1.01 What if...

Sanji never left Germa until 19? ( probably Zosan? Yes? Pt. 2)

Quando Monkey D. Luffy aveva visto una palla di cannone correre nell'aria nella direzione della Thousand Sunny, non ci aveva pensato due volte a respingerla, gonfiandosi e spedendola indietro al mittente.
Era stato istintivo, cosí istintivo che non aveva neppure guardato dove questa fosse finita, preferendo cercarne altre da spingere via, come se stesse giocando a baseball.
Ne ricevette più o meno altre cinque e tutte fecero ritorno al mittente, poi probabilmente costui si arrese... O probabilmente rischiò la morte... Ed infatti interruppe le cannonate.
La barca pirata raggiunse sana e salva il porto di Golden Island, con il capitano che, frizzante come al solito, non voleva altro che la brezza dell'avventura, richiedendola a gran voce, seguito dalla ciurma che, apparentemente, sembrava abbastanza di buon umore.
Dopotutto, non si facevano troppo influenzare da degli attacchi qualsiasi - o cosí quasi tutti, Usopp aveva già iniziato ad avere la sua non-posso-scendere-su-questa-isola malattia - ed erano già pronti a fare rifornimento, sperando possibilmente di trovare un nuovo compagno di avventure che potesse occupare lo spazio da cuoco, ancora vuoto, sulla nave.
Per quanti ristoranti i Cappello di Paglia avessero visitato, non v'era stato un solo cuoco che avesse davvero catturato l'attenzione generale, neppure al famoso ristorante sul mare Baratie dell'East Blue : certo, ne avevano conosciuti di talentuosi e di forti, ma ... O rifiutavano, o in altro caso sembravano mancanti di qualcosa per il pieno gradimento del Capitano, come se in realtà non bastasse solo la capacità di mettere cibo su un piatto per ottenerlo.
Era strano, nessuno del gruppo se lo sarebbe aspettato, trovare una parte cosí importante per la loro salute sembrava essere molto più complesso di quanto si sarebbero immaginati.
Momentaneamente erano Robin e Nami che si davano il cambio per preparare delle pietanze, ma non avevano il giusto livello di conoscenza per sapere i necessari valori nutrizionali... E per il bene del gruppo, dovevano trovare qualcuno che li conoscesse.
Avevano perciò, per raggiungere tale persona, cercato informazioni nell'ultima isola a cui erano attraccati e avevano sentito parlare del fatto che su Golden Island vi fossero vari cuochi provenienti da tutta la Grand Line che si sfidavano per decretare il migliore tra di loro.
In generale, in quella città, erano gli unici che potevano entrare senza il rischio di essere colpiti a cannonate, ma prima dovevano farsi riconoscere come cuochi per via di un alzare del braccio con una fascia specifica.
E per questo si erano recati in tale posto... In altro caso, probabilmente, la nuova meta sarebbe stata diversa, verso il Triangolo delle Bermuda, un posto che preferivano affrontare con un cuoco a bordo, per non rischiare di rimanere senza cibo per cause maggiori - che fosse Luffy e la sua fame insaziabile od altre ragioni non specificate- in mezzo ad acque pericolose.
E cosí, un po' alla volta, i componenti della ciurma scesero dalla nave, gli unici a rimanere a bordo furono Franky, Nami ed Usopp stesso, mentre Luffy, Zoro, Chopper e Robin si divisero due a due per i propri obiettivi.
Luffy e Robin sarebbero andati a cercare il famoso ristorante, cosí da iniziare ad informarsi - e mangiare, questo era ciò che interessava tantissimo al capitano - mentre Chopper e Zoro avrebbero fatto vari acquisti, sia in reparto nutrienti che in quello salutare.
Il medico infatti voleva prendere anche nuove erbe specifiche, cosí da fare studi o da aumentare le proprie scorte, un poco diminuite dalle conseguenze dei combattimenti svolti durante Enies Lobby.
Ovviamente, per riuscire a fare questi acquisti, Nami gli aveva dato i soldi necessari e soprattutto, per portare indietro la roba, aveva bisogno di più braccia... Perciò doveva stare attento per evitare che Zoro si perdesse nel frattempo per strada.
I due gruppi quindi, semplicemente, si divisero, tutti e due pronti a portare a termine il proprio compito.
Si sarebbero rivisti alla nave quella sera stessa.

