1.03 What if...

Sanji never left Germa until 19? ( probably Zosan? Yes?? Pt. 4)

Zoro aveva preso decisamente in antipatia lo sconosciuto.
Non tanto perché stesse zitto al punto tale che poteva essere paragonato tranquillamente ad un cadavere -Anzi, un cadavere forse avrebbe parlato di più -, non tanto perché non rispondeva alle domande su di lui quando gli venivano fatte, anche perché comprendeva che erano fatti suoi e che nessuno avrebbe dovuto interessarsene, erano cose private, e se voleva che tali restassero, potevano rimanerlo ...
No, quelli erano dettagli che sinceramente non gli davano alcun tipo di problemi, sul serio, seppure servissero soltanto ad aumentare i suoi punti di domanda -punti di domanda che non voleva e che non avrebbe mai ammesso di avere, perché in tal caso avrebbe ammesso che aveva un certo interesse per lui, quando voleva poter negare il fatto a tutti i costi, che dovesse risultare minaccioso, noioso, puntiglioso ed insistente gli andava benissimo -.
No, la cosa che lo rendeva fastidioso, dal suo punto di vista, era che, a causa di quello sguardo così stramaledettamente celeste, non riusciva più a fare nulla con decenza, seppur lo desiderasse ardentemente.
Provava ad allenarsi con i pesi, sperando che il sudore strappasse via il colore che imperversava ogni singolo centimetro del suo cervello una volta per tutte, ma il risultato era totalmente opposto da quello sperato.
Perdeva il conto degli esercizi fatti, rimanendo tra un numero e l'altro senza sapere quanti movimenti aveva svolto nel frattempo, dovendo ricominciare daccapo e... Facendo la stessa cosa almeno per una decina di volte prima di arrendersi e quindi smettere i sollevamenti.
Provava a meditare ed improvvisamente il voler sapere come il biondo stesse lo interrompeva, portandolo a tornare in infermeria, anche solo per un istante.
Mangiava o beveva alcool nella stessa stanza in cui lui era e, come di istinto, i suoi occhi scannerizzavano tutto ciò che lo circondava per poi trovarlo e fissarlo con fin troppa attenzione, tanto che Zoro avrebbe voluto schiaffeggiarsi o comunque sbattere la testa contro un muro, osservando il biondo comunque come se fosse questione di vitale importanza -era strano per lui, davvero, forse perfino esagerato -... e ciò aumentava solo il suo detestare quel ragazzo.
Dentro di sé sapeva che non aveva del tutto senso come cosa, ma ignorava il fatto con plateale testardaggine, perché sennò non aveva idea con chi avrebbe dovuto scaricare la propria frustrazione per la non voluta novità.
Ed il vederlo uscire dal bagno con i capelli puliti, lisci come la seta, legati in una coda alta, non aveva assolutamente aiutato... Anche perché in qualche modo aveva enfatizzato ancora di più quello sguardo ammaliante, tanto da fargli percepire uno strano ed inquieto tumulto che lo aveva costretto a cambiare aria il più in fretta possibile, attirando l'attenzione - ovviamente - delle due streghe, una che lo guardava confusa, l'altra che sorrideva un poco, facendogli ruotare gli occhi dal fastidio.

Quelle due... Sempre a ficcare il naso dove non avrebbero dovuto...

Come se non bastasse, Luffy si era sempre più convinto a volerlo nella propria ciurma, tanto che sembrava più esaltato del solito.
Zoro non aveva la più pallida idea di come sarebbe riuscito ad uscire da quello stato di indisposizione che quel biondino gli provocava e quindi sperava vistosamente che qualcosa avrebbe cambiato le sorti generali, ma dubitava sarebbe accaduto.
Vedeva come Chopper aveva preso ad osservare il giovane... Era già legato a lui, nonostante non avesse aperto minimamente bocca.
Per certi versi, avrebbe mentito se non avesse ammesso che, più o meno, a sua volta non si trovava nella sua stessa situazione, non capendo quasi affatto a cosa questo fosse dovuto.
Forse era perché era stato lui, con Chopper, a trovarlo e salvargli la vita.
Forse invece era semplicemente il fatto che non avesse mai visto due occhi cosí magnetici.
Non ne aveva idea, non gli importava e non voleva saperlo.
Proprio come non gli importava sapere perché una parte bizzarra di lui voleva sfiorare quelle ciocche bionde: sembravano morbide e fin troppo setose, tali che percepirle scorrere tra le dita, probabilmente, sarebbe stato un piacere.
Ma ovviamente, anche questo ultimo dettaglio non lo avrebbe mai esposto.
Assolutamente no.

