi che gli aveva sentito fare e lo stesso che aveva già fatto quando lo aveva beccato più o meno nella stessa identica situazione.
E per la seconda volta, sbattè di nuovo di naso contro il legno.
Zoro cercò disperatamente di ignorare la parte di sé che avrebbe voluto iniziare a ridere, faticando a reprimerla.
Come si poteva sbattere di nuovo nello stesso identico punto per praticamente la stessa identica motivazione?
-Baka...- asserì, tornando davanti al biondo, vedendolo sempre con la faccia tra le mani, alzando le sopracciglia e non potendo fare a meno di sogghignare - Vuoi confermare il soprannome che ti ho dato, Mazo~kun?-
L'aria seccata che gli occhi del nominato emanarono fu abbastanza a rispondere con un no, ma fu il colpo di grazia per il suo ghigno, tanto che allo spadaccino sfuggì una mezza risata, tale da farlo imbarazzare più o meno nella stessa identica maniera di quando aveva ricevuto i commenti di apprezzamento del cibo... E di quando era entrato in bagno con lui nella doccia.
In poche parole, in quel giorno lo aveva visto arrossire ripetutamente... E parzialmente era disturbato dal fatto che non riusciva assolutamente a smettere di trovarlo carino in tali occasioni — una cosa che non esisteva né in cielo, né in terra. Non aveva senso e probabilmente era soltanto un altro dei problemi che il biondo gli aveva gettato addosso senza neppure saperlo —, e da come falliva dall'evitare di desiderare altre reazioni come quella.
-Per cosa sei qui, comunque? - domandò, spazientito dal suo strambo cervello, più ubriaco perfino di quando finiva dieci bottiglie di rhum in mattinata senza mangiare, decidendo di renderla breve e sperando di fermare l'altro dal rimanere ad osservarlo troppo, aumentando le sue bizzarre reazioni.
Il biondo si mordicchiò il labbro, poi semplicemente inclinò la testa verso il basso, scrivendo sul quaderno.
'Volevo ringraziarti per avermi aiutato, questa mattina'
Zoro alzò il sopracciglio, non potendo lasciar perdere l'aria frustrata sul volto dell'altro.
-Quindi, fammi capire - fece una pausa, mettendo su un ovvia espressione di soddisfazione, cercando anche di non ridere, di nuovo- Sei rimasto lì per minuti, a tenermi d'occhio e nasconderti come uno stalker, solo per ringraziarmi per una cosa naturale che avrebbe fatto chiunque?-
'Non sono uno stalker!'
Ecco le guance rosse, di nuovo.
Sì, era proprio carino.
-Come chiameresti una persona che ti continua a guardare e che si cela per non farsi beccare?- canzonò
'La chiamerei educazione, da vocabolario. Non volevo interrompere il tuo allenamento e non sapevo se avvicinarmi o meno per non rischiare di disturbare.'
Per qualche motivo, poteva sentire del piccato in quelle parole scritte.
-Ma il fatto che continui a fissarmi è da stalker-
'Stavo solo cercando di capire quale sano di mente terrebbe un peso da almeno cento chili tra i denti. Nulla di più'
-Sicuramente quelli che sono abbastanza forti da farlo. Non mi meraviglia che tu non lo faccia-
Con questa frase probabilmente beccò un tasto dolente e per certi versi se ne pentì all' istante, tanto da arrivare perfino a voler scusarsi per un attimo, ma tacendo.
Testimone della scelta sbagliata fu la lieve sofferenza che andò ad illuminare il color oceano ed il suo deglutire faticosamente, stringendo i pugni, riprendendo il controllo dopo una decina di secondi, scrivendo ancora sul foglio con una calligrafia un po' disordinata, forse per via del cercare di concludere ciò che aveva formulato tramite inchiostro il più velocemente possibile .
'No. Non è mio interesse provare, come tanto meno continuare a stalkerare un simile genere di azione adatto solo a specifiche persone abbastanza forti da compierla solo per non recare fastidi e con l' unico scopo di ringraziare inutilmente per qualcosa che avrebbero fatto tutti. E quindi giro i tacchi'
Okay, se in precedenza vi era stata una lieve vena di irritazione, in quella frase ve n'era una dose praticamente quadrupla, abbastanza da aumentare il senso di colpa dello spadaccino.
Quest'ultimo rimase però comunque nel suo silenzio, sempre non cercando di scusarsi in nessun modo e neppure muovendosi dal suo posto al vedere l'altro girarsi ed allontanarsi per davvero, il volto che sembrava diventato un pezzo di ghiaccio a tratti.
