Chapitre 12

RUIN

Durante il pomeriggio spengo il cellulare e non accendo il computer per resistere alla tentazione di leggere le mail di Shawn. Non lo voglio nella mia vita, fino ad ora mi ha portato solo guai. Più o meno. Okay, mi sono divertita molto, perché lui è molto dolce e divertente. Ma rimane il fatto che non voglio avere problemi, né con mio fratello né con Lisa. Suona il citofono e, dato che nessuno si muove, vado a sentire chi sia. Scendo per firmare il documento di trasporto al postino e prendo le scatole di vestiti per Adelina ed Annabelle. In più mi consegna una lettera. Controllo per chi è mentre salgo in ascensore.

Cheri Josseaume
3829 Bay Street,
Toronto, ON M5J 2R8

È scritto in una calligrafia ordinata con una penna blu, ma non c'è mittente. Il francobollo blu con Notre-Dame stilizzata in bianco mi suggerisce che sia una lettera proveniente da Parigi. Ma chi potrebbe mai scrivermi? I miei amici mi scrivono su Whatsapp o Skype, non usano lettere, e non ho nessun altro lì.
Porto le scatole in camera delle sorelle e mi siedo sul loro letto, dato che loro non ci sono. La lettera è scritta in inglese e composta da due pagine, la prima scritta al computer e la seconda a mano con una calligrafia diversa da quella sulla busta su un foglio ingiallito a righe. Leggo prima il foglio scritto al computer.

Rimango un po' scossa. Dopo la morte di mio padre abbiamo sistemato tutte le questioni burocratiche e abbiamo rispettato i suoi voleri, non sapevamo fossero parte di quelli di nostra madre. E poi, perché dovrei perdonarla? Con la fronte aggrottata, mi affretto a leggere la sua lettera, scritta in francese.

Devo rileggere altre tre volte la lettera per capirne un minimo di significato. Mi porto una mano alla bocca piangendo. La mamma è viva? Cioè, sono passati circa diciassette anni, non ho la certezza né che sia ancora viva né che questo sia più il suo indirizzo. Ma perché M. Bourgeois mi avrebbe mandato la sua lettera, se non lo fosse? Mi affretto a correre in camera mia, con il cuore che pompa a mille, e accendo il computer. Sono tentata di leggere tutte le mail di Shawn, ma mi faccio forza e clicco su «SCRIVI». Devo sapere se mia madre è ancora viva, se posso tornare ad avere un genitore, se posso scappare da questo incubo, cos'ha fatto in diciassette anni, se le sono mancata. Devo sapere tutto. Semplicemente devo sapere.
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Da: Cherie Josseaume
A: Justine Doucet <[email protected]>
Oggetto:
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Mi blocco con le dita sui tasti. Cosa le scrivo? «Ehi, mamma, sono la figlia che hai abbandonato diciassette anni fa, sei ancora viva?»? Chiudo il PC e mi passo una mano sulla faccia facendo un respiro profondo. Non essere ridicola, mi dico. Incrocio le braccia al petto, poi porto una mano alla bocca e mangiucchio l'unghia del pollice, continuando a fissare il computer pensierosa. Cosa dovrei fare? Inizio a mettere in dubbio anche il fatto che io debba scriverle. Sbuffo, mi alzo per poi buttarmi sul letto e mettere il computer accanto al mio volto. Lo apro, fisso l'e-mail ancora in bianco e lo richiudo per un paio di volte, prima dell'ora di cena.

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