*

- Abbiamo un dilemma - osservò improvvisamente la navigatrice, agitando una mano ed indicando poi in seguito il Log Pose nel mentre che la maggior parte del gruppo si radunava attorno a lei.
-Cosa succede, Nami?- chiese subito Luffy, inclinando la testa, inizialmente confuso, per poi mutare l'aria in estremamente seria e pericolosa -É finita la carne?-
-No, testa bacata!- un tonfo, un nuovo bernoccolo sulla testa del capitano, un verso di dolore prima che la Strega continuasse a parlare -Al Log Pose manca un solo giorno per stabilizzarsi e quindi per cercare la nuova isola e...-
-Okay. E quindi?- chiese nuovamente Luffy, massaggiandosi il punto precedentemente colpito, riprendendo a sorridere poiché non c'era rischio di 'mancanza carne'.
La giovane testa rossa parve avere un lieve tic all'occhio, dovuto forse alla ovvia stupidità del corvino e al suo non aspettare che finisse il discorso per raggiungere il punto della questione.
-Quello che volevo dire è... Che se dovete chiedere al ragazzo di unirsi alla ciurma, dovete farlo entro oggi, perché altrimenti potrebbe voler restare su quest'isola. E se partiamo domani per la prossima meta, dovremmo essere sicuri di non portarlo via contro la sua volontà, é questo che intendo. Magari aveva qualcosa di importante da fare, qui o simili-
-Ma Nami! Io lo voglio come cuoco di bordo!- brontolò il ragazzo di gomma, esibendo un broncio -Non può rimanere qui!-
-Lo vorrai anche, ma se lui non è d'accordo, non lo è. Per questo ho detto che devi convincerlo in una giornata- insistette Nami, sospirando
-Se lui resta sull'isola... Doctor-san non potrá aiutarlo a guarire- intervenne Robin con aria pensierosa, incrociando le braccia, ticchettando, quasi a ritmo , l'arto superiore sinistro con il proprio indice ed il medio della mano destra - E credo ne sarebbe alquanto disturbato. Dopotutto lo giudica un suo paziente e non lo definisce ancora stabile o abbastanza in salute per permettergli di andare via da qualche parte, che sia anche solo lungo il ponte di questa nave -
-Lo so. - fece la rossa, annuendo al commento dell'altra con aria consapevole - É per questo che vi dico che dovete convincerlo. O magari strappargli una direzione di una qualche meta a cui vuole arrivare, sperando che non sia Golden Island stessa, alla quale possiamo magari accompagnarlo e, nel frattempo, provare comunque a convincerlo a restare durante il viaggio.-
- Hai, haaaai!- esclamò, estremamente d'accordo ed energico come non mai, Luffy, sorridendo allegramente e sventolando le braccia prima da una parte e poi dall'altra, iniziando in seguito a ciò a correre verso l'infermeria senza un minimo di contegno nella sua velocità, quasi slittando per via dei propri sandali, ma rimettendosi subito in piedi decentemente grazie alla sua iperattività costante ed illimitata.
Zoro decise di seguirlo a sua volta, avviandosi poco dopo che il corvino fece la sua entrata nell'infermeria.
Non perché era questione del biondo, no no.
Decisamente e palesemente no.
Perché avrebbe dovuto essere correlata definitivamente solo a lui?
No, non lo era - ovviamente no, giusto? Giusto??.
Era solo per essere sicuro che Luffy non facesse casini, uscendosene con una qualche stupidità, volontaria od involontaria.

