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Ho gli occhi aperti eppure..non vedo nulla! E' tutto completamente buio, sembra che io abbia una mascherina, - o qualcosa di simile, - sugli occhi. Non so dove mi trovo, - o meglio, - credo di essere sul mio letto poiché, abbassando lo sguardo, uno spiraglio di luce da sotto la benda mi fa intravedere, oltre il mio petto nudo, le lenzuola beigioline che ho regalato a Jimin. Inoltre non riesco nemmeno ad alzarmi: ho le braccia sopra il mio capo e, se provo a muoverle, sento del metallo che preme sulle vene dei miei polsi. Sono ammanettato?! Per qualche strana ragione mi sento eccitato.

D'improvviso un rumore di scarico proveniente dal bagno in camera mi fa sobbalzare, poi sento la maniglia abbassarsi ed infine un tonfo di passi sempre più vicino. 

«Jimin?»  chiedo incerto.

Avverto una presenza vicino al mio corpo, e non ci vuole molto per far si che questa sensazione si realizzi: il dito dello sconosciuto si posa sulle mie labbra. «Shh»

Io deglutisco e dei brividi mi percorrono lungo tutta la colonna vertebrale, non so se più per quel tocco o per il sussurro. Il dito poi si sposta in alto e mi scopre leggermente la mascherina: ci metto un po' a mettere a fuoco la persona che ho davanti, l'improvvisa luce mi ha offuscato la vista, ma poi finalmente realizzo. Ha indosso solo un paio di mutande, uno sguardo penetrante, ed i capelli sono...rossi?

«Li hai tinti di nuovo?» dico facendogli segno col capo.

Jimin però non risponde ma continua a fissarmi in un modo strano, mi fa quasi paura: non mi ha mai guardato con occhi così seri da far venire la pelle d'oca, e, osservandolo da qua giù, potrei giurare di vederlo più alto, possente..oserei dire un uomo vero e proprio. Dov'è finita quell'aria da cucciolo? E quei capelli? Cosa aveva fatto? Dio, è così eccitante.

Inizia ad accarezzarmi tutta la mascella e poi, arrivato al mento, mi alza il capo ancora di più e si avvicina a me sfiorandomi le labbra. D'istinto gemo. Cosa gli sta succedendo? Non mi sembra lui, è così..sicuro di sé e questa cosa mi sta facendo impazzire e non poco.

Si mette a cavalcioni su di me ed inizia a strusciarsi contro la mia erezione, ancora imprigionata nei boxer, con una lentezza straziante mentre continua a posare su di me quello sguardo malizioso.

«Ah, Jim-imin» non riesco a trattenere i gemiti, non sono abituato a tutto questo. Strattono i polsi, cercando inutilmente di liberarmi da quelle fastidiose manette, - il mio istinto sta prevalendo sul dolore,- ma tutto ciò che riesco ad ottenere è un'ulteriore frustrazione emotiva.

Sono in mutande sul letto, ammanettato e  pure arrapato: il mio orgoglio ne sta risentendo.

«Sei impaziente vedo» dice Jimin alludendo ai miei continui lamenti di disapprovazione, - ma anche di piacere, - ed ai movimenti bruschi delle braccia «Mi piace vederti in questo stato, sei davvero uno spettacolo Yoongi»

E' spiazzante il modo in cui mi sta parlando e muovendo sopra di me: è sexy ed io sto tremando sotto il suo tocco, la sua voce e il suo sguardo. E quei capelli..gli danno un'aria così selvaggia, è così raggiante, così scopabile. Ho bisogno di toccarlo, di baciarlo, di farlo mio e queste cazzo di manette mi impediscono di soddisfare le mie voglie, non ce la faccio più. Chiudo gli occhi per evitare il suo contatto visivo e porto la testa indietro, inarcando la schiena e spingendo, così, il bacino ancora di più contro il suo.

«Ah, mmh-ah» continuo ad ansimare ma lui sembra contrario, infatti smette di strusciarsi e questo mi fa piagnucolare come una femminuccia: si, era straziante quella lentezza, ma pur sempre meglio di niente.

«Eh no, non devi barare! Sarò io a dettare le regole»

Detto questo mi sfila i boxer e passa la lingua dal buco del mio culo, per poi passare alle palle, fino ad arrivare alla punta del mio cazzo.

«Oh, merda» non riesco a controllare un urlo.

Jimin inizia a baciare tutta la mia lunghezza e poi, sempre con una lentezza infinita, se lo mette in bocca per poi succhiare tutto il liquido pre-seminale con gusto. Quella visione è troppo, io ho bisogno di più, ora.

«Di più-ah, di più»

Si stacca dal mio pene pulsante e mi guarda dritto negli occhi

«Pregami»

Oddio, cosa devo fare? La mia dignità sta soffrendo troppo.

La sua lingua inizia a creare dei cerchi attorno al mio buco ed una nuova sensazione pervade il mio corpo: voglio di più, voglio di più, cazzo.

«Di più Ji-jimin»

Lui continua quella tortura con la lingua ed il mio cazzo inizia ad avere spasmi involontari ripetutamente: devo farlo, devo pregare, altrimenti non finirà mai questo supplizio. 

