Cap.13
EREN Pov
"E quindi io ora che dovrei fare?" domandò Jean.
Non è che avessi bisogno del tuo permesso, lo sai? Mi sto trattenendo dal volerti rompere il muso per il fatto che la farai soffrire. Inoltre stai parlando di lei come se fosse un oggetto, o sbaglio? E' come se mi stessi dicendo "Non ne ho più bisogno, quindi se vuoi ora puoi prendertela tu". Sai che c'è? Mi fai schifo."
Jean mi osservava in cagnesco, i suoi occhi luccicavano come quelli di un'animale che osserva la sua preda, pronta a lanciarglisi addosso.
"N-Non è come pensi tu! Balbettai.
Sentii le guancie andarmi a fuoco e spostai lo sguardo su un punto indefinito della stanza.
"E allora ti spiacerebbe spiegare?"
Presi un bel respiro prima di lasciar andare quelle parole così maledettamente difficili da pronunciare; non era la prima volta che lo dicevo a qualcuno, ma di certo questa era la più difficile.
"Sono gay!"
Jean mi fissò in silenzio per un paio di secondi. Ecco, questo era il momento della verità: Mi avrebbe odiato, avrebbe riso di me?
Lui si alzò e mi si avvicinò, strinse la mano in un pugno e mi centrò in pieno viso.
Sputai un po' di saliva mista a sangue.
"Questo per cos'era? " Chiesi.
"Per aver preso in giro Mikasa."
Sorrisi tristemente "Se è così allora credo di meritarmelo. Non ce l'hai con me per il fatto di essere gay?"
Si fece serio. "No. Questo non mi importa. Non sono quel genere di persona."disse. Poi mi rivolse un sorrisetto di scherno.
"Hey, chi l'avrebbe mai detto che un giorno quello stupido di Eren Jeager sarebbe venuto a raccontarmi certe cose?"
Riecco il solito fastidioso Jean Kircstein di sempre.
"Non ti montare la testa, faccia da cavallo!"
"Che cosa hai detto!?!"
Fortunatamente il maggiordomo irruppe nella stanza prima che la situazione degenerasse.
"Signorino, sua madre è tornata, La attende nel salotto privato".
"... Dille che la raggiungerò dopo aver accompagnato il mio amico all'uscita".
Jean mi condusse nell'atrio.
"Ci si vede, Jeager! Ora devo andare".
"Sicuro!"
Feci per uscire, ma prima che potessi varcare la soglia una mano mi afferrò la spalla facendomi voltare.
"Sarebbe questo l'amico che ha priorità sulla tua stessa madre?"
Io e Jean sussultammo all'unisono, mi ritrovai a pochi centimetri dal viso di una donna alta, magra, dai capelli biondi acconciati e il viso carico di trucco che mi squadrò dalla testa ai piedi.
"Mamma!" Esclamò lui.
"Ehm.. buongiorno signora.." sussurrai timidamente.
La donna ignorò completamente il mio saluto.
"Spero almeno che provenga da una classe sociale adeguata, anche se dall'abbigliamento non si direbbe. Lo sai tesoro che non ti voglio vedere mischiato alla gentaglia!".
Notai Jean chiudere gli occhi e respirare profondamente cercando di contenersi.
"Certo, mamma. Comunque ora se ne stava andando".
La donna sganciò gli artigli laccati dalla mia spalla, ed io mi precipitai fuori, ansioso di allontanarmi da quella sgradevole presenza.
[...]
Arrivai davanti casa nel giro di una quindicina di minuti, entrai dal portone principale del palazzo e controllai la cassetta della posta , come era mia consuetudine fare. Rimasi sorpreso nel trovarci all'interno qualcosa che non fossero bollette. Aprii la lettera per prima: il mittente era mia zia. Mi informava che lei e mio zio sarebbero tornati dal loro viaggio nel giro di due giorni.
"Oh, perfetto!" commentai seccato. "Addio libertà!"
Il secondo oggetto era un semplice foglio di carta a quadretti piegato, probabilmente la pagina di un quaderno:
-LUNEDI', ORE 18:00, PALESTRA SMITH-
"Ma che cazzo?"
Me lo rigirai tra le mani per un paio di minuti. Ovviamente non era firmato. Chi diavolo avrebbe potuto mai voluto mandarmi quella informazione? Levi?
-No, questa non è la sua scrittura.-
Lo feci scivolare nella tasca dei pantaloni. Non c'era molto che potessi fare, se non fare tesoro delle informazioni che mi erano state appena fornite.
[...]
LEVI Pov
Camminavo lungo i corridoi della scuola, lasciando che l'aura di morte che mi circondava aprisse un varco tra la folla di studenti intenti ad intasare qualsivoglia spazio che non fossero le aule prima dell'inizio delle lezioni. Alla fine lunedì era arrivato. Per ora stavo cercando di evitare di pensare a quello che mi aspettava dopo la fine delle lezioni. Per tutto il week end non ero riuscito a chiudere occhio. L'unica cosa a cui ora riuscivo a pensare era che volevo vedere il moccioso. Volevo vedere Eren. Di colpo era come se ne fossi diventato dipendente, più di quanto non lo fossi prima. Non mi ero dimenticato del bacio che mi aveva rubato sull'autobus, era un dettaglio che avevo deciso di non raccontare ad Hanji, volevo che fosse un ricordo mio e mio soltanto. Dio, come mi mancavano quelle labbra.