*

Zoro non poté fare a meno di osservare, ancora una volta, il biondo, il quale era tornato ad essere seduto sul letto, non guardando più il capitano con aria preoccupata o turbata, ascoltando il suo parlare chiacchierone e casuale su pietanze ed in generale qualsiasi cosa che a Luffy venisse in mente con netto interesse - strano ma vero, non aveva ancora introdotto l'argomento principale. Non é che ci stesse girando attorno, semplicemente sembrava divertirsi a parlargli - , a volte rispondendo con le sue scritte sul quadernino, il quale aveva già raggiunto la sua sesta pagina, ormai.
Il ragazzo sembrava starsi decisamente abituando al parlare ininterrotto del ragazzo di gomma, seppur continuando a mostrare ben poca espressività durante essa, come aveva fatto per i giorni precedenti - tranne in quei pochi attimi in cui si sbilanciava per mostrare fastidio, dolore, sorpresa o paura - : l'unica parte del suo volto che ovviamente mostrava l'intera scala della sua emotività interna era il suo sguardo, il quale momentaneamente dimostrava interesse e curiosità.
Quello stesso sguardo di cui lo spadaccino non riusciva più a fare a meno di riportare alla mente perfino ad occhi chiusi, per certi versi risultando ancora più esasperante.
E proprio quando Zoro se lo aspettava meno, finalmente lo Strawhat giunse allo scopo principale.
-Ohi, unisciti alla mia ciurma. Shishishi- asserí, sfoderando un sorriso a trentadue denti, battendo le suole dei due sandali tra di loro per l'ennesima volta, lasciando nel frattempo il biondo estremamente accigliato e confuso, battendo le ciglia a ripetizione.
'Scusami?' scrisse infatti sulla carta, aggrappandosi ai fogli con una stretta presa, quasi fosse sul punto di strapparli tra le dita.
-Voglio che fai parte della mia ciurma- ripeté tranquillamente Luffy, aumentando soltanto l'essere spaesato del giovane, portandolo perfino ad aprire leggermente bocca e a richiuderla di scatto, prendendo nuovamente a scrivere dopo qualche attimo, quasi fosse indeciso su cosa dire di preciso, uscendosene poi soltanto con una sola parola.
'Perché?'
Il non capire sembrava, oltre che nel foglio, completamente scritto in lui, nei suoi lineamenti, nel modo in cui andava ad abbassare lo sguardo con disagio, un estremo rossore che gli tingeva le magre goti e perfino le orecchie.
- Ci deve essere un motivo specifico per forza per gradire una persona e volerla conoscere meglio?- rispose Luffy, esibendo una prontezza e sincerità disarmante -Ti voglio nella mia ciurma! E questo è tutto.- si batté le mani sulle cosce tre volte -Quindi? Accetti?-
Zoro si tirò su leggermente con la schiena sulla sedia su cui era seduto, abbassando la gamba accavallata, quasi inconsapevole del propriogesto ed aspettando la risposta del ragazzo, il quale sembrava starci rimuginando sul serio, forse credendo parzialmente che il diciassettenne stesse scherzando, le labbra serrate e lo sguardo posato sulle sue mani.
Ci vollero diversi istanti prima che prendesse il quaderno, scrivesse e mostrasse il foglio, sempre senza guardare Luffy o qualsiasi cosa in quella stanza.
'Non posso. Mi dispiace. Devo rifiutare'
-No! Rifiuto- fece, a distanza minima dallo sconosciuto, il corvino, tanto che i loro volti si sarebbero potuti sfiorare in un istante solo di movimento.
Per qualche motivo, lo spadaccino si sentí infastidito da questa vicinanza, tanto da alzarsi in piedi di colpo.
Il ragazzo sussultò leggermente tra le due situazioni formatesi, spalancando gli occhi alla troppo vicinanza e sobbalzando un poco al rumore della sedia.
Riuscí ad indietreggiare abbastanza da permettersi di formulare una domanda sul foglio.
'Che cosa?' chiese.
-Rifiuto il tuo rifiuto. Voglio che tu sia un mio Nakama, quindi devi accettare!-
'Non posso' scrisse, lo sguardo azzurro che si fece lievemente esasperato.
-Eeeh? Noo! Perché?-
'É complicato'
Luffy mise su un ovvio broncio, il quale strappó un aria colpevole al biondo, tutto mentre quest'ultimo si mordeva le labbra.
'Non posso davvero. Mi dispiace'
-Ma vorresti?- insistette il diciassettenne, non convinto, sempre con quell'ovvio broncio dipinto sul volto.
L'ospite deglutí un poco, l'espressione sempre fredda, ma gli occhi che ovviamente tradivano indecisione.
Per qualche motivo, quello stesso azzurro suggeriva un muto - Sí, parte di me vorrebbe.- che probabilmente captò anche il capitano stesso.
- E allora ignora i problemi! Devi accettare! E se proprio non puoi lasciarli perdere, ti aiuteremo noi!-
'Non puoi aiutarmi. Nessuno può.'
-Mi é stato già detto da diverse persone- asserí Luffy, inclinando la testa -Ma hanno tutte cambiato idea molto presto- borbottò Zoro, cercando di non ridacchiare, facendo qualche passo verso il letto, incrociando le braccia, sentendo l'attenzione del biondo su di lui.
'No, davvero. Non é una cosa possibile da risolvere. E non sono adatto ad essere un pirata'
-Sciocchezze, a tutti i problemi c'è una soluzione... O così almeno mi diceva sempre mio nonno...! E chiunque può essere un pirata shishishi. Anche se non ci vedo nonno Garp come pirata, mmmh-
L'ospite sospirò in silenzio, ondeggiando leggermente il capo dapprima da un lato e poi dall'altro, scuotendolo con fervore, tanto che il suo volto venne coperto dai capelli delle ciocche davanti, facendolo sbuffare un poco in silenzio nello spostarle.
- Senti - intervenne, porgendo una pausa di silenzio nel mentre che alla fine raggiungeva il letto, sempre le braccia unite tra di loro, lo spadaccino, sentendo che per certi versi quel discorso non avrebbe avuto momentaneamente nessuno sviluppo decente, poiché l'ospite appariva troppo incerto per porgere un netto sì per motivi privati - forse gli stessi per cui non aveva ancora detto loro come si chiamava - e Luffy era troppo testardo e deciso per accettare un no da lui, avendolo selezionato e non volendo assolutamente cambiare idea .
Ottenendo sempre quello sguardo posato su di lui, Roronoa continuò a parlare, spiegandogli del fatto del Log Pose dritto per dritto, senza giri di parole, chiedendogli poi quale fosse la meta con cui aveva viaggiato fin ora per raggiungere Golden Island.
Come per le precedenti domande specifiche sul suo conto, il biondo rimase immobile, sempre pensando.
Zoro, dopo una serie di secondi, iniziò a credere che non gli avrebbe proprio risposto siccome non cercava proprio di scrivere nulla.
Poi però lo sorprese, scrivendo di nuovo, facendogli sentire uno strano sollievo per qualche motivo.
E quando il biondo girò il foglio, la scritta lo fece annuire, come portò ad annuire anche Luffy stesso.
'Non devo restare a Golden Island. Pensavo di passare di isola in isola per un po'.'
-Okay. Non hai una meta precisa, quindi- osservò Luffy sorridendo smagliante.
Il ragazzo annuí.
Zoro rimuginò dunque su quello che aveva appreso, fissando il biondo fino a che costui, forse a disagio nel sentirsi tenuto d'occhio, portò maggiormente le proprie gambe verso il petto, raggruppandole.
- Visto? Puoi tranquillamente essere un pirata come noi! Non vedo problemi- ridacchiò il ragazzo di gomma -Dovresti dire sí e basta!-
Il biondo lo guardò con sopracciglio innalzato per qualche attimo, con qualcosa nel suo sguardo che sembrava chiedersi come funzionasse il cervello di Luffy e se fosse sempre cosí testardo.
-Sí. Lo é. Costantemente- rispose infatti Zoro, stringendosi nelle spalle, ottenendo un aria confusa dal capitano.
-Che?- chiese, portandosi una mano al mento e guardando lo spadaccino.
-Nulla, nulla Luffy- asserí, non riuscendo a nascondere un lieve ghigno divertito.
-Noo! Adesso voglio sapere! Zoroooo! Dai! Zoro! Dimmelo-
-Ho detto che non é nulla- ripeté, stringendosi nelle spalle con noncuranza.
-É un ordine da capitano! Ora me lo dici- fece lui, andando ad aggrapparsi alla faccia dello spadaccino per tirargli una guancia.
-Ohi!- Zoro se lo scrollò dunque di dosso, veramente a fatica, lasciandogli una manata contro il mento, abbastanza forte da riuscire ad evitare che Luffy gli strappasse metà faccia per via del suo tirare doloroso e ben poco contenuto -Zucca dura, non puoi tirare fuori la carta del Capitano ogni singola volta che non ti va bene qualcosa!-
-Ma tu sei cattivo e non me lo dici! Voglio saperloooo- mugugnò offeso, la voce che pareva dimostrare al cento per cento il suo fastidio.
In generale, i due avrebbero potuto continuare a discutere sull'argomento per ore, ma vennero alquanto distratti dal tremare appena della figura nel letto, cosí nascosto nei primi attimi da non farsi quasi notare, ma diventando man mano più visibile.
All'inizio si preoccuparono entrambi, ricordando la scena in cui loro due, Chopper, Usopp e Robin erano stati lì, quando per qualche motivo incomprensibile era stato preso da un attacco di panico improvviso, tanto che Zoro era già pronto a chiamare Chopper, ma questo stato di preoccupazione e quasi isteria si interruppe bruscamente quando realizzarono che il giovane stava cercando di trattenere una lieve risata, la quale si mostrò con un lieve -Pfffft- ed un tossire che cercava di zittirla, altrettanto leggero.
Zoro tentò faticosamente di ignorare l'improvviso 'ba-dump' svolto dal suo battito cardiaco al vedere il sorriso misto al rossore pacato che si era improvvisamente dipinto sul volto del biondo: il primo sorriso che avesse visto su di esso.
E probabilmente un altra cosa che sarebbe tornata a tormentarlo con la sua immagine.
"Non è possibile..."