«Ti pr-pre-go»

«Non ho sentito bene» dice con le labbra ancora incollate alla mia apertura.

«Ti prego Jimin, di più»  urlo per disperazione, ma, stranamente, tutto ciò mi risulta..eccitante.

Sostituisce la lingua con due dita ed inizia a massaggiare l'esterno del mio ano, mentre si avvicina pericolosamente al mio viso. «Pregami di nuovo, devi supplicare»

Ho addosso il suo fiato, il suo odore, il suo tocco esperto e quel dannato sguardo: mi sento così piccolo e così suo. Completamente suo. Tutto ciò mi disarma.

«Ti prego, ti prego, io ti supplico» sto per iniziare a piangere, le lacrime le sento in gola e più mi dispero più mi sento eccitato: una strana agonia appagante.

«Ti prego Jimin, ti prego»

«Yoongi-shi, svegliati, apri gli occhi»

Mi sento strattonare il petto ed apro gli occhi confuso.

«Era solo un brutto sogno!» mi dice con occhi languidi e preoccupati. Un brutto sogno? Ci metto un po' per riprendermi e, dopo aver sbattuto più volte gli occhi, e tossito per un tempo infinito, riesco a riprendere il lume della ragione: Jimin mi sta abbracciando teneramente, come suo solito fare, e non è più quel ragazzo che mi stava torturando nel sogno in maniera...sexy. Ok, no. In maniera orribile!  

Ricambio l'abbraccio e gli accarezzo i capelli dolcemente: la mia adoratissima chioma rosa, alla sola vista mi sento sollevato, credo. E' ritornato il mio Jimin, piccolo, fragile e soprattutto ROSA.

Come se fosse piuma lo trascino su di me mettendolo a cavalcioni sulla mia vita e, al contatto con il mio membro ancora eccitato, mi dice

«Oh, altro che incubo hyung!» i suoi occhi si spalancano meravigliati ma poi un ghigno malizioso compare sul suo volto «Mi stavi sognando?» 

Io, di tutta risposta, avvicino il suo viso al mio e lo bacio con passione iniziando a muovermi sotto di lui. «Mmh... » mugola sulle mie labbra in segno di apprezzamento. Faccio scivolare le mani lungo tutta la sua schiena fino ad arrivare al sedere che strizzo violentemente, mentre lui continua a gemere come una puttanella in calore. «Oh si Jimin, godi per me» dico staccandomi da quelle labbra morbide e bollenti.

Sento il suo pene sempre più duro strusciare sul mio, e gli faccio aumentare il ritmo del bacino solo con la pressione delle mie mani sulle sue natiche sode. Questo piccoletto mi fa impazzire: è così influenzabile.

Ribalto la situazione mettendomi sopra di lui e rimango a contemplarlo dall'alto. «Sei bellissimo» gli dico con un filo di voce. Lo sguardo che gli poso è serio, come quello del Jimin-rosso nel mio sogno, e subito capisco che non riesce a reggerlo per molto tempo. Infatti lo vedo arrossire e sorridere in maniera così tenera: sembra un fagottino a marmellata, vorrei spupazzarlo tutto. I suoi occhi scompaiono sotto le guance paffute e rosse per l'imbarazzo: è diventato una fragola vivente.

Mi sono innamorato di lui dal nostro primo incontro, quando avevo dodici anni e lui appena dieci. All'epoca non sapevo provassi determinate cose, non conoscevo nemmeno con certezza il mio orientamento sessuale: ero solo tanto confuso e più diventavo amico di quel bambino così tenero, più sentivo qualcosa crescere dentro me che non sapevo spiegarmi.
E' all'età di diciassette anni che riuscii a trovare il coraggio di dichiararmi, - o meglio, - eravamo entrambi ad una festa ed è stato l'alcol a parlare ed agire al posto mio. Grazie tris di vodka, caipiroska e infiniti chupiti di sambuca: senza di voi non sarei qui a convivere da quasi cinque anni con l'amore della mia vita. Lui è stato l'unico nei miei trent'anni di vita.

Gli sfilo la maglia mentre tutto il suo corpo inizia a rimpicciolirsi sotto il mio tocco, - ad eccezione del cazzo che lo sento, invece, allungarsi sempre più sui miei finti addominali, - e inizio a lasciargli baci bagnati su tutto il suo petto. Poi, con la lingua, gli stuzzico un capezzolo e i suoi gemiti crescono a dismisura facendomi essere impaziente sul da farsi: devo fotterlo in questo istante. 

Gli abbasso i pantaloni del pigiama con tutte le mutande e gli svelo l'erezione bagnata; lo stesso faccio io e mi posiziono sulla sua apertura aprendogli le gambe il più possibile. Sono diventato una furia, un animale in preda ai suoi istinti: questo sono io a letto e a lui non dispiace. Il suo piacere mi fa essere ancora più rude, così, in men che non si dica, affondo dentro di lui ignorando i suoi lamenti e le sue suppliche di non fargli troppo male. Mi spingo dentro di lui con violenza ed il mio orgoglio si riempie come il buco che sto scopando.