Quella lieve sfumatura di buon umore che si era intravista nell'ospite era nata e morta nel giro di neppure ventiquattr'ore... E si poteva definire colpa sua.
Magnifico. Chi le avrebbe sentite più le due streghe ed in generale gli altri, dopo questa?
*
- Mancano tre giorni alla prossima isola- fece Nami con tono vagamente nervoso , studiando le proprie mappe, lanciando un occhiata storta a Luffy, il quale, durante la notte del giorno dopo in cui Zoro aveva detto la stronzata — sì, lo ammetteva tra sé e sé, era stata una stronzata. E se lo era ammesso praticamente per tutte le santissime ore in cui si ritrovava a vederlo distaccato da qualsiasi cosa, arrivando perfino a dire no quando gli avevano riproposto se voleva continuare ad aiutare in cucina, qualcosa che aveva scatenato nei giorni precedenti della gioia in lui, ma che adesso appunto era tornato a negare, congelatosi al punto tale che usciva ben poco dall'infermeria. E se lo faceva, aveva sempre quel che di totalmente perso ed altrove. — aveva finito buona parte delle provviste nel frigo, costringendo i Mugiwara a razionare il tutto drasticamente... E poi lanciando un occhiata di fuoco a lui, appunto dedicata per la stronzata.
-Si chiama Silver Island. E secondo il libro di Robin è un posto pieno di ladri. - fece una pausa, accavallando le gambe - Non solo di soldi, ma di tutto quello che può essere giudicato una merce speciale. Anche di navi, quindi avremo bisogno di qualcuno che deve assolutamente tenerla d'occhio. Farei dunque rimanere Zoro e Luffy alla Sunny, insieme a Chopper- un altra occhiata fulminante ad entrambi, come per bloccarli e sfidarli all'osare rispondere allo stesso tempo - Mentre Franky, Robin ed Usopp staranno a prendere provviste. Io porterò in giro lui, sperando che la bravata di Zoro non gli abbia totalmente fatto passare la voglia di rimanere a bordo con noi solo perché sei una testa di cazzo incapace di non stuzzicare o infastidire chiunque respiri -
-Stai zitta, strega- borbottò lo spadaccino, guardando altrove - Solo perché gli ho detto una verità senza tentare di ammorbidirla, non arriva a cambiare idea così facilmente. Se se ne va è perché se ne voleva andare, non per altro-
-Oh, tu pensi?- fece, furente, la testa rossa, alzandosi ed avvicinandosi a lui pericolosamente, lasciando totalmente perdere il capitano, il quale in ogni caso appariva serio a sua volta, intento ad ascoltare.
Di certo, in ogni caso, Luffy non era più serio ed assassino della navigatrice, il cui sguardo sembrava volerlo scuoiare vivo e gettarlo ai pesce cani.
- Non sai nulla di lui. Nessuno sa quasi nulla di lui, a tratti neppure lui stesso. E quindi non hai la più pallida idea di come potrebbe reagire a quello che hai detto, se gli ha ricordato qualcosa o meno. E cosa ha significato per lui, soprattutto. Già in precedenza sembrava incerto sul volere o non volere diventare parte della ciurma perché sembra avere questioni che gli danno problemi, se vai ad implicare qualcosa che vedi che gli dà fastidio e non ti scusi, non mi meraviglierebbe se facesse otto passi da gigante all' indietro, cancellando i tre o quattro fatti a stento.- lo afferrò per il colletto della maglia e poi lo spinse verso il muro con una fredda manata, il castano cioccolato delle sue iridi che era velenoso fino agli estremi - Cristo, Zoro! Su certe cose pensa prima di parlare! Ti devo ricordare in che stato lo hai trovato, per caso? O hai bisogno che te lo riepiloghi, nonostante siate stati tu e Chopper a trovarlo per strada? -
Lo spadaccino scosse la testa: se lo ricordava, davvero, era impossibile non essere rimandato a tale immagine e tanto meno dimenticare l'atteggiamento avuto da lui al risveglio.
