Chapitre 28

KID IN LOVE

— Calmati, adesso — mi dice con calma rassicurante Shawn. — Cos'è successo?
— Ogni tanto nei miei sogni ci sono ricordi di mio padre che mi provocano delle crisi. Ogni cosa che mi circonda riporta a galla dei momenti passati con lui e fa male prendere coscienza che... — Sospiro e chiudo gli occhi. — Che non c'è più.
— Resta qui stanotte — mi propone accarezzandomi una guancia.
— Non so se...
— È tardi, Cheri — mi interrompe.
Faccio un respiro profondo riflettendoci su, poi accetto perché è troppo buio per tornarmene a casa a piedi e la macchina di Shawn è dal meccanico per la revisione.
— Vieni — mi invita porgendomi la mano. — Buonanotte, mamma.
— 'Notte, Shawnie. È stato un piacere conoscerti, Cheri! — mi saluta sua madre Karen.
— Anche per me, Mrs Mendes.
— Chiamami Karen, tesoro.
— Okay — rispondo con una scrollata di spalle e un sorriso. — Allora buonanotte, Karen.
— Dormirete insieme? — allude Aaliyah.
Guardo Shawn in attesa di una sua risposta, perché io non ne ho la più pallida idea. — No, giocheremo a carte — dice ironico. — Certo che sì.
Sorrido mentre lo seguo in camera sua e arrossisco quando si sfila la maglietta. Distolgo lo sguardo dal suo petto con il volto in fiamme. È. Troppo. Perfetto.
— Vado a chiedere ad Aaliyah dei vestiti da prestarti.
— È imbarazzante sapere che mi stanno i vestiti di tua sorella — ammetto ridacchiando.
— Sei piccola, è normale — si beffeggia di me mentre mi siedo sul suo letto.
— Sei tu che sei un armadio! — faccio finta di offendermi. — Sei alto, ti alleni tutti i santi giorni e faresti del male a un bisonte con i bicipiti che ti ritrovi! Sei... — Sospiro con un sorriso imbarazzato. — Scusa se te lo dico, ma sei un gran bel pezzo di figliolo.
Scoppia a ridere e si china su di me per baciarmi. — Anche tu non sei male — scherza.
Preme di nuovo le labbra sulle mie e, spinta da non so quale coraggio, gli avvolgo le braccia attorno al collo per portarlo giù con me quando mi lascio cadere sul letto con la schiena. Fremo quando stuzzica il bordo del mio vestito e non riesco a fare a meno di passare le mani tra i suoi capelli. Sono morbidi e setosi e tra le mie dita scivolano come sabbia. Sospira sulle mie labbra quando tiro leggermente le punte ed è un suono paradisiaco per me. Quando la sua mano scivola sotto la gonna mi ritraggo. Il contatto del suo palmo sulla pelle della mia coscia rende tutto così reale e... ho paura. Ho paura di quello che stiamo per fare. Non che non voglia, anzi, desidero così tanto portare la nostra relazione a un livello più intimo, ma... sono vergine, come era presumibile dal fatto che ho baciato un ragazzo solo una volta prima di Shawn, e... non lo so... qualcosa mi frena. Forse tutta quella storia del dolore, del sangue e della rottura dell'imene. Eppure, se riesco a superare questo ostacolo, so che raggiungerò un altro livello di amore per Shawn e me stessa.
— È tutto okay? — mi chiede premuroso.
— Io... — Esito, per timore della sua reazione. Sono sicura che mi ami, ma come la prenderà? Chiudo gli occhi senza riuscire a guardarlo. — Sono vergine — sussurro.
— Oh... Oh. Se non... insomma...
— Shawn, chiedimelo e basta — scherzo per allentare la tensione.
— Dico solo che non c'è problema se non vuoi... ecco...
— È proprio questo a cui sto pensando. Voglio, davvero, ma... ho paura, credo.
— L'ultima cosa che devi avere è paura, baby — mi rassicura. — Non ti farò del male e, se succederà, mi fermerò.
Mi imbarazza affrontare questo argomento! Non ho mai avuto una figura femminile nella mia vita con cui parlare di sessualità, e farlo adesso per la prima volta mi fa arrossire, soprattutto perché Shawn sta attento alle parole che usa, okay, ma tutto nelle sue frasi mi fa capire che sta parlando di sesso e mi fa realizzare che, evidentemente, il mio momento è davvero arrivato. Molte mie compagne di corso hanno perso la verginità tra i quattordici e i sedici anni e non fanno altro che parlare di sesso con questo o quell'altro ragazzo.
Annuisco cercando di convincermi che andrà tutto bene. — Okay.
— Okay? — ripete un po' incredulo.
— Okay — confermo con ritrovato entusiasmo.
Vedendo che rimane fermo ed esitante, lo bacio con tutto il trasporto che riesco a trovare in me. Sospira tremante e accarezza la pelle della mia gamba dolcemente. Inarco la schiena per fargli abbassare la zip del vestito e, con le mani tremanti, non riesce a slacciarmi il reggiseno. Sorride con la fronte contro la mia e sussurra un «holy shit», che credo significhi «porca merda» o qualcosa del genere. Ridacchio e poso le mani sulle sue per scostarle leggermente e togliere i gancetti dai loro buchi. Shawn fa un respiro profondo e sovrasta il mio piccolo corpo con il suo, maestoso, che contrae gli addominali ed i bicipiti in un modo troppo sexy per potergli resistere.
Le parole diventano gesti, i «ti amo» carezze, tutto in un attimo. Questa notte è nostra, mentre riusciamo a toccare i cuori l'uno dell'altro con l'incastro perfetto delle nostre membra. Diventiamo un intreccio di arti e lenzuola, di sospiri e sussurri. Questa notte è nostra, mentre creiamo un terzo spazio tra noi, dove il mare incontra il cielo, dove ci sembra di poter toccare le stelle con un dito. Sfioriamo le incertezze, accarezziamo le paure, culliamo le parole non dette. Questa notte, e quella che verrà, e tutte quelle successive, sono nostre, mentre il sole regala un raggio alla luna e le bacia il viso dolcemente. E noi ci baciamo, ci tocchiamo, ci esploriamo a vicenda, curiosi, fragili. Cancelliamo le cicatrici, per una notte, e rimettiamo insieme i cocci, prima che la luce del giorno ci rompa di nuovo. Perché stanotte siamo solo noi due, spogli dei problemi e dei dolori. Stanotte siamo perfetti l'uno per l'altra. Stanotte siamo perfetti l'uno con l'altra.

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