Cap.26



LEVI Pov.

Ogni minimo dettaglio di quel disegno mi ipnotizzava, non riuscivo a distogliere lo sguardo da tutto quel rosso – da tutte quelle striature color sangue. Studiai attentamente le tracce del pennarello sul foglio, seguendole con il dito. Non poteva essere stato Eren.. o forse si ?

Mi voltai a guardare il ragazzino dietro di me, intento a disfare alcuni imballaggi. Sembrava impossibile che quel moccioso imbranato fosse capace si fare del male a qualcuno, eppure era stato lui a tirarmi fuori dai guai, quella volta con Erwin. Avevo visto una parte di lui che non credevo esistesse, una forza che sembrava fuori posto nel corpo di un ragazzo. Non riuscivo a fare a meno d'avere uno strano presentimento al riguardo. E se per caso fossero state le medicine che prendeva a farlo reagire in quel modo? Sarebbe stato un errore continuare a dargliele...

"cosa hai trovato?"

Il ragazzo fece capolino da dietro alla mia spalla, nei suoi occhi brillava un barlume di curiosità, il suo viso era illuminato da un sorriso innocente. Lo guardai bene.

Avrebbe dovuto essere illegale essere cosí teneri.

"Hey! Ma che fai?!"

Prima che me ne potessi rendere conto la mia mano era corsa ai suoi capelli, scompigliandoli. Eren mi guardò storto, mente si passava le dita tra i ciuffi di capelli cercando di districarli, per quanto possibile.

"E' un tuo vecchio disegno, credo."risposi, accennando al foglio tra le mie mani.

"Davvero?" Il ragazzo me lo sfilò dalle dita. Lo studiò, poi con una risatina indicò l'omino in primo piano. "Pff! Sembri tu, avete la stessa espressione!- OUCH!"

Se provi a paragonarmi ancora al disegno di un bambino di sette anni, farò qualcosa di peggio che tirarti una pacca in testa.

"A si, e cosa mi farai?" sorrise ammiccante.

"Non lo vorresti sapere."

Sfilai il cellulare dalla tasca dei Jeans, tentando di ignorare le braccia di Eren che mi avevano stretto a sè. Le mie dita scorsero i tasti, digitando il numero.

"Chi chiami?" 

Deviai lo sguardo da quelle calamite verdi. "Hanji."

Non dovetti nemmeno aspettare i soliti tre squilli."Pronto?Levi!"

Feci per rispondere, ma Eren decise di farmi qualcosa che mi fece serrare la bocca di scatto. Le sue labbra presero ad indugiare lungo la linea del mio collo, tracciando una scia di umidi baci. Strinsi i denti e serrai gli occhi, sperando che nessun suono molesto mi sfuggisse durante la telefonata...

"Ha- Hanji.."

- Tsk, maledetto moccioso.-

"Levi! Ma ciao! Come va' la vita?"

"Una merda, come sempre. Volevo solo chiederti se potresti passare da noi, questa sera." ..Eren mi morse il collo. "Ugh!"

"Aaah... certo, non ci sono problemi.. ma ti sento un po' strano, sicuro di stare bene?

"Tsk, certo, quattrocchi."

"Mh, se lo dici tu."

Il moccioso prese a succhiare alla base del collo. Sarebbero rimasti dei bei segni rossi, me lo sentivo, ma almeno questo mi dava il diritto di potermi vendicare..

"A che ora?"

Guardai l'orologio. Intanto Eren aveva deciso di lasciar perdere il mio collo, ed aveva incominciato a scendere sempre più in giù, verso la patta dei miei pantaloni.

"Per le 8:30 andrebbe -ugh-.. andrebbe bene?"

"Certo che si, allora ci vediamo dopo.. hehehehe, salutami Eren! BYE BYE!" Qualcosa mi diceva che Quattrocchi aveva capito quello che stava succedendo, anche se potevamo solo sentirci era come se l'avessi vista farmi l'occhiolino.

Chiusi la chiamata e fulminai con lo sguardo il ragazzino inginocchiato di fronte a me, che ricambiò la mia occhiataccia rimanendosene attaccato con la bocca al lieve rigonfiamento nei miei pantaloni.

"... ti saluta Hanji."

Annuí leggermente con la testa.

Sospirai e lo scostai leggermente da me. "Non ora, Moccioso." Mi guardò deluso. " Çomunque faresti bene a tenere le forze per questa notte. Non credere che te la faccia passare liscia, per avermi distratto mentre ero al telefono. Pensi che Hanji non se ne sia accorta? Dio, la sento fangirlare da qui!" Dissi scuotendo la testa.

Eren arrossì leggermente. "Perché vuoi che venga? Pensavo saremmo stati soli.."

"Dopo lo saremo, ma prima voglio parlare con lei, riguardo alle tue condizioni di salute. Non sappiamo cosa ti sia successo in quei giorni in cui sei rimasto solo, voglio solo assicurarmi che tu stia davvero bene."

"Ti preoccupi per me?"

"Tsk, questo è ovvio." Risposi sottovoce, voltando la testa perché non potesse vedere la mia espressione. Avevo una reputazione da difendere, non volevo che le persone mi vedessero arrossire, anche se impercettibilmente.

Eren sorrise raggiante. Non mi accorsi che si era avvicinato, e un po' mi prese alla provvista, quando le sue labbra mi schioccarono un bacio sulla guancia.

"Vado a preparare la cena!" disse, allontanandosi verso la cucina.

Poggiai la mano sulla guancia, sentendo il punto dove un istante prima c'era la sua bocca come bruciare. Quella sensazione alla bocca dello stomaco che sentivo... non ne avrei mai potuto avere abbastanza.