*

Luffy e Robin entrarono nel ristorante.
Era un posto dalle luci calde, soffuse, per nulla spiacevoli.
Sembrava un posto di classe tra i tavoli con le lunghe bianche tovaglie, sovrastate da una candela o due e dalle posate d'argento, con poi quei lampadari di cristallo appesi al soffitto...
Robin si accomodò nel posto che il cameriere - un uomo dai capelli neri, tirati all'indietro da cosí tanta lacca che sembravano troppo lucidi ed incollati per essere definiti con il termine "normale", avendo poi dei baffi sbarazzini che sembravano formare un fiocco - le indicò appena la vide e Luffy, dopo due, tre, volte di girare per guardarsi attorno, si mise seduto a sua volta, iniziando ad esclamare dei -Voglio questo! E questo! E questo! E anche questo!- a praticamente ogni singola cosa presente sul menù, facendo spazientire l'uomo in breve - cosa testimoniata dalla sua espressione e dall'ovvio tic al suo occhio -, un nervosismo che passò però grazie all'atteggiamento di Robin che, con il suo sorriso mellifluo ed il suo fascino, ne conquistò in breve il cuore, tanto da risultare comunque cordiale con i due - più con lei che con lui - scomparendo nella cucina e riapparendo con più roba possibile.
Tutta roba che, veloce come un fulmine, sparí nello stomaco del diciassettenne, mentre l'altra si faceva bastare la sua zuppa di calamari e salvia.
Poco dopo che finirono di mangiare, una nuova persona entrò nel ristorante, avvolta da una giacca marrone imbottita, un uomo pelato e massiccio con una tunica da buddhismo, che si annunciò, richiedendo il cuoco di quel ristorante per una sfida, agitando la propria valigia nella mano sinistra come se non vi fosse un domani, mostrando un arroganza tale - quasi da buffone, cosa testimoniata dal petto in fuori e dalle parole disgustate da ciò che gli circondava che gli uscivano di bocca - che né Robin né Luffy apprezzarono particolarmente, soprattutto per il suo criticare inutilmente qualsiasi cosa che gli capitasse sotto il naso.
"Escluso uno" non poté non pensare Robin, sorseggiando la propria tazza di caffè e sperando che qualcuno di un po'più decente si facesse vivo... E soprattutto che quel pallone gonfiato, piuttosto che protestare, cambiasse aria.

