three;
"WHAT DO YOU WANT?"
Già, cosa voglio? Sembra che quella scritta, e quella porta, siano state messe apposta per me: è un chiaro invito ad entrare, non posso oppormi. Mi fiondo verso quella che sembra la mia unica salvezza, facendo a zig zag tra la folla intenta a ballare, urlare e strusciarsi e, una volta arrivato a destinazione, per qualche strano motivo mi sento insicuro.
Prendo un respiro profondo e busso.
Uno, due, tre, quattro, cinque secondi passano. Li conto nella mia mente ma nessuno sembra intenzionato a rispondermi: forse non hanno sentito. Decido allora di entrare e ciò che trovo mi sorprende, cioè io mi aspettavo un posto squallido con un'ammucchiata di persone pronte a soddisfarsi a vicenda, e invece vi è una stanza bianca con solo una scrivania marrone posta al centro, ed un uomo, vestito di bianco, intento a scrivere qualcosa su un foglio bianco, anche quello. Sono morto per caso? Devo fare il colloquio per accertarmi di poter entrare in paradiso?
Il ragazzo alza la testa verso di me e mi invita ad entrare con un cenno della mano ed un sorriso davvero coinvolgente. Ok, non sono sicuro di ciò che sto facendo in questo momento ma ormai non ho più il controllo delle mie azioni e mi ritrovo seduto di fronte il tizio dalle labbra carnose ed i capelli di un biondo platino, proprio come se fosse un angelo. Forse sono davvero morto.
<Ciao e benvenuto nella" dimora dei desideri"> mi porge la mano per poter stringere la mia, ed io ricambio la stretta <Dimmi tesoro, cosa posso fare per il tuo bel faccino?> mi dice con un tono al quanto effeminato. Sono nell'aldilà ed ho appena scoperto che gli angeli sono omosessuali, questa giornata non è poi così male.
<Beh, io, non..> mi sento un po' in imbarazzo: cosa vorrà intendere con "dimora dei desideri"?
<Oh, sei un novellino, come sei carino. Che sbadato che sono, non ti ho accolto come si deve> si alza mostrando la sua impressionante altezza, in confronto alla mia, ed il suo corpo snello, ma non troppo, dentro quell'abito in seta: è figo, lo devo ammettere. Sarà peccato fare certi pensieri su una divinità celeste?
<Seguimi, ti mostro la merce>
Merce?
L'uomo-angelo mi fa strada e, dopo aver attraversato un corridoio lungo non so quanti metri, arriviamo in una stanza con una tenda rossa. La mia espressione deve essere un misto tra paura, imbarazzo e curiosità perché il tipo dalle spalle larghe inizia a ridere guardandomi in faccia
<Tesoro non ti mangio mica, stai tranquillo>
Io cerco di darmi un tono mentre lo vedo aprire quella tenda enorme quanto un sipario.
Un vetro a specchio. Lo capisco subito perché le persone all'interno di quella stanza, vuota di mobili, non si sono accorti di nulla, non si girano verso di noi ma continuano a farsi gli affari loro. C'è una ragazza seduta a terra, abbastanza in carne e dai tratti occidentali, - non saprei dire di quale Paese, - un'altra, invece molto magra, - credo sia coreana, - che non smette di camminare avanti e indietro, un cane che dorme, due bambini che singhiozzano in silenzio ed un ragazzo slanciato girato di spalle con un cappellino in testa. Mi incuriosisce: è l'unico calmo e rilassato, oltre il cane, in quella stanzetta che sembra avere tutto l'aspetto di un posto freddo e desolato.
<Manca solo "Cicciogrande" all'appello, che ora è con una donna a farsi fare un bel lavoretto di bocca> dice con un ghigno ma rimanendo sempre molto professionale, se si può definire tale un mestiere del genere. Mentre continua il suo discorso formale io non riesco a staccare gli occhi da dosso al ragazzo col cappello, che ora si è finalmente girato ed è rivolto nella mia direzione.
<Questi sono solo dei prototipi, è giusto una presentazione di ciò che potrai scegliere..>
So che non può vedermi ma, nonostante ciò, mi sento trafitto da quello sguardo: lo sento attraversare il vetro e posarsi sulla mia pelle in maniera quasi fastidiosa.
<..ovviamente ci sono altri esemplari di donne, così come di uomini, bambini, animali..>
Bambini. Animali?
<..e, ovviamente, per motivi di igiene, non abbiamo posizionato un cadavere tra loro>
CADAVERE?
Riesco a togliermi quello sguardo di dosso solo in quell'istante.
Ho sentito bene? CADAVERE? Oddio allora non sono morto, ma dove sono capitato? Che posto è questo? Sono pazzi.
<Oh, non ti facevo così innocente..la mente umana sa essere davvero perversa> mi dice quando vede i miei occhi sgranare mentre deglutisco rumorosamente.
<Una volta scelto il "chi", si passa al "cosa". Dimmi faccinobello cosa vorresti fare?>
Di sicuro non un cadavere, o un animale, o un bambino..e nemmeno una donna!
Il mio sguardo continua ad essere perplesso ed anche un po' impaurito: sono in un covo di assassini, depravati e psicopatici. Forse dovrei scappare, ma sono paralizzato..anche a causa del ragazzo-cappellino che ora si è messo a ballare in mezzo a quella stanza ipnotizzandomi ancora di più.
