Cap. 18
Levi POV
Socchiusi gli occhi, rimanendo momentaneamente accecato dalla lama di luce che filtrava attraverso le veneziane dell'ospedale. Mi ci volle un attimo prima di iniziare a ricomporre il puzzle con le poche informazioni che ricordavo riguardo il giorno precedente. Portai la mano al viso e strinsi la base del naso tra le dita, sospirando irritato.
-Cazzo... la testa. Fa male..-
Cercai di alzarmi a sedere ma qualcosa pesava sul mio stomaco impedendomelo. Abbassai lo sguardo, incontrando le palpebre abbassate di Eren. Si era addormentato seduto sulla sedia, con le braccia incrociate sopra al mio stomaco. Sbattei le palpebre un paio di volte, felice ma confuso.
Allungai titubante la mano, fino a passarla delicatamente sui suoi capelli. Il ragazzo si dimenò un po' nel sonno, sprofondando il naso nelle lenzuola e borbottando qualcosa di incomprensibile. Sorrisi tra me e me.
Continuai ad accarezzarlo distrattamente, guardandomi attorno. Dall' intensità della luce del sole doveva essere già tarda mattinata, forse ora di pranzo..
"Levi?"
La voce flebile ed impastata di Eren mi riscosse dai miei pensieri.
"Mh?" risposi, senza smettere di passare la mano tra i suoi capelli. Due occhi grandi e verdi mi guardavano sognanti, si vedeva che doveva ancora mettere a fuoco la situazione.
"Levi.." ripetè lui, attaccandosi al mio corpo come un Koala al suo albero di eucalipto.
"Hey, moccioso, fai piano!" non riuscii a trattenere il mugolio di dolore poco virile che mi scappò dalle labbra.
Lui mi lasciò andare subito, conscio di quello che aveva appena fatto.
"Scusa, scusa, scusa!"
Per un attimo ci fissammo in silenzio, Eren mi rivolse uno dei suoi sorrisi più dolci, ed io mi ritrovai a ricambiarlo involontariamente, quando lo realizzai portai la mano al viso cercando di nascondere quella espressione da ebete, ma i miei gesti impacciati sembrarono ottenere l'effetto opposto, ed Eren scoppiò a ridere senza ritegno.
"Che hai da ridere?"
Se avessi potuto muovermi più liberamente gli sarebbe sicuramente arrivato un pugno.
"Niente.." Il ragazzo si asciugò una lacrima dall'occhio. "Sono così felice che tu stia bene!"
L'ultimo commento mi prese alla sprovvista, sentii il sangue affluire al viso e non potei fare nulla per fermarlo. - Che carino- mi trovai a pensare tra me e me.
"Vuoi qualcosa da mangiare? L'infermiera ha portato qualcosa stamattina, mentre stavi riposando."
"Preferirei morire di fame piuttosto che mandare giù quella poltiglia."
"Levi... "
Mi arresi sbuffando "E va bene, la mangerò dopo!"
Eren annuì soddisfatto, e come aveva fatto il giorno prima prese la mia mano tra le sue iniziando ad accarezzarla.
" Perché ieri mi hai seguito alla palestra?" Chiesi in un sussurro dopo un attimo di silenzio.
Il ragazzo cambiò espressione di colpo. "Ecco... io.."
"Tu?"
Il volto di Eren divenne completamente paonazzo. "I-Io sapevo che dovevi vedere quell'uomo, l'ho capito dalla telefonata che hai ricevuto quando ci siamo incontrati in bus. Avevo capito che.. si, insomma.. vi eravate baciati.. lo so che in pratica mi sono comportato come uno stalker malato, ma io ero..ecco.. g- geloso.
"Geloso?" Alzai un sopracciglio.
I sentimenti di Eren erano già fin troppo palesi, ma decisi di continuare a stuzzicarlo, volevo sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.
"Non capisco come una persona già impegnata possa essere gelosa di qualcun altro.."
Eren sussultò sulla sedia e strinse con più forza la mia mano.
" Non è come pensi, o non provo nulla del genere per Mikasa! Quando ho accettato di stare con lei non avevo idea di cosa volesse dire amare qualcuno in questa maniera!" Ora i suoi grandi occhi verdi mi scrutavano nel profondo, carichi di determinazione. "...Voglio bene a Mikasa, ma non posso essere per lei quello che vorrebbe, perché ora so che c'è solo una persona a cui voglio appartenere."
*Tu- tum* Il mio cuore perse un battito. Maledizione. Bene, moccioso, ringrazia che non i possa muovere, perché questa era senza ombra di dubbio una provocazione.