*

Zoro non aveva proprio più alcuna voglia di girare per Golden Island.
Vi era qualcosa che lo infastidiva in quel posto: aveva iniziato a percepirlo poco dopo essere sceso dalla barca e più passava tra le strade, più questa sensazione aumentava.
Lo spadaccino voleva solo prendere una bottiglia di vino, portarsela sulla nave e bersela, ma invece doveva seguire Chopper e prendere il necessario.
Ruotò gli occhi, ignorando le occhiate fastidiose dei passanti, i loro sussurri a bassa voce che, probabilmente, loro credevano di non far sentire, ma che ovviamente lui udiva alla perfezione ed ignorava.
Erano quasi tutte cazzate riguardo o a Chopper -Per cui, probabilmente, li avrebbe tagliati in due tutti. Nessuno parlava male dei suoi nakama - o di lui in sé ed il suo vestiario poco "consono".
Insomma, nulla di cosí necessario per la sua sopravvivenza, ma che stava diminuendo la loro ogni secondo un po' di più.
L'unico discorso che attirò veramente la sua attenzione e che non c'entrava con nessuno di loro due, fu a riguardo di 'una persona inquietante, ferita e sporca, mai vista prima, con un elmo in testa, che se ne girava da qualche giorno per la città', un discorso che uscí dalla sua mente proprio come era entrato nell'esatto momento in cui Chopper gli afferrò la stoffa dei pantaloni, dicendogli che stava sbagliando direzione di nuovo e che, se continuava cosí, avrebbe rischiato di perderlo ancora una volta.
Ovviamente Zoro aveva subito ribattuto, arrossendo un poco per l'imbarazzo che la sua bassa capacità di orientamento gli portava, dicendo a mezza voce che no, non si sarebbe perso, ma che magari era Tony stesso che aveva preso la via sbagliata, ricevendo un sorriso ed un sospiro esasperato dalla piccola renna.
E cosí, nonostante l'irritazione nata dagli abitanti di Golden Island, Zoro continuò il suo cammino con Chopper, trovando il mercato in breve.
I prezzi subito si dimostrarono alti a poco disponibili a sconti di qualsiasi genere, tanto che dalla faccia tosta del venditore, per poco non aveva sfoderato Shusui, sempre fermato dagli occhioni dolci della renna - un suo punto debole. Sul serio. Chi sarebbe stato capace a dirgli di no? Diamine - e, con una minaccia sottointesa, aveva fatto abbassare il totale del prezzo di una ventina di Berri.
Non tanto, ma comunque una lieve soddisfazione, siccome il dibattito sullo sconto era durato almeno una trentina di minuti, ma davanti alla pericolosa lama della sua katana, il commerciante aveva abbassato la cresta in cinque secondi, il tutto accompagnato da un verso distorto, pieno di terrore.
La strega, per una volta, non avrebbe protestato troppo... O almeno, così sperava.
Lo spadaccino ghignò al ricordare l'aria dell'uomo e continuò a ghignare nel mentre che si riavviava per il ritorno, poiché gli acquisti, tra una cosa e l'altra, erano stati finiti tutti.
Ma il sorriso facilmente sparí nel momento in cui, andando verso i confini della città, affiancati dai giardini, percepí qualcosa di strano, ancora più strano di quello che aveva già sentito una volta sceso dalla Thousand Sunny.
Anche Chopper si fermò, annusando l'aria, mostrando un espressione palesemente turbata e confusa.
-Zoro- esalò a mezzo tono, guardandolo fisso.
Lo spadaccino semplicemente annuí, comprensivo, riprendendo il cammino ed aumentando la propria attenzione nei confronti di ciò che gli era attorno.
Qualunque cosa fosse, era pronto all' azione se necessario: nel caso in cui fosse stato un nemico, Roronoa Zoro non si sarebbe assolutamente tirato indietro, come sempre dopotutto. Essere capace di proteggere la sua famiglia veniva prima di qualsiasi cosa.

