Cap. 16
LEVI Pov
"Eren?"
Il ragazzo mi guardava smarrito.
"L-Levi?"
Gli asciugai le lacrime con un bacio, poi fu lui stesso ad alzare un braccio e a sfregarsi gli occhi con le maniche della felpa.
"Levi.. ho sentito la tua voce... Tu eri dentro al mio sogno?"
Lo guardai stupito, non sapendo cosa pensare.
"Di che stai parlando? Oh.. non importa. Ci penseremo dopo. Per ora è meglio se ci sbrighiamo ad andarcene da qui."
Lanciai un altro sguardo ad Erwin, mi sembrava essere troppo silenzioso, visto la loquacità che aveva dimostrato fino ad un momento prima. Incredibile, era svenuto. Eren doveva avergli procurato proprio un bel danno.
Cercai di rialzarmi.
"Gh!"
Qualcosa ostacolò i miei movimenti.
Cazzo, me ne ero dimenticato.
Guardai in basso, ed Eren seguì il mio sguardo, scoprendo presto come il risultato delle forzate attenzioni di Erwin non fosse ancora svanito.
"Ok, questo potrebbe essere un problema." Commentai scocciato.
Le guance di Eren si imporporarono subito, sviò lo sguardo ma ormai era troppo tardi, lo avevo notato benissimo. Gli afferra il mento e lo forzai a guardarmi negli occhi.
"A cosa stai pensando?" chiesi serio.
"Nu-nulla."
"Jeager!" Lo strinsi con più forza, ma senza l'intenzione di fargli del male.
Il ragazzo sussultò, strinse i pugni e serrò gli occhi, poi urlò tutto d'un fiato:
"I-Io non lo so! La mia testa dice delle cose e il mio corpo mi ordina di fare dell'altro!"
Sospirai spazientito. "Bene, sentiamo. Che cosa ti dice la tua testa?"
Lui deglutì. "Dice che dovrei lasciarti perdere. Dice che.. non ho delle reali speranze con una persona come te, Levi. Lo dici sempre, sono solo un moccioso. Che ci potresti trovare in uno come me? Altrimenti, per quale motivo non mi avresti più parlato dopo.. si, insomma, dopo quella volta."
-Per quale motivo?!? No, calma, calma voglio prima sentire la risposta all'altra domanda...-
"..E che cosa ti dice il tuo corpo?"
Eren afferrò la mia mano libera e se la portò al petto.
T-TUM.. T-TUM.. T-TUM..T-TUM.. il battito cardiaco sembrava essere quello di un colibrì.
"Dice questo."
Poi la portò al viso, che era arrossito all'inverosimile, e la poggiò sulla guancia bollente.
"E questo."
Ero rimasto spiazzato. Di certo, sapevo solo che le emozioni che Eren provava per me erano vere, senza ombra di dubbio. La prova scottante era sotto il palmo della mia mano.
" Ci sono diverse cose di cui dovremmo parlare." Gli feci presente.
"Ma prima di tutto dovresti esserti reso conto che il motivo per cui prima ti ho baciato.." mi avvicinai alle sue labbra, prima di sussurrarlo a pochi millimetri di distanza "... è che mi piaci, Eren. Mi piaci e tengo davvero a te."
Lasciai andare il suo viso, leggermente imbarazzato a mia volta. Non è da me essere così esplicito quando parlo dei miei sentimenti.
"Quindi, in parole povere, penso dovresti dare ascolto al tuo corpo."
Il ragazzo parve riacquistare audacia, e si fiondò avidamente sulle mie labbra. Sorrisi soddisfatto.
-Ti amo.- non lo dissi, lo pensai soltanto, ma quella consapevolezza mi attraversò come un fulmine a ciel sereno. Io lo amavo?
Si.
Io amavo Eren.
EREN Pov
I miei pensieri andarono completamente in tilt non appena le nostre labbra vennero a contatto. Le nostre bocche si mossero un po' cercandosi a vicenda, prima di adattarsi l'una all'altra, poi il bacio si fece più morbido e dolce, avvolgente. Avvertii qualcosa di caldo e umido esercitare una leggera pressione sulle mie labbra fino a farle dischiudere, subito dopo il sapore delizioso di Levi Invase la mia bocca, sfiorandomi ora delicatamente, ora con più forza, la mia lingua si ritrovò completamente in balia della sua, intenta a profanarmi con sempre maggiore passione, quasi mi volesse mangiare.
-Che succede? Fa così.. caldo!
Era la prima volta che Levi mi baciava così. Con così tanto ardore.