*

Nonostante il non aver ancora ricevuto un 'sí' dal biondo, sapendo che lui stesso non aveva necessità alcuna di restare a quell'isola, l'intera ciurma era pronta a salpare dopo che finalmente il Log Pose aveva finito di stabilizzarsi per cercare la nuova rotta.
Quando questo accadde, si azionò il frettoloso via vai per sollevare l'ancora, tirare le vele ed azionare il Coup de Burst per fare partire la nave e distanziare cosí il più possibile quel posto cosí inospitale ed irritante -trattandosi di persone, ovviamente. L'aspetto generale della città non era per nulla male, sul serio -.
Nami trafficava con le mappe in silenzio, parlando ogni tanto con Robin, questo prima che la nave esebisse il suo ovvio salto, venendo avvertita da Franky, una cosa che la costrinse a raccattare il tutto più rapidamente - e delicatamente - possibile per evitare eventuali danni.
Ci riuscí appena in tempo, fortunatamente: se avesse perso la mappa, la testa rossa era quasi certa che avrebbe finito con l'avere una stramaledetta crisi di nervi e ciò avrebbe solo significato una mattina intera di imprecazioni e nervi a fior di pelle.
Perché, dopotutto, era la navigatrice: poteva una navigatrice perdere la mappa necessaria al viaggio che sarebbe subito seguito solo per via di una burrascosa partenza?
No, decisamente no.
Sospirando un poco, Nami, una volta dopo che la nave tornò a contatto con l'acqua, smettendo di volteggiare, riappoggiò la carta sul tavolo, riprendendo ad osservare poi lo strumento allacciato al suo braccio con un sorriso che le illuminava il volto.
Sperava vivamente che la prossima isola fosse una estiva, aveva davvero bisogno di spiagge calde e tranquillità.
Non aveva assolutamente bisogno di trovare il triangolo delle Bermuda, sperava davvero ci mancasse un bel po'.
Di certo, la navigatrice lo avrebbe saputo per prima, sentendo e traducendo facilmente le correnti d'aria che scuotevano il mare.