*

Ci vollero una decina di minuti prima che lui e Chopper visualizzassero una figura muoversi lentamente in direzione opposta alla loro.
Sembrava faticare parecchio a camminare, mantenendo la maggioranza del proprio peso sulla gamba sinistra per qualche motivo, quasi trascinandosi nel percorso.
La figura non era abbastanza vicina per definirla totalmente, ma qualcosa subito si fece notare, distante o meno che fosse.
Indossava un elmo, il quale gli copriva quasi interamente la faccia.
Lo sconosciuto continuava a camminare, a volte lasciando scorrere le mani sulle pareti, come per sorreggersi in attimi di stanchezza.
O almeno, continuò a camminare per un po', tanto che Zoro riuscì a visualizzare maggiormente il suo fisico tutt'ossa, coperto da vestiti che parevano più stracci che altro, non potendo fare a meno di notare i lunghi, lunghissimi capelli biondi che scivolavano fuori dalla maschera di ferro, raggiungendo i suoi fianchi , ma di colpo, proprio mentre costui continuava ad avanzare, cadde al suolo, non muovendosi più da lì.
D'istinto, sia Zoro che Chopper schizzarono in avanti, andando incontro a quello che appariva un ragazzo, anche se i capelli ed in generale qualcosa gli dava del femminile - non di certo i lineamenti che neppure vedeva. Forse le gambe - .
-Ohi!- esclamò, appoggiando le mani alle spalle dello sconosciuto nel tentativo di tirarlo su, sentendo un fremito nelle carni calde, troppo calde sotto i suoi polpastrelli.
Ci mise poco a rigirarlo, cosí leggero come era, sorreggendolo cosí che Chopper facesse il suo lavoro.
Nonostante tutti i tentativi di domande portate dalla piccola renna allo sconosciuto, non una parola uscí dalle sue labbra, no, neppure un piccolo suono, solo il silenzio.
-Ha perso i sensi- commentò Chopper di colpo, tenendo il polso scheletrico della persona tra gli zoccoli -Dal suo respiro e dal suo calore corporeo, deduco che sia in stato febbrile. Zoro... Dobbiamo portarlo alla nave-
-Perché non ad un ospedale?- domandò lo spadaccino, alzando il sopracciglio.
Chopper non rispose a voce, ma la sua espressione parve darne una in ogni caso e, semplicemente, lui riuscí a capirla.
"Le persone in questa città sembrano tutte gelide, crudeli e dannatamente indisposte verso il prossimo, perché dare un ragazzo magro come la morte, affetto da qualche alta febbre e chissà che altro a gente simile?"
Zoro non fece più domande, prendendo in braccio lo sconosciuto e lasciando la roba acquistata a Chopper, il quale cambiò rapidamente forma in quella più tendente ad un essere umano, afferrando il tutto.

Se quella persona che lo spadaccino stava trasportando alla nave fosse stata un nemico, ci avrebbero pensato dopo... Anche se dubitava che un qualsiasi soggetto così mal messo potesse essere definibile come un pericolo.

*

Non vi fu proprio nessuno dei Mugiwara che, all'arrivo di Zoro e Chopper alla Sunny~go, non li fissò con espressione altamente scioccata e confusa, questo prima di lasciar correre - seppur non del tutto, testimoniato dalla curiosità dipinta nei loro sguardi -.
Subito sopra alla caravella, la piccola renna e lo spadaccino accorsero in infermeria.
Zoro posò delicatamente -piú delicatamente di quanto si sarebbe aspettato da lui stesso, forse per via degli occhi pieni di apprensione di Chopper - lo sconosciuto sul letto, lasciando che il dottore iniziasse a rimuovere altrettanto delicatamente il vestiario sporco dalla figura -faticando dal farlo scivolare al di sopra della maschera, riuscendoci, ma solo finendo con lo strappare involontariamente la stoffa - e mostrando un fisico che d'aspetto superava in gravità qualsiasi tipo di distruzione che avesse mai visto sul corpo di un essere vivente, tanto che la renna sussultò alla sua vista.
Attorno al fianco sinistro del ragazzo inconscio, in ogni caso, vi era un bendaggio, seppur svolto abbastanza male, tanto che pareva sul punto di cedere da un momento all'altro.
Quello, dedusse lo spadaccino, inclinando un po' il capo, era sicuramente il motivo per cui, durante il cammino, il giovane aveva continuato a dare maggiore peso sulla parte destra del proprio fisico.
Chopper provò inutilmente a rimuovere perfino la maschera, all'inizio, ma sembrava proprio non volerne sapere.
Senza la chiave, essa non si sarebbe rimossa...
Zoro suggerí il fatto che avrebbe potuto rimuoverlo utilizzando le proprie katane, dicendo che avrebbe fatto attenzione a non colpire il paziente, ma Chopper non ne voleva assolutamente sapere di tale suggerimento.
-Chiederemo a Franky di fabbricare la chiave giusta- commentò infatti la piccola renna, agitando gli zoccoli, come per allontanare l'idea che gli era stata fornita poco prima -Dovrebbe esserne capace.-
Lo spadaccino dunque annuí semplicemente, preferendo non andare a riproporre l'opzione che gli era venuta in mente - era sicuro che sarebbe riuscito a distruggere l'elmo senza ferire il volto della persona al di sotto, ma forse, in effetti, era meglio che questo venisse aperto nella maniera più corretta, se proprio Chopper lo preferiva così. E se c'era qualcosa che Usopp e Franky erano bravi a fare era costruire oggetti, quindi perché no? Gli bastava andare a chiamarli, erano entrambi sulla nave al momento - ed uscì a passo rapido dall'infermeria.

