Chapitre 37
THE WEIGHT
Frugo tra le cose di mio fratello che mi hanno costretta a portare in cantina, ma trovo soltanto i suoi vestiti, i suoi libri, il suo pallone da calcio. Poi, ritrovata la copia di nostro padre de Il piccolo principe, la apro con nostalgia e la sfoglio per trovare le sottolineature di mio fratello. Leggiucchiando, però, un foglio a quadretti piegato in quattro parti cade dal nulla. Lo apro e scopro che è una lettera. Una lettera per me. La leggo attentamente dopo essermi seduta su uno scatolone.
Cara Choupinette,
Mi dispiace. So che quello che sto per fare ti ferirà, ma tu, a quanto pare, puoi cavartela anche senza di me. Da quando ci siamo trasferiti a Toronto sei cambiata. Sei diventata più indipendente, più adulta, più donna. Senza di me. Spero che sarai felice, adesso che hai trovato l'amore. Sorellina, ho capito quanto importante sia Shawn per te e mi dispiace di essere stato geloso di te, perché so che prima o poi sarebbe successo comunque, che prima o poi saresti cresciuta. Solo non pensavo così in fretta.
Da una parte te lo meriti, però, Cheri. Ti meriti di perdermi. Non pensavo che proprio tu potessi tradirmi in questo modo. Sapevi che io avevo bisogno di tempo prima di riallacciare i rapporti con la mamma e tu sei corsa da lei appena hai saputo che era viva. Potrebbe sembrare egoistico, ma mi ha fatto male vederti con lei a giro per il centro. Avrei solo voluto che mi aspettassi. Adesso non hai più niente da aspettare. Adesso puoi vivere come vuoi.
Buona fortuna, sorellina. Ti auguro una bella vita
Eric
Rileggo più volte la lettera senza comprenderla a pieno. Eric non può aver davvero pensato che io volessi ferirlo o che non fossi abbastanza paziente con lui. Ogni volta che tentavo di aprire il discorso lui mi zittiva e credo non avesse nemmeno l'intenzione di prendersi il suo tempo, ma semplicemente di restare senza vederla. Non ci credo che si sia tolto la vita per questo, mio fratello non era così, mi avrebbe chiesto spiegazioni, se davvero si fosse sentito tradito. Capisco che pensasse che sono cresciuta troppo in fretta, ma non è un buon motivo per arrivare a tanto. Mi riprometto di approfondire questa storia e rimetto la lettera nel libro, che mi tengo stretto al petto mentre salgo le scale fino all'atrio del condominio, dove trovo Shawn mentre parla con un'anziana che vive al primo piano.
— È stato un piacere conoscerla, Mrs. Prince.
— Il piacere è tutto mio, giovanotto, e grazie dell'aiuto.
— Non c'è problema.
Quando la donna esce, facendomi un occhiolino, mi avvicino a lui. — Non devo preoccuparmi che tu mi tradisca con la mia vicina, vero?
Ride tra i miei capelli mentre mi abbraccia. — No, non devi — sussurra con un sorriso ed a me scappa una risata quando abbassa il capo e mi solletica il collo con i capelli.
— Non si sa mai, visto che sei un ottimo partito.
— Non sono più un partito, visto che sono impegnato.
— Ottima risposta, dieci punti a Grifondoro!
Mi prende la mano e mi chiede cos'abbia. Non devo avere una bella cera, dopo quello che ho letto.
Scuoto la testa con un sorriso. — Ho solo ritrovato il libro preferito di mio padre.
— Il piccolo principe — legge prendendolo delicatamente.
— Ti dispiace se... — inizio, tendendomi per riprenderlo.
— Oh, scusa, tieni.
— Grazie. Scusa, è... — Non so come spiegargli ciò che ho trovato nel libro, ciò che ho letto, i miei dubbi, il mio dolore... So solo che voglio aspettare di saperne di più prima di parlargliene.
— Importante, già. Posso immaginarlo — mi interrompe ed io ringrazio il cielo di non dovergli alcuna spiegazione, per adesso.
— Magari una volta potremmo leggerlo insieme — propongo per alleggerire la tensione.
— Mi farebbe piacere — risponde con un gran sorriso. — Andiamo.
— Dove?
— È una sorpresa. Zitta e seguimi.
— «Zitta e seguimi» a me, Shawn? — mi infastidisco.
— Scusa, babe. Puoi, gentilmente, venire con me?
— Dillo in francese — scherzo.
— Est-ce que tu pourrais venir avec moi?
— Manca «gentilmente» — continuo a farmi beffe di lui.
— Non so come si dice!
— Scherzavo, andiamo.
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