Cap. 10


Eren Pov

Io e Levi non avevamo più parlato dal momento in cui lui se n'era uscito da casa mia, sbattendosi la porta alle spalle. Quanto tempo era trascorso? Giorni? Settimane? Non avrei saputo dirlo, a me sembravano trascorsi secoli.

Mi mancava da morire.

-Sono stato uno stupido.-

Certo, a scuola continuavo a vederlo, ma anche durante le ore di lezione lui faceva di tutto pur di evitare il contatto visivo, anche quando mi interrogava teneva gli occhi sempre incollati al libro.

Essere ignorati è molto peggio che essere rifiutati.

-Fa male.-

Avrei voluto spiegargli come stavano realmente le cose tra me e Mikasa. Avrei voluto ripetergli che il mio "Ti Amo" era sincero. Ma poi mi ero reso conto di una cosa: ero IO quello che si era dichiarato, non lui. Il fatto che fosse venuto a letto con me... non significava nulla; doveva averlo fatto per compassione, dopo avermi visto crollare in quel modo. Se ora fossi andato a dirgli queste cose, di certo mi avrebbe riso in faccia. Se guardavo la situazione da questo punto di vista, non potevo dire che mi stesse ignorando.

Mi trattava come ogni professore tratta un suo studente.

-Sono solo un moccioso.-

Sono solo uno stupido moccioso. Fa male.

Sono solo uno stupido moccioso. Fa male.

Sono solo uno stupido moccioso. Fa male

I miei incubi erano tornati a peggiorare, non vedevo più la luce bianca alla fine del sogno, né sentivo la misteriosa voce chiamare il mio nome o il profumo avvolgente confortare i miei ultimi istanti di coscienza prima del risveglio.

Ma andava bene così, davvero. Non sarei tornato a prendere quelle stupide pillole, non ora che il dolore era l'unica cosa capace di farmi sentire vivo.

Ancora una volta, ero rimasto solo nel buio

***

Il suono della campanella fu accompagnato da urla ed esclamazioni di gioia per il week end appena iniziato. Qualcuno mi tirò una manata sulla schiena, facendomi quasi sputare i polmoni.

"Hey Jeager! Su con la vita! Abbiamo già Jean con il muso lungo!"

Il normale me stesso sarebbe scoppiato a ridere, ma ormai a malapena ricordavo quel che ero stato fino a un paio di mesi prima. Gli rivolsi una smorfia più che un vero e proprio sorriso, assieme ad un cenno d'assenso.

"Eren?"

Mi girai verso Amin. Considerato l'ostinato silenzio in cui mi ero chiuso in quelle ultime settimane più la sua espressione preoccupata, credevo di sapere cosa stesse per fare.

"Armin."

Tentennai un attimo, leggermente in imbarazzo.

" Ti va di fare un salto a prendere qualcosa da bere al bar di Hanji, prima di tornare a casa? Vorrei la tua opinione riguardo una cosa."

"Certo, va bene!"

Il mio amicò parve sollevato di non essere stato il primo ad affrontare la questione. Prese in spalla la sua borsa e insieme ci dirigemmo fuori da scuola, prendendo la strada per il bar. Stavamo ancora camminando quando decisi che era arrivato il momento di affrontare l'argomento.

"Mmmh.. Armin?"

"Si?"

"... Voglio lasciare Mikasa."

"...."

Armin si bloccò in mezzo al marciapiede. "Eren, vuoi che Mikasa ammazzi qualcuno?"

"Nah, lei non mi farebbe mai del male." Risposi con decisione.

Il biondino scosse la testa, riprendendo a camminare. "Io pensavo più a Levi Ackerman. Anche se.. Eren, lo so che è successo qualcosa. Ha a che fare con lui, vero? Ho notato il modo in cui lo eviti. E poi in queste ultime settimane assomigli ad uno zombie! Si vede che c'è qualcosa che non va."

-Eccoci giunti al nocciolo della questione- pensai.