Rivoli di saliva scendevano lungo il mio mento e giù, fino al collo. Le mie guancie scottavano al tal punto che per un attimo considerai l'idea di aver preso la febbre, le sue mani mi sfioravano la schiena impazienti.
Ero confuso.. non sapevo bene cosa fosse successo. Mi ero svegliato fuori di me dall'ira, avevo spezzato le ossa a quell'uomo... era successo tutto così in fretta che avevo avuto a mala pena il tempo di pensare. Poi il sollievo, la felicità di poter riabbracciare Levi, le mie lacrime.
E lui ora era salvo, ed io ero tra le sue braccia. Da quanto aspettavo questo momento?
Mi erano mancati i suoi abbracci, il suo profumo.
Le nostre effusioni si fecero più appassionate. Eravamo consapevoli entrambi di come quello non fosse né il luogo né il momento giusto, ma come mi aveva detto Levi, ora stavo dando ascolto al mio corpo. Al diavolo tutto il resto! Allungai la mano verso l' erezione del mio uomo e la afferrai, ascoltando i gemiti soddisfatti che si lasciò sfuggire. Mi sforzi di trattenere il mio istinto per quanto possibile, quando massaggiandolo avvertii il membro ingrossarsi e indurirsi sotto le mie dita. Quando lo sentii al limite velocizzai i movimenti, finchè il liquido bianco e viscoso non schizzò sui nostri vestiti, assieme ad un lamento trattenuto e ad uno spasmo che fece tremare violentemente il corpo di Levi.
Dopo che ebbe ripreso fiato, lo aiuta ad alzarsi, baciandolo ancora una volta. Non ne avrei mai potuto avere abbastanza, di quelle labbra.
"Dobbiamo andare." Gli sussurrai.
"Pensi di farcela a camminare?" Gli chiesi, dopo aver ricordato come lo scimmione lo avesse trattato, poco prima.
"Ci vuole ben altro per mettermi K.O." ribattè lui.
"O- Okay."
Levi si sistemò prima di uscire dalla stanza, pregando che nessun cliente della palestra notasse le macchie bianche sui nostri vestiti, nè il fatto che il proprietario che in genere gironzolava sempre in giro era sparito ormai da un bel po'.
A passo veloce, ci dirigemmo all'uscita.
"Come hai fatto a trovarmi prima?" Mi chiese Levi.
"ehm...ecco.. t-ti ho pedinato."
"Tsk."
"Sono stato bravo, potrei fare la spia!" cercai di scherzare.
"Non ci pensare neanche. Troppo rumoroso. Mi sono sentito osservato tutto il tempo, se proprio lo vuoi sapere."
Percorremmo la strada dell'andata in silenzio, uno di fianco all'altro. Ecco gli edifici grigi, la casa con la cuccia del cane in cortile, il supermercato... dopo quello che sembrò un secolo finalmente sbucammo nel viale alberato.
"Manca poco.." sussurrai.
Levi mi lanciò uno sguardo serio e circospetto "Anche tu senti.. un strana sensazione?"
"Si. Non so perché, non mi sento tranquillo."
La macchina di Levi era là, in mezzo al parcheggio deserto, esattamente come l'aveva lasciata qualche ora prima. Eppure, un'aurea di pericolo le aleggiava attorno.
Non c'era nulla, nessun'altra macchina, nessun veicolo. E forse era proprio questo ad inquietarmi. Forse era tutta una inutile paranoia.
Mi feci coraggio "A-andiamo!" Afferrai Levi per il gomito e mi avvicinai alla vettura. Quando fummo abbastanza vicini Levi estrasse le chiavi e con il pulsante aprì la serratura, poi appoggiò la mano sulla portiera con l'intenzione d'aprirla. Perfetto, sembrava che tutto fosse normale, no? Non era successo nulla.
Nel momento esatto in cui pensai queste parole, le mie speranze andarono in frantumi.
Uno sparo.
Un urlo di dolore.
Levi che collassa su se stesso.
Queste immagini si succedettero nella mia testa come diapositive, ed io ero lo spettatore che le osservava attonito.
Degli uomini dl volto coperto.
Una pistola puntata contro di me.
Un altro sparo.
(DEATH) NOTE DELL'AUTRICE: Questo periodo è un casino! O_o Non ho assolutamente perso la voglia di scrivere, ma c'è sempre qualcosa o qualcuno che rallenta i miei piani..... T_T uffa.
Intanto, buona Pasqua a tutti! Vi auguro tante uova di cioccolata e tanti coniglietti <3 ;D
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