"Avrei dovuto dirtelo fin da subito, mi dispiace. Non è una scusa, ma le cose sono successe così in fretta, ed io non sapevo come comportarmi-"
Lo trascinai verso di me, con l'aiuto del braccio sano. Volevo le sue labbra. Ora. La sua bocca sulla mia. Bramavo quel contatto come se da questo dipendesse la mia sopravvivenza. Più che un bacio, sembrò che lo volessi divorare, affondai nella sua bocca ripetutamente e presi il labbro inferiore succhiandolo, studiando accuratamente le sue reazioni, i suoi occhi socchiusi e le sopracciglia corrugate in un'espressione affannata davvero niente male. Lo sentii gemere nella mia bocca, e di nuovo tornai ad approfondire il bacio fino a quando non mi sentii completamente sazio di lui.
"L-Lev!"
Il ragazzo si accasciò sopra al mio corpo, mentre aspettava che i respiri tornassero regolari. Questa volta fece attenzione a non appoggiarsi alle zone che sapeva ferite, per lo meno.
" Lo sai cosa mi ha chiesto Mikasa?" Gli rivolsi uno sguardo lascivo. "Mi ha chiesto di tornare a darti ripetizioni come l'ultima volta" Gli sussurrai nell'orecchio.
Eren arrossì di nuovo e nascose il viso nell'incavo del mio collo, facendomi sfuggire una risatina roca.
"A proposito di ripetizioni, non potrò tornare a scuola per qualche giorno. Dì ai tuoi compagni di classe che le lezioni di recupero sono spostate alla prossima settimana."
"Devo proprio?"
"Si, devi. E non dire a nessuno quello che è successo."
La porta della stanza si aprì cigolando, un'infermiera fece capolino da dietro la porta verde.
"Signor Ackerman, la devo accompagnare nella sala delle analisi." La ragazza si fermò ad osservare prima me e dopo Eren. "Il ragazzo può aspettare in sala d'attesa se desidera."
"No, il ragazzo ora va a casa e si fa una bella doccia." Esclamai lanciandogli un'occhiata.
"Ma Levi.."
"..Non stavo scherzando."
Eren mi guardò con un'aria da cane bastonato, mentre l'infermiera mi aiutava afferrava il letto ed iniziava a spingerlo verso l'uscita.
"Ti aspetto, domani, moccioso, vedi di esserci."
EREN Pov.
Un sorriso mi comparve sulle labbra, - Mi ha chiesto di tornare domani... mi chiesto di tornare.. vuole stare con me..- Nel male, qualcosa di buono è successo, non potrei essere più felice. Mi tocco con le dita le labbra, sentendo ancora la sua bocca sulla mia. – Domani voglio portargli qualcosa, potrei cucinare un dolce. A casa dovrei avere tutti gli ingredienti...-
Poi una consapevolezza si fece strada nella mia mente. Casa. Rividi la lettera che mi era arriva per posta qualche giorno prima come in un flashback. I miei zii.
Dannazione.
Uscii in corsa dall'ospedale, riuscendo a salire per puro culo su un autobus in procinto di partire. Sapevo cosa mi aspettava, e non sarebbe stato nulla di bello. I miei zii non sono esattamente delle persone pazienti. Va tutto bene, finchè rispetti i loro ordini, ed i loro ordini per me erano chiari: stai a casa, non uscire, non farti vedere dalla gente. Prendi le pillole, sempre, altrimenti le persone sapranno il mostro che sei, sapranno che non sei normale. Vai a scuola, ma poi torna subito a casa e non fermarti per strada. Essere tornati e non avermi trovato lì, dove avrei dovuto essere, doveva averli fatti sicuramente infuriare. Dovevo assolutamente tornare, oppure sarebbe stato ancora peggio.
Il paesaggio scorreva fuori dal finestrino, accompagnando i miei pensieri. La mia fermata sembrava non volesse arrivare mai, volevo tornare a casa, ma allo stesso tempo avevo paura, e quando finalmente l'autobus si arrestò e scesi sul marciapiede davanti alla palazzina, le mie gambe erano molli come gelatina.
Raccogliendo tutto il coraggio che avevo in corpo arrivai fino alla porta dell'appartamento, facendo per estrarre le chiavi dai jeans con mano tremante. Non ebbi bisogno di riuscirci, perché la porta di fronte a me si aprì da sola, una mano ed un braccio pelosi comparvero, afferrandomi per i colletto della maglia e trascinandomi all'interno della casa.
Mi voltai per una frazione di secondo, solo per osservare il mondo esterno un'ultima volta, prima che la porta si richiudesse alle mie palle.
(DEATH) NOTE DELL'AUTRICE: mi dispiace non aver aggiornato per molto tempo, dovevo studiare. Il capitolo è un po' corto, ma meglio andare avanti con calma che non andare avanti affatto, no?
Chi la fa l'aspetti >_>
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