"Professor Ackerman?"
Una voce di attirò la mia attenzione.
"...Si, Mikasa?"
"Potrei parlarle un attimo?"
"...Va bene. Dimmi".
La ragazza abbassò lo sguardo, intrecciano le dita delle mani davanti a sé.
"Non si tratta di me, si tratta di Eren..."
Rimasi impassibile.
–Tu! Spero tanto che tu non ti sia azzardata ad allungare le mani sul mio moccioso, brutta.. !! Che vado a pensare, è la sua ragazza! certo che lo avrà fatto!- Il pensiero del mio Eren a letto con la mora che mi stava di fronte era una cosa che mi accecava dalla rabbia.
La ragazza proseguì.
"Il fatto è che Eren è peggiorato davvero quasi in tutte le materie da un po' di tempo, quindi mi chiedevo se Lei fosse disponibile a dargli ancora qualche lezione privata."
"...Lezione privata?"
"Si, come quella che gli stava dando il giorno in cui l'ho incontrata a casa sua. Sarebbe disposto a farlo?".
Non potei fare a meno di increspare la bocca in un sorrisetto. – Come la volta scorsa, he?- Ovviamente lei non sapeva cosa mi aveva appena inconsciamente invitato a fare.
"Ne riparleremo, durante la lezione di oggi, all'ultima ora".
[...]
EREN Pov
Avevo atteso quel momento per tutta la fottuta giornata.
Appena Levi entrò in classe scattai in piedi per il saluto prima di chiunque altro. Divenni rosso come un peperone quando sentii le occhiate curiose dei miei compagni bruciarmi la schiena per via della mia insolita reazione, e credo che iniziò ad uscirmi del fumo dalle orecchie quando anche lui me lo fece notare con un: "Eren Jeager, guarda che ora puoi anche sederti".
Mi sentivo nervoso, molto nervoso. E dire che avevo avuto tutto il week end per prepararmi psicologicamente a rincontrarlo. Lo osservai avanzare e togliersi la giacca appoggiandola allo schienale della sedia. Con una mano si riavviò i capelli all'indietro, fulminandomi con una delle sue occhiate glaciali. Il mio cuore prese a battere a mille. Serrai la mascella per evitare che mi si spalancasse la bocca fin per terra.
-Dannazione, lo stai facendo apposta a guardarmi così, Levi?-
Durante la spiegazione mi sforzai di sopportare il suo sguardo fisso nel mio, deglutendo rumorosamente. Decisamente, oggi non aveva intenzione di ignorarmi!
Poi, lo vidi avanzare verso di me...
LEVI Pov
Stuzzicare il moccioso era una cosa davvero divertente, questo dovevo ammetterlo. Vedere la sua faccia diventare tutta rossa a causa mia, osservarlo mentre si sforzava di ricambiare il mio sguardo con aria di sfida era uno spettacolo di cui avevo fottutamente bisogno. Ma c'era ancora una sua reazione che avrei voluto sperimentare.
Mi avvicinai al suo banco, continuando a leggere ad alta voce il capitolo di quel giorno. Mi piazzai esattamente di fronte lui, a pochi centimetri di distanza. So bene di non essere... esattamente alto, in questo modo l'unico panorama che ad Eren era concesso osservare in quel momento era una bella visione frontale del mio inguine.
"Eren, sono stanco, continua tu dal punto in cui siamo arrivati a leggere."ordinai.
Lui annuì, rosso in volto come non lo era mai stato.
"C-Cer-Certo. A-A-Allora... La squadra di..di.. la squadra di ricognizione..."
"Non è lì che eravamo arrivati! Vedo che qualcuno non è stato attento!" Esclamai, tirandogli una librata in testa.
Nei corridoi risuonò il suono della campanella.
"Bene! Questo significa che la prossima volta ti fermerai a fare delle lezioni di recupero con me, assieme a... (aprii il registro)... Sasha Braus... Connie Springer... Jean kirschtein e Reiner Braun.
Sospirai, lanciano un'ultima occhiata ad Eren che mi stava guardando a sua volta, prima di uscire dalla classe.
Ora sarebbe iniziata la parte peggiore di quella giornata di merda.
(DEATH)NOTE DELL' AUTRICE: Heyyyyy!!!! OuO Ciao carissime/i ! XD sono in ritardo di ungiorno o due, ma ecco qui la tredicesima parte della storia! Sta diventando più lungadi quanto avessi programmato... so che voi volete le COSE, ma vedrete che quelle arriveranno! :P hahaha io intanto rido, perché l'ultima parte di questo capitolo è tratta da una mia reale esperienza >///< professore carino, troppo basso... e troppo.. ahem..dotato X'D ed io che ero in primo banco e mi si piazzava sempre davanti. Povero Eren, capisco cosa abbia passato.. guardare ma non toccare, si dice, no? (è stato l'anno scolastico più imbarazzante della mia vita)
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