[...]

EREN Pov.

Levi aveva trovato il disegno. Appena lo avevo visto mi erano tornato alla mente quello che sarebbe potuto essere successo ai miei zii, mi erano tornate alla mente le parole che mi erano state dette una volta sveglio.

-"..Non c'era nessuno in casa .C'era del..sangue, però. Dei disegni, fatti con il sangue sulle pareti della sala."-

Sapevo che di disegni simili c'e n'erano molti altri, là, in fondo agli scatoloni. Ne facevo in continuazione.

Avevo paura, ma stavo cercando di nasconderlo. Paura, perché in fondo sentivo di essere il responsabile di quello che era successo; paura, perché sapevo che Levi non ci avrebbe messo molto a fare due più due- avrebbe collegato il disegno a quello che aveva visto, prima o dopo. Ero contento che Levi se preoccupasse per me, ma..temevo quello che Hanji avrebbe potuto scoprire. Era inutile che mentissi, che sorridessi per nascondere la mia preoccupazione. Avevo paura. Se Levi mi avesse considerato un mostro..

Sarei rimasto solo.

Ed era per questo che avevo insistito con lui, prima. Quanto tempo ci avrebbe messo prima di lasciarmi? Volevo sentire ancora il calore del suo corpo, la sensazione delle sue braccia attorno a me, l'emozione di essere amato, un'ultima volta, prima che fosse stato troppo tardi.

Non volevo che finisse così.

Ma non lo avrei potuto biasimare, se mi avesse lasciato. Nemmeno io sapevo cosa fossi, che cosa sarei stato capace di fare, non potevo pretendere che lui capisse.

Avevo appena trovato una casa, e già la stavo per perdere.

Mi sedetti sul divano, accanto a lui. Mi passò un braccio attorno alle spalle, ed io mi accoccolai contro al suo petto, cercando di nascondere la mia espressione. Ero arrivato al mio limite, ormai non riuscivo più a sfoggiare quel falso sorriso con tanta disinvoltura. Mi persi nei miei pensieri, mentre le immagini in tv si susseguivano senza che ne cogliessi il senso. Hanji sarebbe dovuta essere lì a momenti, ormai..

LEVI Pov.

Quattrocchi arrivò un paio di minuti dopo, SFONDANDO la porta.

Feci uno sforzo immane per contenere il mio istinto omicida, ma decisi di lasciare correre. Ovviamente mi avrebbe ripagato i danni, ma quello non era il momento di discutere di soldi.

"Vorrei che dessi un'occhiata ad Eren." Dissi con il tono di voce più calmo e gentile che fossi riuscito a trovare, nonostante la vena pulsante sulla fronte tradisse le mie reali intenzioni.

"Ci sono stati problemi?" Hanji cominciò ad analizzare Eren, forzandolo ad aprire la bocca.

Mi sentii un po' in colpa per quello che stavo per fare."No, ma credo che potrei concederti di dargli un'occhiata..."

Sia Eren che Hanji girarono la testa di scatto, guardandomi ad occhi spalancati.

"DICI DAVVERO?"

"A-Aspetta, Levi, che vuoi dire?"

"Starò qui a controllare che Quattrocchi non esageri e ti dissezioni." Dissi ad Eren, cercando di calmarlo. Presi la sua mano tra le mie, e mi accorsi che stava tremando, e forte, anche. Lo guardai in viso, i suoi occhi erano velati di lacrime mentre il labbro inferiore sporgeva leggermente in fuori, come se si stesse trattenendo dal piangere. Gli accarezzai lievemente la guancia, ma lui si scostò di lato.

"Moccioso, è per il tuo bene, lo sai. Non te lo chiederei se non fosse necessario. Di che cosa hai paura?"

Non mi rispose.

A che cosa stava pensando? Anche se gli avevo appena proposto di essere analizzato da Hanji, mi sembrava comunque una reazione esagerata. Forse sapevo, quello che gli stava passando per la testa..

"Non dirlo neanche per scherzo."

Eren si voltò ed i nostri sguardi si incontrarono. Non ero mai stato mai stato una persona un granché espressiva, ma sentivo di non essere mai stato così serio in vita mia, mentre gli recitavo le stesse identiche parole che gli avevo detto qualche mese prima- anche se ora pareva fossero passati ormai degli anni.

"Non sei un mostro." I miei occhi si illuminarono di convinzione." Non mi importerebbe, se anche avessi ucciso qualcuno. So che c'è qualcosa che ti stà influenzando, e non devi lasciarlo vincere, Eren. Scopriremo assieme che cos'è ed io ti aiuterò, non ti lascerò solo. Perciò non ti preoccupare." Strinsi più forte la sua mano. "Sono qui, va bene? Prometto che non me ne andrò senza di te." Sentii Eren rilassarsi, mentre il suo corpo veniva ancora percosso da alcuni spasmi, dei singhiozzi senza lacrime.

"Wow, Levi. A me non hai mai detto niente del genere!"

"Stai zitta, quattrocchi. E' diverso."

"Lo vedo." La donna si spinse indietro gli occhiali. " Se esiste qualcuno a questo mondo che riesce a fare parlare Levi Ackerman in questa maniera, allora deve essere davvero diverso. E speciale."

Con la coda dell'occhio vidi Eren sorridere flebilmente. Per una volta, non avevo nulla da aggiungere alle parole di Hanji.


La donna indossò un paio di guanti in lattice, pescandoli da dentro alla borsa.

"Allora, Eren! Vogliamo scoprire che cosa stà succedendo al tuo corpo?"

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