*

Passarono praticamente tre giorni dalla partenza in direzione della nuova isola e finalmente Chopper diede il permesso al biondo di poter lasciare praticamente in definitivo l'infermeria se non, massimo massimo, per dormirci, poiché la piccola renna preferiva tenerlo ancora parzialmente d'occhio.
Zoro lo seguí lentamente con lo sguardo mentre la sua fragile e scarna figura scivolava cautamente di nuovo fuori da essa, così cauto da sembrare quasi un cerbiatto in territorio nemico, appena uscito dal suo comodo e caldo rifugio... e non riuscendo ad ignorare come questa si stagliava davanti ai suoi occhi, risultando comunque quasi elegante e leggiadra, ponderata nei suoi passi -come poteva un giovane scheletrico risultare elegante, non lo capiva affatto. Non aveva senso. - avvicinandosi man mano alle pareti legnose della nave, osservando la, stranamente calma, marea per qualche attimo.
Il giovane aveva l'ormai abituale quaderno a righe in una mano e l'altrettanto abituale penna a sfera nell'altra, la seconda nominata che veniva girata tra le sue pallide dita più e più volte, senza un ritmo preciso, ma comunque abbastanza velocemente da far chiedere a Zoro se fosse capace di fare ruotare nella stessa maniera anche delle spade, magari.
Sarebbe significato avere un probabile altro rivale spadaccino a bordo, nel momento in cui costui avesse accettato.
Il biondo rimase a guardare l'acqua in silenzio per un po', abbassando il capo per vedere probabilmente quella che si scontrava con la Thousand Sunny stessa, questo prima che Robin, semplicemente, gli si avvicinasse, presentandosi prima di essere troppo vicina, cosí da non rischiare magari di spaventarlo, riuscendo nel suo scopo e, una volta dopo che fu al suo fianco, parlandogli di qualcosa che lo spadaccino non riuscí ad udire chiaramente.
Zoro agitò lievemente la testa, decidendo improvvisamente di farsi una bella dormita e magari di svegliarsi all'ora di pranzo.
Aveva proprio bisogno di staccare la testa, sul serio: in questi tempi non faceva che arrovellarsi il cervello per colpa di quello.
Se non riusciva a lavorare decentemente, almeno schiacciare un sonnellino lo avrebbe aiutato.
O cosí sperava.
Fortunatamente per lui, fu proprio cosí.

*

-Ohi! Luffy, molla quella polpetta!- esclamò irritato Usopp quando il nominato riuscí a sfilare dal suo piatto il suddetto cibo, sbattendo la forchetta contro il tavolo con un tonfo.
Troppo tardi: la polpetta che tanto aveva cercato di proteggere era già finita giù per la gola del ragazzo di gomma, il quale cercò perfino di rubare qualcosa dal piatto di Zoro, ma che venne bloccato all'istante dal coltello che quasi finí nella sua mano.
- Non ci provare!- fece infatti a gran voce, quasi ringhiando, lottando contro la stessa mano che non si arrese, nonostante tutto, facendo almeno cinque altri tentativi.
Zoro riuscí comunque a mangiare, seppur con una fatica tale che gli sembrava quasi di aver combattuto ancora contro Mihawk.
-Luffy! Se vuoi un altra porzione ti basta chiederla, dannazione! Non devi rubarla agli altri!- intervenne Nami, agitando la propria forchetta in aria, questo solo dopo aver finito la sua porzione - se avesse tentato a dire una cosa del genere con il piatto pieno, tutto ciò che questo conteneva sarebbe sparito in una nuvola di fumo -.
-Sí! Nuova porzione, Nami!-
La testa rossa si portò una mano alla tempia : il capitano stava riuscendo a farla impazzire.
Lei e Robin riuscivano a fatica a preparare il necessario per soddisfare quel buco di stomaco di capitano.
Sinceramente non aveva idea di come un cuoco solo avrebbe potuto riuscirci.
Al solo pensiero, lo sguardo della navigatrice viaggiò sul lato della tavola protetta dall'archeologa, laddove si trovava l'ospite, il quale mangiava silenzioso con espressione assorta, facendosi sempre sfuggire qualche occhiata di interesse verso la cucina in sé.
-Nuova porzione! Ti preeeego Nami-
La ragazza si affrettò ad afferrare il piatto del capitano e a cercare di riempirlo il più possibile, sperando che cosí almeno avrebbe smesso di prendere le porzioni altrui come se fosse questione di vita o di morte.