Ormai eravamo di fronte al bar, quindi entrammo e ci sedemmo ad un tavolo. Arrivò Hanji iperattiva come sempre a prendere le ordinazioni, aspettai che se ne andasse prima di raccontare ad Armin tutto quello che era successo. Era imbarazzante, ma avevo davvero bisogno di parlarne con lui. E poi, Levi o non Levi, ormai ero deciso a lasciare Mikasa, avevo capito che stare assieme a lei senza ricambiare i suoi sentimenti non poteva che essere un male per entrambi. Tuttavia il problema era come lasciarla senza farla stare troppo male, ed Armin era l'unico che poteva aiutarmi a trovare una soluzione.

"Ecco qui! Un succo di frutta per Armin ed una cioccolata per Eren!" Cinguettò Hanji.

Era arrivata all'improvviso, cogliendoci di sorpresa a metà discorso.

"Mmmhmm... come va ragazzi?" Disse sfoggiando il suo migliore sorriso.

Presi quell' espressione come la prova che avesse origliato di nuovo i nostri discorsi.

"Eren, tutto bene con Levi?"

Lo sapevo, aveva sentito tutto. Ecco, qui dovevo essere arrossito visibilmente, perché Hanji se ne accorse e cominciò a tempestarmi di domande. Avevo paura che lei se la fosse presa con me per quel che era successo a casa di Levi, invece sembrava addirittura più gentile del solito. Alla fine, tra una domanda e l'altra, finii per raccontare l'intera storia anche a lei.

"Mmhmm... capisco." Concluse la donna dopo aver ascoltato il mio discorso.

"Sono d'accordo con la tua decisione di lasciare Mikasa. Armin se non sbaglio prima ti stava proponendo di chiamare Jean e di parlare con lui, giusto? Fallo. Fallo subito. Prima lo chiami meglio è, credimi."

Prese fuori il cellulare dalla tasca dei Jeans e me lo porse.

"Usa il mio, tanto ho le chiamate gratis. Inoltre se vede il tuo numero sul display potrebbe anche decidere di non risponderti, dato che ti odia."

Presi il telefono cellulare dalla sua mano e degluitii mentre digitavo il numero sulla tastiera. Aveva ragione. Più aspettavo, peggio sarebbe stato. Via il dente, via il dolore, no?

*Thuuu...Thuuu.. Thuuu*

*Clack*

"Pronto?"

"Ehmm... ciao Faccia da cav- cioè, Jean. Sono Eren."

"...... Che vuole da me lo scemo che ha fretta di farsi sfottere?"

Cercai di trattenermi dal rispondergli come si meritava.

-Ha cambiato di nuovo il mio soprannome?-

"Senti Jean, non ti ho telefonato per litigare. Ho una proposta da farti. A te piace Mikasa, non è vero? Bhe, se mi starai a sentire, ti aiuterò a farla diventare la tua ragazza."

LEVI Pov

Stavo cercando di evitare Eren il più possibile.

Ero davvero ancora molto incazzato per come mi aveva preso in giro.

Tuttavia non capivo. Non riuscivo a capire perché non riuscivo a togliermelo dalla testa. Me l'ero finalmente levato dalle palle, lui e le sue fastidiose confessioni; lui e tutto il casino che aveva portato nella mia vita. Ogni volta che avevo lezione nella sua classe, semplicemente cercavo di ignorarlo. Era tornato ad essere lo studente che da sempre avrebbe dovuto essere, ma che di fatto non era mai stato. Eren non aveva più nulla a che fare con me. Eppure, proprio come in questo momento, io non riuscivo a fare a meno di pensare a lui.

Accarezzai la mia Palla di Pelo, restandomene semi sdraiato sul divano con un libro aperto appoggiato sulle gambe.

-Eren.-

"Perché? Dimmi perché dovevi farmi questo, dannato moccioso!" borbottai tra me e me, alzandomi dal divano.

"Che cosa mi hai fatto per ridurmi così?"