*

Luffy e Robin non avevano trovato ancora nessun cuoco particolarmente interessante: ne avevano visti e conosciuti praticamente cinque, ma ancora una volta, le scelte non erano state soddisfacenti.
L'unica persona simpatica, per certi versi, era stato appunto il cameriere -Il quale si chiamava Martin. E aveva una passione per lo studio dei Martín Pescatore. Un dettaglio che aveva fatto ridere sia l'archeologa che il diciassettenne. Quando si dice il destino... - ma a quanto pareva non sapeva cucinare e soffriva palesemente di mal di mare -lo aveva detto nel momento in cui Luffy gli aveva chiesto di unirsi alla ciurma, ricevendo un sorriso di lieve disagio ed un no, accennando comunque una certa curiosità verso le loro avventure -.
Salutando quindi il loro nuovo amico, Cappello di Paglia e Nico Robin si diressero per un rapido ritorno alla barca, non aspettandosi minimamente il casino che invece stava muovendosi sulla Thousand Sunny.
-Zoro e Chopper hanno portato un ospite- aveva spiegato frettolosamente Nami, mentre il secondo nominato spuntava dall'infermeria chiedendo ad alta voce un -Quanto ci vuole per la chiave ancora? Vorrei controllare se ha ferite sulla testa!- a cui il carpentiere urlò a gran voce un -Due minuti e sarà suuuper pronta, bro- seguita dal parlare di Usopp, come un coro -Quasi finita, Chopper-.
Il dottore emise un verso frustrato, ma questo si rimosse in poco quando gli occhioni della renna videro il capitano sulla nave.
-Luffy!- fece infatti -Io e Zoro abbiamo trovato un ragazzo privo di sensi e lo abbiamo portato qui. Era davvero in gravi condizioni!-
-Ragazzo?- fece Luffy, inclinando il capo.
-Chiave?- si limitò invece a chiedere Robin, confusa.
-Ah... Sí, ha un elmo al di sopra della testa- concluse frettolosamente Zoro, apparendo a sua volta dall'infermeria - aveva preferito rimanere a tenere d'occhio la situazione, cosí che se il dottore avesse avuto bisogno del suo aiuto, lui sarebbe già stato lì, disposto a darglielo - .
-Ragazzi, la chiave!- tornò infatti a ripetere Tony, ancora più teso di prima, come se il commento dello spadaccino avesse semplicemente riavvivato il suo bisogno per tale oggetto.
-Un secondo!- risposero ancora i due, all'unisono, questo prima di catapultarsi fuori dalla stanza in cui erano, mostrando l'oggetto tanto desiderato, strappando un sospiro di sollievo al medico che, sempre accompagnato da Zoro, portando per istinto sia Robin sia Luffy a seguirli nella stanza, ritrovandosi davanti il centro delle attenzioni della ciurma.
Chopper accorse in direzione del letto in fretta e furia, la chiave tra le mani della sua versione "umana" , mentre tirava su la persona inconscia, lentamente, con sempre l'altro al suo fianco, con i suoi occhi grigi che sembravano scrutare il dottore con il massimo delle attenzioni.
-Ha dei capelli lunghissimi- fece immediatamente Luffy, l'aria sorpresa, voltando il capo poi verso Robin -Secondo te sa fare la cacca?-
-Luffy, é un essere umano, é ovvio che sa fare la cacca- ribatté spazientita la renna, scuotendo il capo, infilando finalmente la chiave nella serratura, facendola girare una, due, tre volte, riuscendo a strappare un suono all'elmo che ricordava un 'click' , seppure molto basso, come se fosse una voce arrochita.
Zoro, una volta che la maschera di ferro fece tale suono, si affrettò a rimuoverla dal capo della persona, appoggiandola a terra e mostrando il volto del ragazzo, parzialmente ancora coperto da i lunghi capelli - questi erano sporchi, chiazzati in certi punti da sangue secco - e dalle gote del giovane si vedevano macchie di barba mal tenuta, per quanto scarsa fosse.
Subito Chopper iniziò a districarsi con gli zoccoli tra la massa di capelli che sembrava quasi senza fine, per certi versi, poiché non faceva a tempo a spostare un ciuffo che questo veniva subito sostituito da una ciocca nuova, chiedendo dunque l'aiuto di Zoro - il quale inizialmente aveva pensato che forse l'altro non riusciva a spostare bene i capelli per via degli zoccoli, ma il pensiero venne smentito nel mentre che a sua volta tentava di mettere in ordine quella infinita massa d'oro. Erano veramente troppi capelli, dannazione, tanto che si aggiunse perfino Robin stessa, andando a cercare delle mollette per tenerli fermi in definitivo -.
Una volta riusciti nell'intento, constatarono che sì, vi erano lividi e cicatrici, ma nulla di sanguinante ormai, se non una ferita affianco alla parte superiore dell'orecchio sinistro, esattamente sulla tempia... E in generale, nessuno di loro riuscí a trattenere un espressione sorpresa a guardare le sopracciglia del ragazzo.
-Sono...-
-Singolari- commentò Robin, completando la frase di Chopper, sorridendo appena.
-Sopracciglia curve! Mi piacciono, sono buffe shishishi-
Zoro non disse nulla, ma pareva abbastanza divertito nonostante tutto, piegandosi poi a prendere la fascia bagnata dentro al secchio che era stata lasciata affianco al letto, andando a porgerla a Chopper.

