E Se...avessero Incontrato Sherlock E John?
Ora vorrei ritornare con la mia attenzione, lasciando al suo tragico destino il Dottore e sua figlia, alle nostre creature soprannaturali.
Li ho lasciati, per breve tempo, mentre si stavano preparando per partire per i Caraibi.
In questo momento loro si trovano in Giamaica, una delle isole più belle dell'arcipelago. Quella è una meta perfetta per gli amanti di natura e animali, ma anche per chi vuole godersi la vita cittadina: nella capitale, Kingston, si trovano infatti molti locali con ottima musica dal vivo.
AZIRAPHALE'S POV
Il mattino seguente all'incontro con i nostri creatori ci siamo svegliati presto per prepararci per smaterializzarci da casa e apparire nel nostro hotel a Kingston, in Giamaica. Come al solito, anche se è luglio, le nuvole e il freddo non vogliono lasciare posto al caldo qui a Soho.
Faccio una veloce colazione mentre Crowley è in bagno a farsi una doccia. Il piccolo Freddie dorme ancora e mi beo di questa sua tranquillità perché so che, una volta che si sveglierà, sarà impossibile calmarlo. Una volta finita la colazione vedo che Crowley è uscito dal bagno e mi vado a fare una lunga doccia anch'io.
Una volta preparati ci smaterializziamo e appariamo davanti il nostro hotel con le valigie. È meraviglioso: le vetrate sono trasparenti ed è un edificio molto moderno.
Entriamo all'interno e veniamo accolti da un lusso sfrenato: sul pavimento c'è un lungo tappeto rosso e sul soffitto un lampadario bianco molto grande. Molta gente mi guarda strano e capisco che è per via della mia pancia abbastanza grande e l'ombelico in fuori. Vorrei diventare invisibile o magari molto piccolo. È già successo con un viaggio in Italia, poco prima della nascita di Lily, e mi sono sentito molto a disagio.
Ma la gente sa che oggi, con la tecnologia, è possibile che anche un uomo resti in gravidanza? Oppure sono rimasti indietro di secoli?
Penso mentre attraverso il corridoio, insieme a Lily e Crowley, che porta alla segreteria per effettuare la registrazione e tutti i passaggi che servono. Una volta fatto ciò la segretaria, che si chiama Dreisde, ci accompagna alla nostra stanza che si trova al terzo piano. Non riuscendo a fare le scale, per via della pancia, decidiamo di prendere l'ascensore. La donna è piuttosto confusa dal mio comportamento ma mio marito le spiega tutta la situazione dicendole che per via di una condizione genetica è meglio se non mi affatico. Lei comprende e non vuole approfondire l'argomento.
Arrivati ci apre la porta della nostra stanza che è bellissima: c'è un letto matrimoniale abbastanza grande, una camera per Lily con un letto di modeste dimensioni; accanto al letto c'è il bagno che comprende anche una vasca con l'idromassaggio. Mettiamo tutti i nostri oggetti in un armadio e ci prepariamo per andare verso il mare.
Proprio mentre ci stiamo avviando in spiaggia vedo, in un piccolo negozio che prima non avevo adocchiato, un "chiama-angeli".
«Crowley caro, guarda! Non è carino? Possiamo entrare e acquistarlo?»
Anche Crowley ne rimane ammaliato e decidiamo di entrare dentro al negozio. La proprietaria si avvicina a noi e ci chiede cosa desideriamo. Io intanto mi sono cambiato d'aspetto diventando una donna per non creare fraintendimenti visto che quella collana la indossano le donne incinte.
«Mia moglie vorrebbe quella collana lì esposta in vetrina. Sarebbe possibile averla?» chiede mio marito indicando l'oggetto. La donna si sposta sul retro e poco dopo ritorna con una piccola scatolina. Paghiamo e, una volta usciti dal negozio, ritorno normale e indosso la collana che emette un dolce scampanellio. Freddie, sentendo questo nuovo suono, si sveglia e scalcia verso la collana facendola muovere leggermente.
Camminiamo verso la spiaggia che non si rivela lontana dall'hotel. Quando arriviamo a destinazione mi levo le ciabatte per camminare nella sabbia. Scegliamo un posto, lontano da occhi indiscreti, e montiamo l'ombrellone mettendoci sotto i nostri teli e una sdraio. Fatto ciò Crowley mi mette la crema sulla pancia mentre io la metto sulla schiena a Lily. Siccome è ancora troppo presto per tuffarci nelle acque cristalline mi metto a leggere un libro mentre mio marito si trasforma in serpente per godersi i raggi solari. Anche Lily si è messa a prendere il sole. Dopo un po', cullato dal rumore delle onde e dal garrito dei gabbiani, mi addormento. Mi giro da un lato cullando anche il piccolino che si diverte a giocare dentro di me. Mi risveglio qualche ora più tardi pronto per fare un lungo bagno insieme a Crowley e Lily.