Presi dal mobile del cibo in scatola e la aprii. Mangiai un paio di bocconi, poi abbandonai la latta sul tavolo. Neanche oggi mi andava di mangiare.

Sentii vibrare il cellulare nella tasca dei jeans, poi lo premetti il tasto verde per rispondere.

"Oi, Erwin!"

!Hey, Levi, come va?"

"...."

"Capisco. Ti ho visto un po' giù negli ultimi tempi. Ultimamente in palestra spaventi gli altri clienti quando prendi a pugli il sacco da box. Lo sai? Ad ogni modo, oggi è il mio compleanno, ti ho chiamato per sapere se ti va di farci una bevuta. Se vieni mi raccomando di prendere i mezzi pubblici, perché nessuno dei due sarà in grado di guidare a fine serata!"

Non amavo molto uscire, ma per Erwin, l'uomo che mi aveva salvato dal diventare un criminale, e proprietario della palestra che frequentavo, potevo fare un'eccezione. Mi avrebbe fatto bene prendere un po' di aria fresca, ed assumere un po' di alcol.

***

Circa un'ora dopo mi ritrovavo seduto al bancone di un bar, e stavo sorseggiando qualcosa di cui non sapevo il nome, ma che dall'odore doveva essere abbastanza alcolico da stendere un cavallo. Non era da molto che ingurgitavo quella roba, ma la mia vista cominciava già ad annebbiarsi. Quanti ne avevo bevuti? Erwin vicino a me continuava a parlare praticamente da solo, prima una ragazza del bar era venuta a tenerci compagnia, ma lui aveva trovato il modo di allontanarla rifilandole qualche parola gentile. A volte non riuscivo a capire i modi del mio amico.

"Hey, Erwin! Io mi fermo qui. Se bevo ancora finirò con lo stare male e vorrei almeno poter tonare a casa sulle mie gambe.

"Ok, va bene. Lascia che ti accompagni alla fermata del bus.."

Uscimmo dal locale, Pioveva. Attraversammo la strada e dopo qualche passo trovammo la panchina della fermata. Lì ci sedemmo uno accanto all'altro.

"Mhm... Levi?"

"Che c'è?"

Mi girai verso di lui. Fu un attimo.

Erwin mi prese per le braccia, mi attirò a sé e mi baciò. Sentivo le sue labbra muoversi sulle mie, cercare di adattarsi alla mia bocca, ma senza successo, come stesse cercando di far combaciare due pezzi sbagliati del puzzle. Che stava succedendo? Quel bacio era troppo brusco, violento, sbagliato.  Disgustoso. Non era quella la bocca di cui le mie labbra avevano bisogno!

-Ma che diavolo?-

Lo spinsi via da me.

"Erwin! Che cazzo ti prende!"

Mi pulii la bocca con la manica. Diedi uno sguardo alla strada, il bus era arrivato. Appena le porte si aprirono mi precipitai sotto alla pioggia e mi infilai all'interno, senza degnare di uno sguardo l'uomo che stavo lasciandomi alle spalle, impietrito per la mia reazione.

Poi le porte si chiusero, e l'autista ripartì.

-Accidenti-

Il bus era strapieno di gente.

-Che bello schifo.-

Cercai di spingermi verso l'interno, per potermi aggrappare al palo centrale, in modo di non cadere quando l'autobus avrebbe frenato. Odiavo quelle situazioni. Corpi di estranei che ti strusciano contro, gente che tossisce, germi, germi dappertutto. Avrei dovuto resistere. Arrivai con la mano ad afferrare il palo, in quel momento il bus si fermò. Appena in tempo. Le porte si aprirono, un uomo, una donna e un ragazzino salirono a bordo.

"Permesso!"

-He?-

Un'altra mano raggiunse il palo centrale e vi si avvinghiò. Una mano che conoscevo fin troppo bene, seguita dal moccioso che avevo cercato di evitare così accuratamente in quelle ultime settimane. Sentii il mio cuore aumentare i battiti:

"Eren?"


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