*

Zoro era rimasto nel silenzio più assoluto nel mentre che la ciurma faceva avanti ed indietro dall'infermeria, seduto sulla sedia posta contro alla parete, gettando occhiate - più di quante avrebbe voluto ammettere - all'ospite privo di sensi che lo incuriosiva, lo incuriosiva più di quanto cercasse di mostrare.
Forse era perché era così mal messo.
Forse era perché, dopotutto, sulla sua schiena nuda vi era un enorme tatuaggio nero con su scritto 66, il quale partiva dalle scapole e raggiungeva quasi il suo sedere.
O forse per la maschera che erano riusciti a rimuovere dal suo capo.
Di certo non si aspettava, in ogni caso, di rimanere ancora più incuriosito, quasi ipnotizzato, e perfino senza fiato nel momento in cui quei due occhi, in piena visuale, si spalancarono, guardando ogni singola persona nella stanza con il terrore puro dipinto in essi, misto allo shock e qualcos'altro che Zoro non riusciva a definire.
Il colore di quelle pupille.
Era stato il colore di quelle pupille a lasciarlo letteralmente senza aria da respirare: un celeste capace di rubarti il fiato e non restituirlo più, paragonabile al colore dell'Oceano, se non perfino più bello.
Non aveva mai visto un azzurro del genere in due occhi di una persona e sinceramente non credeva minimamente possibile il fatto che potesse anche solo esistere una simile tonalità di celeste negli occhi di un essere umano.
Fu in quel momento che Roronoa Zoro realizzò che molto probabilmente non sarebbe più stato capace di cancellare quello sguardo dalla mente... E questo significava che era decisamente e platealmente fottuto, qualsiasi cosa fosse capitata da quell'attimo in avanti.
Il pensiero ovviamente si interruppe quando il ragazzo, dopo qualche attimo di paralisi, non aprendo minimamente bocca, per allontanarsi da Chopper e da Luffy con le sue maniere espansionistiche, finí con lo scivolare giù dal letto e sbattere la schiena contro il mobile, non emettendo comunque alcun suono seppur il dolore dipinto sul suo volto nell'impatto.

