Chapitre 18

UNDERSTAND

Où tu as été? — mi grida addosso mio fratello.
Chez Shawn — sussurro.
Tu te comportes comme une putain, Cheri!
Nous n'avons rien fait!
Est-ce que tu es sûre?
Oui, nous n'avons pas couché ensemble, si c'est que tu veux dire.
Sospira e chiude gli occhi. — Fais attention, Choupinette.
Non mi chiamava «Choupinette», cucciola, da una vita. Gli sorrido dolcemente e lo rassicuro: — C'est un bon garçon.
Annuisce poco convinto, mentre io controllo le e-mail. Per prima leggo quella di mia madre.
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Da: Justine Doucet
A: Cheri Josseaume
Oggetto: Privato
Cara Cheri,
Ti prego di non far leggere questa e-mail a tuo fratello. So che lui non si sente pronto a incontrarmi, ma se non vuoi aspettare possiamo trovarci d'accordo e incontrarci senza Eric. La verità è che ho bisogno di vederti. Adesso che sai che sono viva, guardarti da lontano non mi basta più, rivoglio la mia bambina. Se non te la senti lo capirò. Nel frattempo potremmo parlare del giovane Mendes ;)
Mamma
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Da: Cheri Josseaume
A: Justine Doucet
Oggetto: Shawn
Cara mamma,
Non mi piace fare le cose all'oscuro di Eric, perciò lo aspetterò; ognuno ha i propri tempi. Spero rispetterai la mia decisione.
Shawn è... semplicemente fantastico. È gentile, piacevole, solare, simpatico, divertente ed intelligente. Ho ascoltato una sua canzone, Life of the party, che mi ha confidato essere riuscito a concludere ispirandosi a me. Ne sono molto onorata. Lui è molto talentuoso, ha una voce pura ma emozionante, limpida ma graffiante. Il modo in cui pizzica le corde della chitarra, poi, è idilliaco. Riesce a trasportarti in un altro mondo con la sua musica. È un ragazzo speciale e spero tu la pensi come me.
Scrivimi presto,
Cheri
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Da: Justine Doucet
A: Cheri Josseaume
Oggetto: RE: Shawn
Oh, tesoro,
Certo che rispetto la tua decisione, lo farò sempre.
Il modo in cui descrivi Shawn è semplicemente paradisiaco. Si capisce che tieni a lui. L'ho conosciuto, sai? Appena trasferitami a Toronto. L'ho sentito cantare mentre suonava la chitarra, seduto su una panchina, e mi ha stregata. Credo sia un ragazzo magnifico (e molto carino, aggiungerei) e ti auguro di vivere a pieno e a lungo la tua storia d'amore con lui.
Segui sempre il tuo cuore, piccolina mia.
Mamma
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Ridacchio leggendo la sua risposta. Già, Shawn è anche molto carino, diciamo così. La realtà è che è bellissimo, con il suo fisico asciutto, l'altezza disarmante, le braccia possenti, il sorriso emozionante... persino l'occhio pigro. Informerò Shawn che ha conosciuto mia madre appena lo vedrò. Di certo non posso dirglielo per mail, è una questione importante.