-Ecco! E allora cerca di non essere un bastardo, grazie. - sbottò, rimettendosi a sedere, una mano appoggiata alla testa, ritrovandosi a far uscire un grosso sospiro - Come ho detto all'inizio del discorso, ci sono tre giorni prima di Silver Island. E in questi tre giorni puoi fare due cose. Uno, farti perdonare per ciò che hai detto e quindi sperare di non aver mandato al diavolo l'unica possibilità per noi di avere un cuoco con un talento del genere. Due, tacere e morderti la lingua quando serve, soprattutto su certi argomenti. Se vuoi discutere, fino a che continuiamo a non sapere nulla, discuti con qualcun altro. Se lo peggiori perché dici qualcos'altro di estremamente sbagliato, uno schiaffo non te lo toglie nessuno, te lo assicuro Roronoa-
-Tranquilla Nami, sono sicuro che non accadrà nulla! Zoro può essere anche stupido, ma non è così stupido-
-Scusami? Non lo accetto da parte di un capitano che vuota la dispensa di una nave in pieno viaggio!- sbottò, guardando storto il corvino
- Luffy. - Nami accennò un sorriso tirato, iniziando a ruotare il polso sinistro per farlo scrocchiare un po', mostrandosi altrettanto minacciosa nel confronto del ragazzo di gomma, ben pronta a mollargli un pugno in testa - Anche tu. Oggi devi solo tacere-
-Scusa Nami- borbottò a bassa voce, portando la testa rossa a scuotere il capo.
-Su, andate.- asserì, agitando leggermente il braccio, finalmente congedandoli dal pesante discorso serale.
*
Zoro trovò, non poi tanto sorpreso, il biondo nella stanza dell'acquario — Usopp aveva suggerito di cercarlo lì, poiché in quei giorni, oltre allo stare in infermeria, il ragazzo finiva sempre per cacciarli lì, senza dire nulla, senza neppure accennare un sorriso, semplicemente stando lì con aria pensierosa ed il quadernino stretto protettivamente tra le braccia. Lo spadaccino lo aveva effettivamente cercato nell'acquario poiché aveva trovato la prima delle due stanze vuote, con il letto sfatto —.
L'ospite aveva l'esatto aspetto con cui il naso lungo lo aveva descritto e questo gli fece grattare ripetutamente il collo, cercando di tirare fuori le scuse giuste da dire, anche se il suo orgoglio avrebbe voluto poter violentemente scappare da esse, perché nonostante sapesse di aver sbagliato, esporre il suo senso di colpa lo faceva sempre sentire un po' troppo in balia agli altri, come se dovesse essere giudicato e condannato a morte.
In ogni caso, fu il suo turno a sentirsi a disagio all'idea di avvicinarsi, ma alla fine cedette comunque al dovere, sentendo la vocina della strega che gli elencava tutti i dettagli per cui era furiosa con lui.
E quindi gli fu affianco, tossicchiando un poco per farsi notare, riuscendo a far guizzare il celeste in sua direzione, questo prima di fissarlo con quella che sembrava irritazione e tornare all'acqua ed ai pesci.
-Ohi- si ritrovò a richiamarlo, infastidito dall'ovvia carta dell'ignorare che il biondo aveva sfoderato, ma cercando comunque di concentrarsi sull'obbiettivo finale e non sui dettagli.
Ovviamente, al richiamo, il biondo continuò a guardare il vetro, come se lui non esistesse affatto... Ma dandogli comunque l'inizio sul fatto che lo stava ascoltando in ogni caso, per quanto non volesse darlo a vedere, preferendo continuare a mantenere aria di indifferenza totale.
-Mi dispiace per come mi sono comportato- disse dunque Zoro, mettendosi seduto sulla panca, le braccia che sorreggevano il resto del busto e le gambe quasi penzolanti.
- Non è stato uno dei miei atteggiamenti migliori, lo ammetto.- aggiunse, prendendo una grossa quantità di ossigeno e buttandolo fuori dai polmoni con lieve tensione, sperando di vedere da un momento all'altro almeno un cenno di vita nelle mani dell'altro, così da capire almeno un poco dei suoi pensieri e non di ritrovarsi il nulla più totale e basta.
Il giovane sembrava aver alzato un muro, un muro molto più resistente e difficile da forzare rispetto a quelli di semplice incertezza nei confronti delle persone: no, questo sembrava dare per scontato che non avrebbe dovuto fidarsi e che automaticamente l'unica cosa che poteva fare era difendersi da ciò che sarebbe giunto.
Capì dunque che una qualche scusa e poco più non sarebbe bastato, non per farlo fidare di nuovo.
Diamine, dubitava perfino che ci sarebbe proprio riuscito in definitiva, ma meglio provare che qualsiasi altra cosa.
-Senti- asserì, facendo una certa smorfia nel tentativo mentale di organizzare un discorso che avesse ordine e senso, che risultasse comprensibile e non un continuo di fraintendimenti — fatto che falliva in generale con la facilità di respirare, ma okay —.
-Non volevo darti offesa o provocarti brutte reazioni - disse, grattandosi di nuovo il collo - Non era per nulla inteso come fatto negativo, anche perché, insomma, qualunque cosa tu abbia afferrato da quella frase, probabilmente era lontano miglia e miglia da me. Ti stavo stuzzicando e studiando, ferirti non era mia intenzione, quindi sì... Mi dispiace. Avrei dovuto calcolare meglio le mie parole -
Rimase in silenzio per qualche minuto, sperando che l'altro scrivesse, perché sinceramente non aveva idea di cosa aggiungere.