*

Franky ed Usopp erano stati alquanto occupati nel costruire uno strumento sperimentale basato sul concetto di difendere meglio il frigo dal Capitano - era stato richiesto loro da parte della navigatrice con un tono cosí esasperato che non avevano potuto non accettare - quando si ritrovarono davanti l'ospite, il quale si guardava attorno con leggera curiosità.
Al vederlo, Usopp si fermò dal lavorare sul posto, ancora non riuscendo a mettere da parte l'idea che potesse essere qualcuno di pericoloso, mentre Franky semplicemente mostrò un enorme sorriso, alzandosi gli occhiali protettivi dal naso.
-Hey, suuuuuper Bro! Cosa ti porta qui? Curioso di vedere qualche suuuper invenzione?-
Il biondo inclinò la testa, scrutando da vicino il cyborg per qualche attimo.
Poi, dopo la casuale esaminazione, scosse la testa, facendo alzare il sopracciglio all'uomo dai capelli azzurri e congelando anche di più il naso lungo sul posto, soprattutto a vederlo misteriosamente cominciare a scrivere -era la prima volta che glielo vedeva fare, poiché aveva sempre cercato di tenersi a distanza-.
Il ragazzo scrisse per una decina di secondi, poi voltò il foglio in direzione dei due, sorprendendo entrambi siccome più che una frase era una lista di materiali.
'Secchio, mocio, stracci, detersivo, sgrassante, spugna?'
-Sono tutti qui, suuuper Bro- rispose il mezzo robot, alzandosi ed aprendo uno sportello, mostrando il tutto, vedendo poi il giovane annuire e fare una sottospecie di inchino per ringraziare, afferrando il materiale e sparendo al di fuori della porta.
-Ma che cos...?- squittí Usopp, la bocca cosí aperta che a momenti pareva sul punto di cadergli la mascella, andando a fissare Franky con confusione, una confusione ovviamente ricambiata dall'altro, al punto tale che, forse per curiosità, i due lasciarono le loro postazioni, scivolando fuori dal reparto invenzioni, guardandosi attorno per cercare di capire dove l'ospite fosse andato, riuscendo appena in tempo a vederlo sparire in cucina.
Seguendolo, entrarono entrambi nell'ambiente, notando come la pila di piatti sporchi che in teoria il gruppo avrebbe rimandato a quella sera tarda se ne stava disposta ai lati del lavandino, con l'acqua che riempiva una delle due parti.
E l'ospite, nel frattempo, si tirava indietro le maniche della maglia larga, ma pulita, che indossava, cosí da evitare di bagnarle.
Il quaderno e la penna erano state lasciate sul tavolo, sostituite con la spugna ed il primo pezzo di ceramica che aveva tirato su all'istante, osservandolo per qualche attimo prima di procedere con il lavaggio.
Entrambi gli uomini rimasero palesemente scioccati, perfino più di quanto fossero stati in precedenza, tanto da non avere idea che cosa dire o fare di preciso.
Per qualche strano motivo, al cyborg, vedendo quel giovane lavorare per la pulizia generale della cucina - il secchio e lo sgrassatore dimostravano che non si sarebbe fermato al semplice lavare dei piatti - venne voglia di aiutarlo, disponendosi al suo fianco, così da asciugare, strappando all'altro un lieve sussulto di sorpresa.
Una sorpresa accompagnata da un voltare rapido di testa, allungando il piatto lucidato verso l'uomo robot.
-Usopp- fece infatti poi Franky, cominciando subito ad asciugarlo e mettendolo nella credenza, girandosi per un breve attimo, un ovvio sorriso stampato in faccia -Il suuuuper progetto per proteggere il frigo lo facciamo un altro giorno, Bro-
Il cecchino, ancora un po' perso dalla scena, si limitò ad annuire e scivolare fuori dalla cucina, sentendo qualcosa di fastidioso diffondersi in lui.
Era forse... Gelosia?
Gelosia perché chiunque nella ciurma sembrava dannatamente fissato con quello sconosciuto, per qualche motivo? Era rimasto solo lui, in pratica, a tenersi almeno un po' distante, gli altri - perfino Zoro! Anzi, forse soprattutto Zoro! - parevano fin troppo inclini a dargli quasi costanti attenzioni, quasi fosse un bambino a cui strappare la 'preferenza' .

Sí. Se quella non era gelosia, Usopp non aveva idea di cos'altro potesse essere.

*

Né Nami, né Robin riuscirono a trattenere la propria sorpresa quando, entrando in cucina per la cena, videro la stanza brillare come un diamante, cosí ordinata da sembrare perfino di classe, coi due responsabili che, asciugandosi il sudore dalla fronte, stavano perfino lavando ed auto asciugando il pavimento, tanto che era quasi più perfetta perfino di quando il costruttore la aveva mostrata per la prima volta.
Rimasero cosí senza parole che, per almeno tre minuti, tacquero, non sapendo di preciso cosa commentare, gli occhi fissati sul biondo, il quale, una volta intercettate le attenzioni nei suoi confronti, arrossí come un peperone maturo, guardando Franky.
Quest'ultimo, ricevendo le occhiate, invece, sorrideva a trentaquattro denti, con un che di stra orgoglioso.
-Il suuuper Bro aveva notato il suuuuper bisogno di ripulire la cucina. Ed il suuuuper Franky ha deciso di dargli una mano-
La frase detta dal cyborg non aiutò minimamente il biondo ad essere meno imbarazzato, anzi, espanse il rossore dalle sue guance in direzione delle orecchie e del collo, facendo scappare lievi risatine alle due ragazze.
-Beh- fece dunque la corvina, un sorrisetto sulle labbra - Avete svolto davvero un buon lavoro -
-Già- le diede ragione la rossa - Mi fa salire la voglia di starvi dentro per gustare un po'di tempo in tranquillità e relax. Cosa totalmente diversa rispetto a prima -
- Non possiamo non ringraziarvi a questo punto - aggiunse la corvina -Una bottiglia in più di Cola ed un hamburger per Franky...- una pausa, in cui la ragazza fece un occhiolino al cyborg, facendolo palesemente arrossire, siccome pareva dire che vi era un altro premio ad aspettarlo - E per te? Qualcosa di specifico che ti piace?-
Il biondo prese rapidamente a scuotere la testa e le mani alla domanda, asciugandole in fretta e furia con lo straccio non utilizzato che era posato sulla superficie vuota di uno dei ripiani della cucina, andando a prendere con passo accelerato il quaderno per scrivere sopra, trovandosi ad osservare la perplessità delle due.
'Mi avete già aiutato. Volevo solo ripagarvi, in qualche modo' scrisse, aspettando che le due finissero di leggere per aggiungere altro sulla carta e rivoltare ancora.
'Non ho bisogno di nulla di specifico, sul serio. Mi avete salvato, non posso chiedere altro. Volevo solo aiutare in qualcosa'
-D'accordo. Ma in ogni caso, a questo punto sono curiosa. - intervenne la navigatrice, appoggiando il mento al palmo della propria mano, facendo per rimanere in silenzio per un attimo, due, abbastanza far assumere un espressione mezza curiosa e mezza intimorita al biondo, che sinceramente non aveva idea di cosa aspettarsi di preciso, quasi sicuro comunque che sarebbe stata una domanda sul motivo per cui fosse stato in un simile stato fisico o robe del genere.