Lui si aggrappa alle mie spalle ed ansima senza sosta, è in cerca di aria e di un po' di tregua ma io non mi fermo, anzi, decido di pompargli anche la sua erezione: non ci vuole molto che viene nella mia mano urlando il mio nome. Musica per le mie orecchie e per il mio cazzo!

Lecco il suo seme dalla mia mano continuando a fotterlo e a godermi le sue espressioni di piacere sotto il mio corpo, fin quando non mi libero anch'io dentro di lui e mi accascio al suo fianco.

«Ti amo hyung»

«Ti amo anch'io»

Vorrei tanto appisolarmi di nuovo ma, guardando l'ora, mi accorgo che non posso restare un minuto di più in questo letto che ora sa di sesso. Così, alzandomi, mi dirigo verso l'armadio mentre Jimin mi fa gli occhi da cucciolo

«Non andare oggi, dì che sei malato... i tuoi alunni saranno contenti di un'ora di svago»

«No Jiminnie, non posso» dico recuperando un paio di pantaloni comodi ed una camicia. «E poi i miei ragazzi mi amano, non ne sarebbero felici come pensi tu!» mi offendo ironicamente e mi chiudo nel bagno in camera, con il solo pensiero di farmi una doccia calda e rilassante.

Non voglio ammetterlo ma quel sogno mi ha..destabilizzato. Non so perché, ma la scopata con Jimin non mi ha soddisfatto del tutto. C'è qualcosa che manca, qualcosa che non riesco ad afferrare concretamente. Sarà colpa del sogno?

Non faccio che pensare al colore rosso per tutto il tempo della doccia, e mi perseguita anche quando saluto Jimin per uscire di casa, anche mentre aspetto il suono della campanella e sento il brusio degli alunni che varca la soglia dell'aula, anche mentre spiego cose che nessuno ascolta sulla nascita del Jazz, anche quando mi ritrovo in sala professori e addento il panino che mi ha preparato dolcemente Jimin mentre leggo il solito bigliettino d'amore che mi lascia nella busta "Sei il rosso della mia vita".

«Oh, ma andiamo!» parlo tra me e me.

Ogni giorno Jimin mi scrive delle frasi che io non sempre comprendo fino in fondo: lui è un poeta/scrittore. Le sue giornate spaziano tra libri da leggere e quelli da scrivere, oltre al fatto di prendersi cura di me e rimpinzarmi d'amore e di cibo, ed è un bene visto che non ho una gran cura di me stesso. "Il cibo è un carburante per la tua testolina, hyung! Devi mangiare"  sento sempre queste parole rimbombare nelle orecchie ed il sorriso sincero di Jimin si para davanti ai miei occhi mentre lo dice.

Poi, per incoraggiarmi ulteriormente, mi diceva che se fossi ritornato sottopeso avrei potuto avere problemi con il sesso: la mia passione più grande, insieme al pianoforte, - valvola di sfogo delle mie ansie, - non può essere intaccata da una forma lieve di anoressia diagnosticatami nell'infanzia. Non che avessi avuto chi sa quale trauma che abbia gravato sulla mia sanità psichica: era, ed è tutt'ora, solo il mio aspetto esteriore a causarmi qualche insicurezza. Queste risuonano come un ronzio fastidioso nel mio cervello che, però, ho imparato a zittire grazie a Jimin e alla musica.

Jimin, infatti, ha la capacità di scovare la bellezza in qualsiasi cosa gli circondi, basti pensare che ha trovato anche su di me qualcosa di bello da vedere o di interessante da provare. "Mi piacerebbe darti la capacità di vedere te stesso attraverso i miei occhi" mi citava sempre una certa "Frida Kahlo", - una pittrice a quanto ho capito, - quando passavo il tempo a disgustarmi dell'immagine che riflettevo allo specchio.

Lui riesce a captare qualcosa della vita che a me sfugge, e spesso non riesco a comprendere i discorsi poetici sulla felicità, sulle migliaia forme di bellezza della natura, sulle varie sfumature che possono assumere le emozioni degli esseri umani, ma anche animali, - io tutte queste cose non me le sono mai chieste, sono un semplice professore di musica che cerca di fare sempre il suo dovere, sono diretto, spesso incazzato, insofferente e maledettamente carnale, - ma mi piace ascoltarlo.

Le sue lunghe riflessioni mi fanno sempre sentire dannatamente piccolo rispetto alla grandezza del mondo, e mi incanto tutte le volte che lo vedo e lo sento parlare; sono così fiero di essere al suo fianco e di occupare un posto nel suo cuore. Forse ho davvero qualcosa di speciale se sono riuscito a catturare l'anima di un poeta, anche se non ho la sensibilità giusta per comprenderlo appieno.

Oggi, però, doveva scrivere proprio quel dannato colore in questo bigliettino?  

Questo capitolo è venuto lungo perché dovevo anche presentare bene i personaggi..penso che in generale i capitoli saranno misti, dipende un po' da come mi gira ahahah e ci sarà taaanto smut.

Fatemi sapere che ve ne pare come inizio. Saranghae <3

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