Cap. 1
Cos'era questa sensazione? Non potevo vedere nulla, il mio corpo... stava bruciando? Provavo a muovere le gambe e le braccia, volevo fuggire da quella prigione, ma gli arti non sembravano ascoltarmi. Era come se il mio corpo non mi appartenesse più...
EREN Pov
Probabilmente mi sfuggì un urlo, non so, fatto stà che mi svegliai di soprassalto.
"Oh, era solo un sogno. Oh... oh, no, non dirmelo! Merda! Che ore sono!" esclami, saltando giù dal letto.
"Ma proprio il primo giorno di scuola non doveva suonarmi la sveglia?"
Gettai un'occhiata all'orologio. Merda, già le otto e un quarto! Rinunciando alla colazione,forse avrei fatto in tempo. Mi infilai i jeans aderenti saltellando, poi recuperai una t shirt ed una camicia a quadri spiegazzata dalla sedia, misi le scarpe e mi fiondai giù dalle scale dirigendomi alla porta. La aprii e mi fermai un attimo, girandomi verso l'interno della casa.
"Vado a scuola, ci vediamo dopo!"
Nessuna risposta.
Non che se me ne aspettassi davvero una. Continuavo a salutare, ogni mattina, ma era solo un abitudine.
MI chiusi la porta alle spalle, la sentii sbattere; poi cominciai a correre verso la fermata del bus, urtando di tanto in tanto qualche pedone e rischiando di inciampare nel chihuahua di una signora dalle labbra a canotto, che cominciò a strillarmi qualcosa con voce da oca in calore.
"Mi scusi!"
Gridai girandomi verso di lei. Avrei fatto meglio a guardare davanti, perché stavo per andare a sbattere in pieno contro qualcuno.
LEVI Pov
"Hei, moccioso, guarda dove vai!"
"Le chiedo scusa, signore!"
Un ragazzino, capelli castano scuro, sguardo imbarazzato, di almeno dieci centimetri più alto di me (..Tsk!), con due grandi occhioni verdi che mi guardarono stupiti, mi era praticamente piombato tra le braccia. Quegli occhi avevano un che di spiazzante... e di stranamente familiare.
Lo scostai bruscamente da me. Io odio il contatto fisico. Credo ci sia rimasto un po'male, ma che diavolo, era lui quello che mi aveva investito!
Notai che non indossava una divisa, ma sopra alla borsa era stampato un distintivo.
"Oi, stai andando a scuola?"
"mhm, si, mi perdoni, vorrei poter scusarmi più adeguatamente, ma sono terribilmente in ritardo!"
"Come si chiama la tua scuola?"
Il ragazzo mi rivolse un'occhiata interrogativa. "Ecco... frequento la Shiganshina Hig School"
Bhe, non sapevo cosa mi stesse passando per la testa, ma pensai che dopotutto niente da perdere. Mi avvicinai alla macchina che era parcheggiata accostata al marciapiede, estrassi il telecomando dalla tasca e la aprii. Poi spalancai la portiera dalla parte del passeggero.
"Vado nella stessa direzione. Sali, prima che cambi idea". Il ragazzino parve pensarci un paio di secondi, poi però si avvicinò alla macchina e salì. Feci il giro del veicolo e salii dalla parte del conducente. Più ci pensavo, più mi chiedevo cosa stessi facendo: non permettevo a nessuno di salire sulla sua auto, ed ora davo un passaggio ad un moccioso sconosciuto appena incontrato? Che cazzo mi stava dicendo il cervello?
EREN Pov
Alla fine accettai il passaggio. Non capivo esattamente cosa stesse succedendo, l'unica cosa di cui mi rendevo conto era il mio mostruoso ritardo e il fatto che quell'uomo basso e dallo sguardo spaventoso poteva rappresentare la mia salvezza. Mentre aspettavo che facesse il giro dell'auto, feci caso all'odore dell'abitacolo: pelle, tabacco.. e questo cos'era?..the? Che strano, non avevo mai pensato che un simile miscuglio di aromi potesse essere così gradevole.
L'uomo entrò e si sedette nel posto accanto al mio, guardandomi con occhi di ghiaccio. Cavolo, ora che ci pensavo si trattava dell'auto di uno sconosciuto ... avevo fatto la scelta giusta? E se si fosse trattato di un serial killer o roba simile?
"Vedi di non sporcare in giro, moccioso, altrimenti giuro che ti faccio pulire con la lingua"
Ecco, lo sapevo. Deglutii, e mi limitai ad annuire. Cominciavo a rimpiangere la mia decisione.
L'uomo sospirò."Rilassati, non sono un serial killer. Mi chiamo Ackerman, Levi Ackerman".
Ci fu un attimo di silenzio.
Tu invece?"
Sentii che stavo arrossendo, mentre pensavo a come l'uomo sembrava avermi letto nel pensiero. Abbassai lo sguardo per non farglielo notare e risposi a bassa voce
"..Mi chiamo Eren, Eren Jeager".
NOTA DELL'AUTRICE è la primissimissima volta in che scrivo una fanfiction, quindi abbiate pietà di me, ve ne prego T.T non so cosa ne salterà fuori, ma vi prometto che mi impegnerò *^* ringrazio in anticipo chi dedicherà il suo tempo a leggere questa..mm.. Cosa... non so bene come identificarla. XD graziegraziegrazie! XD
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