E invece no.

- Cosa preferisci come cibo?-

L'ospite aprí bocca e la chiuse di scatto, lo shock che balenava ancora sul suo volto.
E scrisse dunque di nuovo.
'Un po' di tutto'
-Come di tutto? Ci deve essere qualcosa di specifico che ti piace di più rispetto alla norma. Tipo, io adoro i mandarini-
Il ragazzo strinse il quaderno e fissò il suolo a lungo, senza fare null'altro per un po', ed infine scrisse ancora, questo prima di uscire dalla cucina, troppo a disagio per fare altro.
'Scusa. Non lo so'
Tutti e tre i presenti non riuscirono a commentare la frase, non sapendo se farsi prendere da confusione o da altro.
Da altro perché, per qualche motivo, Robin percepì la comprensione salire a galla a quelle quattro parole, come se la avessero fulminata sul posto con l'idea giusta.
Un idea che parzialmente le era rotata per il cervello anche in precedenza, anche se la aveva quasi sempre messa da parte, provando ad ipotizzare sempre qualcosa di nuovo.
Ma dopo tutte le idee, dopo tutti i pensieri nati dalle frasi altrui, forse era davvero giunta alla conclusione, stavolta.
-Ragazzi...- asserí a mezza voce -Stasera devo parlare a tutti. Credo di aver capito il segreto del nostro ospite-