Mi tolgo la collana, per evitare che si rovini con l'acqua, e lentamente mi immergo in quelle acque pulitissime e bellissime. Ci divertiamo a schizzarci e a fare lunghi tuffi fino a quando non arriva l'ora di pranzo. Come lo capisco? Freddie, che di solito si addormenta quando viene cullato dai miei movimenti, si sveglia e mi avverte che è ora di mangiare. Usciamo dall'acqua e ci asciughiamo sotto il sole per poi pranzare in tutta tranquillità.
Al termine di questa lunga giornata ritorniamo in hotel per toglierci tutta la salsedine, la sabbia dal corpo e vestirci al meglio per vedere la città. Io e Crowley ci concediamo, dopo che Lily ha fatto la doccia e si è preparata facendosi un chignon alto ai suoi capelli fucsia e messa il mascara ai suoi occhi marroni, un bagno fresco nella grande vasca. Mi ci infilo prima io venendo cullato dalle molte bolle di sapone e dopo entra il demone abbracciandomi. Culla il piccolo Freddie che si bea delle attenzioni a lui dedicate.
«Chissà che cosa starà facendo. Me lo immagino mentre si succhia il pollice e sorride. Vorrei tanto vederlo e tenerlo tra le braccia ma dobbiamo aspettare ancora molto.» affermo facendo un sorriso triste.
«Angelo, ho portato l'attrezzatura per vedere il piccolino in 4D, che ne pensi?»
Mi illumino di gioia ed esco dalla vasca ormai pulito e profumato.
Mi metto supino sul letto attendendo con trepidazione che Crowley mi spalmi il gel e mi mostri il piccolo Freddie Fell. Quando arriva nella stanza lui prende la sonda, gli oculus rift e delle cuffie per sentire il battito del suo cuore. Sono emozionato più che mai. Quando vedo comparire il mio bambino quasi piango dalla gioia.
È piccolissimo e dorme beato. Vorrei tanto tenerlo tra le braccia e cullarlo. Poi avverto un doppio rumore. I nostri cuori che battono insieme creando una musica meravigliosa. La migliore che esista. Lo vedo poi sorridere e sbadigliare. Si stiracchia e ritorna a sognare. Gli parlo.
«Ehi, cucciolo, sono il tuo papà. Sei bellissimo, lo sai? Un meraviglioso dono di Dio. Sei piccolino ancora ma hai tempo per crescere e occupare tutto questo spazio. I tuoi papà non vedono l'ora di tenerti tra le braccia.»
Alla conversazione si aggiunge anche Crowley.
«È vero, anche se io ho paura di svenire. Non sono bravo in certe cose e poi c'è anche la tua sorella qui, non sei solo. Ti immagino già con i miei capelli rossi e gli occhi celesti, saresti un capolavoro...»
Si interrompe per sorridere vedendolo ridere. Crowley poi avvicina le sue mani alla mia fronte e capisco quello che vuole fare: condividere i pensieri di Freddie con me perché io riesco a sentirlo fisicamente ma è il demone a sentirlo mentalmente.
Immediatamente avverto la sua vocina come la prima volta.
Papà mi piace stare qui! Mi piace ascoltare le vostre voci ma soprattutto il cuore del papà che mi tiene stretto a sé. È una ninna nanna per me. Ci si sta bene! Oggi ho udito un rumore nuovo. Non so cosa sia ma mi piace. Non voglio uscire troppo presto! Qui posso giocare e dormire quanto voglio! E poi non vorrei far soffrire troppo papà. Vi voglio bene e vi ringrazio per avermi permesso di vivere.
Durante tutto ciò lui ha scalciato con le sue gambine, giocato con il cordone ombelicale e ha sorriso.
«Non ti preoccupare piccolino, non mi farai soffrire. Certo proverò molto dolore ma è normale. Dovrai nascere in qualche modo, no? Anche noi ti vogliamo bene, più di quanto ti immagini. In questo momento ti stiamo guardando e sei veramente adorabile.» affermo con le lacrime agli occhi dall'emozione.
Restiamo così per un po' poi decidiamo di fare una passeggiata nel centro storico: La Parade, uno spazio vivace all'insegna della musica e di tanti negozietti. Uno tra i tanti che mi attira ha nelle sue vetrine abbigliamenti, giocattoli ma anche moltissima roba per le donne in gravidanza. Mi cambio d'aspetto e insieme a Crowley decido di entrare. I miei occhi brillano mentre guardo tutte le tutine per i bebè.