<Non lo sai nemmeno tu, eh? Dai ora ti elenco qualcosina> il tizio, non più tanto angelico, prende un fascicolo da un cassetto incastrato nel muro e inizia a leggere.
<Rapporto sessuale semplice, threesome, le varie pratiche BDSM quindi bondage, dominazione e/o sottomissione, sadomaso e/o masochismo, feticismo, necrofilia, rapporti a quattro, zoofilia, pedofilia..>
O mio dio.
L'uomo si ferma quando capisce che sono più scandalizzato di prima.
<Ho capito, queste pratiche non fanno per te..mi devi scusare bellezza, qui di solito viene gente che non puoi nemmeno immaginarti. Sono capaci di fare qualsiasi cosa: è per questo che facciamo sempre firmare un contratto in cui viene tutelata la persona e/o l'animale che si presta a questi tipi di atti. Qui è consentito tutto tranne l'omicidio e il recare danni irreversibili all'individuo in questione.>
<Ma..tutto ciò..è legale?> con un po' di timore lo chiedo: devo capire a cosa mi sto immischiando e se sono nei guai.
<Non a caso questo posto si chiama "dimora dei desideri": la legge non può farci niente perché noi siamo la legge!>
Cosa vuole dire? Che ricattano la polizia? Che sono in contatto con la politica?
<Non devi preoccuparti per questo ragazzino, devi solo fare la tua scelta oppure andartene>
Ragazzino a me?
A quel punto il ragazzo-cappellino diventa solo ragazzo poiché, facendo la verticale, gli cade il copricapo mostrando quella chioma rossa: è dello stesso colore del ragazzo del mio sogno. E' lui. Se prima mi risultava tutto così assurdo ora invece mi sento tranquillo: la mia anima in subbuglio si calma per un attimo e trova un senso di esistenza solo per aver scovato finalmente ciò che bramava in maniera inconscia.
<Lui chi è?> domando mettendo da parte qualsiasi emozione negativa stessi provando in quel momento.
<Oh, gioia mia! Lo sapevo che eri gay!> dice con esuberanza prendendosi un po' troppe confidenze, ma decido di non farci caso poiché ora la mia attenzione è rivolta tutta verso il rosso di quei capelli.
<Devo dire che hai davvero ottimi gusti in materia, complimenti!> mi tocca il fianco con il gomito e, se fosse accaduto in qualche altra occasione, ora sarebbe morto.
<Scelgo lui> le parole mi escono senza nemmeno dare il tempo ai pensieri di raggrupparsi.
<Sicuro? Non vuoi vedere gli altri? Abbiamo dei bocconcini davvero sublimi> i suoi occhi brillano ed è anche un po' inquietante: vuole dare l'impressione di una persona pura e corretta ma ha proprio l'aria di chi se li fa tutti, senza alcuno scrupolo.
<No, ho detto che voglio lui..cosa devo fare, dove devo firmare?>
<Prima devi dirmi cosa vuoi fare, dolcezza> mi sorride languidamente.
Faccio un po' mente locale delle varie assurdità dette poco prima dall'uomo dalle spalle larghe e, d'istinto, scelgo "sottomissione". Forse per il sogno che mi ha tormentato durante il giorno, forse per provare nuove esperienze, o forse perché non credo di poter riuscire a dominare quel ragazzo che mi ha fatto sentire piccolo e insignificante solo da dietro un vetro a specchio.
<Scelta eccellente anche questa volta! J-Hope è famoso proprio per la sua dominanza a letto..> inizia a dire mentre ci incamminiamo verso la stanza bianca all'ingresso. <..quando gli viene ordinato di essere sottomesso sbuffa e non da' il meglio di sé ma, ahimè, viene pagato per ubbidire e quindi non può far altro che accettare la sua sorte> arriviamo finalmente alla scrivania e mi fa cenno di sedermi. Poi, da un cassetto, prende un paio di fogli e me li porge. <Qui ci sono varie clausole, ma visto che hai scelto sottomissione non c'è nemmeno bisogno che leggi: sarà lui a dettare le regole.>
Mi sembra sensato, così lo firmo di fretta e furia, più per l'ansia di incontrare quel ragazzo da vicino e per non soffermarmi troppo su ciò che ho appena fatto.
<Vuoi sapere perché viene chiamato J-Hope?> sinceramente non me ne può fregar di meno ma rimango in silenzio per permettergli di continuare.
<Ovviamente qui tutti hanno dei soprannomi per non essere riconosciuti. Lui viene chiamato così perché...beh, conosci la frase di Dante "Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate"?> io continuo a stare zitto mentre mi fa strada lungo di nuovo quel corridoio.
<Si dice che chiunque si faccia sottomettere da lui poi non ne esca più come prima..insomma sa farsi ricordare quel piccoletto.>
Oltrepassiamo la stanza del vetro a specchio per poi arrivare ad un altro corridoio sempre bianco con una serie di porte. Il tizio mi fa entrare in una di essa: è una camera rivestita da moquette bianca, pareti rosse ed un letto matrimoniale con cuscini enormi bianchi e neri, sembrano davvero morbidi alla vista.
<Accomodati pure, ora te lo vado a chiamare. Io comunque sono Jin> mi fa un sorriso coinvolgente e..malizioso? <Buona fortuna dolcezza>
Eccovi come ho immaginato JIN
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top