*

Nessuno era ancora riuscito a fare parlare lo sconosciuto, ma una volta che Luffy, Nami e Robin lasciarono la stanza, facendo sempre rimanere Zoro, seduto sulla sedia e Chopper che parlava a mezza voce - con un tono cosí rassicurante che lo spadaccino avrebbe potuto addormentarsi a tratti - parve rilassarsi almeno un poco, tanto da lasciarsi toccare senza più cadere all'indietro -sobbalzando lo stesso, in ogni caso -, non avendo più quell'atteggiamento da animale in trappola, ma apparendo evidentemente più calmo, fissando Chopper e solo Chopper.
La renna, prima di fare qualsiasi cosa, annunciava al biondo l'azione che avrebbe svolto, chiedendogli sempre domande a cui potesse rispondere con l'annuire ed il negare.
Tra queste domande, in specifico, gli aveva chiesto se volesse mangiare della zuppa che Nami stava preparando e che avrebbe finito di fare a breve e nonostante i primi istanti di indecisione, il ragazzo annuì.
Gli aveva poi chiesto se riusciva a dirgli il suo nome tramite il linguaggio dei segni o cose del genere, ma il giovane aveva semplicemente scosso la testa, perfino quando gli aveva domandato se voleva provare a scriverlo.
Ciò lasciò Zoro abbastanza sorpreso e la stessa emozione venne mostrata sul volto della piccola renna, la quale aggrottò la fronte con turbamento, perfino.
"Che non voglia rivelare chi é?" Si domandò lo spadaccino, alzando il sopracciglio "O magari é altro?"
Con più o meno le stesse cose per la testa e provando dunque a porgere domande più lunghe e con più possibilità di diramazione, sperando di riuscire a chiarire più misteri sulla persona - se fosse stato analfabeta, sarebbe stato davvero, davvero un problema -, Chopper gli aveva lasciato un quadernino ed una penna sulle gambe.
All'istante, il ragazzo la aveva afferrata e aveva cominciato a scrivere qualcosa, non dando neppure il tempo necessario a Chopper per chiedere qualcosa, girando poi il foglio verso la renna.
Il dottore, una volta dopo aver visto la frase, batté le palpebre, ancora più confuso di prima, cercando di capire se aveva letto bene o meno, ritrovandosi però ad ammettere che non vi erano molti altri modi per vedere la frase o per confonderne il significato.
Sul foglio, infatti, vi era scritto un semplice 'Non ho soldi'.
-Non hai soldi?- chiese interrogativo Chopper, la confusione ancora più dipinta sul suo volto.
Il ragazzo scosse di nuovo la testa, confermando la negazione, apparendo a disagio per qualche motivo.
-E perché dovrebbe...- il dottore si bloccò, guardando fisso il paziente, il quale sembrava invece pronto ad alzarsi.
-Aspetta! Cosa fai? Non sei minimamente in grado di andare in giro di nuovo!- quasi urlò, agitato, non realizzando inizialmente la conseguenza di tale urlare, se non dopo.
Il biondo aveva subito posto entrambe le proprie braccia davanti a sé, raggomitolandosi contro il muro e tremando convulsamente, come se si aspettasse che la renna prendesse seriamente a colpirlo di punto in bianco solo perché aveva tentato di alzarsi dal letto.
-E...Ehi- Chopper deglutí a fatica -É tutto ok. Non ti voglio fare del male. É tutto ok- la renna lascio qualche delicata carezza sul braccio del ragazzo, abbassandoglielo lentamente, continuando a ripetere le stesse frasi come una litania.