Mi sto facendo una treccia con i capelli, il mattino dopo, quando suona il citofono. Mentre Annabelle va a rispondere controllo il mio abbigliamento: la camicia bianca infilata nei jeans chiari a vita alta mi fa un po' caldo, ma è di cotone leggero e mi fa sentire a mio agio. Prendo la borsa per andare a prendere l'autobus con le mie sorellastre, ma tutti mi guardano con curiosità.
— Cosa? — chiedo.
— Ti è venuto a prendere Shawn Mendes — esclama scioccata Adelina. — Voglio dire, Shawn Mendes!
— Davvero? — domando con un mezzo sorriso. Non me lo aveva detto. — Allora vado, ci vediamo.
Scendo le scale mentre le mie sorellastre ancora sclerano sul fatto che Shawn sia venuto a prendermi e riesco a non sentirle più solo una volta in macchina.
— Buongiorno, babe — mi saluta.
— Buondì — rispondo. — Aaliyah? — gli chiedo quando noto che non c'è.
— È malata, starà a casa per minimo una settimana.
— Mi dispiace, niente di grave, vero?
— È solo influenza, tranquilla. — Fa un sorrisetto. — Sei in macchina da due minuti e non ho ancora ricevuto il mio bonus — scherza.
Ridacchio, prima di sporgermi per dargli un bacio sulla guancia.
Mentre Shawn guida – devo ammettere che è maledettamente sexy il modo in cui piega il braccio per svoltare – mi tiene una mano sulla gamba ed io arrossisco dal calore che diffonde sulla mia pelle. È una cosa dolce, credo, ma del tutto nuova per me.
Abbasso leggermente il volume della radio. — Devo dirti una cosa.
— Va tutto bene? — mi chiede subito con un'occhiata fugace, prima di tornare a guardare la strada.
— Be', credo di sì. Ricordi quando ti ho detto che mia madre è morta quando ero piccola?
Annuisce corrucciato. È adorabile il modo in cui aggrotta la fronte!
— Ho scoperto che non è vero. A quanto pare era coinvolta in non so cosa che l'ha costretta a fingere la sua morte. Allegata al suo testamento vi era una lettera per me che avrei dovuto leggere una volta morto mio padre. Prima viveva a Londra, ma adesso è qui a Toronto. Vive in Adelaide Street. E... mi ha scritto in un'e-mail che tu l'hai conosciuta.
— Seriamente? — chiede, adesso sorpreso.
Faccio un sorriso divertito dal suo stupore, perché sembra più scioccato lui di quanto lo fossi io quando l'ho scoperto. — Appena è arrivata, pochi giorni prima che io e te ci conoscessimo.
Sembra fare mente locale, poi il suo volto si illumina. — Adesso ricordo! Quando ti ho vista mi hai ricordato qualcuno, ma non riuscivo a capire chi. Una donna mi aveva ascoltato cantare e mi si era avvicinata dicendomi che anche suo marito suonava la chitarra, ma che i suoi figli non ci erano mai riusciti.
— È vero — sussurro con sguardo basso, — mio padre suonava sempre e a me piaceva cantare le nostre canzoni preferite mentre lo faceva. Sin da piccola ero stregata dalla sua passione per la musica, che riversava tutta sulle corde. Mio fratello invece non ha mai avuto il senso dell'intonazione né del ritmo. — Ridacchio mentre Shawn accosta nel parcheggio della scuola.
Mi fa piacere parlare con così tanta leggerezza del mio passato a Shawn e sono felice di averne il tempo grazie al tragitto da Toronto a Pickering.
— Grazie — gli dico con un sorriso imbarazzato. — Per tutto.
Mi accarezza la gamba. — Pensi di andare a trovarla?
— Eric non se la sente. Non so se ho il coraggio di andarci da sola — ammetto.
— Potrei venire con te — propone.
— Davvero?
— Certo. — Mi lascia un tenero bacio sulla guancia.
Un brivido mi corre lungo la schiena. Ci conosciamo da poco, eppure mi sento come se lo conoscessi da una vita. D'altronde, per i sentimenti non esiste tempo. Per il cuore un anno e un attimo non fanno differenza.
— Grazie — ripeto prima di aprire lo sportello della macchina.
— Cheri — mi richiama mentre cammino verso l'ingresso della Pine Ridge.
— Sì?
— Ci vediamo dopo, baby.
Baby. Mio Dio, il modo in cui lo dice è così emozionante! Mi batte forte il cuore mentre la sua voce rimbalza da una parte all'altra del mio cervello. Baby. Baby. Baby.
— Okay — sussurro con un piccolo sorriso. Lo saluto con un cenno della mano e mi volto di nuovo verso l'edificio scolastico assicurandomi la borsa sulla spalla. Saltello per raggiungere Anne e ridacchio come un'ebete. Baby. Baby. Baby.

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