«Oh, Crowley, è tutto così magnifico! Guarda questa tutina. Pensa quando la indosserà. Anche queste scarpine. Vorrei tanto comprare tutto il negozio!» affermo mentre acquisto tutto ciò che cattura la mia attenzione. Ora che sono in dolce attesa vengo catturato maggiormente da tutto ciò che riguarda i neonati piuttosto che dai libri. Riempiamo la borsa con diversi oggetti: vestitini, scarpette, bavagli, biberon, piccoli peluche, cuffie altoparlanti e ciucci. Il demone mi segue paziente e gioisce con me quando vedo qualcosa di carino.
Torniamo alla cassa e paghiamo. Una volta usciti Freddie mi avverte che è ora di cena. Cerchiamo un ristorante carino dove fermarci per mangiare. Lily ne nota uno prima di noi e ce lo indica. È molto carino con le sue pareti verdi e il pavimento bianco. Entriamo e un buon odore di cibo mi fa venire l'acquolina in bocca. Ora che siamo in due la fame è maggiore. Il cameriere ci porta a un tavolino all'esterno presentandoci i menù. Li leggiamo e vedo molte prelibatezze. Decidiamo quindi di prendere come antipasto l'Accra, cioè delle crocchette di merluzzo, come primo io prendo il Diri et djon djon ovvero riso con funghi, Crowley e Lily l'Asopao ossia una zuppa a base di riso e pollo con l'aggiunta di crostacei, come secondo tutti e tre prendiamo lo Java Honden Povtie ossia un timballo di uova fritte servite con della carne al curry. Da bere io e Lily prendiamo il Ting, una bevanda gassata con succo di pompelmo mentre Crowley una Guinness.
Mangiamo in tutta tranquillità mentre la musica locale, proveniente da delle piccole casse, rende ancora più meravigliosa la serata. Il cibo è molto buono e Freddie è del mio stesso parere. Una volta sazi andiamo a pagare. Grazie al fatto di essere creature soprannaturali non abbiamo avuto bisogno di fare il cambio moneta perché abbiamo aggiunto miracolosamente la moneta locale nei nostri portafogli.
Siccome si sta facendo tardi la stanchezza comincia a prendere il sopravvento: la schiena, a causa del peso della pancia, inizia a dolermi così come anche i piedi. Nonostante tutto ciò il piccolino non si vuole calmare. È agitato e pieno di energie. Siccome non sarei riuscito a tornare all'hotel a piedi decidiamo di smaterializzarci.
Nella nostra stanza io mi preparo per dormire mettendomi il pigiama e mi spalmo un po' di olio sulla pancia per calmare il piccolo. Prendo anche le cuffiette che ho acquistato e le attacco alla pancia attaccando il filo al cellulare di Crowley con una musica rilassante. Finalmente Freddie riesce a calmarsi e io a chiudere gli occhi.
Queste tre settimane passano in questo modo fino a quando non arriva il momento di tornare a casa. Abbiamo passato delle belle vacanze e tornati nel nostro cottage ci dedichiamo a dipingere la cameretta del piccolo. Ormai manca sempre meno alla nascita di Freddie e preparo la valigia per il parto perché so per certo che, se verrà alla luce il 24 novembre, Crowley vorrà andare a Garden Lodge, la casa che apparteneva a Freddie Mercury e che ora è di proprietà di Mary Austin, la sua ex.
È un giorno di agosto quando Lily decide di portarci a fare un giro in un altro universo. Lei possiede, infatti, il potere di viaggiare in diversi universi alternativi. Ci ritroviamo quindi in una Londra simile alla nostra ma davanti un edificio che da noi non esiste: il 221b. La ragazza suona al campanello e ci viene ad aprire una donna sui sessant'anni con ancora i capelli marroni.
«Salve, siete gli ospiti di Sherlock?»
«Sì, vorremmo parlare con lui, se è possibile.» chiede Lily gentilmente.
La donna ci fa cenno di entrare e arriviamo al secondo piano nel quale udiamo da una stanza una musica bellissima proveniente da un violino. La signora bussa alla porta e una voce profonda ci dice che possiamo entrare.
Quello che appare davanti ai nostri occhi è un salottino veramente carino con un caminetto con sopra un teschio e dei divanetti. Dalla parte opposta invece c'è un sofà e disegnato sul muro, uno smile.
L'uomo che ci ha detto di entrare è alto con corti capelli neri riccioluti e degli occhi tra il verde e l'azzurro che sembrano studiarti a fondo.
«Sedetevi pure comodi. Io sono Sherlock Holmes. Di solito riesco leggere i miei ospiti in un millisecondo invece con voi non è successo. Perché? Chi siete?»