Ci vollero diversi minuti per riuscire a calmarlo totalmente e ne servirono altri per riuscire di nuovo a riguadagnarsi quel poco di fiducia che aveva ottenuto all'inizio, cosí da riportarlo a guardarlo negli occhi.
-Perché mi hai scritto che non hai soldi?- gli chiese dunque, una volta dopo essere riuscito in tutte le cose precedenti, utilizzando un tono piuttosto calmo, appuntandosi di non alzarlo proprio, neppure per cause superiori, non con il ragazzo, almeno.
Il biondo parve non capire inizialmente la domanda, ma prese comunque il foglio, serrando le labbra nel mentre che la penna viaggiava sul foglio, girando poi nuovamente il quaderno.
'Non posso pagarvi' aveva scritto.
-Pagarci?- il dottore lo chiese, sempre più confuso.
Era bizzarro come il paziente avesse la capacità di lasciarlo totalmente incapace di capire dove la conversazione si sarebbe diramata, riempiendolo di punti di domanda.
-Perché dovresti pagarci?- aggiunse, quasi borbottandolo, per poi voltare la testa verso Zoro.
L'espressione dell'altro era altrettanto perplessa, perciò tornò al paziente, il quale aveva ricominciato a scrivere, mostrandolo nello stesso modo delle volte precedenti, solo che questa volta Chopper sbiancò a leggere le frasi.
'L'ospedale in cui ero andato mi ha fatto andare via perché non potevo pagare le mie cure'
Dire che la piccola renna percepì il proprio sangue ribollire di rabbia fu dire poco.
Quale medico, solo perché una persona era incapace di pagare, lasciava un ferito alle sue sorti?
Altro che medici, anzi, altro che uomini, quelli potevano definirsi dei demoni!
Una persona con un minimo di coscienza avrebbe potuto fare due più due con così facilità... E con altrettanta facilità avrebbe potuto mettere da parte un bene materiale come i soldi per curare una persona cosí messa male, era questione di umanità ed empatia!
Se non fosse stato per le cure che lui gli stava porgendo, molto probabilmente quel ragazzo sarebbe morto, dannazione!
-Non preoccuparti- fece dunque, cercando di controllare la propria rabbia -Noi non vogliamo che ci paghi, tranquillo. E comunque... non ti trovi in un ospedale. Perciò resta a letto. Ne hai bisogno, davvero-
Una strana luce pervase lo sguardo del ragazzo, prima forse di non comprensione, poi diventò totalmente illeggibile nel mentre che il biondo iniziava a scrivere di nuovo sul foglio.
'Dove mi trovo?'
-Su una barca-
'Siete dei pirati?'
-Sí, ma... Non ti faremo del male, davvero-
Un attimo di silenzio, poi il ragazzo scrisse ancora.
'Grazie'
-Di nulla- rispose la renna -Adesso vado a prendere la zuppa, cosí che potrai finalmente mangiare.-
La cosa che più scaldò il cuore al dottore, quando pronunciò tali frasi, fu l'espressione speranzosa che stravolse quel viso, mentre la lingua del giovane andava, quasi d'istinto, a leccarsi il labbro superiore, screpolato e parzialmente rotto, seguito da un ennesimo brontolio rumoroso di stomaco che lo fece arrossire come un pomodoro su tutto il volto e deglutire ripetutamente.
-Torno subito- il dottore non poté trattenersi dal dirlo, costringendosi ad allontanarsi dal letto, uscendo ed accelerando il passo verso la cucina della nave, cosí da rendere quel 'subito' il più letterale possibile in qualsiasi senso .

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