Ma il biondo rimase immobile e continuò a non guardarlo, non tentando neppure di alzare un braccio.
"Bene. Grandioso. Mi detesta. Ottimo lavoro, Zoro" pensò tra sé e sé, serrando rigidamente i denti.
Sospirando con piena amarezza, lo spadaccino si alzò, facendo per allontanarsi, ma non riuscendoci, perchè la mano dell'altro afferrò a tutt'un tratto la manica della sua maglia, facendolo accigliare e riavvivando allo stesso tempo un briciolo di speranza che aveva avuto in precedenza, sempre avvolta dal dubbio nello stesso tempo, poiché non aveva ancora iniziato a scrivere nulla.
In ogni caso, il biondo parve incitarlo a mettersi seduto e dunque lui lo fece, notando per la prima volta in quel giorno una strana sfumatura nel suo sguardo.
Quello che in precedenza era stata semplice freddezza e distanza, sembrava qualcosa di molto più piantato, in quel preciso momento : pensieri, una catasta di pensieri che parevano pronti ad inghiottire il ragazzo, quasi stesse cercando a sua volta un modo per rispondere, ma avesse tremila cose da dire e quindi non riuscisse a trovare il punto da cui partire.
Ci vollero cinque minuti buoni prima che l'ospite si decidesse a mettersi a scrivere di nuovo sul quaderno, le dita che parevano quasi stritolare la superficie dell'oggetto cilindrico.
'Non é colpa tua. Hai semplicemente esposto un punto e nulla di più. Sei solo il primo del tuo gruppo ad averlo raggiunto.'
Roronoa lesse e rilesse quella frase almeno una decina di volte, cercando di capirla, di vedere se ci fosse del fastidio, del sarcasmo o altro... Ma non leggeva niente oltre al semplice fatto che era quello che la persona pensava.
E questo lo turbò alquanto.
-Puoi spiegarti meglio?- domandò infatti, confuso, la fronte vistosamente aggrottata, strappando un lieve annuire all'altro, seppur tale movimento sembrasse quasi faticoso per il biondo.
'La maschera che mi avete tolto. È stato il simbolo di ciò che non sono mai stato per tutti i giorni in cui la ho indossata. È stata la condanna che ho ricevuto per la mia debolezza. Ma a quanto pare continuerò ad essere tale anche senza per tutto il resto della mia vita e man mano lo vedranno tutti, quindi in teoria sei solo il primo della lista.'
Lo spadaccino si ritrovò ad essere ancora più confuso di prima, cercando di assumere le informazioni che l' altro gli aveva fornito, seppur a grandi linee.
Avrebbe voluto essere Robin, in quel preciso momento : era lei quella che riusciva a capire il concetto preciso da piccoli dettagli che sembravano insignificanti.
In ogni caso, contando che il discorso era scritto, lo spadaccino sapeva di poterglielo far vedere anche dopo la fine della conversazione, se proprio non ci capiva un accidente dal procedere del parlare.
-Chi ti ha messo la maschera?- si ritrovò dunque a domandare, ottenendo un fremere dall'altro, un semplice tremare che il ragazzo parve disperatamente voler spegnere, chiudendo le palpebre per qualche serie di attimi.
'Lui'
-Lui?-
'Sì, Lui'
-Ma chi intendi con lui? -
Il ragazzo aprì e chiuse bocca, iniziando a scuotere rapidamente la testa.
"Okay, con questo discorso non si arriva da nessuna parte"
-D'accordo. D'accordo. - Zoro fece una pausa - Lui ti ha messo la maschera. E la maschera... -
“Sicuramente quelli che sono abbastanza forti da farlo. Non mi meraviglia che tu non lo faccia“
" Oh"
-La maschera ti é stata messa da Lui perché non eri abbastanza forte?-
Un annuire.
- E pensavi che te l'avrei fatta rimettere? Qualcosa del genere?-
Lui scosse la testa, una parte di Zoro sospirò di sollievo per la negazione.
-E allora perché ti comportavi in quella maniera?-
Il biondo voltò il capo, non dicendo assolutamente nulla per rispondere a tale domanda, questo prima di una certa serie di secondi.
Eeeeee
Qua se chiude il capitolo xD
Volete provare ad ipotizzare perché si è comportato così? UwU
Vi è piaciuto questo capitolo?
Vi sto passando il fetish Sanji long hair?
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