Chapitre 30

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— Come ti senti a questo proposito? — mi chiede Anne dopo che le ho raccontato la notizia di Shawn.
Scuoto la testa lentamente, mordendomi il labbro inferiore, e distolgo lo sguardo da lei. — Non lo so... confusa, credo. Sono felice, triste, impaurita, sicura... Sono contenta per lui, ma addolorata perché so che staremo lontani per un bel po'; sono sicura che ci amiamo e che staremo bene, ma ho paura che succeda qualcosa di brutto. Non mi sono mai sentita così in contrasto con me stessa prima d'ora, Anne. Potrei piangere sorridendo da un momento all'altro, gridare ridendo... — Sospiro mentre una lacrima scende lungo la mia guancia. Non mi preoccupo di asciugarla.
— E Shawn, che ne pensa?
— Credo che la sua situazione non sia differente dalla mia. — Mi porto una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo e strizzo gli occhi per non sentirli bruciare dal pianto. — Non so che fare — ammetto in un sussurro.
Anne si alza dalla sua sedia e si inginocchia accanto a me per abbracciarmi. — Andrà tutto bene, te lo prometto. Lo faremo andare bene. Meriti di essere felice, Cheri, e lo sarai. Ogni volta che Shawn sarà via e ne sentirai la mancanza io ci sarò. Ogni volta che ne avrai bisogno, lo potrai chiamare. Potremmo anche fargli una sorpresa, ogni tanto, e andare a trovarlo!
Annuisco e tiro su con il naso. Mi passa un fazzoletto e io mi asciugo il viso. Devo riprendermi, Anne ha ragione: andrà bene.
— Aspetta, ma non mi hai detto cos'è successo stanotte! — si ricorda con una finta faccia offesa.
Faccio un piccolo sorriso e, mentre le racconto tutto sottovoce, penso che, mentre Shawn sarà via, io avrò sempre il ricordo dei nostri momenti assieme a farmi compagnia.

— Cosa pensavi di prendergli?
— Non lo so, Anne, tu non avresti nemmeno dovuto sapere che gli voglio fare un regalo.
— Cosa?! Perché?
— Non sai mantenere i segreti a lungo termine — ammetto con un sorriso affettuoso.
Sbuffa e abbassa lo sguardo, tirando dritto, ma la afferro per il colletto della maglietta quando passiamo davanti a un negozio di articoli per strumenti musicali.
— Ho. Trovato — dico lentamente.
Entriamo e, esposti sul bancone, vi sono delle collane con dei plettri per chitarra personalizzabili. Ne chiedo una al signore dietro al banco e gli do le indicazioni: davanti la firma di Shawn e dietro l'incisione Take a piece of my heart, «Prendi un pezzo del mio cuore», perché la musica di Shawn mi ha conquistata più di quanto qualsiasi altra cosa potrà mai fare, e so che la sua voce sarà il modo migliore per superare il periodo della sua assenza.
Do il mio numero al venditore per farmi inviare un messaggio quando il plettro sarà pronto prima di uscire felice di aver trovato qualcosa di adatto a Shawn.
Anne mi ferma di fronte a un negozio di vestiti e mi indica un paio di shorts rosa esposti in vetrina. — Sarebbero perfetti per te.
Li guardo bene e devo ammettere che mi piacciono. Continuiamo a fare shopping – non pensavo potesse piacermi – fino a sera, quando torniamo ognuna a casa propria. Ad aprire la porta, però, è un Eric alquanto furioso. Mi rendo conto soltanto adesso di essere sparita per tutto il giorno; chissà cosa deve aver pensato mio fratello, soprattutto dopo essere uscita nel bel mezzo della notte e non essere più tornata. Forse che qualcuno mi avesse fatto del male o che, addirittura, fossi morta. Mi dispiace di non avergli scritto né essermi minimamente ricordata di lui. Se lo avessi fatto, probabilmente, adesso non dovrei dirgli cosa ho realmente fatto stanotte. Non sono mai riuscita a mentire, soprattutto a Eric, e so che questa volta non potrò essere da meno, come so che appena saprà che ho perso la verginità con Shawn darà di matto. Be', più di quanto non stia già facendo, credo.
Cammina da una parte all'altra del salotto dopo avermi lasciata sulla porta; si passa ripetutamente le mani tra i capelli gridando in francese tutta la sua preoccupazione che mi fosse successo qualcosa e, se non fossi troppo impegnata a fissare il pavimento completamente in imbarazzo, scoppierei a ridere per le espressioni confuse di M.me Taylor e delle sue figlie.
On peut savoir où tu étais, bordel?! — sbotta alla fine Eric, facendomi stringere la testa tra le spalle. L'unica cosa che vorrei adesso è seppellirvi il mio viso così da non essere costretta a confessare sotto il suo sguardo.
— Non vuoi saperlo davvero — sussurro flebilmente.
Mio fratello mi raggiunge a grandi falcate e mi afferra il mento per far sì che io lo guardi negli occhi. — Cheri, ti rendi conto che ti credevo morta? — ringhia a denti stretti per trattenersi. — Ho pensato agli scenari più terribili, perfino che ti avessero stuprata, investita o accoltellata e che sarei dovuto venire a trovarti dall'ospedale, o che la polizia mi venisse a dire di averti ritrovata in una pozza di sangue chissà dove. Perciò sì, Cheri, voglio. Sapere. Dove. Sei. Stata! — esplode infine, incapace di mantenere un livello basso di voce.
Mi accorgo di star piangendo e mi lascio scappare un singhiozzo quando mi lascia andare. Provo ad asciugarmi il viso con il dorso di una mano, ma le lacrime scendono incessanti. Ho paura. Ho paura che mio fratello alzi le mani su di me dalla collera. Ho paura che vada da Shawn. Ho paura che gridi ancora. Ho paura che in questo momento pensi che mi sia davvero stato fatto del male, mentre ho passato la notte migliore della mia vita con la persona migliore che io conosca.
Eric sembra addolcirsi e fa per avvicinarsi, ma istintivamente mi allontano.
— S-sono stata a fa-fa-fare una passeggiata — sussurro tra i singhiozzi. — Ho vi-visto papà. Lo vedevo o-ovunque. Po-po-poi Sh-Shawn mi ha aiutata. Sono s-stata a ca-asa sua.
Arrossisco, ma non quanto mio fratello che, più arrabbiato di prima, mi afferra un braccio e mi chiede: — Dimmi che non avete fatto sesso.
Sto per correggerlo, perché io e Shawn abbiamo fatto l'amore, ma Eric non sembra volerlo sentire, perciò distolgo lo sguardo. Mi sento trascinare e in un attimo ho sceso le scale e sono fuori dall'edificio, verso non so dove.
Torno ad avere paura.

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