«Io sono Aziraphale mentre loro sono mio marito Crowley e mia figlia Lily Olive.» mi presento e faccio le presentazioni a nome di tutti non riuscendo a capire quello che volesse dire. Lui ci spiega che ha una capacità deduttiva molto elevata e che, grazie a quest'ultima, riesce a scorgere i minimi particolari di tutte le persone. Mi domando se abbia già capito che sono in dolce attesa. Il suo sguardo penetrante però non fa presagire nulla di tutto ciò.
All'improvviso nella stanza entra una bambina dai corti capelli biondi, che dovrebbe avere tre anni, e lo sguardo di Sherlock si ammorbidisce.
«Ehi, piccola Mary. Sei tornata dal parco. Dov'è John?» chiede alla piccola prendendola sulle sue gambe.
«È giù con zia Hudson, adesso dovrebbe arrivare. Chi sono loro papà Sherlock?»
«Loro sono i nostri ospiti. Aziraphale, Crowley, Lily vi presento la figlia di John, Mary Watson Holmes, di recente.» capisco che il consulente investigativo si è sposato con il padre della piccola.
Poco dopo il protagonista dei nostri pensieri entra nella stanza. È un uomo basso con corti capelli grigi quasi sul bianco.
«Salve, io sono John Watson, il blogger e compagno di Sherlock. Voi siete...?»
Ci ripresentiamo mentre Mary ci osserva curiosa. Parliamo per lungo tempo anche se io mi devo assentare molte volte, a causa della gravidanza che mi fa andare in bagno in continuazione, dalla conversazione. Lily e Crowley liquidano questa cosa dicendo che è per una condizione genetica. So però che il dottore non ci casca facilmente e che Sherlock non è convinto da questa motivazione.
«Posso farti una domanda? Puoi anche non rispondere, se vuoi o se è troppo personale. Io sono un medico e non ho mai sentito parlare di questa condizione genetica. Ho studiato sui libri di medicina che questo è uno dei sintomi della gravidanza. Ora mi pare un po' impossibile che tu lo sia visto che sei un uomo ma può anche darsi che tu abbia fatto un intervento o cose simili, perciò sei veramente in dolce attesa?»
A questa domanda mi immobilizzo come una statua di ghiaccio.
Ok, è vero che vado in bagno frequentemente ma come ha fatto ad arrivarci così in fretta? E adesso che faccio? Gli dico che ha davanti un angelo, un demone e un angelo con poteri demoniaci? Magari non mi crede neanche e mi prende per pazzo.
È Lily a prendere la parola per prima.
«Ok, so che non mi crederete ma tutti noi siamo delle creature soprannaturali. Io sono un angelo con poteri demoniaci, mio padre Crowley è un demone e mio padre Aziraphale un angelo come me.»
I due rimangono bloccati dallo shock e il primo a non crederci è Sherlock.
«Non esistono tali creature. Gli angeli e i demoni sono delle invenzioni della mente umana per spiegarsi alcuni fenomeni. Non esistono né il Paradiso né l'inferno. Quindi a rigor di logica tuo padre deve aver fatto un intervento per poter portare in grembo un figlio. Non esistono nemmeno i supereroi. Se esistessero io non sarei uno di loro.»
Sapendo che non ci avrebbe creduto decido di mostrargli una piccola cicatrice che ho sul basso ventre che si è fatta più bianca e più evidente. Faccio comparire miracolosamente un piccolo ecografo e la crema. Attacco il filo al cellulare di Crowley e mostro l'immagine del mio bambino che gioca.
I due uomini diventano bianchi come lenzuola e John non si regge in piedi.
«Dunque...esistete veramente. Io non ci credevo così tanto. Com'è possibile ciò?»
Faccio scomparire l'ecografo e spiego tutto ai presenti.
«Sono in dolce attesa grazie a un miracolo divino ma anche grazie all'amore tra me e il demone. Quella che vi ho mostrato prima è la cicatrice da cui uscirà Freddie, il nostro bambino. Sono al sesto mese e alla 22° settimana. Sto facendo il conto alla rovescia perché sono impaziente di tenerlo tra le braccia.» sorrido accarezzandomi il ventre.
Sherlock in tutto ciò è rimasto zitto incapace di metabolizzare la nostra esistenza.
«Quindi sei in dolce attesa. Mi devo congratulare con te. Essere padre è l'esperienza più bella e non lo avrei mai detto. Prima ero una persona di ghiaccio che non lasciava trasparire i suoi sentimenti ma poi John mi ha aperto gli occhi. Quando sua moglie è morta mi sono dovuto occupare, dopo il caso di mia sorella Eurus, di loro due. Poi è arrivata anche la proposta di matrimonio da parte del mio blogger.» spiega sorridendo il consulente investigativo.
Chiaccheriamo un po', questa volta più rilassati, mentre la piccola Mary fa delle dolci carezze alla mia pancia.
Una volta che si è fatto tardi decidiamo di ripartire per la nostra realtà.
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