Chapitre 40
NEVER BE ALONE
La primavera si è conclusa ed ha lasciato posto all'estate, che all'inizio sembrava avere l'intenzione di durare per sempre, per poi, invece, scorrere veloce quanto un battito di ciglia. Io e Shawn siamo stati bene negli ultimi mesi, abbiamo stabilito la nostra routine come una coppia che ormai convive da anni e manteniamo l'intimità e il sentimento che c'è tra noi, cosa che, al contrario, molti conviventi non riescono a fare. La nostra relazione, anzi, è come un albero ai primi sbocchi: sta piantando radici solide e si prospetta crescere sempre più, fino a dare dei bellissimi frutti da cogliere quando ancora sono maturi. Niente è mai sembrato andare storto ed io continuo a chiedermi come abbia potuto anche solo esitare di fronte alla richiesta di Shawn di vivere con lui. L'attrazione che c'è tra noi ha raggiunto le stelle durante l'insolitamente calda stagione, soprattutto durante luglio, in cui le temperature hanno raggiunto il picco estivo. Se il caldo a molti dà alla testa, noi, ci ha uniti: è stato bello guardare il mio ragazzo girare mezzo nudo per casa e uscire dalla doccia, ancora gocciolante, il doppio del solito. E l'amore che provo per lui non fa che crescere ad ogni suo piccolo gesto, come portarmi al mare per un mese, giocare in spiaggia con me e farmi sentire a mio agio nel bikini. Insomma, la nostra storia sembra andare solo in salita ed inizio a credere che potremmo farcela, ad avere una relazione a distanza.
Settembre è arrivato senza preavviso. Durante le vacanze ho perso la cognizione del tempo, così non mi sono mai curata dei giorni che passavano, perché contava come passavano, ovvero con Shawn, il che apre la porta su un mondo meraviglioso. Comunque, il giorno della sua partenza è arrivato e, mentre lui finisce di fare le valigie, la sera prima, io preparo la cena.
Lasciando cuocere in forno il gratin al Munster, ricetta che mio padre preparava sempre il giovedì sera perché, quando «ancora» era viva, era il giorno libero della mamma, vado in camera e trovo Shawn intento a chiudere una valigia troppo piena. Lo scosto per sedermici sopra, così la zip è più facile da chiudere.
— Grazie — sussurra a capo chino.
Gli alzo il volto con una mano. — Cos'hai?
— Tu lo sai che ti amo, vero?
Mi guardo intorno e rispondo, ironica: — In realtà ho qualche dubbio, sai? — Gli prendo una mano e intreccio le dita alle sue. — Non ero certa se mi avessi chiesto di venire a vivere con te perché mi ami o perché ti sono simpatica.
Ridacchia e poggia la fronte alla mia. — Tesoro, qualsiasi cosa succederà, sappi che ti amo. Potranno circolare molte voci su di me, nei prossimi mesi, ma tu ricordati che ti amo, okay?
— So quanto i giornalisti cerchino lo scoop in ogni cosa — lo rassicuro. — E se non ci potessimo sentire tutti i giorni, tu, anche se non te lo posso dire di persona, cerca nella tua memoria la mia voce, perché ti ripeterà sempre che ti amo anche io.
— Prometto che ci sentiremo tutti i giorni. Ho vissuto con te negli ultimi cinque mesi, non posso stare più di qualche ora senza di te.
Gli sorrido complice e premo le labbra sulle sue. Shawn mi avvolge il busto con le sue braccia ed io gli poso le mani sul petto, prima che il timer del forno ci interrompa.
— Devo sfornare il gratin — informo Shawn, alzandomi.
Per tutta la cena teniamo le dita intrecciate, prima di andare a letto e fare l'amore.
Poso le mani sulle spalle di Shawn, mentre gli altri MagCon, armati di valigie, fingono di borbottare tra loro per non farci capire che stanno origliando la nostra conversazione.
— Ti amo — gli dico.
Il mio ragazzo mi circonda la vita con il braccio libero da uno dei bagagli e mi bacia sulle labbra. — Ti amo anche io, baby.
— Immagino sia il momento di darti questa — estraggo dalla tasca della gonna nera la collana che avevo richiesto, con la scritta «Take a piece of my heart». Gliela faccio passare attorno al collo ed il plettro riflette la luce al neon dell'aeroporto.
— Grazie, non dovevi.
— Giusto per... — Faccio un respiro profondo per trattenere le lacrime, ma non ci riesco. — Per ricordarti che il mio cuore è tuo, Shawn. Abbine cura. E non guardare altre ragazze, possibilmente.
Ridacchia e mi accarezza una guancia. — Non potrei mai guardare nessun'altra, perché io amo solo te. Amore, non piangere, ti prego, perché altrimenti potrei decidere di restare con te o di rapirti e portarti via con me.
— Non preoccuparti, adesso mi passa. Divertiti, ma non troppo — sottolineo.
— Vienimi a trovare, quando puoi — sussurra tra i miei capelli, quando mi accoccolo contro il suo petto. — E non lasciarti coinvolgere da Anne a fare stronzate, okay? Ti chiamerò tutti i giorni, sperando di azzeccare il fuso orario.
— Ti risponderò anche alle due di notte con l'aria da zombie, tanto mi hai già vista in quello stato.
— Sì, più o meno come quando hai il ciclo.
— Hai capito tutto di me — scherzo.
Mi alza il mento per baciarmi sulla fronte. — Spero di tornare prima che tu possa accorgerti che me ne sono andato.
— Pensa solo a divertirti con gli altri folli là dietro. Magari con Mahogany non divertirti, okay?
— Ma quanto sei gelosa? — scherza.
— Credo sia perché ci tengo, a te. E perché so che là fuori le ragazze sono dieci volte più belle di me.
— Non per me — ribatte con la fronte aggrottata. — Per me sarai sempre la più bella. E, comunque, ti amo per motivi più importanti.
— Prometto di provare ad essere meno gelosa — sospiro infine.
— Grazie. Ti amo — ripete facendo un passo indietro.
— Ti amo anche io — rispondo con un sorriso incoraggiante, mentre mostra il biglietto aereo al personale dell'aeroporto, per dirigersi verso il suo aereo.
Anche gli altri MagCon mi salutano, tutti con un abbraccio ed un «Ci vediamo presto», mentre Cameron, per ultimo, mi consegna una lista delle loro tappe. — Vieni davvero a trovarci, avremo bisogno di te. — Si volta verso il gate. — Lui ne avrà bisogno.
— Grazie, Cam. — Lo abbraccio. — Mi raccomando, va bene? Non fate cazzate troppo grosse.
— Ci penso io, tranquilla.
— Non voglio sembrare la mamma iperprotettiva, ma...
— È normale che tu ti preoccupi, Cheri, sei la sua ragazza. Convivete, Cristo! Sei forse troppo calma, anzi.
— Grazie — gli dico con un sorriso.
— Allora a più presto di quanto noi crediamo, Cheri.
— Sì, a presto.
Appena vedo l'aereo decollare, torno a casa e mi siedo sul divano beige che io e Shawn abbiamo messo di spalle alla parete in vetro e di fronte ad un tavolo da fumo con una candela profumata. Chiudo gli occhi, cercando di reprimere il senso di mancanza che questo appartamento vuoto, senza Shawn, mi fa provare.
Perché, Dio, lui già mi manca da morire.
FINE
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