Chapitre 16
THIS IS WHAT IT TAKES
Guardo Lisa con dispiacere, nonostante non riesca a pentirmi di ciò che ho sentito nell'avere Shawn così vicino a me. È stato intenso, anche se non c'è stato effettivamente niente.
Lisa se ne va con una mano davanti alla bocca e io guardo Shawn allargando le braccia. — Forse avresti dovuto dire qualcosa — gli suggerisco.
Sbatte gli occhi, come se si fosse risvegliato da un sogno. — Mmm?
Apro la bocca e mi guardo intorno. — Terra chiama Shawn! — esclamo, riportando lo sguardo su di lui. — Lisa ha appena visto te e me così vicini e ha di sicuro pensato che ci siamo baciati, avresti dovuto dire qualcosa o seguirla! È la tua ragazza, non la mia!
— Faccio difficoltà a crederlo, ormai — sussurra flebilmente, abbassando lo sguardo.
Gli poso una mano sulla spalla e lui mi guarda con gli occhi che brillano. — A che pensi? — gli chiedo con dolcezza.
— È strano... sinceramente non mi importa di Lisa — mi confessa.
Sbatto le palpebre più volte, stupita. — E allora di cosa ti importa?
Mi fa un sorriso che mi fa sciogliere e mi mette le mani sui fianchi. Si abbassa e preme le labbra sulla mia fronte, dolcemente. — Se quello che serve per essere felice è lasciare Lisa, lasciami essere quello che sopporta il dolore.
— Mi dispiace — sussurro.
Fa un mezzo sorriso e mi abbraccia. Mi alzo sulle punte dei piedi per non farlo abbassare troppo e lui mi afferra per il retro delle ginocchia per caricarmi sulla sua spalla, facendomi scoppiare a ridere con un gridolino. — Shawn! Che stai facendo?
— Non lo so — ammette, abbassandomi di poco in una posizione abbastanza scomoda. Mi sento scivolare lungo il suo petto, così mi affretto ad aggrapparmi a lui come un koala, mettendogli le braccia attorno al collo e le gambe attorno al bacino per non cadere né far alzare il vestito. Si mette a ridere e intreccia le dita sulla mia schiena. — È che quando sono con te mi sento di fare cose stupide.
— Molto stupide, direi — commento ridendo. — Qualcos'altro di stupido?
Annuisce e mi bacia il naso. Mi sento a disagio in questa situazione, sta facendo tutto ciò che non dovrebbe fare, eppure non riesco a staccarmi da lui. Vorrei dirgli di smetterla perché non è giusto nei confronti di Lisa, ma mi sta addomesticando come il piccolo principe con la sua volpe. Mi dà dei piccoli baci sulla punta del naso e sulle guance ed io sorrido, dimenticando per un attimo che la volpe, dopo essere stata addomesticata, ha sofferto per il piccolo principe.
Quando finalmente – più o meno – Shawn mi lascia andare, torniamo dagli altri, che ridono e scherzano mentre Lisa ancora piange nell'angolo del divano, facendomi tornare il senso di colpa.
— Be'? — mi sussurra Anne appena mi siedo accanto a lei.
— Cosa?
— Vi siete baciati?
Scuoto la testa con un sorriso di scuse.
— E allora cos'avete fatto? — mi chiede Agnes sottovoce.
Mi stringo nelle spalle. — Abbiamo parlato. Credo sia molto più produttivo.
— Lo sapevo — si intromette Lisa, mettendo i gomiti sul tavolo. Non pensavo riuscisse a sentire ciò che dicevamo! — Volevate solo separarmi da Shawn!
Mi sento lo sguardo di Shawn addosso, ma non riesco a sostenerne il peso. Mi alzo e cammino velocemente fuori, fino a quando non mi sento afferrare per il braccio. — È vero? — mi chiede Shawn, inchiodando i suoi occhi nei miei. — Ti sei inventata tutto in modo che lasciassi Lisa?
— No! — esclamo scioccata. Mi libero dalla sua presa e sgrano gli occhi: non ci credo che pensi che io possa fare una cosa del genere! — Non lo farei mai, Shawn. È vero, gli altri volevano dividervi, ma non arriverei mai a mentirti.
Si passa una mano sulla faccia e si volta verso l'entrata del locale.
— Non mi credi? – sussurro.
— Non lo so. Non so più cosa credere.
— Non sono quel genere di persona, credevo lo sapessi.
Fa per parlare quando torna a guardarmi, ma poi abbassa lo sguardo e si morde un labbro per la frustrazione. — Non so che dirti, Cheri.
— Dimmi che mi credi, che non sei così cieco da non vedere quanto falsa sia Lisa!
Scuote la testa e mi alza il mento con un dito. — Sono confuso. Hai stravolto tutto il mio mondo. E la cosa peggiore è che lo hai fatto in senso positivo. Mi fai sentire di nuovo vivo e capace di amare.
Amare? mi ripeto. Spalanco gli occhi e schiudo la bocca dalla sorpresa.
— Ti voglio bene — si spiega. — No, che dico, ti voglio molto più che bene. Non so se è amore romantico, ma il fatto che io non ti ami come amerei la mia ragazza non significa che non ti ami con tutto me stesso.
Gli sorrido come a dirgli che ho capito ciò che intende. — Non esiste un modo soltanto di amare. Anche io ti amo, solo in un modo diverso da come amo mio fratello o Anne.
Mi accarezza una guancia e mi lascia un bacio sull'altra. — Ti va di fare una passeggiata?
Annuisco sorridendo e mi lascio avvolgere le spalle con un braccio.
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