*

Quando finalmente fu il momento del raduno della ciurma, essendo sicuri che il ragazzo fosse nell'infermeria a dormire, doveva essere mezzanotte passata.
Il cielo era così scuro e rannuvolato che ad occhio nudo era veramente difficile scrutarvi qualcosa.
I sette erano tutti disposti a cerchio, seduti al di sopra delle panche, rimanendo il più in silenzio possibile -almeno all'inizio, poiché sapevano che Robin aveva un discorso troppo importante per poter essere schivato per colpa del magari risvegliarsi del soggetto della loro conversazione - tenendo d'occhio, allo stesso tempo, ciò che li circondava, così da evitare problemi.
Il tacere generale continuò fino a che, finalmente, l'archeologa fece la sua entrata con due libri tra le mani ed iniziò il suo discorso una volta seduta.
-Grazie a tutti di essere qui. Mi dispiace solo per l'orario, ma non era possibile fare altrimenti- disse a bassa voce, accavallando le gambe -Beh. La mia teoria potrebbe anche non essere corretta, ma se il mio istinto e la mia mente non si sbagliano, é altamente probabile che l'ospite che abbiamo sulla nave abbia subito un trauma tale da cancellare totalmente, o quasi, le sue conoscenze su sé stesso-
-Stai intendendo che potrebbe non avere memorie su di sé? - chiese sorpreso Luffy, spalancando leggermente la bocca.
-Esatto, Captain~san.-
-Ha senso- commentò Chopper, annuendo -Ne avevo anche io un lieve sospetto, se devo essere sincero. Mi é venuto per via delle cicatrici sulla sua testa nascoste dai capelli e per il fatto che non scriveva il suo nome. All'inizio avevo creduto soltanto che fosse perché non voleva dirlo, che non voleva informarci su nulla di lui perché magari era ricercato o cose simili. Ma non aveva del tutto senso. Dopotutto anche noi siamo ricercati, no? Siamo pirati con taglie.-
-E ciò spiegherebbe probabilmente anche il suo non parlare. Forse, nella sua prigionia, ovunque sia stato tenuto, deve essersi abituato così tanto al tacere da non sentirsi neppure capace di parlare.-
- O magari il suo mutismo é stato una conseguenza delle costanti percussioni che ho ritrovato sul suo fisico. Devono aver abusato fortemente di lui- continuò la piccola renna, avendo un espressione alquanto inquieta e forse perfino arrabbiata, frustrata.
-Quindi, per riassumere- asserí Nami, cercando di digerire il tutto -Non ha memoria e non ha ancora capacità di parola. É probabilmente fuggito da chissà quanto tempo di prigionia e ... Secondo quello che hanno detto Luffy e Zoro qualche giorno fa, non vuole unirsi alla ciurma per 'problemi praticamente irrisolvibili'-
-Forse i problemi intesi sono proprio sulla sua mancanza di memoria- azzardò sempre l'archeologa -Potrebbe vederlo come un ostacolo-
-Io non lo vedo come un ostacolo- ribatté secco Luffy -Non mi importa assolutamente del suo passato! A me basta sapere che persona é ora-
- Ma per il suuuuper Bro lo è. Probabilmente anche io sarei suuuper a disagio nel non sapere nulla di quello che sono stato in passato-
- Sono d'accordo- asserí Nami - Certo, ci sono molte cose della mia infanzia, come tutti voi, che vorrei poter dimenticare... Ma non lo farei mai, perché dopotutto é da lì che essenzialmente sono nata io come persona. Sono le mie radici e non le rinnegherei mai. Se le perdessi, le rivorrei indietro-
-Yoosh!- intervenne il ragazzo di gomma, alzandosi dalla panca -Se proprio vede la sua mancanza di ricordi come un problema, dobbiamo trovare un modo per aiutarlo a ricordare.-
-É davvero possibile?- domandò Zoro, l'aria ben poco convinta.
- Secondo i libri che io ho trovato...- iniziò Robin -Vi é una specifica pianta, da qualche parte, nella Grand Line, che se ingerita può permettere ad una persona di recuperare la propria memoria senza provocare crisi o attacchi di panico. L'unico problema sarebbe che, beh, alcuni la giudicano solo una leggenda, come viene giudicata la stessa isola su cui essa si dovrebbe trovare-
-In un altro caso, dovremmo semplicemente aspettare che lui ricordi tutto da sé- intervenne Chopper, agitando uno zoccolo distrattamente.
-Quindi... Possiamo provare a trovare questa suddetta pianta per aiutarlo o, nel caso, aspettare che li recuperi da sé. In teoria funzionano entrambe, l'unica differenza secca sarebbe la tempistica e le reazioni del suo corpo ad ogni ricordo che tornerà a galla-
-Esatto.-
-É pensate che dovremmo dirglielo?- chiese dunque la navigatrice -Che sappiamo della sua mancanza di ricordi, intendo-
La ciurma tornò in silenzio.
-Forse sarebbe meglio di sì? - azzardò dunque Chopper -Magari sapere che lo sappiamo potrebbe in un certo senso essergli d'aiuto.-
- Sono d'accordo. Anche perché captain~san non sarebbe capace di nasconderglielo per troppo tempo- ridacchiò Robin, guardando Luffy con espressione parecchio divertita, facendo sospirare Nami e ridere tutti gli altri tranne Usopp, sempre in silenzio, proprio come era stato durante tutto il discorso, e Luffy che aveva un aria da ovvio cane bastonato.
-Non é vero!-
-Sí che lo é- rispose lo spadaccino, con lo stesso ghigno di qualche giorno prima.
-Haaaaah?-
-Shhhh! Abbassa la voce, Luffy! O altrimenti rischi di svegliarlo-
-Okay- ed ecco il ritorno dell'ovvio broncio del capitano, questo prima che Robin parlasse di nuovo.
-Proviamo a dirglielo domani?-
-Proviamo a dirglielo domani- accordò in generale l'intero gruppo.
-Chi glielo dice?-
-Oh, si vedrà. Anche se credo che dovrebbe farlo Chopper-
-Io?-
-Sí, doctor-san. Dopotutto sei quello di cui si fida di più-
-Ah...- la piccola renna cercò di nascondere il proprio imbarazzo, ovviamente fallendo, facendo sorridere un po' tutti con la solita abituale danza nervosa.

*

Chopper glielo aveva detto.
Davvero.
Lo aveva fatto il più delicatamente possibile, raggiungendo il discorso con lentezza, provando ad ottenere un risultato positivo.
Ma lo sguardo dello sconosciuto, quando aveva scoperto che sapevano della sua mancanza di ricordi e della sua probabile precedente prigionia era stato cosí vuoto e perso, sgranato nel suo fissare a vuoto, che la piccola renna non poté non domandarsi se forse avrebbe dovuto proprio nascondere il tutto, fare finta di niente, decidere come Luffy di non darci importanza.
Quello sguardo vuoto gli fece sentire un assurdo nodo alla gola, capace di zittire qualsiasi frase che avrebbe potuto provare a dire in seguito, almeno prima che il ragazzo scrivesse un semplice, gelido 'Okay' sul quaderno, un unica parola che fu capace di fargli sentire degli assurdi brividi che gli percorrevano la schiena a ripetizione, come in una scarica costante.
-Non ha importanza, in ogni caso- sussurrò, sfiorando delicatamente il braccio del biondo -Non c'è nulla di cui spaventarsi o altro. Volevamo solo farti sapere che lo avevamo capito. E che se vorrai, ti proveremo a fare una mano nel recuperarli, ecco-
Il ragazzo rimase immobile, poi scosse la testa ripetutamente, tornando ad afferrare la penna che aveva lasciato cadere, scrivendo ancora.
La frase scritta lasciò la piccola renna totalmente senza fiato, incapace di collegare le parole, come se si fosse sconnesso dalla realtà, proprio come un computer dalla linea.
'Non voglio ricordare nulla. Va bene così.'

N.d.a - questo capitolo é stato super difficile da scrivere XD.
Sarà perché preferisco il punto di vista di Sanji.
E perché lo ho fatto durare +6000 parole xD

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